lunedì 21 marzo 2022

699) 1975 - QUANDO WALTER ESCHWEILER, ''IL FISCHIETTO DELLA NAZIONE'', CHIESE IL NOME A KAISER FRANZ. - Il ''Divo in Nero'' del fussball, tra episodi spassosi e salaci battute.''


Non importa se l'autoproclamato "fischietto della nazione" fu travolto da un orango, o se la moglie di Willi Lippens lo tradisce, o se intrattenne colloqui tecnici sul trucco con il giornalista Heribert Fassbender - Walter Eschweiler fu semplicemente, un arbitro fuori degli schemi, un ''divo'' estremamente divertente. Chi non potè assistere ad una partita arbitrata da Walter Eschweiler dal vivo si perse davvero qualcosa. La leggenda in giacchetta nera di Bonn, fu un gran signore, dispensatore di battute colte e un intrattenitore solista per eccellenza. Era il 1982, 40 anni addietro, quando l'arbitro tedesco Walter Eschweiler suscitò entusiasmo e non poche risate a livello internazionale. Durante la partita internazionale tra Francia e Italia, l'arbitro renano si rivolse a un giocatore della nazionale italiana con ironia - cosa che oggi non sarebbe più concepibile. "Alzati subito, c'e' il Papa che ti sta guardando in diretta!" Il nazionale italiano Gabriele Oriali alzò lo sguardo sorpreso. Chinato su di lui c'era l'arbitro tedesco Walter Eschweiler che gli diede la mano destra. Oriali guardò di nuovo l'arbitro, visibilmente irritato, poi gli prese la mano e si alzò senza ulteriori contraddizioni. Immediatamente dimenticò anche le sue quattro piroette a terra dopo un innocuo spintone del suo avversario francese. Walter Eschweiler l'aveva fatto di nuovo. Con poche parole abilmente scelte, aveva disinnescato una situazione difficile. La sua azione suscitò ampio entusiasmo in campo internazionale e anche alcune risate. Ebbero finalmente modo di conoscere il "fischietto con il fischietto" (come si descriveva Eschweiler) al di fuori della Bundesliga. Giusto in tempo per un altro momento clou che sarebbe 


seguito in quell'anno di Coppa del Mondo. "La prestazione di un arbitro non si paga con i beni terreni. Dopotuttto gli occhi non vedono molto. Un buon arbitro vede sempre con il cuore". Quello che si legge fu una dichiarazione che parve come un estratto dal libro "Il piccolo principe" di Antoine de Saint-Exupéry, sono le parole di un uomo a cui piaceva definirsi anche ''Il fischietto della nazione". Il diplomatico Walter Eschweiler una volta disse: "Sono di Bonn, ma non ho precedenti penali". La Bundesliga intera aderì alla seguente massima sia dentro che fuori dal campo: "Gli arbitri devono dosare, alcool, donne e musica. Questo li aiuterà a fare molto bene". La carriera, la sua filosofia di vita e anche e soprattutto la fisionomia originale, resero Walter Eschweiler, una delle poche vere leggende arbitro, nel calcio professionistico. Iniziò tutto in maniera abbastanza casuale: "Ero un pessimo calciatore, mi ruppi un piede e non potei più giocare a calcio. E così la fortuna volle che feci il corso per arbitro. E col fischietto viaggiai in tutto il mondo per 30 anni. "Ho sempre adottato un'unica tattica: Prevenire è meglio che punire i giocatori. Un modo amichevole o una battuta salace, in situazioni frenetiche, rilassano gli animi". Come a fine febbraio del 1982 in Francia, quella volta con l'italiano 


Gabriele Oriali, Eschweiler lo ha sempre ricordato. Oppure quando Herbert Büssers, del Duisburg chiese con veemenza un rigore per la sua squadra all'86' e il simpatico arbitro di Bonn, scosse appena la testa: "Signor Büssers, mi dispiace. Non posso concedere un rigore così tardi". Oppure ancora quando il campione del mondo del Francoforte, Bernd Hölzenbein, cadde di nuovo in area di rigore avversaria, poco dopo il Mondiale del 1974, Eschweiler si precipitò subito verso di lui e si chinò su Hölzenbein: "Bernd, alzati in fretta. Non e' rigore neppure stavolta..., non possiamo di nuovo ripetere ''quella'' scena all'infinito! Devi continuare ad esercitarti.." Hölzenbein non esitò, si alzò e la situazione si risolse in maniera rilassata. Anche la storia con il "Kaiser" Franz Beckenbauer divenne leggendaria. Anni dopo, Hannes Löhr del Colonia raccontando l'episodio, era ancora entusiasta per l'unicità della scena di Eschweiler con il Kaiser: "Mi raccontò Franz che prima di ammonirlo e scrivere il suo nome sul taccuino, ebbe la sfacciataggine di chiedere a Franz Beckenbauer il suo nome e glielo fece anche scandire". E per quanto incredibile possa sembrare, fu proprio quello che successe. Dopo un intervento piuttosto ''rustico'', Eschweiler domandò al giocatore della nazionale perplesso, il suo nome. Il "Kaiser" rivolse all'arbitro un lungo sguardo irritato e poi fece un cenno con la mano. Ma il "fischietto della nazione" non si fece intimidire. E chiese altre due volte il nome, finché il "Kaiser" alla fine disse: "Beh, Beckenbauer, chi altro!?" Eschweiler quindi col capo annuì brevemente e poi disse: "Puoi farmi lo spelling per favore, giovanotto!" Il nazionale bavarese se ne andò esasperato scuotendo la testa. 


Eschweiler ricordando la situazione racconta: "Non volli mostrargli un altro cartellino. Era già abbastanza scioccato!" Tuttavia, la maggior parte degli appassionati di calcio lo nominò, il "divo in nero", principalmente per una scena leggendaria a pochi mesi dall'incontro con Oriali al Parc des Princes di Parigi. Ai Mondiali del 1982, Eschweiler fu travolto dal giocatore peruviano Velasquez, "una figura simile ad un orango". Il diplomatico di Bonn, rotolò all'indietro, si morse la lingua con i denti e rimase per un momento stordito sul terreno. Poi, improvvisamente si alzò in piedi, raccolse rapidamente la sua "cancelleria" sparsa sul prato e si fermò in piedi sul campo. "Una quercia tedesca trema, ma non cade", disse in seguito Eschweiler. Dovette sbrigarsi a rialzarsi perché un medico che si precipitò in campo per soccorrerlo gli si presentò con le parole: "Salve, sono un veterinario, medico per animali insomma." E questo lo confuse un po'. Alla fine, il suo capo stava attendendo di collegarsi con Bonn per dare notizie ai funzionari del servizio diplomatico durante l'intervallo. Il ministro degli Esteri, Hans-Dietrich Genscher chiese a Eschweiler come stesse, se ci fosse da preoccuparsi. Ma la natura allegra di Eschweiler fu in grado di calmare Genscher. Pochi minuti dopo essere rimasto stordito sul prato durante una partita di Coppa del Mondo, Walter Eschweiler rispose puntualmente: "Oh..salve caro Ministro, a parte il danno congenito al tetto, non ci sono danni significativi alle strutture". Con questa risposta, Walter Eschweiler si guadagnò un monumento per la storia. Perché quando arrivò all'aeroporto, per i Mondiali del 2002 in Corea del Sud, un funzionario lo salutò con parole essenziali ma mirate: "Ciao arbitro rotolato all'indietro, benvenuto in Corea". E Gabriele Oriali, si può star certi, che ricorderà ancora con un sorriso, il suo incontro molto speciale con l'arbitro tedesco sul campo di Parigi esattamente quarant'anni fa. Ancora oggi a quasi 90 anni, nacque infatti nel 1935, le telefonate a Walter Eschweiler ti lasciano regolarmente senza parole. Il noto cronista di episodi sul calcio tedesco, Ben Redelings raccontò in occasione di un'intervista di pochi mesi addietro: ''Qualche tempo fa, volli discutere con lui alcune formalità per una serata insieme per un'intervista, mi accolse con le parole: "Oh, ma Tu sei Ben Redelings, il mio ricco amico di Bochum!" Non so se è il caso di dirlo, ma non fu che solo la nostra seconda conversazione all'epoca e fui abbastanza certo che non avessimo mai discusso del mio conto in banca prima. Qualche settimana dopo, ci incontrammo..mi strinse calorosamente la mano e esordì con una bellissima frase: "Ah, eccolo...Ben Redelings, l'uomo più ricercato dall'Interpol!" Sebbene fossi stato avvertito in precedenza da un amico comune che un giorno sarebbe arrivato questo saluto, non seppi trovare una risposta pronta. Fui spiazzato in pieno. Anche 


quando nel bel mezzo della conversazione mi disse - (Eschweiler era appena arrivato dal sorteggio dei Mondiali dal Brasile) - "A proposito, son tornato ora ora dal Brasile e ti ho portato il perizoma per tua moglie, come richiesto. E' lo stesso modello che voleva anche Franz Beckenbauer!" , non seppi cosa dire. Un genio. Ero semplicemente basito di fronte a tanta spontanea ironia. Ma grazie a Dio non fummo solo io e precedentemente Hans-Dietrich Genscher a sentirci così. Nel marzo del 2013, Walter Eschweiler fu invitato come ospite al 10° Festival Internazionale del Film sul Calcio a Berlino. Quella sera il meraviglioso Heribert Fassbender il re dei presentatori, il commentatore per eccellenza, famoso per il suo spirito e la sua arguzia ebbe l'incarico di illustrare la manifestazione. Comunque sia, gli organizzatori del festival commisero un errore cardinale, sottile ma cruciale. Quando Walter Eschweiler salì sul palco e gli fu dato il microfono. Non sarebbe dovuto succedere. Anche Heribert Fassbender lo sapeva. All'inizio, però, tutto sembrò andare meravigliosamente bene e in modo ben contenuto, contrariamente alle aspettative. I due giocarono abilmente rimpallandosi, per il divertimento del pubblico. Eschweiler raccontò tra l'altro il simpatico aneddoto di Bernd Hölzenbein del Francoforte, che subito dopo il Mondiale del 1974 gli disse di voler provare la gravità nelle aree di rigore della Bundesliga. Ma non con Me. Al termine della permanenza sul palco del "meraviglioso ospite", Heribert Fassbender annunciò un video, un film di tre minuti su Eschweiler, perché non si poteva necessariamente presumere che la generazione più giovane presente, lo avesse mai visto in azione. Le luci dello studio si abbassarono lentamente. Ci fu silenzio. All'improvviso tutti sentirono la voce di Walter Eschweiler nell'oscurità. Parlava piano nel suo microfono: "Heribert, ti ho già detto che sei fantastica oggi?!" Sulle poltrone, le persone sedute una accanto all'altra si guardavano interrogandosi. Poco prima dell'inizio del film, Eschweiler disse a Fassbender: "Ma dimmi, Heribert, ti sei truccato anche stasera? I tuoi zigomi brillano anche al buio!" Poi ci fu di nuovo silenzio. Il film iniziò e in sala fu proiettato un video senza parole! Gli applausi non si fecero attendere. Mentre ero seduto al cinema Babylon di Berlino, sorridevo felice a me stesso. Finalmente potei assaporare dal vivo il ''grand seigneur'' dei gentiluomini colti. E tutto ciò che sentii su di lui fino a quel momento, sembrò essere vero. Anche la famosa frase che si dice che Eschweiler abbia rivolto alla leggenda del Rot Weiss Essen, Willi "Ente" Lippens durante una partita della Bundesliga a metà degli anni '70: "Wilhelm, temo che tua moglie ci tradisca!" Si dice che anche l'autoproclamato istrione Willi Lippens sia rimasto senza parole in quel momento. Oggi, invece, proprio ''Ente'' Lippens, ama raccontare con dovizia di particolari e sempre con gli occhi lucidi, queste e altre storie su Walter Eschweiler.


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