mercoledì 5 settembre 2018

518) 1963/1979 - IL ''FOHLENELF'' - LA NASCITA, IL MITO, IL CROLLO - L'epopea del Borussia Moenchengladbach.


Nel corso del 1960, una piccola città della Renania, che non aveva mai dato avvisaglie di essere un dormiente focolaio di calcio, emerse, Mönchengladbach. "Mönchengladbach fu il Vesuvio, Hiroshima e ogni cataclisma del creato tutti insieme, nel mondo del calcio....'' Quando quella squadra giocava a pieno ritmo, si era tentati di appendere le scarpe al chiodo e andare a piantare i cavoli. Fu la sintesi di tutte le doti e tutte le qualità richieste dall'emergente calcio moderno. Il suo gioco era fatto di corse avanti e indietro, senza tempi morti, come la più bella armonia creata in un concerto sempre in crescendo. Un orchestra interprete di arie Wagneriane per 90 minuti. La Bundesliga fu creata nel
mese di agosto del 1963 e a partire dalla stagione 1965-1966, il Borussia Monchengladbach ne prende possesso da protagonista, sviluppando un calcio scintillante. La Germania voleva promuovere il suo calcio agli occhi dell'Europa, e non avrebbe potuto chiedere un rappresentante migliore. Terzo in Bundesliga nel 1967-1968 e 1968-1969 il club vinse il campionato tedesco nel 1969-1970 (davanti a Bayern Monaco e Hertha Berlino). Ma al di là di quel titolo e quelli che seguiranno, fu la giusta ricompensa di uno stile di gioco già impostato da diverse stagioni. E' da questo titolo che poi iniziera' l'età d'oro del Borussia Monchengladbach. Sotto Hennes Weisweiler, il "Fohlenelf" ( "L'undici dei Puledri, così chiamato a causa del ritmo e la velocità del gioco praticato e dall'eta' acerba della squadra 21,4 anni.) imparo' in fretta. Molto ma molto, rapidamente. Weisweiler modello' la sua squadra a sua immagine e dal momento che quest'uomo era particolarmente attaccato all'intelligenza e la libertà di espressione nel mondo del calcio, il risultato non poteva che essere attraente. Furono due aspetti che resero questa squadra innegabilmente diversa dai suoi rivali. Weisweiler era

particolarmente entusiasta della creazione di un gioco apertamente offensivo: la circolazione rapida della palla, continui cambi di ritmo, il movimento costante, una spasmodica ricerca del gol. E un sistema difensivo caratterizzato da una marcatura a uomo rigorosa che aumentava la sua intensità non appena il pallone raggiungeva il portatore di palla avversaria. La combinazione di questi due aspetti, fu quello di portare ad un gioco arioso, martellante e spettacolare. Oltre ad essere consapevole del potenziale dei suoi giocatori, l'allenatore del Reno ebbe un valore aggiunto: il grado di confidenza e completa fiducia nei suoi giocatori, nonostante l'estremismo di  esigenti richieste, imposte al confine con la disciplina militare. Al fine di integrare le idee migliori, Weisweiler creo' rapidamente il suo giocattolo, sotto la guida di un organizzatore di gioco d'elite, Günter Netzer, e un capitano nell'anima e nella tanacia, Berti Vogts. Netzer fu la figura rappresentativa della squadra. Uscito dal centro di formazione per giovani della societa', rappresento' lo stile Monchengladbach. Creativo, irriverente, dominante, esteta e pragmatico. Netzer fu l'epicentro del gioco tedesco, il punto di partenza dello spirito offensivo, manifestato nella sua facilità nel gesto tecnico e la comprensione del gioco. Berti Vogts illustrava, l'abnegazione, condita da intelligenza e versatilità tattica. Si diceva di lui: "ha una reputazione da cane da pastore. Spinto da una fede incrollabile e un coraggio al di sopra di ogni sospetto, è l' insieme tra uomo e calciatore per eccellenza. Vogts non fu solo il martello e l'incudine, non fu solo il fabbro che metteva le tagliole alle caviglie degli avversari. Contrariamente a cio' che avrebbe sostenuto Klaus Toppmoeller vari anni dopo...''Sapeva solo azzannarti alle caviglie...'' . Egli amava anche i grandi spazi aperti, partecipare al gioco d'attacco. Anche se lui indossava regolarmente il numero due, avrebbe potuto essere un centrocampista di grande qualita'. Nacque cosi' una squadra competitiva al massimo livello, con giovani membri inseriti senza timore reverenziale dal tecnico, secondo una filosofia che sposava la freschezza atletica espressa con un dispendio di gioco

facilmente ammortizzabile.  Una squadra dove i consigli dei leaders, ben si sposavano con la maturazione della parte acerba della squadra. (Wimmer, Laumen, Rupp), Fu questo il segreto. La combinazione giusta tra gli elementi e le forze. I risultati produssero una squadra spettacolare ma estremamente equilibrata.  Dai quartieri bassi, alle zone rurali, ai centri urbani, la squadra del Reno, rifornisce e si coccola il suo rinomato centro di formazione. I criteri di selezione sono rigorosi, i prescelti devono soddisfare le caratteristiche tecniche e comportamentali dell'istituzione. I primi anni 1970 ed i risultati che ne derivarono, furono l'inizio della  manifestazione dei frutti del lavoro programmato nel tempo col vivaio. (Laumen, Wimmer, Netzer, Danner, Vogts Heynckes ...). Il Borussia mostro' la forza di un calcio ritenuto di livello inferiore, completando i quadri con giocatori reclutati nelle serie minori, ma intelligenti e funzionali (serie minori Dietrich, Bleidick) e in particolare si dedico' a perlustrare a fondo il calcio Danese. (Le Fevre, Jensen, Simonsen). Nessuna sorpresa quindi nel vedere lo sviluppo di un gioco intenso e veloce. Alla fine del 1960, il calcio era in un periodo di transizione in cui l'intensità di gioco della squadra fu considerata solo come una conseguenza del tasso di eta' assai basso della squadra (21,6 anni) e non tanto come struttura di base su cui la squadra si era  organizzata per tempo. Nel frattempo, Weisweiler sviluppo' il processo di crescita della formazione con una particolare attenzione alla velocità e la resistenza, durante le sessioni di lavoro. Per migliorare sotto questo aspetto, gli allenamenti risultarono molto impegnativi, non solo in termini di carichi fisici, ma anche mentalmente e di disciplina, il che non era negli standard di preparazione del tempo (eccezione fatta all'Ajax Amsterdam e in seguito alla Dinamo Kiev). Alcuni schemi di Hennes Weisweiler non lasciarono dubbi sull'unicità del carattere del M'Gladbach. La stagione 1970-1971 vide la nascita di tre grandi eventi: (1) Il ritorno al club del figliol prodigo Jupp Heynckes (dall'Hannover 96). (2) Per la prima volta nella sua storia, il club partecipo' alla Coppa dei Campioni. (3) Questa stagione fu l'inizio della sottile e graduale incorporazione dei giocatori che giocheranno un ruolo importante nel

futuro del club. Se durante questa stagione 1970-1971, Rainer Bonhof fece il suo tirocinio con la prima squadra, durante la stagione 1971-72, il centrocampista diciottenne letteralmente esplose. A causa della sua versatilità, divento' rapidamente indispensabile per Weisweiler. Negli schemi offensivi, l'allenatore lo usa come un centrocampista box-to-box dove dimostra il suo fiato, l'arte del sapersi muovere e il suo talento nella gestione della palla. La sua complicità con Günter Netzer aumento' l'efficacia del gioco offensivo proposto. In difesa, era di grande aiuto grazie alla puntuale lettura del gioco e alla sua capacità di occupare gli spazi creati dall'avversario. Pertanto, divenne consuetudine vederlo recuperare i palloni in area negli spazi solitamente riservata ai giocatori di fascia. Durante la stagione 1974-1975, l'allenatore affiderà questo ruolo al giovane Uli Stilieke (20 anni) in una configurazione diversa (3-4-3). Vincendo per la seconda volta di fila la Bundesliga, un double storico, il Borussia affermo' il suo stile e diede il via a un periodo di dominio nel calcio tedesco che tese a diffondersi nel resto del continente. Gli infortuni prima e le partenze di Laumen (Werder Bremen) e Köppel (Stoccarda) poi, forzarono alcuni interventi di ristrutturazione (due terzi della linea di attacco eran scomparsi). Weisweiler inizia quindi a gestire la sua forza lavoro in maniera piu' ottimale, lavorando su una rotazione tra componenti storici della rosa e sostituti, tra giovani e veterani. Weisweiler capisce che le squadre avversarie si adattano al gioco del M'Gladbach, gioca con questo nuovo accorgimento tattico e sfrutta le marcature subite da Netzer per "usare" quest'ultimo, come specchio per le allodole. Il M'Gladbach della stagione 1972-1973 è il più rappresentativo. E' quello che riusci' a mantenere il suo splendore grazie alle sue consolidate icone, che ormai sono Netzer, Heynckes, Wimmer, Vogts... Quelli che insomma giocarono uno stesso ruolo importante anche nella conquista dell'Euro del 1972. Quella stagione fu speciale anche perché fu l'ultima di Netzer con i ''Fohlen''. E la finale della Coppa di Germania contro il Colonia (Derby del Reno) si trasformera' per lui in un


giubileo. Nonostante il suo stato di lutto dovuto alla perdita di sua madre e il fatto di aver espresso il suo desiderio di lasciare la Germania alla fine della stagione, per il Real Madrid, ce ne fu abbastanza per Weisweiler ''tradito''  per trovare al suo regista, in quell'occasione un posto in panchina. Ma dopo aver osservato la forza della difesa avversaria, l'allenatore gli suggerisce di entrare. Rifiuta freddamente l'invito del trainer. Decidera' lui stesso di mettersi in campo nei tempi supplementari (dopo l'infortunio di Kulik). Il ritmo del gioco cambio', Netzer mostro' la via da seguire grazie alla sua leadership tecnica e ai suoi compagni di squadra che seguono l'esempio. Netzer segnera' il gol vincente dopo una buona trama con Bonhof e consentira' al club di vincere la Coppa di Germania  (2:1). Per i fans dei puledri sara' un eroe. A livello continentale, i Fohlen riusciranno a raggiungere la finale della Coppa Uefa, ma saranno sconfitti dal Liverpool. Bill Shankly ammetterà di non aver mai affrontato una squadra così talentuosa e con un potenziale così altamente offensivo. Che si rassicuri, il catalogo delle sottigliezze si moltiplicherà non appena Netzer se ne andrà. Perché con la partenza di Netzer, il Borussia viene riorganizzato, guadagnando in ulteriore "spettacolarità" ed efficienza. Weisweiler riunisce giocatori versatili e intelligenti che assimilano perfettamente i loro incarichi attorno a un nucleo duro che si impone naturalmente. Al tempo di Netzer, tutte le palle passavano attraverso il suo 46 di scarpe. La squadra adesso stava vivendo il suo corso e gli stati d'animo erano positivamente proiettati al futuro. Nessuno tirava la coperta a sé e la causa comune era sublimata e avallata da tre giocatori eccezionali: Vogts, Bonhof e Heynckes. Adattabilità e complementarietà si trasformarono in un altro importante concetto, la gestione della forza lavoro per la creazione di un programma futuristico basato sulla versatilità. Lo stile di gioco fu nuovamente ridefinito, adattandosi alle circostanze che di volta in volta lo richiedettero, i valori furono ben assorbiti e il desiderio di portarli a termine fu chiaro ed evidente. Il Borussia era destinato a dominare, doveva solo competere con il miglior Bayern Monaco della storia. Quel Bayern che nella stagione 1973-74 vince per la terza volta di fila la Bundesliga (un punto prima di M'Gladbach) e che dominera' l'Europa nei tre anni seguenti. Il Borussia fu quindi l'alternativa del gigante Bavarese. Il club del Reno si acaparro' le simpatie del resto del paese come contropotere del potere assoluto. Borussia Mönchengladbach contro Bayern Monaco divento'  ''Der Klassiker''. La macchina fredda, dal collettivo cinico, il forte


pragmatismo tedesco del suo trittico Sepp Maier / Franz Beckenbauer / Gerd Müller e di fronte il calcio verticale, veloce e fantasioso espresso dalla forza del gruppo. Durante la stagione 1974-1975, al club Renano riesce di rivincere il torneo Nazionale, declassando il Bayern al decimo posto in classifica e lontano 16 punti e a vincere finalmente la Coppa Uefa. (grazie ad una vittoria sugli Olandesi del Twente). Questa stagione dimostro' che, nonostante la partenza di Günter Netzer, il gruppo mantenne la continuità e l'armonia tra coloro che non erano ai tempi nel club, o che furono integrati in seguito (Simonsen, Stielike, Bonhof e Jensen) e i presenti dello storico zoccolo duro sin dal 1965 (Vogts, Heynckes, Kleff o Wimmer). Come sigillo, il Borussia dell'ingegnoso Weisweiler mise fine alla dominazione Bavarese al termine della stagione conclusa. Attraverso la sua inflessibilità, la sua disciplina, la sua intransigenza, questo padre spirituale riusci' a portare i suoi uomini sulla strada del successo dopo un decennio di fatiche e felicità imperfette. Weisweiler parti' per l'FC Barcelona, ma lascio' il Borussia Mönchengladbach con basi solide per durare all'infinito. La stagione 1975-1976 inizia con un nuovo allenatore, Udo Lattek. Un segno del destino, fu l'architetto del potente Bayern Monaco. Con lui, il Borussia iniziera' un nuovo corso anche esso fruttuoso come

quello che i Renani avevano conosciuto fino a qui. Gradualmente cambiando il gioco Lattek, importa le sue idee che gli procurarono i successi in Baviera: attesa, congelamento del gioco e veloci contropiedi. "Non si puo giocare continuamente a cento chilometri all'ora. Se si vuole vincere la Coppa dei Campioni, bisogna alzare il piede dall'acceleratore!'' Si giustifica. Berti Vogts, preoccupato per il mutamento del carattere fino ad allora unico della squadra, non è del di lui parere: "Dobbiamo esprimere un gioco più ritmato e meno d'attesa. Stiamo commettendo un errore rinunciando al calcio offensivo, che è stata la nostra forza e il nostro fiore all'occhiello. Non sappiamo giocare diversamente." Resta il fatto che grazie a Bonhof, Wimmer, Stielike e Simonsen, la squadra rimane padrona del gioco, fa correre gli avversari a vuoto e gestisce il gioco come meglio crede. Lattek riprende il modulo 3-4-3 di Weisweiler (evoluzione del 4-4-2 di partenza e poi 4-3-3). La squadra di Lattek fu una squadra più serena, fisica e cinica di quella che inizio' il decennio, quando allora regnava il "disordine organizzato". Per l'ex allenatore dell'orco Bavarese fu indispensabile fondare l'equilibrio. Osservando i punti di forza e le caratteristiche dei suoi giocatori, creo' lo schema del suo gioco e il modello in base alle circostanze del gioco e all'avversario. Né innovatore né rivoluzionario, la sua venuta fu significativa dello spirito conquistatore di allora: Progetto rivolto all'Europa e solo ad essa. Con Lattek, non parliamo piu' di una squadra "rivale" ma di una squadra "nemica". Il Borussia ha raccolse con lui un terzo titolo consecutivo in Bundesliga (un punto davanti allo Schalke 04). Il club tedesco quella stagione raggiunse il suo picco storico. Contro il Real Madrid (con avversari Paul Breitner e Günter Netzer), il Borussia perse nei quarti di finale in maniera truffaldina e subdola.  Milan Miljanic, couch dei blancos, ammise di non aver mai affrontato una squadra così completa e
così brillante come il Borussia: "Che bellissima formazione! Pratica un calcio completo, universale, impressionante: il calcio del futuro. Ha dato a tutti una lezione sensazionale. Il riconoscimento pero' non mitigo' la sensazione di un estromissione amara ed ingiusta dal torneo principale d'Europa.
La leggenda nata negli stadi o sulla stampa che questo non era un gioco redditizio per raggiungere grandi obiettivi in Europa, stava sempre piu' dando ragione ai critici senza pazienza e poco entusuasti del gioco poco redditizio dei Fohlen negli incontri a eliminazione diretta. Per Gerd Müller, la sua difficoltà a conquistare la Coppa dei Campioni non fu casuale: "Non credo al Mönchengladbach. La sua intelligenza collettiva, il suo rigore, la sua capacità di controllare una partita non sono all'altezza

Coppa dei campioni 1976/77 - Borussia Moenchengladbach - Dinamo Kiev 2:0
delle sue ambizioni. Il Mönchengladbach non sa come risparmiare le forze, utilizzare tempi morti e rimane vulnerabile in ogni occasione ". Ormai la Coppa dei campioni e' il chiodo fisso dei ''Puledri''. Nella stagione 1976/77 il Borussia elimino' l'Austria Vienna nel primo turno, il Torino nei quarti di finale dopo una doppia gara indimenticabile e si prepara a giocare contro la Dinamo Kiev in semifinale. La Dinamo Kiev che il turno precedente mise fine al dominio Europeo del Bayern dopo tre anni. Una Dinamo Kiev che ha conquistato la Coppa delle Coppe due anni addietro con un certo Valeriy Lobanovskyi stratega, che riusci' a dare alla sua squadra un gioco, con caratteristiche simili a quelle della squadra tedesca: con un molto alto ritmo di gioco, gestione veloce del pallone, verticalizazioni che si alternano a un gioco corto o a volte piu' lungo, oltre a creazione e sfruttamento dei minimi spazi, tutto condito di condizione fisica straordinaria. Più che un vero gioco, stiamo assistendo ad un'intensità maggiore di impiego degli schemi. I Sovietici vincono 1:0 all'andata. La partita di ritorno è caratterizzata da un ritmo frenetico e dalla costante battaglia per il possesso del centrocampo. In questa gara, il Mönchengladbach vince 2:0, vittoria che fu sinonimo di finale. Finalmente. Dopo le semifinali, Vogts fu mezzo sollevato, dopotutto i risultati erano venuti, nonostante la difficolta' ad accettare le innovazioni di Lattek.  "La mia gioia non è esattamente quella che dovrebbe essere in momenti come questo. Ricordate nel 1971-1972 quando la nostra vittoria per 7 gol a 1 contro l'Inter fu annullata e fummo eliminati a Berlino? La famosa partita della lattina e di Boninsegna?  Ricordate l'anno scorso e le nostre due reti valide annullate a Madrid contro il Real? Di recente, Keegan mi ha detto che noi siamo i maledetti della Coppa dei Campioni. Beh..Non saro' certo io a dire il contrario.'' Proprio Keegan, sara' il suo diretto avversario da marcare in questa ambita finale a Roma tra Borussia e Liverpool. Il Monchengladbach ha un tremendo senso di vendetta da sfogare, nei confronti della finale di Coppa Uefa persa nel 1973 proprio contro gli Inglesi. Udo Lattek dichiaro': "Se loro sfrutteranno l'agonismo, noi giochiamo a calcio. Non possiamo permettere che impongano il loro stile di gioco sul nostro. " La finale a Roma fu affrontata dalla migliore squadra di calcio Europea di quel periodo contro quella con il DNA piu' puro per la vittoria.

Sotto Bob Paisley, i rossi stavano cambiando le ali. Con la sua intensità difensiva, il suo predominio nel gioco aereo, il suo arrivare sui palloni per primo, per la sua capacità di gestione degli spazi di manovra, il Liverpool fece soffrire così tanto i Borussi di Lattek quanto fece quello di Weisweiler due anni prima coi Reds. La leggenda nascente del Liverpool alimento' la leggenda del Borussia Mönchengladbach, ma non basto'. Quella notte, il club inglese vinse di nuovo e nettamente (3:1). Quella fu l'ultima apparizione dei Renani in Coppa Campioni come rappresentante Campione Nazionale. Il Borussia ebbe la sfortuna di vivere la sua storia contemporaneamente con il Bayern a livello nazionale e il Liverpool sulla ribalta continentale. "Fu un miracolo per il Monchengladbach essere arrivato fino a questo punto"  Durante le stagioni 1977-1978 e 1978-1979, il Monchengladbach accusa evidenti scompensi, non è più lo stesso. Il club si ritrova in difficoltà economiche, si blocca a metà classifica, ripropone il 4-4-2, inciampa di nuovo in Europa e comincia a dipendere un po' troppo dalle sue individualita', Allan Simonsen, Jupp Heynckes e Vogts. Il primo si laureera' Pallone d'Oro nel 1977, Il secondo sta lottando per riprendersi da un intervento chirurgico al ginocchio, ma la sua importanza è tale che Lattek e' imprescindibile dalla sua esperienza e conoscenza. E Vogts resta sempre Vogts, eterno, anno dopo anno, che lotta per mettere in ordine una casa che ha magagne una volta dal tetto e una volta dalle fondamenta. Il Borussia perdette la


Bundesliga per differenza reti (42 contro 45) in favore del Colonia guidato da ... Weisweiler, il vecchio maestro. Nonostante cio', ottenne la vittoria più grande nella storia della Bundesliga (12:0) contro il Borussia Dortmund alla fine dell'ultima giornata. Il club perse la finale della Coppa Intercontinentale contro il Boca Juniors, quando partecipo' al posto del Liverpool, che rinuncio', visti i precedenti delle squadre Europee che si avventuravano negli inferi degli stadi Sudamericani, Argentini e Uruguagi soprattutto. Una settimana dopo i bianconeroverdi disputarono nuovamente la semifinale della Coppa dei Campioni. E...nuovamente contro il Liverpool. I Borussi vinsero l'andata a Dusseldorf ma il ritorno sara' un netto 3:0 ad Anfield per i reds. Battuti da Weisweiler in Bundesliga e in Coppa Campioni di nuovo dal Liverpool. Destino crudele. Al termine di quella stagione, Udo Lattek e' realista: "Dovremo assumere nuovi giocatori per ricostruire una nuova squadra". Heynckes, ammette: "E 'un miracolo per il Monchengladbach essere arrivato fino a questo punto anche quest anno." Tuttavia, la formazione riusci' a non perdere le sua qualità principale, mantenne quella forza di reazione che una grande squadra non perde durante l'arco di una sola notte: il suo istinto per la vittoria. La stagione 1978-1979 coincise con il canto del cigno di quella squadra che fece brillare gli occhi al calcio tedesco. Stielike e Bonhof lasciarono la Germania per la Spagna, Heynckes subito impiegato a mezzo servizio tartassato dai postumi di una vecchia operazione mai ben riuscita, il club perdette anche Vogts (perone rotto, le due ossa della caviglia interna e dei lesione dei legamenti esterni), nonostante cio' il Borussia raccolse contro la Stella Rossa di Belgrado, il suo secondo titolo Europeo, la sua seconda Coppa Uefa, quando meno nessuno se lo aspettava piu', visto il percorso claudicante in una Bundesliga chiusa al decimo posto. L'epopea di 15 anni si chiuse. Otto presenze consecutive ai quarti di finale in Europa, sei semifinali Europee, cinque titoli di Bundesliga, quattro finali Europee con due titoli. (2 Coppe Uefa). Vogts si ritiro', Lattek lascio' per altri lidi, Simonsen firmo' per l'FC Barcelona. L'eredità lasciata ai posteri, fu la dimostrazione di una coerenza collettiva e di uno di stile offensivo di gioco, un timbro distintivo di un percorso mantenuto negli anni, per raggiungere la gloria calcistica basandosi sull'estetica e lo spettacolo con splendidi interpreti. Queste sono le ragioni che fecero del Borussia Monchengladbach la squadra che negli anni 60/70 scrisse una delle pagine più belle del calcio tedesco.


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