mercoledì 2 marzo 2022

684) I DERBIES DI GERMANIA - 17) 1.FC UNION BERLIN vs. HERTHA BERLIN BSC - IL BERLINER STADTDERBY - ''Ci fu un tempo che furono amici...''


Berlino è la capitale europea meno vittoriosa in termini nazionali (due campionati per l'Hertha, l'ultimo nel 1931). Il calcio a Berlino ha sempre avuto un suo sottobosco unico e particolare, ben separato dal resto della nazione, sin dalla notte dei tempi. Berlino è l'unica capitale che non ha una squadra di rilevanza Internazionale. Nonostante la Germania sia sicuramente la Nazione Europea regina del calcio Mondiale, non ha mai avuto nella sua capitale, una squadra con cui identificarsi o che fosse serbatoio di talenti e giocatori a cui attingere. Berlino è la citta' che ha visto più squadre diverse partecipare alla Bundesliga. Hertha BSC, Tasmania, Tennis Borussia, Blau Weiss e 1FC Union, hanno rappresentato il

calcio della capitale in differenti periodi calcistici, ma nessuna di esse ha mai raggiunto visibilità eccelse, ne men che meno ha mai vinto il titolo. L'Hertha Berlin SC, si puo' considerare la più famosa e ''carica'' di gloria, nel palinsesto calcistico a livello nazionale, in relazione agli anni di fama e di presenze a livello Internazionale di coppe Europee. L'Hertha, fu una delle 16 ''madri fondatrici'' del primo campionato Nazionale a girone unico, la Bundesliga, creato nel 1963. Nel '65 dovette accettare il verdetto della prima retrocessione e da quel momento la rappresentanza di Berlino nel campionato Nazionale di prima categoria, fu sparuta e mai di grandi celebrazioni. Erano gli anni della DDR, di una coesistenza parallela metropolitana, anche a livello sportivo, di una realtà che di li a breve, al di la del muro, contrariamente alla realtà occidentale, avrebbe visto la squadra della capitale, identificata per voleri di stato solo con la Dinamo, divenire la monopolizzatrice di un decennio di tornei Nazionali. Gli unici derby di Bundesliga, nei primi 57 anni di torneo sono riconducibili solo a 4 incontri in due stagioni, la 1974-75 e la 1976-77, quando Hertha e Tennis Borussia, parteciparono contemporaneamente alle stesse edizioni di torneo. L'Hertha vinse 3 incontri su 4, ma l'unica sconfitta, il 16 aprile del 1977, davanti ai 43.000 spettatori dello Stadio Olimpico, fu ugualmente una delle giornate più nere della storia del club di Charlottenburg. Bisognò aspettare la caduta del muro. Un riequilibrio sportivo di anni e anni che annullasse il gap tecnico e societario, tra le squadre dell'Ovest e dell'Est per assistere ad una Bundesliga che vedesse contemporaneamente la presenza di due squadre della capitale nello stesso torneo. E' la stagione 2019-20. L'1.FC Union Berlin, conquista la promozione. La squadra proletaria della Berlino Est. La squadra che dovette sopravvivere nell'ombra in silenzio, in coesistenza con la plurititolata Dinamo, oggi si prende la rivincita. Mentre la Dinamo dovette accettare pian piano la discesa graduale che la porterà nei bassifondi delle serie minori, l'Union, forte soprattutto della fedeltà dei propri tifosi, raggiunge il livello che in pochi mesi dimostrerà essere di sua giusta spettanza. Sono passati tre tornei. E ora il Derby di Berlino esiste ed e' diventato una realtà. Sempre che le due squadre continuino a bazzicare la Bundesliga. Ma vediamo come queste due squadre ci arrivarono a questo evento. E come le cose nel tempo sono cambiate... Sangue e sudore sono immagini frequenti della retorica del calcio, indicano sacrificio e appartenenza; ma nel caso dell’Union Berlino non vi è niente di più reale. Quando mancavano soldi - serviva un milione e mezzo nel 2004 - i tifosi ebbero l’idea di guadagnarli donando sangue. Il prelievo per aiutare gli ospedali fruttava 10 euro, il compenso veniva girato alla società. E quando lo stadio Vecchia Foresteria, questa la denominazione ufficiale, aveva bisogno di un restauro, ciascuno ha dato una mano, gratis: 140 mila ore di lavoro volontario, durante le ferie, per circa 2400 tifosi che in 300 giorni parteciparono al riammodernamento. Come ricompensa soltanto un caschetto rosso da manovale, il nome su un monumento posticcio sotto la tribuna, ma non il biglietto gratis per la partita inaugurale. Questa era l’Union, salita per la prima volta in Bundesliga. A Berlino non si vince e non ci si sfotte come a Madrid, Roma, Londra. Però adesso l’Olympiastadion non si riempirà più soltanto per Bayern o Dortmund. C’è una Berlino contro l’altra, ancora Ovest contro Est. Perché l’Union arriva da Köpenick, quartiere al margine sudorientale dell’immensa città. A 30 km dall’Olimpico. E dove anche l’invasione di turisti degli ultimi anni non ha ancora trovato sfogo. La casa dell’Union è in un bosco, da qui il nome: è più giusto raffigurarlo come un condominio per tifosi che come uno stadio. Durante l’intervallo delle partite vengono annunciate anche le notizie più tristi, come le condoglianze per qualcuno che non potrà più assistere allo spettacolo. Anche se c’è uno schermo moderno, con led e scritte a colori, il risultato si legge pure sui vecchi numeri di legno: il tabellone a mano, in una casupola, non è stato levato per far spazio ai box per vip. Anche perché nessuno si sente vip, alla Vecchia Foresteria; nemmeno i giocatori che arrivano in bici, o con la Fiesta della nonna. ''Unione di ferro, Eisern Union'', è il nomignolo del club. Il quartiere nel secolo scorso aveva radici proletarie e operaie. I Fabbri, metalmeccanici d’antan, ricordano il passato. E il senso di comunanza da circolo chiuso è davvero da altri tempi: durante il Mondiale 2014, venne installato un megaschermo dentro l’impianto e ciascuno poteva portare poltrone e divani da casa per stare più comodi. La Germania vinse il titolo, ammirata anche dai 750 sofà sul prato dell’Union. Nel 2003 cominciò la tradizione degli auguri di Natale al campo, anche senza partita. Erano in 89. 


Adesso quei 90 minuti di canti sono diventati un evento cult nella capitale, frequentato il 23 dicembre da quasi 30 mila persone, che versano pure un obolo. Ci sono anche delle imitazioni, a Colonia e Dortmund, ma non raggiungono mai l’atmosfera dell’originale. Ai tempi della DDR, andare all’Union significava non approvare il regime. I match erano un ritrovo anche per non calciofili: alternativi, freak e punk. Il celebre coro «il muro deve cadere» era usato quando l’Union calciava una punizione (per muro e barriera si usa la stessa parola in Germania), ma serviva per far capire altro. La rivale più detestata era la Dinamo Berlino, prediletta da Erich Mielke, gran capo della Stasi, la polizia segreta. La Dinamo vinse 10 titoli di fila prima della riunificazione, l’Union soltanto una coppa, nel 1968. Non era considerato un club sovversivo, altrimenti sarebbe stato sciolto. Ma di certo non amico del regime, non apparteneva alle emanazioni dello Stato (polizia, esercito) come costume nelle dittature dell’Est. E si chiamava Unione, in una città divisa. Nell’inno, cantato da un’icona punk-rock come Nina Hagen, c’era già la visione del nuovo mondo che avrebbe cambiato la Germania, ma non l’Union: «Chi non si farà comprare dall’Ovest? L’Union di ferro». Berlino è mutata, Est e Ovest geograficamente non esistono più, ma le tentazioni di barattare l’anima sono finora rimaste lontano dal bosco dell’Union. Anni fa, quando l’arrivo dei migranti mise in crisi anche il sistema sociale della capitale, l’Union ne ospitò a centinaia nella casa del tifoso, un ex supermercato, arredato anche con giochi per i bambini stranieri. E ha sviluppato dei programmi di integrazione in sede, costituendo l’associazione ''Porte Aperte'' in cui i profughi potevano essere inseriti nelle aziende dei soci, seguendo un percorso lavorativo in base alle professioni imparate in patria. ''Merda, stiamo salendo in Bundeslig'' fu scritto su uno striscione quando il ''pericolo'' si stava avvicinando. Perché l’Union non si era imborghesita con la riunificazione, però ebbe paura di farlo con l’entrata nel calcio dei miliardi. Teme di finire come la città, cioè stravolta da un insieme di cambiamenti urbanistici e socio-culturali. Una bella sfida ideologica per un club che ha ''licenziato'' in tronco uno sponsor, quando si è scoperto che ai vertici aveva un personaggio con un passato vicino alla Stasi. Ma anche per una società che ha rinnovato il contratto a Benjamin Köhler quando il giocatore ha scoperto di avere un tumore maligno, da cui poi è guarito. All’Union si incontrano i membri del consiglio direttivo mentre vendono il giornalino sociale, davanti alle tribune. Perché non ci sono differenze nell’altra Berlino, una comunità particolare in cui tutti si conoscono. Così per la promozione in Bundesliga è arrivato un allenatore straniero, lo svizzero Urs Fischer. L' 85% dei posti dello stadio è in piedi, perché così vuole la gente, e nel codice d’onore c’è scritto che i giocatori non si fischiano mai e non si esce prima della fine. I primi contatti tra le due squadre risalgono ai primi anni '70. A prima vista, il punto di partenza per mantenere un'amicizia tra fan oltre il muro, sembrava impossibile. Tuttavia, i gruppi di appassionati erano decisamente creativi quando le partite si giocavano nei pressi del muro. I primi timidi contatti tra i gruppi di tifosi dell'est e dell'ovest furono possibili con le partite di Coppe europee dell'Hertha, nei paesi del blocco orientale all'inizio degli anni '70, alle quali si recarono anche i tifosi dell'Union di Berlino Est. Il primo festival dei fan est-ovest, invece, attirò l'attenzione del pubblico nell'aprile 1978: un convoglio di Wartburgs e Trabbis con stendardi blu e bianchi sul lunotto partì da Berlino Est in direzione di Dresda, che affrontava l'Hertha in un'amichevole per l'inizio della stagione sportiva. Dal momento che i tifosi di calcio di Berlino Est avevano solo un accesso limitato allo stadio di Dresda, la fraternizzazione tra i tifosi dell'Unione di Berlino Est e i tifosi dell'Hertha di Berlino Ovest si spostò nelle strade di Dresda, cosa che il presidente della Dinamo riportò stizzito, nel suo rapporto all'associazione sportiva della Germania dell'Est, la DTSB. Questa evidente fraternizzazione lasciò perplesso anche il giornalista della SFB di Berlino Ovest, Jochen Srentzel, che era in collegamento da Dresda e permise ai fan che festeggiavano insieme, di parlare e cantare davanti alla telecamera aperta. Commentò poi con entusiasmo che i tifosi di Berlino Est erano venuti per sostenere il popolare club dell'ovest della città divisa. L'Hertha condivideva le simpatie dei giovani dell'est con l'1. FC Union, una delle poche squadre tradizionali della città divisa. ''Il momento clou per tutta Berlino, tuttavia, fu la partita dei quarti di finale UEFA nel marzo 1979, contro la squadra dell'esercito del Dukla Praga. Sul piano sportivo, l'Hertha fu sul punto di uscire dopo l'1:1 all'andata allo Stadio Olimpico. Ma la trasferta di Praga diventò quasi una partita casalinga per l'Hertha. Circa la metà dei 30.000 spettatori dello stadio del Dukla di Praga, provenivano dalla Germania dell'Est e da Berlino Ovest. Secondo un fan dell'Hertha di Berlino Ovest, circa 5.000 fan provenienti dall'est e dall'ovest fecero il viaggio insieme da Berlino, da soli. Come concordato, i tifosi dell'Union sono saliti a bordo del "treno Hertha" alla stazione di Schönefeld a Berlino Est. A Praga, il grido di battaglia


 intonato fianco a fianco ad alta voce e ripetutamente "Hertha e Union" divenne un coro pan-tedesco. L'impegno tutto tedesco a sostenimento della squadra diede i suoi frutti anche in termini sportivi: con il "Miracolo di Praga". L'Hertha passò inaspettatamente alle semifinali di Coppa UEFA. Una prestazione che rappresenta il più grande successo internazionale nella storia del club fino ad oggi. L'Alten Försterei divenne un mercatino per l'armamentario del tifo dei fan, pan-tedeschi. Tuttavia, i souvenir che i fan dell'Hertha contrabbandarono oltre confine, erano politicamente esplosivi: toppe che dicevano ''Restiamo uniti, niente può separarci, niente muro e niente filo spinato!'' o sciarpe e cappelli con lo slogan ''Hertha and Union – One nation''. D'altra parte, la cultura idiosincratica di cantare cori oltre il muro e il filo spinato, non poteva essere ignorata in segno di reciproca simpatia e fu apertamente rivendicata dai fan. Alle partite casalinghe dell'Hertha BSC, ad esempio, risuonavano "E restiamo uniti come il vento e il mare - l'Hertha bianconera e l'FC Union - Union, Union, iron Union!" Si dice che tifosi dell'Hertha siano stati individuati alle partite casalinghe dell'1.FC Union all'Alte Försterei dalla metà degli anni '70. La "risposta" di Berlino Est a questo era l'intonazione del canto "Ha-Ho-He, Hertha BSC". L'enfasi era sempre particolarmente grande e il coro era chiaramente udibile attraverso gli altoparalanti durante le trasmissioni televisive delle gare della DDR. I tecnici della TV spesso non riuscivano ad abbassare il volume dello stadio abbastanza velocemente. Ripensando a questo fenomeno, alcuni vecchi fan dell'Hertha rivangano ancora la protesta politica contro la cortina di ferro. Negli anni in cui l'Hertha era in terza divisione verso la fine degli anni '80, dopo le partite, intonavano allegramente un forte ''Union, Union, Iron Union!'' L'8 maggio 1979 lo Stadio Olimpico di Berlino era quasi vuoto. Solo diecimila spettatori erano presenti per l'incontro tedesco-tedesco tra Hertha BSC e Dynamo Dresden. L'avversario della RDT della valle dell'Elba suscitò poco entusiasmo nel pubblico berlinese. Solo 14 giorni prima, l'Hertha aveva perso davanti a 75.000 spettatori nonostante una brillante prestazione, nella semifinale di Coppa UEFA contro la Stella Rossa Belgrado. In questa giornata, però, c'era solo uno scopo politico-sportivo all'ordine del giorno per l'Hertha: un'occasione di riavvicinamento tutto tedesco. La curva dei tifosi dell'Hertha allo Stadio Olimpico prese molto sul serio questo obiettivo. Poco dopo il calcio d'inizio, i tifosi dell'Hertha cantarono e cantarono come al solito. La cosa straordinaria fu però che le espressioni di simpatia degli spettatori in tribuna, non erano rivolte alle due squadre in campo, ma a un'altra squadra di Berlino Est, che non era presente. I tifosi dell'Hertha inviarono un saluto chiaramente udibile fino oltre il Muro, ai tifosi dell'1.FC Union a Berlino Est, tramite la televisione SFB con i loro cori "Union, Union, iron Union!". Sicuramente una partita tra Hertha BSC e 1.FC Union avrebbe attirato molti più spettatori allo Stadio Olimpico in quel momento. Ma un tale incontro fu deliberatamente impedito dagli organi politici della DDR. La sezione sportiva della DDR, dovette accettare con sospetto, che un senso di appartenenza all'intera Berlino, si fosse sviluppato nel calcio oltre i confini e i muri, il che era contrario all'orientamento politico-berlinese ufficiale della DDR. Tali cori dei fan furono un segnale scioccante per la DDR. Fino ad allora, l'unica preoccupazione era con la simpatia dei tifosi della Germania dell'Est, per le squadre della Bundesliga. Ora, con le inconfondibili espressioni di simpatia della curva dei tifosi dell'Hertha, stava emergendo una nuova e inaspettata realtà nei rapporti tra calcio tedesco-tedesco che non era affatto in programma: la reciprocità di simpatia, una specie di doppio passaggio Est-Ovest. Con l'aiuto del Ministero per la Sicurezza dello Stato, la DDR trovò con difficoltà spiegazioni al fenomeno berlinese. Dagli archivi del MfS è ora facile ricostruire come l'autorità informale della DDR, inizialmente brancolasse nel buio e assistesse impotente, di fronte alle iniziative dei gruppi di fan provenienti da est e da ovest. Dagli anni '70, l'Hertha BSC attrasse molti fan dalla RDT e in particolare da Berlino Est, inclusi naturalmente molti fan dell'1.FC Union Berlin. La simpatia dei tifosi dell'Union per l'Hertha fu il risultato della disparitaria competizione con il club della capitale, BFC Dynamo. Campione di abbonamenti e di seguito di pubblico, era noto come associazione al servizio della Stasi, (vedi post nr. 430) progredita fino a diventare il club di punta della capitale della DDR. Tuttavia, l'1.FC Union era più popolare tra la maggior parte dei tifosi di calcio a Berlino Est, avendo subito una serie di colpi del destino nella storia del club. In termini sportivi, l'Union conduceva un'esistenza oscura, ma nel suo ruolo di perdente fu in grado di guadagnare molti punti di simpatia dai berlinesi dell'est. Come risposta riflessa all'abbonamento permanente al campionato, della BFC, i fan dell'Union cantavano: "Ci sono solo due campioni sulla Spree, l'Union e l'Hertha BSC!" Agli occhi dei berlinesi dell'est, l'Hertha aveva un'immagine da eterna sfigata, simile per versi a quella dell'Union. Questi parallelismi possono essere trovati nella storia dell'Hertha BSC nella misura in cui il club non aveva ottenuto alcun eccezionale successo sportivo a causa di scandali, retrocessioni e svantaggi, dovuti alla sua posizione geografica durante la Guerra Fredda. Quando il Muro cadde nel novembre del 1989, i fan dell'Hertha e dell'Union ritrovarono la libertà. Quando l'Hertha Berlino ospitò il Wattenscheid per una banale partita nella seconda divisione tedesca, più di quarantamila persone vennero a riempire gli spalti di un Olympiastadion abituato quell'anno a ospitarne diecimila. Il motivo aveva una data: era l'11 novembre 1989, due giorni dopo la caduta del muro di Berlino e diverse migliaia di tifosi dell'Union Berlin erano venuti a godersi il momento…Un momento quasi simbolico, come lo fu l'amichevole che seguì a gennaio tra le due formazioni berlinesi, pretesto per celebrare la ritrovata unità tedesca e l'ingresso in una nuova era. Non c'è da stupirsi, quindi, che la rivalità tra l'Hertha e l'Union sia adornata da una 


forma di fratellanza. Va detto però, che i due club non ebbero fino ad allora neppure avuto il tempo di costruire una rivalità. Poi nel gennaio del 1990, allo Stadio Olimpico si svolse la memorabile partita di riunificazione tra Hertha BSC e 1.FC Union Berlin. Oltre 50.000 spettatori festeggiarono commossi la riunione della città. I fan dell'Union e dell'Hertha si abbracciarono. Ma più tardi, questa amicizia tra i fan cadde nel dimenticatoio. Più di 20 anni dopo, l'amicizia si è trasformata in competizione. In pratica ciò a cui il MfS fortunatamente non riuscì, oggi è sorto spontaneamente, creando una rivalità delimitante. Dopo il 2010, entrambe le squadre giocarono in 2a lega ma la lotta per il predominio nella capitale era cominciata da tempo. Fortunatamente, i dirigenti dei club riuscirono a stabilire una chiara pietra miliare nel cosmo calcistico di Berlino alcuni anni fa nell'anno del 20° anniversario della costruzione del Muro. All'inizio del luglio 2009, l'Union invitò l'Hertha alla cerimonia di inaugurazione della Alten Försterei appena ristrutturata. Con un ottimo incontro di calcio d'estate, ci fu ancora spazio per una riflessione storica. Nonostante l'evidente cordialità in campo e nell'area circostante, alla fine prevalse la consapevolezza che c'era rimasto poco affetto reciproco sugli spalti, tra gli spettatori. Ma il nuovo modo di rapportarsi tra i due club berlinesi tradizionali, suggerisce una saggia intuizione: non bisogna necessariamente essere amici tra tifosi come prima della costruzione del Muro. Ma puoi sempre andare molto d'accordo. Dopotutto, a Berlino c'è abbastanza spazio per entrambi i club. La rottura tra due Campionati, così come tra due Paesi, ha creato i suoi duelli. Fondata nel 1966 con il suo nome attuale, l'Union ha principalmente costruito la sua fama per la sua opposizione alla Dinamo Berlino nell'Oberliga della Germania dell'Est. Era il club del popolo, degli operai, contro quello della Stasi. In generale, l'Union sviluppò rapidamente questa identità di club ribelle, quasi di isola di libertà nel bel mezzo di un paese sotto pressione. Non dobbiamo dimenticare che se l'Union esiste, è perché lo Stato della Germania dell'Est ha convalidato e monitorato la sua creazione, anche se nessun membro del Partito Socialista era nel suo consiglio di amministrazione - qualcosa di inconsueto. E' un'identità che forse l'Hertha ha sempre cercato, ma mai trovato poichè mai segnata da una filosofia particolare. Se non quella di essere stata, durante la separazione della città, il club di tutti i berlinesi. Molti tifosi dell'Union hanno sviluppato simpatia anche per l'Hertha e viceversa: tra tifosi dell'Union critici nei confronti del potere dominante e un club della BRD che non giocava in territorio BRD (ma nel microcosmo di Berlino Ovest), fu un naturale incontro di affinità elettive. Negli ultimi anni i rapporti si sono indeboliti per un motivo abbastanza logico: i due club hanno scelto una strada molto diversa, prestazioni elevate nel tempo per uno (Hertha); la graduale ascesa, toccando il meno possibile i loro valori, per l'altro


 (Union). Anne, tifosa tedesca dell'Hertha: ''Ci sono più tifosi dell'Hertha dell'Union perché il club è in circolazione da molto più tempo, c'è una tradizione più lunga, siamo stati fianco a fianco con i migliori per decenni. L'Union, per molti di noi, non esiste nemmeno: è una promossa recente come tante altre, si vedrà poi come si comporterà.'' Michael, tifoso dell'Union inglese: ''Sono tifoso dell'Union sin dall'Erasmus, ho conosciuto la storia del club e dei suoi tifosi la cui visione va ben oltre il calcio. Siamo presi per hipster ma la voglia di trasmettere valori di solidarietà e di opporsi al business calcistico non è una moda! L'Hertha è un po' il contrario qui, anche se non è un club potente come il Bayern o il Dortmund, ha comunque integrato tutti gli aspetti capitalistici del calcio. In realtà è un club normale, meno interessante da seguire". Marc, tifoso tedesco dell'Hertha: ''Essere tifoso dell'Hertha è abituarsi alla sofferenza, è passare molto tempo solo sperando che il nostro club faccia un colpo a sorpresa. È un po' un club perdente e forse ci ritroveremo con i sostenitori dell'Unione su questo! La rivalità è amichevole, è più chiacchierata che altro.'' Col primo derby di Bundesliga giocato in casa degli ''Eisern'', il 2 novembre 2019, si capì subito che la tanto mitizzata amicizia del passato era conclusa. L'Union si impose per 1:0 ma la gara fu un susseguirsi di interruzioni e di interperanze. Tra fumogeni lanciati in tribuna e nei settori del pubblico, dai tifosi dell'Hertha e un'invasione di campo di esagitati mascherati supporters dell'Union, sedata con coraggio dal portiere di casa Rafel Gikievicz, ci furono le 


prerogative per intuire che il ''nuovo'' derby tedesco, anche in futuro potrebbe regalare momenti di tensione. Ad oggi 2 marzo 2022, le gare tra le due squadre dopo la riunificazione, sono state 10 (4 in Zweite Bundesliga). Il più recente e forse il più emblematico proprio il 19 gennaio del 2022 negli ottavi di DFB Pokal. In un Olympiastadion ridotto a 3000 presenze a causa delle restrizioni pandemiche per il Covid virus, l'Union si impose per 2:3 e passò al turno successivo. (Il link seguente riporta alla pagina completa dei precedenti aggiornati, tra 1.FC Union e Hertha Berlino.) https://www.weltfussball.de/teams/hertha-bsc/1-fc-union-berlin/11/ 

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