venerdì 11 marzo 2022

693) I PERSONAGGI: WOLFGANG KLEFF, UNA CARRIERA CONDIZIONATA DA SEPP MAIER. - ''Otto'', Il portiere che incarnò lo spirito dei Fohlen.


Negli anni in cui tutti i portieri si distinguevano in campo, perchè oltre agli arbitri erano gli unici ad indossare le divise nere, egli si distinse per la sua maglia da portiere originale, con solo la banda verticale nera in mezzo al petto. Per i suoi capelli biondi, acconciati alla paggetto. Per quel modo di guidare la difesa ed essere l'ultimo baluardo imprevedibile che poteva arrivare sui palloni più impensabili, grazie a riflessi e doti fisiche elastiche. Ma soprattutto a coraggio, temerarietà e pazzia. Fu uno degli esponenti più dediti alla categoria dei portieri acrobati. Fu l'incarnazione del detto...''per

essere portiere, devi essere anche intrinsecamente pazzo..'' Apparteneva a quella categoria che prediligeva l'istinto, la reattività, la plasticità negli interventi. Tutto questo, prima che allenamenti mirati e tattiche difensive reprimessero le capacità innate e personali, trasformandole in programmi e tecniche stereotipate. Wolfgang Kleff fu il portiere più giusto per poter incarnare lo spirito dei Fohlen. Quella squadra giovane e fresca che mise paura in più occasioni alle squadre di tutta Europa, negli anni 70, per i suoi giovani talenti e per l'arguzia tattica e esperta del suo ''guru'' Hennes Weisweiler. Wolfgang Kleff nacque a Schwerte nel 1949. Renania settentrionale-Vestfalia. Entrò a far parte del Borussia Mönchengladbach direttamente dalla squadra amatoriale del VfL Schwerte, dove non era neppure titolare. Dal 1968 diventò il portiere titolare della squadra di Moenchengladbach, fino a quando gli infortuni non lo costrinsero a periodi di alternata attività alla fine degli anni '70. Dal 1968 al 1976 non ha perso nessuna partita nazionale del Borussia Mönchengladbach e fu in grado di essere presente a cinque titoli di Bundesliga (1969/70, 1970/71, 1974/75, 1975/76, 1976/77) una DFB-Pokal (1972/73) e un trofeo di Coppa UEFA (1974/75) con i bianchi puledri. Fu anche nella squadra del Borussia 


Mönchengladbach che perse contro il Liverpool nella finale di Coppa UEFA del 1972 e nella Coppa dei Campioni 1976/77. Fece anche parte della squadra del Mönchengladbach che vinse la Coppa UEFA 1978/79. Dopo una stagione all'Hertha BSC, tornò al Mönchengladbach, giocando altri due anni in Bundesliga per il suo vecchio club. In seguito si accaserà al rivale locale, Fortuna Düsseldorf per due anni dal 1982. Dopo un litigio con il Düsseldorf (vedi post nr. 411) si  trasferì al Rot-Weiß Oberhausen in 2 Bundesliga e quando fu sul punto di compiere i 40 anni, si permise un altro anno nella massima divisione tedesca, l'ultimo, con il VfL Bochum. All'età di quarant'anni Kleff giocò la maggior parte delle partite, contribuendo alla promozione dell'FSV Salmrohr nella 2. Bundesliga del 1986-87. La stagione si concluse con una rapida retrocessione per il Salmrohr e con la conseguente decisione di Kleff di appendere i guanti al chiodo. Tuttavia, per qualche tempo proseguì a fare il portiere nei campionati dilettanti, come con l'SV Straelen. Alla fine della sua illustre carriera, Kleff aveva preso parte a 433 partite di Bundesliga e 56 partite di 2a Bundesliga. In quegli anni, in Nationalmannschaft, semplicemente, Sepp Maier fu un ostacolo insormontabile per tutti gli interpreti tedeschi del ruolo di portiere. Con il Borussia Mönchengladbach, invece, Kleff, inanellò un titolo dopo l'altro e deliziò il pubblico con le sue esibizioni volanti e i suoi satirici detti sparagnini! "È stato grazie alla Germania che siamo diventati campioni del mondo. La mia parte è stata che non ho giocato". Fu una di quelle frasi tipiche, scaturite dalla bocca dell'eccezionale portiere istrione Wolfgang Kleff. Lo ribadì molte, molte volte nella sua vita dopo la Coppa del Mondo del 1974, perché Wolfgang Kleff era ed è un vero personaggio, con grandissime e gradite qualità di intrattenitore. E: anche se durante il torneo Mondiale si sedette in panchina, 

solo perché Sepp Maier era ''semplicemente'' troppo forte, Wolfgang Kleff divenne comunque campione del mondo nel 1974 a Monaco insieme alla nazionale tedesca di calcio. Nel giorno della finale però non fu neppure in panchina. A lui Elmuth Schön, quel giorno preferì Norbert Nigbur. In sostanza, questo fu il fulcro della carriera di Wolfgang Kleff. Esso risiede tutto nella rivalità tra Maier e Kleff. Una coesistenza temporale che ha limitato le possibilità di ribalta del paggetto del 'Gladbach in maniera esponenziale. Una rivalità che però fu sempre estremamente leale in termini sportivi e che ebbe anche i suoi momenti divertenti, grazie alla stima reciproca tra i due portieri. Il portiere del Bayern, riconosciuto burlone ed espemporaneo istrione, una volta avrebbe detto ai tifosi assiepati dietro la sua porta durante una partita in corso: "Ho dovuto far addormentare il mio cane. Ogni volta che gli chiedevo chi fosse il numero uno tra i portieri in Germania, diceva 'Kläff, Kläff '.' Al Borussia Mönchengladbach, Wolfgang Kleff fu membro di una squadra eccezionale negli anni '70. Durante la sua permanenza lì, vinse cinque volte il campionato tedesco, una volta la Coppa DFB e due volte la Coppa UEFA. Kleff ha ancora dei gran bei ricordi, del giorno in cui l'allenatore del Gladbach, Hennes Weisweiler chiese al suo allenatore di fitness, appena assunto, Karl-Heinz Drygalski un'analisi della partita appena giocata a Brema. A quel tempo, Drygalski rispose, piuttosto intimidito: "Il lavoro di corsa non era abbastanza sufficiente". E...? "E uno dei due gol avrebbe potuto essere evitabile". E...? "E Kleff cammina in punta di piedi - come una donna!" Più tardi, sulla via del ritorno, Weisweiler gridò verso il fondo dell'autobus, per il divertimento di tutta la squadra: "Wolfgang... Sai 


cosa dice Drygalski? Che cammini come una donna!" Alla fine, questa piccola battuta del mitico allenatore dei Fohlen non fece male né a Drygalski (che in seguito sarebbe addirittura diventato presidente del club) né a Wolfgang Kleff. Gli anni successivi, tra i pali del Bökelberg, furono i suoi migliori e più felici. Dopo la sua permanenza decennale al Borussia Mönchengladbach, (1968-1979)  Kleff si trasferì nella vicina Düsseldorf. Ma poiché fu improvvisamente insoddisfatto del suo ruolo lì, a metà stagione, un giorno disse alle telecamere la seguente frase davanti ai giornalisti: "Preferirei coltivare anthurium in Africa piuttosto che rimanere a Düsseldorf per un altro anno.'' (vedi post nr. 411) Questa frase si sarebbe comunque rivoltata contro di lui. Perché quando improvvisamente le cose migliorarono e lui avrebbe voluto giocare più a lungo per il Fortuna, il comitato esecutivo del Düsseldorf si oppose. E così arrivò il momento di dire addio a Düsseldorf: la sfortuna di Wolfgang Kleff si trasformò però in un colpo di fortuna per il VfL Bochum. All'età di 38 anni aiuto con esperienza e presenza, il VfL a uscire dai guai nel 1985. Poiché tutti i portieri del Bochum erano fuori uso per una serie sfortunata di eventi concomitanti, Kleff sarebbe dovuto intervenire con un breve preavviso. Ma il VfL non era così sicuro che le condizioni fisiche di Kleff gli avrebbero permesso di giocare da subito. Tuttavia, l'ex portiere seppe spazzare via tutte le preoccupazioni con una frase ad effetto: "Mi sono tenuto in forma per tutto il tempo con corse interminabili nei boschi del centro storico di Düsseldorf". Una volta a Bochum, Kleff ("Sono solo qui a fare da cameriere temporaneo" fu la sua 


frase di esordio) si allenò un po' più blandamente, nonostante le sue intense corse nel centro storico della città Renana. La sua giustificazione umoristica sembrava plausibile: "Con i miei muscoli doloranti, non posso più chinarmi di colpo, ne tuffarmi stupidamente a terra". "Agli anziani piace sedersi sulla panchina del parco" Ma ''l'anziano'' fu invece subito apprezzato per il suo lavoro al VfL. Dopo un 5:3 nella partita d'esordio contro il Düsseldorf, il portiere ne uscì entusiasmato: "Dopo tanto tempo, finalmente sono stato protagonista di nuovo, di grande calcio. Da vecchio, poichè a novembre compirò 39 anni, mi ritrovo a delirare come un adolescente!" Quando finalmente, poco prima della fine del girone d'andata, il ''vero'' numero uno del Bochum, il "gatto" Ralf Zumdick, tornò disponibile, Wolfgang Kleff si appoggiò senza rancori, sorridendo, allo schienale della panchina dei sostituti, socchiuse le palpebre soddisfatto, sotto il sole invernale e disse con calma: "Nessun problema. Come dicevo: a tutti i signori anziani piace sedersi su una panchina del parco. Ma non era finita lì. Wolfgang Kleff festeggiò a 61 anni un pazzo ritorno, anche se per un tempo molto limitato. Poiché il portiere in quel momento non volle rifiutare dei soldi e gli piaceva anche l'idea, si lasciò convincere a tornare su un campo di calcio nel 2007. Nella Mittelrhein-Landesliga col promosso FC Rheinbach. Il portiere titolare della squadra si ritrovò con una gamba rotta e il suo vice, fu bloccato con breve preavviso a causa di un lutto che lo allontanò dalla città. L'amministratore delegato del Rheinbach non pensò a una trovata pubblicitaria, ma ad un "salvataggio in disperato bisogno.'' Sfortunatamente, Kleff fu in grado di dimostrare la sua classe solo per 35 minuti. Poi dovette lasciare il campo dopo uno sfortunato scontro con un avversario. A quel punto, la sua squadra era in vantaggio per 1:0. Il giocatore subentrato al suo posto dalla panchina, un giocatore di campo, subì poi altri quattro gol. Per Kleff quel giorno fu l'ultima esperienza in campo. Wolfgang Kleff è tuttoggi ricordato con affetto dai tifosi di calcio, perché non era solo un portiere eccezionale, ma anche una persona speciale, di cuore, che benchè professionista, non prese mai se stesso e il suo lavoro troppo sul serio. Lui stesso una volta lo raccontò in poche parole: "Sono sempre stati i piccoli gesti che mi hanno fatto entrare in contatto con le persone. Concentrarsi per 90 minuti fa lacrimare gli occhi". Dopo la sua carriera da giocatore, il portiere di riserva nel 1972 della squadra campione d'Europa tentò altri ambiti. Tra le altre cose, Kleff coltivò effettivamente fiori esotici. Purtroppo una boutique che gestì quando era un giocatore arrivò a fallire.. Erano gli anni '70, Kleff fece 

indossare a uno dei suoi compagni di squadra dei beni esclusivi di sartoria per lui. Rainer Bonhof infatti era diventato indossatore a tempo perso, del famoso stilista parigino Cacharel. Wolfgang Kleff per un periodo futuro venderà articoli Cacharel nel suo 'negozio di abbigliamento per uomini' a Mönchengladbach. Dicevamo che, nonostante la rivalità con Sepp Maier, i due ebbero sempre una relazione molto speciale. Ma furono molti i compagni di squadra che apprezzarono Wolfgang Kleff. Non solo come collega ma anche come persona. Frank Mill, ex compagno di squadra dell'indimenticato portiere del Borussia Mönchengladbach, ama spesso ricordare il tempo trascorso insieme: "Ricordo che un pomeriggio Wolfgang, passò nella boutique della moglie e si cambiò la giacca. Presumibilmente, penso che dovesse fare qualcosa di particolare nel pomeriggio. Solo che Kleff, aveva dimenticato che quella mattina aveva ritirato lo stipendio in ufficio e lo aveva messo nella tasca interna. Quando il mattino successivo entrò nervosamente nel negozio presto, la commessa gli sorrise raggiante da lontano: "Herr Kleff ' Non ci crederà, ma lo stesso pomeriggio di ieri, ho venduto la giacca che mi ha 

portato". Il portiere del Gladbach prima che se ne accorgesse di dove fosse finita la busta con lo stipendio, ce ne mise parecchio. Nel frattempo dovette fare uso di assegni.''. Sempre Mill racconta sorridendo un'altra storia: "Kleff caricava sempre tutta la sua posta autografa e quella dei suoi fans, nel retro della sua macchina. Un giorno la scatola per contenerla era così stretta che andò alla discarica più vicina disperato, per sbarazzarsi di tutte le lettere in una volta sola. Sfortunatamente, la signora dell'ufficio non gli aveva detto di aver messo tra quelle anche la busta con dentro lo stipendio. Ma ovviamente Kleff era troppo imbarazzato per raccontare dove ormai fosse finita quella lettera". Molti tifosi di calcio più anziani ricordano ancora Wolfgang Kleff per il suo aspetto, perché il portiere, sempre pronto a scherzare, non fu chiamato "Otto" dai suoi fan per niente. La somiglianza con il famoso comico della Frisia orientale era a volte così sorprendente che Otto Waalkes insistette per ingaggiare la famosa star della Bundesliga per girare un film. E così, nel 1985, quasi 15 milioni di tedeschi seguirono Wolfgang Kleff nei panni del signor Astrid, il parrucchiere, nel primo film cinematografico girato da Waalke, "Otto - der Film" fu il titolo. In quel occasione Kleff disse una frase divenuta leggendaria, perchè l'unica battuta del suo personaggio: "I capelli hanno bisogno di respirare". Il portiere in seguito raccontò sognante: "Mi piacerebbe sentire i tifosi allo stadio che non solo gridano ''Otto, Otto'' quando entro in campo, ma anche i tifosi che gridino ''Wolfgang, Wolfgang'' quando mi vedono al cinema." Durante quegli anni, il talento recitativo di Kleff ha sempre incitato i tifosi delle squadre avversarie a cantare una certa canzone. E quando metà dello stadio intonava "Kleff, sei nervoso", l'alias di Otto, sapeva esattamente come incentivare il suo pubblico. Con un sorriso folle sul viso, Wolfgang Kleff faceva ondeggiare le braccia e le gambe come se fosse pazzo, per il divertimento dei suoi fan. Ma Kleff non fu solo un fenomeno da baraccone in campo, era anche un portiere eccezionale. E se non ci fosse stato un altro portiere eccezionale a Monaco nel suo periodo di massimo splendore, Wolfgang Kleff avrebbe


 sicuramente giocato più di sei partite internazionali per la nazionale tedesca. Sepp Maier lo sapeva lui stesso e siccome il "gatto di Anzing" sentiva anche il fiato sul collo, i due simpatici compagni di spettacolo se la cavavano magnificamente anche lontano dal prato verde. Quindi non ci fu da stupirsi che Wolfgang Kleff fosse divertito dalla leggendaria battuta del suo collega, anche se a prima vista sembrava davvero piuttosto malvagia. Perché un giorno, Maier, mentre era in corso una partita, in cui ancora una volta non aveva molto da fare, il portiere del Bayern si rivolse ad alcuni tifosi che seguivano da vicino ogni mossa del proprio idolo dietro la recinzione e chiese loro con serietà micidiale: "Sapete perché prossimamente avrò intenzione di addormentare il mio cane? No? Ok ve lo dico: ogni volta che gli chiedo chi sia il numero uno tra i portieri in Germania, dice sempre 'Kleff, Kleff'." La realtà era diversa. A quel tempo, Wolfgang Kleff semplicemente non riusciva a superare il concorrente per la nazionale, Maier. Ma il Gladbacher prese sempre la questione in modo sportivo - e come potrebbe essere altrimenti, con umorismo. Dopo il Mondiale del 1974, Wolfgang Kleff, disse con un sorriso

Nella sua carriera Wolfgang Kleff ha affrontato 70 rigori e ne ha parati 16: eccoli.

malizioso stampato in faccia: "È grazie alla Germania che siamo diventati campioni del mondo. Anche io ho fatto la mia parte. La mia parte è stata che non ho giocato". I tifosi hanno adorato il simpatico portiere dentro e fuori dal campo - perché, nonostante tutte le ambizioni necessarie, Wolfgang Kleff ha sempre saputo per chi stava giocando. Per la gente. La gente comune. Quella che di lui ha sempre amato i piccoli gesti. Quelli che lo facevano considerare uno come tutti.



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