mercoledì 23 marzo 2022

700) 1973 e 1974 - QUANDO IL BAYERN FU SPIATO DALLA STASI: BAYERN vs DYNAMO DRESDEN e BAYERN vs 1.FC MAGDEBURG. - ''I dietro le quinte dell'operazione FORWARD II - Una spy-story organizzata ad hoc.''


LA SITUAZIONE STORICA E POLITICA
Sono passati più di 30 anni ormai dalla riunificazione delle due Germanie. I nati nei 2000, probabilmente non sanno neppure cosa succedeva in quegli anni. Così normali per quelli della mia generazione. Così normale trovare nei sorteggi delle tre Coppe, le squadre della Germania Ovest e quelle della Germania Est. Nellla nostra visione innocente approssimativamente documentata sul calcio Internazionale, erano di pari grado come potenziale. Non ci addentravamo nei meandri politici. Ma ci incantavano. Le squadre tedesche dominavano in lungo in largo quegli anni. Sia a livello di club che di

Nazionali. Nonostante ciò, la realtà quotidiana era ben distinta. Le gare tra squadre di clubs poi. Così rare. Visti da fuori erano scontri fratricidi. Erano gare per la supremazia teutonica. Erano molto di più in realtà. Erano gare che scombussolavano per un mesetto buono, come se non bastasse, anche a livello sportivo, gli equilibri di due nazioni intere. A livello nazionale le due Selezioni avevano già avuto il primo confronto durante l'Olimpiade del 1972. Fu un 3:2 per gli Orientali che schierarono la formazione migliore, contro una selezione Occidentale guidata da fior di talenti, ma impostata su giocatori, alcuni dei quali, ancora senza contratti professionistici. Fu il preludio allo scontro fratricida che li volle nello stesso girone in occasione dei mondiali di Monaco nel 1974. In effetti quello del 1972, fu un prologo che passò in secondo piano. Le Olimpiadi di Monaco 1972 sono ricordate ancora oggi per altre cose. Sportivamente però le Olimpiadi estive del 1972 furono di grande importanza per la leadership della DDR. Per la prima volta, gli atleti della Germania dell'Est presero parte alle competizioni sportive sotto la propria bandiera. La DDR potè presentarsi al pubblico mondiale come nazione indipendente, nell'altra parte della Germania, organizzatrice dei Giochi del '72, un anno prima del riconoscimento da parte dell'ONU. In terra di ''casa'' fisicamente per entrambe, ma ''politicamente'' un po' meno. Sarebbe avvenuto nell'estate del 1974 il primo vero confronto su un campo di calcio. Sparwasser creò non pochi dubbi con la sua rete. Ci fu chi esaltò la supremazia dell'Est, chi invece tra i cittadini comuni, vide la vittoria come il crollo di tante speranze. Già allora, tutti i cittadini della DDR che volevano recarsi ai Giochi Olimpici - a Monaco o in altre sedi - furono controllati in anticipo dalla Sicurezza di Stato. Un totale di 65 IM (impiegati non ufficiali) e 21 GMS (impiegati sociali per la sicurezza) erano in servizio, a disposizione nella squadra olimpica della DDR: atleti, supervisori e altri, che si erano impegnati in una cooperazione non ufficiale con la Stasi. Ma anche i visitatori della DDR, lavoravano ufficiosamente per la polizia segreta. Tra le altre cose, avrebbe dovuto essere impedito che gli atleti ''modello'', si stabilissero in Occidente. La Stasi si preoccupò anche, che la preparazione e l'organizzazione dei Giochi Olimpici fosse mirata per il non contatto con fonti devianti. Il Dipartimento III del Ministero della Sicurezza dello Stato, responsabile della "ricognizione radio", determinò i piani operativi dettagliati, ascoltando le reti radio delle forze di sicurezza occidentali, già mesi prima dell'inizio dei giochi. L'obiettivo era il "perfezionare dei propri sistemi di sicurezza nella BRD attraverso l'analisi dei metodi, dei principi, delle tecniche e delle procedure utilizzate dagli organi della BRD stessa". I documenti ancora reperibili della Stasi, contenevano anche rapporti sull'attacco terroristico del 5 settembre 1972. Otto terroristi palestinesi di "Settembre Nero" fecero irruzione negli alloggi della squadra olimpica israeliana e presero undici ostaggi. Due israeliani furono uccisi durante la presa degli ostaggi. I terroristi chiesero il rilascio di oltre 200 palestinesi imprigionati in Israele, così come Andreas Baader e Ulrike Meinhof, membri di spicco della fazione dell'Armata Rossa (RAF). La polizia fallì nel tentativo di liberare gli ostaggi. I nove ostaggi israeliani rimasti, un agente di polizia e cinque degli otto sequestratori rimasero uccisi nell'azione di liberazione. La squadra olimpica della Germania dell'Est, si trovava proprio di fronte alla squadra israeliana nel Villaggio Olimpico. Di conseguenza, tre giornalisti della DDR poterono osservare da vicino ciò che stava accadendo. I documenti della Stasi contengono le loro relazioni sugli eventi nei quartieri israeliani (Casa 31), inclusa la seguente descrizione alle 16:40: ''I cecchini prendono posizione nell'edificio della DDR. Sul tetto della casa 31, fucilieri MP con giubbotti antiproiettile si avvicinano di soppiatto. Cercano di camminare il più silenziosamente possibile sulla ghiaia, ma uno lascia cadere la parte inferiore della sua copertura antiproiettile e l'altro un caricatore di mitra causando rumore.'' Tutto era all'insegna dell'ostilità insomma, tra le due Nazioni, nel momento in cui il primo sorteggio UEFA mise di fronte i due club vincitori dei propri tornei nazionali.
PREFAZIONE: La Stasi sul pallone: ​​FC Bayern contro Dresda e Magdeburgo
Nella lotta per la Coppa dei Campioni, l'FC Bayern Monaco incontrò due squadre della DDR prima nel 1973 e poi nel 74. Le stelle dell'FC Bayern Monaco, fresche vincitrici del torneo Europeo per Nazioni in Belgio, come Franz Beckenbauer, Uli Hoeneß, Gerd Müller e Sepp Maier incontrarono la Dynamo Dresden e l'1.FC Magdeburg, che comprendevano anche essi giocatori di prim'ordine, come Hans Jürgen Kreische o Jürgen Sparwasser. Il conflitto socio-politico tra Est-Ovest, fece da sfondo a queste partite di calcio. Le squadre erano anche rappresentative dei rispettivi sistemi politici. Erano duelli tedesco-tedeschi, combattuti sul palcoscenico del calcio europeo. Il Bayern per la stasi era soprattutto un nemico di classe e fu posto per l'occasione, sotto la continua sorveglianza della Stasi. I piani della Stasi per garantire che gli incontri delle squadre di calcio si svolgessero nel senso voluto dal SED, furono di conseguenza piuttosto complessi da realizzare. Fu necessario controllare l'acquisto dei biglietti, mettere in sicurezza l'interno degli impianti e controllare il dislocamento dei tifosi negli stadi della DDR in occasione delle gare di casa. Particolare attenzione fu riservata al monitoraggio dei ''turisti'' che si sarebbero potuti recare in Occidente. In trasferta, a Monaco, l'arrivo dei giocatori e dei tifosi delle squadre della DDR, fu scrupolosamente organizzato e controllato. Inoltre, avrebbero dovuto essere impediti i contatti con cittadini e giornalisti della Repubblica Federale e le fughe dei giocatori e dei tifosi della DDR in Occidente. Centinaia di dipendenti del MfS, ma anche interi reparti di servizio 


della Polizia popolare, furono impegnati per l'organizzazione di quel piano. Un biglietto per le partite di Monaco, ad esempio, veniva dato solo a chi non aveva parenti occidentali, o era considerato ''politicamente affidabile'', nel senso inteso del SED. Ossia: viveva ''ordinati rapporti familiari'' e non era soggetto a responsabilità civili o penali o a indagini. Ma tutto questo non bastava. Per seguire l'operazione furono assunti anche impiegati non ufficiali (IM). Secondo l'amministrazione distrettuale di Dresda, quando la Dynamo Dresden giocherà fuori casa, "i dipendenti di lunga data e affidabilità (forze progressiste) dovrebbero essere inclusi nelle delegazioni di tifosi per mantenere la cospirazione". Anche le partite di ritorno furono pianificate con precisione militare dalla Stasi e dalla Polizia popolare. Negli hotel occupati dalla squadra dell'FC Bayern Monaco, in occasione delle partite in DDR, dipendenti non ufficiali furono schierati per monitorare la squadra e le linee telefoniche delle due squadre di calcio della Germania dell'Est, per l'occasione, furono messe sotto intercettazione. Ad ogni giornalista fu assegnato un "supervisore" per prevenire segnalazioni e interviste indesiderate con i cittadini della DDR. La missione del MfS, alla partita di Magdeburgo nel 1974, in occasione del ritorno contro il Bayern Monaco, vide l'impiego di un totale di 7895 persone. Tale fu la disponibilità di operatori per "mettere in sicurezza" l'interno dello stadio. Questi erano costituiti da: - 2.623 dipendenti della Sicurezza dello Stato (incluso un investigatore) e impiegati non ufficiali (IM) - 900 agenti di polizia del popolo in abiti civili, di cui 23 tecnici forensi - 1.950 membri dei gruppi di combattimento - 2.422 membri di altre forze armate. Poi...ci fu però, anche chi, come il tecnico del Magdeburg, Heinz Krugel si rifiutò di utilizzare i mezzi della Stasi per avvantaggiarsi sugli avversari. Ma questa storia e' narrata alla fine di questo dossier. Ecco ora i fatti.
5 OTTOBRE 1973: BAYERN MUNCHEN - DYNAMO DRESDEN.
Fu Occidente contro Oriente, Baviera contro Sassonia: era il 1973 quando la Coppa dei Campioni vide il primo duello tedesco-tedesco in una competizione internazionale.
Il 5 ottobre 1973 alle 11:13, le relazioni tedesco-tedesche entrarono in una nuova fase. Gli ottavi di finale di Coppa dei Campioni furono sorteggiati presso l'hotel Atlantis di Zurigo. Il campione della BRD, il Bayern Monaco, allora titolare di una sola Coppa delle Coppe a livello Internazionale per clubs, ma già ricco di stars freschi campioni Europei, con la Nationalmannschaft, era già stato tirato fuori dal bussolotto per il sorteggio. Ora era arrivato il momento di determinare l'avversario. Fu: Dynamo Dresda. Un mormorio attraversò tutto il corridoio. Per molti fu il binomio perfetto, il primo duello tra i due stati tedeschi dopo 17 anni di storia di Coppa dei Campioni. L'affascinante squadra di calcio della Germania Occidentale con le sue stelle Beckenbauer, Müller, Maier e Hoeness, contro i giovani selvaggi talenti della Sassonia, che dominavano sempre più l'Oberliga della DDR dalla loro 


rinascita nel 1969. Quindi, si pensò: sarà qui che verrà determinato il "vero" campione tedesco. Fu una festa per i media della Germania Occidentale, fu una festa per la propaganda della Germania Orientale. Era l'humus perfetto per una lotta di classe sportiva. Molto fu scritto sulla componente politica di questi due incontri nell'autunno del 1973. A proposito di ciò, ci furono dei tentativi del Ministero per la Sicurezza dello Stato, di sopprimere possibili roumors di fondo, attraverso un'operazione su larga scala intitolata "Operazione Advantage". Il fatto che i due campioni di Germania avrebbero combattuto uno degli scontri più emozionanti della storia della Coppa dei Campioni, passò un po' in secondo piano. In vista dei duelli, entrambe le squadre stavano affrontando grossi problemi nei loro campionati nazionali. Anche allora, lo ''spionaggio'' ad oltranza, veniva fatto prima delle partite importanti e ciò che l'allenatore del Dresda, Walter Fritzsch vide durante la sua tournée in Occidente, accompagnato da un 


ufficiale della Stasi, fu altrettanto spaventoso quanto quello che videro l'allenatore del Bayern Udo Lattek e il direttore sportivo Robert Schwan. Dopo la sconfitta per 3:0 del Dresda in casa del Sachsenring Zwickau, Schwan proferì testuali parole: "Se veniamo eliminati contro di loro, giuro che emigrerò all'Est." Ma anche Walter Fritzsch ''sotto scorta'' non riuscì a credere a ciò che il Bayern combinò in sua presenza. Mentre la vittoria per 4:2 contro l'MSV Duisburg fu abbastanza preventivabile, la squadra di Monaco tre giorni dopo, incappò in una storica sconfitta per 4:7 a Kaiserslautern. Fritzsch, che portava sempre con sé una cinepresa, non riusciva proprio a tenere il passo con le riprese. I circa 1.000 ''tifosi'' che per l'occasione, accompagnarono la Dinamo Dresda all'Olympiastadion di Monaco per l'andata, furono accuratamente selezionati dalla leadership politica della DDR. Furono supportati da frange di sostenitori del TSV 1860, che, con stupore della delegazione ospite, cantarono la "canzone della Dynamo" a squarciagola, con proprietà di testo. 


La rivalità tra i due club di Monaco accentuò le differenze ideologiche per l'occasione. Mentre l'ensemble di stelle del Bayern era quasi in formazione tipo, il Dresda dovette far fronte a una pesante assenza: Hansi Kreische, uno dei suoi giocatori fondamentali, si infortunò gravemente  in una partita internazionale contro la Romania e dovette rimanere fuori per mesi. Tuttavia, il Bayern durante la gara, più volte perse l'umiltà e palesò arroganza nei confronti del "club inferiore", ma ciò si rivoltò prontamente contro di essi. I sassoni si resero conto di essere stati sottovalutati, al più tardi, quando scoprirono che alcuni dei loro nomi erano scritti in modo errato nell'elenco pre partita. I sassoni gialloneri, negli anni precedenti, avevano deliziato i tifosi con uno spettacolare calcio offensivo, che nella DDR è stato riverentemente acclamato come il "Dresdner Kreisel.'' E inoltre al primo turno dell'attuale Coppa, avevano eliminato nientepopodimenoche, che la Juventus di Torino. Le stelle del Bayern avevano probabilmente pensato che i ''cugini'' avessero più familiarità con la Serie B italiana che non la Serie A. Più consona come livello, all'altra parte del confine tedesco-tedesco. Ma ora, ahi loro, avrebbero conosciuto meglio i loro ''congiunti'' della Germania orientale. Dopo 45 minuti si era sul 3:2 per la Dynamo Dresden e pochi giorni dopo la debacle di Kaiserslautern, la stagione sembrava 


andare fuori controllo per il Bayern. L'allora presidente Wilhelm Neudecker corse trafelato nello spogliatoio durante l'intervallo e aumentò il montepremi. Alla fine il Monaco strappò un sofferto 4:3, Franz "Bulle" Roth e l'immancabile Gerd Müller ribaltarono la partita. Tuttavia, la sconfitta di misura con tre gol segnati in trasferta significò una brillante posizione di partenza per la Dinamo. L'intera Dresda attendeva la gara di ritorno il 7 novembre 1973. Anche se la partita di Monaco non fece il tutto esaurito con ''soli'' 50.000 spettatori, questo pericolo di defezioni sugli spalti, a Dresda di certo non sarebbe esistito. Le richieste di biglietti furono effettuate presso la sede della Dynamo. Si sarebbero potuti vendere fino a 300.000 biglietti in quei giorni, raccontò l'ex allenatore del club Wolfgang Hänel, nel meraviglioso documentario "The Little General" sugli anni del Dresda sotto la guida dell'allenatore Walter Fritzsch. Alla fine furono messi in vendita in totale solo 8.000 biglietti, a causa della famosa ''Operazione Advantage", perché i restanti 36.000 posti erano riservati a ''compagni'' meritevoli o guardie della Sicurezza di Stato. Quando i biglietti rimasti, al mercato nero, furono venduti al prezzo elevato di 8,10 marchi l'uno, ci furono scene tumultuose nel centro di Dresda, come illustra un documento della Stasi: "La maggioranza dei giovani si preparava per un pernottamento d'attesa e alcuni bevevano abbondanti quantità di alcol. L'uso di un'ampia varietà di opzioni per sedersi o sdraiarsi nei luoghi meno idonei, ha prodotto un'immagine indegna.'' Anche il ''teatrino'' che il Bayern allestì prima della gara di ritorno sembrò indegno ad alcuni. Invece di arrivare il giorno prima della partita - come previsto dalla UEFA - interruppero il viaggio in autobus per un pernottamento a Hof e arrivarono ​​a Dresda solo il giorno della partita. Motivo ufficiale: problemi di acclimatazione dovuti al dislivello tra Monaco e Dresda (406 metri...). (In verità, la spedizione di Monaco, aveva paura di un ''avvelenamento'', poiché qualche anno prima in un torneo giovanile Uefa, a Lipsia, ci fu un'inspiegabile diarrea improvvisa tra le squadre dell'ovest, di cui avevano sofferto tra gli altri Uli Hoeness e Paul Breitner. "Si presumeva insomma che ciò fosse stato dovuto ad alterazioni del cibo, inoltre si temeva 


palesemente, che le stanze, comprese le sale riunioni, potessero essere intercettate", confidò Hoeness in seguito.) A causa di questa scusa banale, i bavaresi vennero violentemente attaccati dalla stampa orientale e occidentale in quanto "arroganti". Tuttavia, fu solo più tardi che diventò evidente che la loro cautela non fu infondata. Sebbene il MfS non abbia manipolato il cibo, intercettò abilmente il salone dell'hotel "Pushkin", dove i bavaresi tennero l'ultima riunione tattica della squadra. La Stasi ascoltò e un messaggero in motocicletta si recò il più rapidamente possibile alla riunione della squadra di Dresda, per consegnare la rosa della squadra del Bayern, all'allenatore del Dresda, Walter Fritzsch. Un problema per la Stasi fu l'ordine pubblico. Tantissimi furono i fan dell'est e dell'ovest che attesero invano davanti all'Hotel ''Newa'' di Dresda il 6 novembre e anche quelli che tornarono il ​​giorno successivo non riuscirono a vedere molto. Questo hotel in realtà, nascondeva la più collaudata gestione di sicurezza del SED, che decise di occupare la hall della reception e i ristoranti dell'hotel, con un sacco di personale di sorveglianza per "non consentire un raduno di giornalisti tedeschi e cittadini di Dresda". Lo stesso valse per le strade intorno all'hotel. Intanto circa 400 giovani tifosi da tutta la Sassonia, si accalcarono davanti all'ingresso dell'Interhotel "Newa" di Dresda. La polizia popolare e le forze di sicurezza ebbero difficoltà a impedire alla folla di entrare nell'hotel. Sperando in souvenir e autografi, i giovani attesero per ore l'arrivo della squadra di calcio del Bayern Monaco. Soprattutto, volevano vedere da vicino i loro idoli. Stelle del Bayern come Franz Beckenbauer, Gerd Müller e Sepp Maier godevano di ottima reputazione nella DDR. Molti tifosi della Germania dell'Est li esaltavano come idoli. Il motivo di questa folla di persone il 6 novembre 1973 non fu infatti un luogo comune. Per la prima volta nella storia della Coppa dei Campioni, i campioni della DDR e della Repubblica federale di Germania si incontravano negli ottavi di finale del massimo trofeo continentale. I tifosi sia dell'est che dell'ovest aspettavano un 


simile sorteggio da anni. Ora la fortuna nell' accoppiamento aveva portato al tanto agognato confronto tra Bayern Monaco e SG Dynamo Dresden. Mentre i tifosi attendevano con impazienza la partita, l'atmosfera nella sede dell'amministrazione distrettuale della SED a Dresda era assai tesa. Solo il presidente Wilhelm Neudecker e l'allenatore della nazionale Helmut Schön effettuarono il check-in all'Interhotel "Newa". Si sta lentamente propagando ai padroni di casa, la notizia che il Bayern, contrariamente al regolamento UEFA, arriverà solo poche ore prima dell'inizio della partita. Alle 14:35 l'autobus del Bayern si fermò proprio all'ingresso dell'hotel, le porte dell'autobus si aprirono ed i giocatori entrarono dentro senza concedere ''udienze.'' Il giorno della partita furono presenti anche 1.600 tifosi del Bayern. Dopo aver attraversato il confine della DDR, vennero accolti con striscioni come "La Sassonia saluta la Baviera". Tali segni di fraternizzazione furono una spina nel fianco della Stasi. All'arrivo, i cosiddetti "gruppi di agitazione", si sparpagliarono in varie parti della città per contrastare i contatti con cittadini della DDR. La SED si assicurò anche che la Polizia del popolo e il MfS "chiudessero ermeticamente" lo stadio. Solo chi fu in possesso di biglietto potè accedervi. La Stasi fu presente anche sulle gradinate tra gli spettatori. Il MfS ebbe un ruolo anche nella distribuzione dei biglietti. Biglietti che furono garantiti a 8.500 abbonati e 7.000 "cittadini politicamente affidabili" delle compagnie di Dresda. Solo altri 7.500 biglietti furono messi in vendita, il resto fu riservato alle forze di sicurezza e agli apparati di partito dello Stato. A livello internazionale, il calcio tedesco si può affermare che avesse molto successo. Molti fan della DDR avevano una doppia passione calcistica. Ciò sconvolse amaramente la SED. La fraternizzazione non rientrava certamente nel concetto di una nazione socialista indipendente. Il gioco del calcio conteneva molti fattori imponderabili, che causavano mal di testa ai compagni socialisti. Ai Giochi Olimpici di Monaco del 1972, la DDR tenne un comportamento pro-statale all'estero, con le cosiddette delegazioni turistiche. Secondo la dirigenza statale, le delegazioni rappresentate lasciarono agli occhi del pubblico un'immagine positiva della DDR, così fu che altre persone ''selezionate'' vennero inviate a Monaco anche per la gara di andata di Coppa dei Campioni. Il SED incaricò l'agenzia di viaggi statale della DDR di organizzare un soggiorno ininterrotto. Questo per garantire che i turisti del calcio di Dresda non avessero tempo o modo di sviluppare attività private. L'appendice di tifosi, da Dresda viaggiò fino a Monaco in due treni speciali, che furono equipaggiati con 16 guardie MfS addestrate operativamente e un gran numero di dipendenti non ufficiali (IM). La macchina SED era in marcia. La delegazione di Dresda impressionò allo Stadio Olimpico, per il suo comportamento corretto e cortese. Tuttavia, il controllo per la gara di ritorno a Dresda fu molto più difficile. Il capo della Stasi, Erich Mielke, lasciò che la polizia segreta 


"aumentasse" ulteriormente di presenze. Mentre la Polizia del popolo e il MfS svolsero i "compiti di sicurezza" fuori e dentro lo stadio di Dresda, un'operazione mirata del MfS denominata "Operazione Advantage" fu dedicata al "trattamento" dei servizi segreti di giocatori e tifosi. Folle empatiche di persone davanti agli hotel e ai campi di allenamento non avrebbero dovuto essere offerte alla visione delle telecamere dei reporters della Germania occidentale. Il fattore rischio di tifosi "negativi-decadenti", avrebbe dovuto essere attivamente contrastato a Dresda. I giocatori della Dynamo non si stavano solo preparando per la partita, in termini di sport. Nei corsi di formazione politica e ideologica, si praticò con loro un indottrinamento sul comportamento di netta demarcazione, da tenere dentro e fuori dal campo. L'atmosfera nel Dynamo Stadium tutto esaurito fu fantastica il giorno della partita. 


Purtroppo per i sassoni, la partita, accompagnata da così grandi aspettative, sembrò decisa dopo appena dodici minuti. L'allenatore del Bayern, Udo Lattek, aveva portato Gerd Müller a centrocampo e ordinato a Uli Hoeness di spostarsi in attacco e questa sorprendente strategia funzionò. Il libero del Dresda "Dixie" Dörner si lasciò trascinare fuori dall'area per seguire Müller, mentre il difensore Eduard Geyer non riuscì a seguire Hoeness, che si involò per due volte da solo verso il portiere Boden. Dopo di che era già 0:2 dopo soli 12 minuti. Il fatto che il difensore Siegmar Wätzlich avesse segnato un gol, poco prima dell'intervallo, mantenne vive le speranze della Dinamo. L'atmosfera in panchina era ancora più catastrofica. "Ede" Geyer ululava come un cane, ma non voleva essere sostituito."Hoeness non segnerà un altro gol", dichiarò. I minuti dopo l'intervallo furono tra i più straordinari nella storia del calcio di Dresda. Erano passati esattamente sette minuti prima che Hartmut Schade pareggiasse con un colpo di testa. Altri quattro minuti dopo, un tiro dell'esterno Reinhard Häfner superò il portiere Sepp Maier. Ora era 3:2, il che significava che la Dinamo Dresda avrebbe raggiunto il turno successivo. Improvvisamente, lo stadio Rudolf Harbig, il cosiddetto "calderone delle streghe della DDR", fu all'altezza della sua reputazione. "Dynamo, Dynamo!" echeggiò sulle gradinate, i fanatici del club e gli scagnozzi della Stasi erano uniti per la causa comune. Ma poi è arrivato Müller. Nel suo modo inimitabile, il ''Bomber der Nation'' indirizzò la palla oltre la linea. Solo due minuti dopo il  gol di Häfner. Questo fu tutto. La Dinamo Dresda non trovo modo di ribattere e il punteggio rimase sul 3:3. Sollevato, il Bayern si lasciò sprofondare sul prato dell'Harbig Stadium, mentre il Dresda non riusciva a credere alla propria disgrazia. Dopo la fine della partita, le mani non vennero strette e le maglie non vennero scambiate. A Monaco come a Dresda, squadra e tifosi partirono dopo poche ore senza parlarsi. Il SED parve aver funzionato efficacemente a Dresda.
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4 OTTOBRE 1974 - BAYERN MUNCHEN - 1FC MAGDEBURG.
Un anno dopo, molte cose a livello calcistico erano cambiate. La Germania Ovest era divenuta Campione del Mondo contro l'Olanda del calcio totale. Il Bayern era divenuto Campione d'Europa per


clubs, aggiudicandosi a Bruxelles la sua prima Coppa dei Campioni e il Magdeburg aveva conquistato a Rotterdam la Coppa delle Coppe. Ma soprattutto, poche settimane prima, in occasione dei Mondiali di Monaco, si era disputato il primo vero scontro tra le selezioni Nazionali delle due Germanie divise. Si impose per 0:1 la DDR. Un risultato che resterà per sempre nella storia. Soprattutto perchè unico confronto e mai piu' ripetibile. Fu una gara che diede adito a molte interpretazioni. A molte tesi. Ma che fondamentalmente non dimostrò nulla sul piano calcistico. Lo testimoniano le gare tra club Est-Ovest, nelle coppe Europee, che continueranno ad essere appannaggio dei club occidentali. Ma il clima era ancora caldo, quando Bayern e Magdeburg furono sorteggiate per gli ottavi di finale di Coppa dei Campioni. Si sarebbe ricreata l'ennesima sceneggiatura scritta dalla Stasi, che vide il Bayern recarsi all'Est per affrontare il Dresda l'anno precedente? Ci si può giurare.

Gli incontri tra le migliori squadre di club della Repubblica Federale e della DDR hanno sempre avuto una dimensione politica, sociale e sportiva. Quando il Bayern Monaco incontrò l'1.FC Magdeburg nell'autunno del 1974, non solo era atteso dai numerosi tifosi dell'est, ma anche dagli agenti del Ministero della Sicurezza dello Stato. Il Bayern questa volta tornava all'Est da detentore della Coppa. L'operazione "Forward II" fu guidata dal maggiore generale Rudi Mittig, che in seguito sarebbe divenuto il vice, del capo della Stasi, Erich Mielke. Secondo "Focus", la Stasi per l'arrivo del Bayern, come l'anno precedente a Dresda, aveva collocato dozzine di impiegati dei servizi segreti anche nell'hotel a Magdeburgo. Un piano strettamente confidenziale prevedeva "l'uso mirato" di informatori nei "giorni prioritari'', alle reception e negli altri ''punti di concentramento". In questo modo si voleva prevenire "attività di contatto negativo ostile". Secondo "Focus", analizzando i rapporti della polizia di Magdeburgo, che collaborò a stretto contatto con la Stasi, i referti contenevano osservazioni piuttosto banali, tipo: l'allenatore Udo Lattek, ha concesso "20 autografi ai cittadini della DDR in attesa". Poco 


dopo, "i giocatori Meier e Hönes" (Sepp Maier e Uli Hoeness) sono apparsi con cartoline già autografe. Il ministero probabilmente non attribuiva grande importanza alla corretta ortografia dei nomi..Per paura di incidenti politicamente esplosivi, la Stasi controllò anche l'assegnazione dei biglietti, soprattutto per la gara di ritorno a Monaco di Baviera il 23 ottobre 1974. I candidati "che non corrispondevano ai principi di squadra" dovrebbero "già essere respinti a livello distrettuale". Chi entrasse nella rosa dei candidati dovrà essere seguito "con tutti i mezzi a disposizione" fino alla partenza del ritorno. Per l'occasione la Stasi infiltrò ''almeno un dipendente non ufficiale (IM) affidabile e verificato'' ogni dieci viaggiatori. Rientrati nella DDR, i dipendenti della Stasi tracciarono un bilancio positivo sulla base dei 


documenti disponibili relazionati. "I turisti della DDR non si sono lasciati provocare", dice una nota redatta nel fascicolo - nonostante i numerosi tentativi del nemico di classe, di sconvolgere la situazione. Nel blocco Y4 dello Stadio Olimpico, ad esempio, i giovani gridavano all'unisono: ''Siete dei porci russi'' o ''pervertiti'' e anche ''Sputatevi in faccia''. La Stasi concluse che la loro gente secondo i nemici di classe "dovrebbe essere riempita di pugni.'' I paranoici dipendenti della Stasi di Mielke oltretutto ritennero che la peggiore provocazione fosse "il tabellone elettronico dell'Olympiastadion", - il neon luminoso dello stadio - utilizzato per cercare lavoratori per il Parco Olimpico, in particolare meccanici, radiofonici, elettricisti e giardinieri. "I turisti hanno interpretato questi messaggi come un bracconaggio mirato", trascrisse il MfS. Secondo Focus: ''Le istituzioni della DDR avevano effettivo timore che quelli dell’ovest potessero influenzare la morale dei cittadini del socialismo reale e che potessero alla lunga sconfessare quelle idee. Durante quelle sfide calcistiche incrociate, i tifosi della DDR venivano controllati dagli agenti della Stasi e dai loro informatori. Anche se spesso si parla delle fughe ad ovest 


dei tedeschi dell’est, non si parlò mai di quelle dei tedeschi dell’ovest verso l’est! Del resto, come sappiamo, la storia viene scritta da chi vince. Ma avrà davvero vinto la Germania Ovest? La caduta del Muro di Berlino ha rappresentato probabilmente un successo momentaneo del capitalismo sul socialismo reale, ma non definitivo''. Per le gare contro la Dynamo Dresden, la fitta rete di spionaggio tendente a ridimensionare la fama dei calciatori tedeschi dell'Ovest, fu organizzata anche per carpire e prevenire segreti tattici o decisioni tecniche di gioco dell'ultima ora, che potessero favorire i gialloneri. Sembra che in maniera avventurosa e da vera spy story, un emissario in motocicletta, si recò trafelato 

con i documenti relazionati dalle intercettazioni fatte durante una delle ultime sedute tecnico tattiche, tenute da Lattek. Non e' riportato se l'allenatore dei sassoni Walter Fritzsch ne tenne conto. E' certo invece che durante il pregara che vide Magdeburg e Bayern affrontarsi all'Est, fu offerta la stessa opportunità all'allenatore dei biancoblu Heinz Krügel. La figura di Heinz Krügel (vedi post nr. 544) fu piuttosto bistrattata nel contesto di quel periodo socio-politico. Fu un personaggio che non nascose mai la sua avversità al regime e di conseguenza fu limitato nella sua carriera. Nel momento che gli fu offerta l'opportunità di avere ''segreti'' sull'avversario che andava ad affrontare, Krügel li rifiutò. Ecco di seguito come andarono le cose.


KRUGEL E IL RIFIUTO ALLA STASI.
Heinz Krügel morì nel 2008. L'allenatore che vinse la Coppa delle Coppe nel 1974 con l'1. FC Magdeburg entrò nella leggenda. Anche se solo due anni dopo quel trionfo, fu trasferito come punizione, nonostante si fosse comportato sempre in modo impeccabile nello sport. Cosa faresti se fossi l'allenatore di una squadra partecipante alla Coppa dei Campioni e ti venisse offerto di origliare un Bayern, con una cimice? È una domanda strana? No, per niente. È esattamente quello che successe a Heinz Krügel, nel 1974. E non dovette neppure pensare a lungo su cosa dire su questa offerta. Krügel fu avvicinato da esponenti della Stasi, che intendevano spiare con microfoni e microcamere gli spogliatoi del Bayern nel tentativo di dare un vantaggio al Magdeburgo. Krügel coraggiosamente rifiuto' di collaborare. Come allenatore, lui e il suo club, l'1.FC Magdeburg, avevano vinto tutto quello che c'era da vincere nella DDR dal 1972. Vinse il suo primo titolo di Oberliga con una squadra la cui età media era di poco più di 22 anni. Mai prima e mai da allora, una squadra più giovane, nella DDR, riuscirà a vincere di nuovo il titolo. Durante quei giorni di successo all'inizio degli anni '70, la squadra ricevette il meraviglioso soprannome di "Krügel's Kindergarten". - l'asilo di Krugel -  Tuttavia, Krügel ottenne il suo più grande successo con la sua squadra l'8 maggio del 1974. Dopo una stagione fantastica, l'1.FC Magdeburg vinse la Coppa delle Coppe nello stadio "De Kuip" di Rotterdam. (vedi post nr. 478) Quel viaggio era iniziato proprio lì a Rotterdam, qualche mese prima, perché il NAC Breda, avversario del primo turno, volle giocare la partita casalinga in uno stadio più grande. Krügel aveva dato alla sua squadra la seguente motivazione: "Uomini, ricordatevi: la finale si giocherà qui!" E la sua squadra, composta quasi esclusivamente da giocatori provenienti da Magdeburgo e dintorni, ricordò più e più volte la dichiarazione del proprio allenatore di turno in turno. Quando finalmente incontrarono l'AC Milan in finale a maggio (2:0), dopo aver battuto lo Sporting Lisbona in una semifinale combattuta, il club della Germania dell'Est fu considerato un osso duro, ma sfavorito. La partita di Rotterdam fu vista da poco meno di 5.000 spettatori. Il piccolo numero di visitatori provenienti dalla DDR, era dovuto anche al fatto che furono selezionati solo sostenitori, "politicamente irreprensibili.'' Solo i più qualificati, secondo le valutazioni della DDR, poterono recarsi nei Paesi Bassi. E purtroppo molti di questi ''compagni'' non sempre erano dei veri e propri ''appassionati di calcio''. Krügel criticò apertamente il fatto, che ..molte di queste persone spesso dovessero prima chiedere con quale colore di maglia giocasse ''la loro squadra''... Ma una vittoria così storica non poteva essere offuscata da certi toni discordanti. Le foto della squadra trionfante sono leggendarie, mentre fecero il giro d'onore con la coppa, dopo il successo sul prato di Rotterdam, alcuni con accappatoi bianchi, Jürgen Sparwasser, che poche settimane dopo avrebbe dato tanti grattacapi alla squadra della Germania Ovest con il suo gol ad Amburgo ai Mondiali, celebrò l'indimenticabile serata con le parole: "Oggi è stata la giornata più importante del calcio della Germania dell'Est.'' L'allenatore Krügel si godette tranquillamente il trionfo di quella sera con qualche bicchiere di birra. Aveva già compiuto la sua impresa eroica la mattina, quando mostrò ai suoi giocatori il titolo di "Kicker". In grassetto sopra l'articolo sulla finale: "David vs. Golia". Questo bastò come motivazione. L'intelligente psicologo aveva infiammato la sua squadra con poche risorse. Ma solo due anni dopo, il mondo ideale di Heinz Krügel crollò da un giorno all'altro. Pochi mesi dopo il trionfo di Rotterdam, la sua squadra incontrò i detentori del titolo della Germania


Occidentale. Il Bayern Monaco. Era il secondo turno della Coppa dei Campioni e fu eliminata per un soffio. Questo da solo non sarebbe stato un problema, ma Krügel commise ''l'errore'' di rifiutare e di non aver voluto utilizzare, le intercettazioni carpite al suo collega Udo Lattek. A Krügel non piaceva combattere con mezzi ingiusti e disonesti. Ma questo comportamento sportivo impeccabile non fu ben accolto dai vertici dello stato. Negli anni che seguirono, l'allenatore del Magdeburgo si scontrò ripetutamente con i membri del partito, finché un giorno fu sufficiente per loro. E così, nell'estate del 1976, declassarono Krügel alla carica di direttore degli impianti sportivi presso il BSG Motor Mitte. Solo molti anni dopo, con la riunificazione, il nativo di Zwickau fu riabilitato. A Magdeburgo, invece, i grandi meriti della squadra leggenda, non furono mai dimenticati. Dopo la morte di Krügel il 27 ottobre 2008, una piazza davanti allo stadio di Magdeburgo fu intitolata a lui e nel 2014 fu eretta una statua monumento. Le spese per la statua furono interamente a carico dei tifosi - con una donazione di 19,74 euro a testa- In tal modo, vollero commemorare il più grande trionfo nella storia dell'1.FC Magdeburg. Un trionfo plasmato da un grande uomo: Heinz Krügel.


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