lunedì 14 marzo 2022

695) 2006 - QUANDO LA LINGUACCIA TAGLIENTE DI TORSTEN FRINGS, GLI COSTO' LA NAZIONALE...'' - L'indole polemica e i contrattacchi verbali di ''Lecca Lecca.''


Fu Andreas Herzog che un bel dì affibbiò al giovane attaccante questo nomignolo che gli resterà appiccicato per tutta la carriera. Per la sua indole a ribattere sempre e il suo modo sempre polemico e diretto, a dire le cose anche davanti a interlocutori che pretendevano un certo rispetto se non altro per questioni di età o di carriera. Fu in occasione di una diatriba che vide coinvolto il giocatore nato poco distante Colonia e un gruppetto di compagni di squadra più anziani, tra cui Andreas Herzog. Dopo il

battibecco, Torsten coinvolse anche l'allenatore Dixie Dörner da cui andò a frignare. Da quel momento fu per tutti ''Lutscher''...Lecca Lecca. Oggi Frings conferma tutto.. "Avevo 20 anni ed ero piuttosto sfacciato con i giocatori più grandi. I compagni di squadra mi diedero il soprannome e dopo non sono più riuscito a liberarmene.'' Attaccante, terzino, più portato però ad essere un centrocampista di rottura: Torsten Frings giocò quasi in ogni ruolo, nella sua carriera professionale che lo vide presente in 15 stagioni di Bundesliga. La sua flessibilità tattica fu proprio un suo marchio di fabbrica, così come la sua natura tagliente, sempre piccante che spesso gli causò problemi. Un esempio su tutti, fu con l'allenatore della nazionale Joachim Löw. Il calciatore Torsten Frings era uno di quei giocatori a cui non piaceva 

essere chiamato "ragazzo.'' Frings fu sempre il portavoce indiscusso dei compagni, soprattutto al Werder Brema e non ha mai tenuto per sé le sue opinioni, nemmeno nei confronti dei compagni di squadra. È così che ha ottenne il suo soprannome: se non era d'accordo in qualcosa, usava "contrattacchi verbali", come li definì il compagno di squadra Andreas Herzog: "Lutscher" fu il termine che gli fu affibbiata e così avvenne, che proprio l'austriaco gli diede questo soprannome. Per 17 anni, il "lecca-lecca" giocò nel calcio professionistico tedesco dapprima con l'Alemannia Aachen, poi con Werder Brema, Borussia Dortmund e Bayern Monaco prima di appendere le scarpe da calcio nel febbraio del 2013, dopo due anni in Canada. Dopodichè iniziò la sua carriera di allenatore al Werder. E' la carriera di un professionista anticonformista ma con i piedi per terra. Nato il 22 novembre 1976 a Würselen, Frings si è trasferì ad Aachen all'età di 15 anni. L'attaccante firmò il suo primo contratto da professionista nel 1994 con l'allora squadra militante in Regionalliga. Dopo sette presenze nella sua stagione d'esordio, Frings l'anno successivo decolla: il 19enne gioca 32 partite e attira l'attenzione degli altri club con i suoi quattro gol nella vittoria per 4:5 sul campo del SC Verl. La squadra di Bundesliga del Werder Brema lo portò al nord nel gennaio del 1997. Sotto l'allenatore del Werder, Hans-Jürgen ''Dixie'' Dörner, le cose stanno cominciando bene per Frings sul Weser: la prima della Bundesliga la assaporerà per 11 minuti il 15 febbraio, alla 18esima giornata, mentre il suo debutto dall'inizio sarà l'11 marzo contro il St Pauli. Verrà utilizzato in 15 delle 17 partite rimaste nella seconda metà della stagione. Frings divenne un giocatore titolare e due anni dopo, nel 1999, festeggiò il suo primo titolo sul Weser, quando il Brema sconfisse il Bayern Monaco 6:5 dopo i calci di rigore, nella finale della DFB Pokal. Thomas Schaaf, che allenava i Bianco-Verdi dal 1999, trasformò in quella stagione 


l'attaccante in un difensore. Quindi Frings cominciò ad essere interessante anche per la Nazionale. L'allora Ct della nazionale Rudi Völler, lo mandò in campo per la prima volta a 24 anni, il 27 febbraio 2001, in un'amichevole in Francia (0:1). Nella Coppa del Mondo del 2002, Frings giocò l'intera manifestazione, disputando tutte e sette le partite, inclusa la finale persa contro il Brasile (0:2). Dopo il torneo si trasferì all'allora campione di Germania del Borussia Dortmund, per 8,5 milioni di euro. Anche se saltò l'intera prima metà della stagione 2003/2004 a causa di una rottura del legamento crociato, il Bayern Monaco lo volle e lo ingaggiò come spazzino di centrocampo du anni dopo: la quota del trasferimento, era salita nel frattempo a 9,25 milioni, addirittura superiore a quando passò dal Werder al BVB. Sembrò che Frings avesse raggiunto la vetta in Germania. Ma a Monaco, il 28enne non si sentì felice, nonostante abbia vinto due volte il campionato e la coppa: "Ogni chilometro che facevo sull'autostrada, che mi riportava da Monaco a Brema, all'epoca per me era una liberazione", affermò Frings una volta in un'intervista. Di conseguenza, lasciò l'ensemble di stelle in cui era un giocatore titolare, dopo una sola stagione. Nel 2005, il Brema pagò al Bayern cinque milioni di euro per il ritorno del figliol prodigo. Frings rifiorì nel suo vecchio posto di lavoro e divenne una figura di spicco al Werder, come centrocampista difensivo tanto che persino rifiutò un'offerta dalla Juventus per trasferirsi in Italia, nel 2007. Frings stava attraversando il suo miglior periodo anche in nazionale. Fece parte della "fiaba d'estate": i Mondiali del 2006 organizzati nel suo stesso paese. Non furono pochi in seguito quelli che affermano che la selezione tedesca in semifinale contro l'Italia sia stata eliminata solo perché Frings era squalificato. Dopo aver vinto ai calci di rigore nei quarti di finale contro l'Argentina, ci fu una colluttazione nel cerchio centrale di centrocampo, durante la quale si dice che abbia colpito con pugno un avversario. Dopo la Coppa del Mondo, Joachim Löw, come successore dell'allenatore della nazionale Jürgen Klinsmann, si proporrà di dare nuova vita al calcio tedesco. Löw richiese e 


promuoveva creatività, entusiasmo e un calcio d'attacco veloce e arioso. I tipi di giocatori come Frings, che rappresentavano il passaggio sicuro, il combattere e mordere oltre a distruggere l'idea di gioco avversaria, per il calcio che Low voleva proporre divennero sempre meno richiesti. Inoltre Löw non tollerava le critiche al suo stile di gestione. Cosa che Frings non riusciva a frenare. E così, dopo l'EM 2008, iniziò la graduale esclusione di Frings dalla squadra nazionale. Nell'ottobre del 2008, Löw non lo incluse nell'11 titolare per due volte nelle qualificazioni ai Mondiali: il risultato fu un dibattito pubblico sui rapporti di Löw tra giocatori e meritocrazia. Frings accusò Löw di ​​mancanza di rispetto: "Ciò che mi sconvolge è il modo in cui me l'ha fatto capire, il modo in cui mi ha trattato. Qualcosa del genere semplicemente non è corretta". Il centrocampista in seguito si è poi scusato, in quanto sperava ancora di prendere parte ai Mondiali del 2010, ma l'11 febbraio 2009, il giocatore del Brema giocò la sua ultima partita in nazionale con la Germania nella sconfitta per 1:0 contro la Norvegia. Sistematosi ormai a Brema, al Werder, invece, le cose continuarono ad andare bene: i Biancoverdi vinsero la DFB Pokal nel 2009 e raggiunsero la finale di Coppa UEFA (persa 1:2 dts contro il Donetsk). Frings diventò capitano della squadra. Ma due anni dopo, anche il 34enne cadde vittima dei necessari sconvolgimenti finanziari a Brema. Il Werder perdette certezze economiche per la prima volta in molti anni e i giocatori più prezzolati come Frings, non rientrarono più nella struttura salariale del club. La dirigenza sportiva non gli prolungherà il contratto in scadenza. Il 14 maggio del 2011, Frings giocò la sua ultima di 402 partite di Bundesliga a Kaiserslautern (2:3) e segnò il suo ultimo, di 49 gol in Bundesliga in quella partita. Frings passerà al Toronto FC nel campionato professionistico nordamericano Major League Soccer (MLS) per due anni. Vi giocò 33 partite (due gol) per i canadesi, quindi annuncò il suo ritiro il 26 febbraio del 2013. Ma anche questo non accade del tutto in modo volontario: dopo un'operazione all'anca, il processo di guarigione non andò come era stato programmato e il 36enne non volle più


 sottoporre il suo corpo e far attendere il suo club al lungo processo di riabilitazione. Si concluse così una grande carriera calcistica, nel lontano Canada, quasi inosservata dal pubblico tedesco. Frings volle fare l'allenatore e il Werder gli diede l'opportunità di farlo. Per la stagione 2013/14 sarà vice allenatore di Viktor Skripnik nella seconda squadra del Brema. Quando Robin Dutt fu licenziato dalla prima squadra nell'autunno del 2014 e Skripnik divenne il suo successore come capo allenatore, anche Frings tornò in Bundesliga. Oltre al lavoro come assistente allenatore del suo ex compagno di squadra, Frings stava contemporaneamente studiando a Colonia, per la licenza di allenatore, che riceverà il 31 marzo 2015. Da allora, il "lecca-lecca" Frings ottenne il suo primo impegno come capo allenatore in Bundesliga. Alla fine del 2016, infatti, il certo candidato alla retrocessione Darmstadt 98, gli diede fiducia. ''Torsten Frings diventa allenatore al Darmstadt 98''- questo fu il sorprendente titolo che annunciava l'ultimo cambio di pancina della stagione. Fu il primo lavoro di Frings come capo allenatore e non fu facile l'impegno di risollevare l'ultima squadra della Bundesliga. "Non vedo l'ora di affrontare la sfida in questo club speciale, che con i suoi attributi speciali si adatta perfettamente alla mia personalità", dichiarò Frings in una nota. Il 40enne subentrò a Darmstadt come successore di Norbert Meier, licenziato all'inizio di dicembre, con un contratto fino al 30 giugno 2018. Nemmeno Bruno Labbadia e Holger Stanislawski vollero prendere il posto di allenatore in quella situazione disperata. E infatti nulla sortì la buona volontà e l'impegno di Frings per salvare i Lilien dalla retrocessione. Sono passati 3 anni prima che si sedesse su una panchina in veste di tecnico. Nel 2020 firma un contratto con il Meppen da cui sarà esonerato alla 32 esima gara in piena lotta per non retrocedere., dopo una sconfitta interna per 0:3 col Wiesbaden. Attualmente (marzo 2022) ancora non siede su nessuna panchina. 

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