lunedì 28 febbraio 2022

682) - 1979 - QUANDO I GIOCATORI DEL BAYERN, BOICOTTARONO L'INGAGGIO DI MAX MERKEL. - ''Colui che fu l'allenatore più odiato del calcio tedesco.''


Quando nel febbraio del 1979, Wilhelm Neudecker, il presidente uscente del Bayern Monaco, che ormai era divenuta a tutti gli effetti la squadra più rappresentativa del calcio tedesco anche a livello Internazionale, dopo la conquista di tre Coppe dei Campioni e una Intercontintale, negli ultimi 5 anni...annunciò l'ingaggio di Max Merkel come nuovo tecnico per la stagione 1979-80, in sostituzione di Pal Csernai preso ad interim a marzo, per sostituire un inconcludente Gyula Lorant, capì presto di aver giocato d'azzardo. Tutti i giocatori boicottarono l'arrivò del tecnico di Vienna. Pensa te se calciatori ormai affermati, carichi di titoli Internazionali e Mondiali, sia a livello di club e di Nazionale

si sarebbero lasciati spremere e umiliare, da un allenatore che non era sicuramente il più stimato nell'ambito del calcio tedesco. La voce di Sepp Maier, alla notizia, esplose in una sentenza, sottoscritta da tutti i suoi compagni senza timor di causa... Oltre al portierone Nazionale, gli altri senatori della squadra..(Gerd Muller e Kaiser Franz, in quella stagione, già avevano lasciato la Baviera) rimasti, ''Katsche'' Schwarzenbeck, Bernd Durnberger e l'astro nascente Karl Heinz Rummenigge a salvaguardia dello zoccolo duro dei rappresentati della rosa tricampione d'Europa, fecero sentire alta la loro voce. Il buon Sepp disse: 

''Quando allenava il Nürnberg e il TSV 1860, ci ha solo tirato merda contro...e adesso dovremmo essere allenati da Lui?...Tanto il nostro presidente non lo prenderà mai..'' Ciò che non sapeva il buon Sepp era che Neudecker aveva già sottoscritto il contratto. Per cui quando il Superpresidente si vide costretto a fare retromarcia, per non creare ostilità nella squadra, ormai l'odiato Merkel, era avviato a percepire lo stipendio dal Bayern per due anni, senza dover mai prestare opera attiva. Il Bayern vista la sollevazione popolare dell'intera squadra, riparò sull'ungherese Pal Csernai, che in quattro anni di contratto, conquistò, tutto sommato, 2 Meisterschale e una DFB Pokal. Perse purtroppo la finale di Coppa dei Campioni contro l'Aston Villa...Neudecker dopo il flop manageriale rassegnò le dimissioni. Era il carica dal 1962 e aveva portato il Bayern sul tetto del mondo. Ma questo è un altra storia. Dopo la prima stagione con Pal Csernai, reo tra l'altro di aver spinto il bomber Gerd Muller a fare le valigie e trovare ingaggi oltre l'oceano...Karl Heinz Rummenigge in pieno ''Breitnigge'' e fresco del suo primo titolo nazionale, quello del 1979/80, azzardò il suo pensiero, durante la festa negli spogliatoi, dopo aver reclamato a gran voce, una bottiglia ''magnum'' di champagne, come quelle che esibiva in quegli anni Niki Lauda..''Siamo sempre stati a favore del sistema Pàl.'' Disse ai microfoni, il biondo attaccante. Pal non era il sistema di decodificazione analogico televisivo, ma Pal Csernai. L'ungherese su cui Neudecker dovette riparare, quando si rese conto che il persistere in quella politica tecnica, avrebbe solo portato complicanze nell' armonia della rosa. Quella del Kalle, fu una battuta mirata, che voleva essere diretta a Max Merkel, una maniera di confermare l'ammutinamento dei giocatori quando furono messi al corrente della scelta della società, di assumere l'allenatore austriaco. La replica di Merkel non si fece attendere...Max Merkel, che a sua volta avrebbe fortemente voluto sedersi sulla panchina dei ''rossi'', all'Olympiastadion, come allenatore, si espresse in modo acido e rancoroso, nonoostante i risultati ottimi, conseguiti da Csernai....e non lesinò i suoi interventi di critica disfattista.."C'è un allenatore dell' FC Bayern, che fa giocare chi ha il piede mancino sulla destra (Oblak) e chi predilige la fascia destra, (Durnberger) lo fa giocare sulla sinistra. Questa è la ricetta dell'insalata mista ungherese con cetrioli, salame e paprika....

alla Csernai..insomma." Perchè questo astio, questi pregiudizi verso Max Merkel ??? Con i suoi comportamenti, farciti di insulti, i suoi gesti inequivocabili e gli atteggiamenti prevaricanti e arroganti, l'ex icona del Norimberga campione di Germania, Max Merkel, andò spesso e volentieri troppo oltre. Ormai nel calcio tedesco, negli anni, la sua fama di despota e di ''depositario del verbo calcistico'', era giunta ognidove e naturalmente non fu sempre condivisa benevolmente, ne dai colleghi di panchina, ne dai giocatori. Al punto che, ci fu una volta, era il 1968, che la commissione Federale della DFB, lo minacciò di togliergli il patentino da allenatore di prima categoria... Solo allora, l'allenatore di calcio austriaco fu davvero spaventato per la prima volta nella sua vita. Max Merkel era cattivo. Davvero un cattivo esempio, secondo tutti: "Per la prima volta nella mia vita ho preso due sonniferi lo scorso giovedì sera", ammise l'allenatore nel febbraio del 1968. Max Merkel era stato minacciato di ritiro della licenza a metà di quella stagione. E questo sarebbe stato assai tragico, poichè in quel momento, il suo club, l'1.FC Nürnberg, sorprendentemente per tutti gli appassionati di calcio in Germania, era al primo posto in Bundesliga. ''Der Club'' aveva tutte le carte in regola per diventare campione, ma il suo allenatore ad un certo punto esagerò ed andò fuori di testa più volte e in più occasioni. E come disse il procuratore capo della DFB, Hans Kindermann, il 2 febbraio 1968: "Mr. Merkel difetta di atteggiamento sportivo, della predisposizione ad essere equilibrato e della considerazione rispettosa per l'avversario". L'elenco dei reati di cui fu accusato l'allenatore di Norimberga, durante la sua carriera fu spaventosamente lungo. Tuttavia, fu ridotto alle pecche essenziali. E quindi a Francoforte, furono presi in considerazione e processati solo ''i reati'' della stagione in corso - tutti gli altri reati precedenti, non vennero presi in considerazione. Ma questa lunga lista, fu esaminata come una storia dell'orrore della Bundesliga e soprattutto come un reportage di episodi accumulati nel tempo. Sarebbe inconcepibile in questi giorni, che un allenatore che si presenti al pubblico in questo modo, possa sopravvivere anche a poche partite sulla panchina di un club della Bundesliga. Una opinione che è supportata in modo 


impressionante, da un nutrito estratto, dall'elenco dei ripetuti inconsueti comportamenti di Merkel. A quei tempi, ogni ''reato sportivo'', veniva punito nominativamente con una multa compresa tra i 1.000 e 3.000 marchi tedeschi. Ma in relazione ad una partita, Max Merkel ne fu completamente escluso. A causa di questa partita contro l'1.FC Köln, del novembre del 1967, Max Merkel fu minacciato di vedersi revocare la licenza di allenatore. L'allenatore del Norimberga aveva intimidito il campione del mondo del Colonia e allora vice allenatore dei caproni Hans Schäfer, rivelando che avrebbe pagato a ciascuno dei suoi giocatori, 100 marchi tedeschi in più al ritorno, se avessero accettato di picchiarlo durante la gara. Sempre a Colonia, Max Merkel aveva mostrato il suo sedere in modo provocatorio, al pubblico, prima di sedersi sulla panchina degli allenatori. La corte di Francoforte, ironicamente, ma non benevolmente, descrisse questo atto di poco riguardo, come un "saluto svevo con la richiesta di baciargli il  **** ". La sua successiva affermazione secondo cui tutti i giocatori del Colonia erano peggio dei giocatori di rugby oltre che ''scarsi dilettanti'' fu ritenuta dalla corte, di minor rilevanza. Tuttavia, Merkel, venne severamente punito per aver detto alla stampa: "Quello che ci è stato fatto oggi è stato un vero crimine!" poiché descrisse l'arbitro della partita, Klaus Ohmsen, come un "principiante" e apertamente succube del fatto che Hans Schafer fosse genero del presidente della  categoria arbitrale Wolf a sua volta imparentato col presidente del Colonia, Franz Kremer, che sarebbe scomparso solo una settimana dopo. "Ti spezzeremo le ossa a Norimberga". Fu la dichiarazione senza mezzi termini che Merkel proferì a fine gara. Per inciso, la partita estremamente agonistica tra 1FC e il "Club" terminò 3:3. Afflitto da una sindrome megalomane ed egocentrica, Max Merkel, l'ex capo allenatore del TSV1860 Monaco, campione di Germania della stagione 1965/66, si considerava intoccabile all'epoca. Il suo editore, che pubblicò con lui il libro "Mit Zuckerbrot und Stick" (Con carota e bastone..) poco prima del processo, descrisse il più polemico allenatore del campionato, come segue: "Max Merkel, l'allenatore di calcio più popolare e di successo della Germania, racconta la sua vita, la sua carriera, il suo calcio - da vicino, apertamente e senza falsità. Questo libro non conosce tabù! Appiana 


completamente molte critiche e facezie su "King Football.'' A tal proposito, Merkel, puntualizzò come sempre: "Se ho offeso qualcuno in questo libro, è stato fatto apposta." Nonostante le sue numerose pendenze disciplinari, Max Merkel lasciò l'aula del tribunale della DFB il 2 febbraio 1968, come allenatore autorizzato ad esercitare in Bundesliga. Ma la multa di 12.000 marchi tedeschi volle essere un deterrente affinchè l'allenatore del Norimberga non dovesse presentarsi di nuovo, in brevi tempi, nelle aule di Francoforte. E anche se a fine stagione, il sorprendente campionato vinto con l'1.FC Nürnberg, non fece che arricchire il libro dei successi di Max Merkel, il suo giudizio verso gli avversari e spesso e volentieri anche verso i suoi stessi giocatori ("Sapete perché le mucche portano i campanelli al collo? Per fare che non si addormentino in piedi. A proposito, ne ho appena ordinati una dozzina per voi ragazzi") comportò gravi conseguenze per la sua reputazione futura e per la sua futura carriera. Dopo l'aperto boicottaggio dei giocatori del Bayern, che costrinsero la società a scegliere un altro allenatore, anche nella sua ultima esperienza su una panchina tedesca, al Karlsruher SC, nel 1981-82, pochissimi tifosi del club del Baden furono entusiasti. Alla sua prima partita al Wildparkstadion, esposero un grosso striscione con lo slogan: "Merkel, vattene a casa!". Dopo quest'ultima, breve avventura, l'allenatore più odiato della storia della Bundesliga riparò in Svizzera, allo Zurigo. Durò solo un mese. Poi finalmente si ritirò.

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