mercoledì 16 marzo 2022

697) 1987 - QUANDO HARALD ''TONI'' SCHUMACHER, FESTEGGIO' IL SUO PEGGIOR COMPLEANNO. - ''Anpfiff e le sue ripercussioni, sulla carriera del portiere della Nazionale.''


Il 6 marzo del 1987, non fu una bella giornata per Harald "Toni" Schumacher - fu forse, il giorno in cui toccò il punto più basso della sua carriera. Il portiere del Colonia venne escluso dalla nazionale, proprio nel giorno del suo compleanno. Il motivo: la pubblicazione in un libro, di sensazionali rivelazioni sul calcio tedesco! Fu una conferma che: "Da sempre la gente ama il tradimento, ma odia il traditore." disse per l'occasione, il portiere nativo di Düren. Anni fa, era il 1987, l'allora portiere della nazionale Harald

"Toni" Schumacher scrisse il libro denuncia sul calcio tedesco, più acclamato di tutti i tempi. ''Anpfiff'' fu il suo titolo. Di conseguenza però, la carriera del portiere del Colonia, sarebbe stata ''stravolta'', nell'arco di sole due settimane: "Quello che successe nel marzo del 1987, fu qualcosa che non avrei mai voluto causare..", disse all'inizio. Eppure, pochi anni dopo la sua pubblicazione, Schumacher una volta ribadì: "Riscriverei il libro con tutti i suoi contenuti più ''fastidiosi'' immediatamente. Meglio essere un leone per un anno, che non una pecora per dieci anni. Come potevo pensare o anche solo immaginare, 


che la verità fosse una cosa proibita da dire in Germania?" Per il due volte vicecampione del mondo, quello fu per sempre il punto senza ritorno, decisivo, per quel che riguardò la sua parabola di stima emotiva nei confronti degli altri. ''Essa fu poi seguita da un inevitabile "salvataggio di fortuna". Secondo Schumacher, sua madre gli insegnò di "essere sempre onesto" ora invece...è seduto su una sedia all'indice di tutti e "punito per la verità": "Non volevo solo menare un pennello, così, tanto per imbiancare. Avrei voluto dipingere il quadro come lo vedevo. Massicci colori ad olio invece di banale acquerello." Il portiere dell'1.FC Köln dimostrò fin dall'inizio della sua carriera, di non essere sempre stato in grado di tenere la bocca sotto controllo. Dopo che Schumacher ebbe rilasciato un'intervista a "fussball-magazin" nell'ottobre del 1983, il mensile annunciò l'intervista in grassetto sulla copertina, come seguì: "Il nostro portiere della nazionale fa piazza pulita. Toni Schumacher: ''Ora aprò i pacchetti! Un'intervista a cuore aperto del nativo di Colonia, su disaccordi e incomprensioni nel mondo ipocrita del calcio". All'inizio della conversazione il portiere, secondo la rivista, indossava ancora gli occhiali da sole, ma alla fine si ritrovò con lo sguardo libero da protezioni dietro cui celare emozioni. E sebbene a Schumacher piacesse molto, rendere pubbliche in modo offensivo le sue opinioni, trent'anni dopo la pubblicazione del suo spettacolare libro disse che avrebbe

dovuto cercare "una forma di dialogo ancora più persistente, ancora più intensa" con i suoi colleghi e con i responsabili del sistema calcio. Non avrebbe dovuto "arrendersi alla frustrazione di scrivere un libro tanto per fare". Ma purtroppo ne aveva annunciato l'imminenza di questo lavoro già anche prima. Già nell'ottobre del 1986, "fussball-magazin" diceva: "Il portiere della nazionale Toni Schumacher sarà autore di un libro.'' E così fu. Nel marzo del 1987, il calciatore tedesco dell'anno, redigerà un ritratto del calcio tedesco, basato sulle sue esperienze personali, che sarà pubblicato da Droemer-Knaur-Verlag e avrebbe avuto il titolo provvisorio di: ''La solitudine del portiere''. Come sappiamo oggi: il titolo fu poi cambiato in "Anpfiff" e anche il contenuto fu ricorretto e ben affinato. Una caratteristica che subito sollevò sospetti nei media fu la scelta dell'autore. Il manager di Schumacher, Schmitz, e il suo protetto, non lavorarono con un ghostwriter tedesco durante la creazione del libro, ma scelsero il giornalista francese Michel Meyer come autore. Si dice che gli abbiano detto: "Sei francese, ma scrivi in un tedesco migliore di noi, quindi fai il libro". Quando il primo preprint delle opere di Schumacher apparve su "Spiegel" il 23 febbraio 1987, iniziò un viaggio infernale di due settimane per il portiere della nazionale del Colonia - con il massimo e il minimo finale il 6 marzo. Immediatamente dopo la pubblicazione del preprint, la questione del doping fu pubblicizzata dai media come il vero scandalo del libro. Soprattutto perché l'intera Bundesliga si dissociò prontamente, dall'accusa che qualcuno avesse mai assunto sostanze vietate, in qualsiasi momento. L'autore Michel Meyer si rassegnò alle reazioni fondate sulla menzogna: "Sono sbalordito dall'atteggiamento ipocrita della DFB. È da qualche giorno che penso a una canzone di Guy Béart, dove inizia il ritornello: ''Sa la verità, quindi dobbiamo giustiziarlo". Un importante frase, quando consideri le reazioni e vorresti capire il grado di indignazione e i successivi pensieri di Schumacher, riguardo quel periodo inquieto. Oltre alla questione doping, furono soprattutto i tanti piccoli appunti contro colleghi professionisti a fare scalpore. Ad esempio, il nativo di Colonia scrisse del collega della nazionale dello Schalke, Olaf Thon: "Ok. Molti giovani giocatori sono pigri. Ma alcuni sono criminalmente stupidi. 


Olaf Thon ne è un ottimo esempio". Anche nella sua città natale di Düren, Schumacher non fu più molto ricercato dopo la pubblicazione. Perché nel suo libro definì gli ex concittadini "antisociali", i padri "alcolisti" e le madri "un misto di troie e snob con le puzze sotto il naso". Come non bastasse in un'occasione il comitato sportivo lo invitò ad andarsene da una festa per evitare reazioni ingestibili. Il resto è storia. Anche le reazioni. Il portiere del Bayern, Jean-Marie Pfaff dichiarò: "Odio dirlo, ma per me Schumacher è un traditore. I grandi giocatori devono essere dei modelli. Toni dovrebbe guardarsi allo specchio e sputarsi in faccia". E Sepp Maier aggiunse: "Può solo darsi che dopo i Mondiali in Messico, dove senza dubbio ha fatto bene, Schumacher, si credesse onnipotente e che nessuno potesse fargli del male. Ho scritto sei libri, ma uno come questo non lo scriverei mai. Non è questa la strada da percorrere". Ma per Schumacher fu ancora importante sottolineare più di trent'anni dopo: "Non ho ricevuto una sola ingiunzione, nessuna querela per diffamazione, perché tutto ciò che fu scritto nel mio libro era vero. Quindi nessuno avrebbe avuto i mezzi per difendersi". Quello che almeno è certo fu, che l'espulsione di Schumacher dal Colonia, rivoluzionò la carriera di un altro grande portiere della nazionale, al punto da fargli predere una direzione completamente diversa. Bodo Illgner aveva già firmato un contratto per il  Norimberga poco prima dell'importante pubblicazione del libro. Ora improvvisamente il suo trasferimento fu bloccato per assumere la maglia numero uno nella porta dell'FC, quindi ovviamente non era più in vendita. L' FCN era disposta a discuterne e alla fine chiese una somma di risarcimeno a distanza di 300.000 marchi. L'FC  dovette accettare e pagare. Fu una buona decisione. Ad oggi, il libro di Schumacher e lo scandalo che circonda il suo lavoro è ancora una grande leggenda nella storia della Bundesliga. Mai, prima o dopo, un libro di un calciatore tedesco suscitò tanto scalpore ed eccitazione. E ancora oggi Harald "Toni" Schumacher non riesce a capire cosa gli sia successo allora: "Non furono mai affrontati gli argomenti e le denunce di cui scrissi per eliminarle, ma preferirono eliminare colui che le ha affrontò apertamente". 


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