venerdì 11 marzo 2022

692) 1970 - CURIOSITA': MEXICO 70, ANEDDOTI CURIOSI DI UN MUNDIAL TEDESCO ENTRATO NELLA STORIA. ''Dal dito di Libuda, alla valigia di Netzer, a Maier paparazzo...''


La Germania che arrivò terza contro l'Uruguay ai Mondiali del 1970 tornò a casa felice. I Mondiali furono di superlativo livello, le partite del secolo - contro Inghilterra e Italia -  e numerosi aneddoti da raccontare offrirono di tutto e di più, di ciò che gli appassionati di calcio potevano sperare.
Ormai era finita. Quando la nazionale tedesca, concluse il suo mondiale Messicano, con l'ultimo fischio della partita per il terzo posto contro l'Uruguay, il 20 giugno 1970, aveva sicuramente completato un torneo che fece la storia. Un mondiale, tra l'altro, che quasi non sarebbe potuto essere disputato per la

squadra tedesca. Perché nella decisiva partita di qualificazione contro una squadra scozzese sorprendentemente forte, soltanto un eccezionale prestazione dell'ala destra che rispondeva al nome di Reinhard "Stan" Libuda, assicurò i biglietti aerei per il Messico con il suo gol del 3:2. Il suo ex 

Stan Libuda realizza il goil contro la Scozia.

compagno di squadra dello Schalke, Willi Schulz, nato a Wattenscheid, fa schioccare ancora la lingua quando pensa a quella partita e al biondo ragazzo vivace sulla fascia destra: "Libuda ha fatto cose da capogiro. Contro la Scozia ha resistito contro la marcatura di Tommy Gemmell. E pensa che si era tagliato seriamente un dito del piede col tosaerba, solo qualche giorno prima. Forse fu per quello, che quel giorno girò per tutta la partita come una trottola impazzita..Pensa a Stan, al dito del piede e gli viene da sorridere.. Sì, era così che era allora". Gli aneddoti curiosi di quella Coppa del Mondo iniziarono settimane prima in Germania, quando i giocatori della nazionale erano riccamente attrezzati e perfettamente organizzati per il torneo. L'azienda Meyer di Werther aveva donato i "cappotti da viaggio: colore beige chiaro", l'azienda Benger-Ribana di Bad Rappenau aveva fornito "2 slip sportivi e 1 costume da bagno" e l'azienda Hipp di Tailfingen aveva offerto "2 camicie per il tempo libero Fritz Walter" (!). Dopo che tutto fu ben preparato su richiesta, da simpatiche signore, all'inizio tutti furono molto soddisfatti, finché non risultò mancante una valigia. C'era un giocatore della selezione nazionale che era senza bagaglio. Era una selezione ancora da scremare in vista della partenza. La lista consegnata alla FIFA non era ancora quella definitiva. E così il segretario della DFB Hermann Joch decise: "Günter Netzer, purtroppo devi consegnare la valigia!" La stella del calcio del Gladbach quindi, lasciò l'edificio timidamente, con le sue cose riposte in una scatola di cartone sotto il braccio. E che ci si creda o no: Netzer di tutte le persone della rosa non ne avrebbe comunque avuto bisogno. Dopo tutti questi anni, ormai, non si può più determinare con certezza se il Ct della nazionale Schön, abbia lasciato Netzer a casa dal mondiale, perché si era pubblicamente lamentato del fatto che Schön non lo coinvolgesse abbastanza o se un infortunio lo avesse costretto al forfait. Qualunque sia il motivo, Netzer e Schön non andavano d'accordo: per cui il cattivo presagio della sua esclusione lo aveva 


previsto già in anticipo. Anche se Helmut Schön non volle mai dare a Günter Netzer spiegazioni del motivo per cui avrebbe preferito lasciare giocare Wolfgang Overath al posto suo, l'allenatore della nazionale ha certamente coltivato rapporti e intrattenuto confronti ben più rilassati con altri - come ricorda Overath nel suo libro "Ja, mein Temperament": "....Uwe Seeler", Willi Schulz e l'allenatore della nazionale si riunivano spesso per un'oretta dopo le sedute di allenamento e spettegolavano tra di loro. Proprio come fanno le massaie. Chi fosse nuovo avrebbe potuto presumere che quei tre stessero prendendo decisioni per mettere in piedi la squadra per la prossima partita della nazionale. Ma su quell'argomento lì, Helmut Schön, non si lasciò mai condizionare, anche se qua e là e anche negli anni successivi, può essere stato letto diversamente. Se Uwe, Willi e il tecnico della nazionale si siedevano insieme, un argomento aveva sempre la priorità: la comune preoccupazioni per i capelli radi." I giocatori comunicavano anche attivamente tra loro. Una volta der bomber Gerd Müller, si irritò. Nello spogliatoio si infuriò: "Basta. Smetterò di giocare a calcio. Non sopporterò più Franz!" Gridò furibondo, Uwe Seeler chiese allora al compagno di reparto: "Perché, Gerd? Franz non ha detto niente!" Müller: "No, infatti..non ha detto niente. Ma come fa sempre, Franz. Franz non dice mai niente..sempre!" Forse l'attaccante del Bayern si era irritato da qualcosa che pochi avevano notato al rientro in campo nella partita contro il Marocco, quando il fischio del secondo tempo diede il via. Infatti quando l'arbitro riaprì la partita dopo il riposo, c'erano solo dieci marocchini in campo - il portiere Allal era ancora nello spogliatoio. Ma la squadra tedesca non ne aprofittò per sfruttare quella situazione. Gerd era furibondo perchè nessuno aveva preso iniziative di attacco, essendo la Germania andata al riposo sotto di un gol. Poi proprio la coppia Seeler - Muller ribalterà la situazione. "Purtroppo, solo noi difensori l'avevamo notato", disse per l'occasione Klaus Fichtel in seguito. Il 20 giugno Helmut Schön schierò ancora una volta gli undici migliori giocatori a sua disposizione. In pratica la formazione tipo. 


Nell'ardua vittoria per 1:0 contro l'Uruguay, decise di effettuare solo il cambio di portiere, che suscitò scalpore. Il portiere titolare Sepp Maier era stato accantonato e al suo posto tra i pali prese posto Horst Wolter dell'Eintracht Braunschweig. Sepp fu davvero arrabbiato. Il portiere del Bayern quindi afferrò la sua macchina fotografica e si posizionò direttamente dietro la porta del suo collega. Da lì, riprese con calma e particolari, gli errori del compagno di Nazionale, per poi spiattellarli con soddisfazione sotto il naso dell'allenatore della nazionale. Un'ultima curiosità, più che altro un chiarimento: da tempo si vociferava che il giocatore Willi Schulz passato nel frattempo all'Hamburger SV, non avesse giocato la gara di finale del terzo posto contro l'Uruguay perchè aveva lasciato le scarpette da calcio in Hotel. Quindi non potè scendere in campo. La realtà fu un'altra e più romantica. Insieme al Ct della nazionale, Schulz aveva solo deciso in precedenza, che la sua ultima partita con l'aquila sul petto, sarebbe stata la semifinale ''leggendaria'' giocata contro l'Italia. La partita immortale del secolo come conclusione di una carriera di successo con la maglia della nazionale. Fu una buona decisione. Perché una carriera in DFB non può finire molto meglio. Forse solo Gerd Muller il 7 luglio del 1974, ebbe l'opportunità di decidere per un commiato più pirotecnico.

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