lunedì 14 febbraio 2022

662) 1965 - QUANDO L' ALEMANNIA AACHEN DIVENNE LA PRIMA SQUADRA DI SECONDA DIVISIONE, FINALISTA DI DFB POKAL. - ''La semifinale: Aachen - Schalke 04 4:3 dts.''


Un club di second'ordine non aveva mai raggiunto la finale della DFB Pokal, fino a quel giorno di 55 anni fa. Il primo piantagrane insapettato, nel gruppo d'élite dei finalisti, arrivò solo 30 anni dopo la prima edizione del 1935. Fu l'Alemannia Aachen, che nel 1965 come squadra di campionato regionale - di seconda classe - superò tutti gli ostacoli ed eliminò i clubs favoriti della Bundesliga: Hannover 96 e Schalke 04 allo stadio Tivoli. Le semifinali in particolare racchiusero tutto ciò che appartiene a una vera lotta a eliminazione diretta e il fascino di un duello tra piccoli e grandi. Con i suoi stessi fan che

soffiavano alle spalle, il piu' piccolo è cresciuto oltre se stesso, mentre il più grande cadde vittima della sua negligenza e della sua presunzione e dopo una drammatica svolta degli eventi si creò una sorpresa. Non volevano parlare di aspettative, perché non si prevedevano grandi differenze di prestazioni fin dall'inizio. Mentre lo Schalke in quel momento era penultimo in Bundesliga, l'Alemannia si presentava come una rispettabile seconda nella Regionalliga West. Al Tivoli in quei giorni si fantasticava su due sogni: la prima promozione in Bundesliga e la seconda finale di coppa dal 1953. Quest'ultimo cominciò ad avevrarsi il 17 aprile 1965, in un piovoso e cupo sabato di Pasqua. Dopo un'ora, lo Schalke, allenato da Fritz Langner, era in vantaggio per 3:1 al Tivoli, beneficiando anche del nervosismo iniziale dell'Aquisgrana, che ebbe espressione in un gran numero di passaggi sbagliati e interventi fuori tempo. L'assenza del difensore Branko Zebec, ex giocatore jugoslavo della Coppa del Mondo e prossimo allenatore campione di Germania (con Bayern Monaco e Hamburger SV), inizialmente si fece sentire. All'intervallo era 1:1 grazie a un gol ospite di Waldemar Gerhardt, che lo straordinario Christian Breuer pareggiò con un calcio di punizione imparabile dopo 28 minuti. L'intervallo ritempra un po' gli Alemanni. Poi lo Schalke però appena rientrati in campo, subito segnò due gol con Willi Koslowski (al 47esimo) e con il futuro giocatore dell'Aachen, Karl-Heinz Bechmann (53esimo). 1:3 dopo 60 minuti - "Qualsiasi buona squadra avrebbe dovuto avere un vantaggio di 3:1 contro una squadra di lega 


inferiore, non c'era da meravigliarsi", disse Langner. "Il fatto che non siamo riusciti a farlo dimostra che qualcosa non funzionava". Si era insinuato nella squdra di Gelsenkirchen il germe della disattenzione, della rilassatezza, della rassegnazione per una Bundesliga che si stava abbandonando e Langner aveva cercato invano di combattere questa situazione, recandosi in ritiro con la squadra ad Aachen già tre giorni prima. Ma forse i giocatori lo avevano anche sentito dire che: "due punti in Bundesliga valgono più di una vittoria ad Aquisgrana". Rimanere in Bundesliga era una priorità per lo Schalke, ma fu tanto più fatale il fatto che la partita di coppa poi sia stata prolungata. "Alemannia, quasi alle corde, si è rialzata all'inizio barcollante. Gli Aachener intuirono come lo Schalke aveva allentato la presa. E all'improvviso la tempesta in cielo si trasformò in uragano in campo", scrissero in seguito su Kicker. 

Franz-Josef Hals al 60' e Jupp Martinelli che continuò a giocare nonostante un infortunio alla gamba destra, al 66', portarono i ''Kartoffelkäfer'' in sei minuti in parità. Era tritornato l'agonismo e la tenacia tipica dei campionati Regionali. Si andò ai tempi supplementari. "I tempi supplementari diedero subito un'idea di chi avrebbe vinto questa partita. La squadra giallonera di Aquisgrana quasi si prosciugò le forze nel tentativo di non farsi sfuggire quell'occasione, contro uno Schalke stanco, esausto e ormai privo di energie. ''Il tempo stringeva per l'Aachen. Ma gli spettatori, talmente coinvolti non si erano neppure accorti di essere inzuppati di pioggia fin dentro le ossa'', si lesse su Kicker, il cui giornalista fu contagiato dal fascino di questa partita di coppa. Non aiutò lo Schalke, avere in campo Willi Schulz, il perno della difesa della Nazionale di Germania, perché "per appianare tutti gli errori in difesa, avresti avuto bisogno di piu' di un giocatore del grado di Schulz". Invece, avevano un portiere insicuro, Gyula Toth, su cui si concentrò in seguito la rabbia dei perdenti. Finalmente la gara arriva alla svolta finale. Breuer segnò ai supplementari (100').con un colpo di testa in tuffo su cross di Martinelli che porta i gialloneri sul 4:3 e fa esplodere lo stadio. Si creò un principio di invasione. Gli agenti di polizia dovettero fare cordone per limitare i fan festosi che entrarono in campo con gli ombrelli. Il Tivoli visse un grande momento. In 32.000, tranne i fedelissimi dello Schalke, festeggiarono l'ingresso per la finale dopo il fischio di chiusura. Dallo spogliatoio dello Schalke echeggiarono, rumori di mobili rovesciati, imprecazioni, insulti violenti e si udirono da fuori i giocatori che si incolpavano a vicenda. Günter Karnhof, dello Schalke, che aveva assisitito la partita da fuori in quanto infortunato, incolpò Toth: "Si potevano salvare due o tre gol. Non hai solo questa eliminazione sulla coscienza, ma anche la nostra posizione in classifica di Bundesliga.'' I perdenti quando sono in disgrazia, spesso diventano particolarmente cattivi. L'Alemannia festeggiava in campo e l'allenatore Oswald Pfau, cantò le lodi dei


 suoi giocatori e del cammino sorprendente in DFB Pokal: "David ha battuto Golia! Se tutte le partite di coppa andranno a buon fine, gli spettatori alzeranno presto la coppa. Penso che la partita sia stata estremamente promozionale per sentirci doverosi di ambire al trofeo." Ciò che ad alcuni dispiacque fu che il 4:3 in semifinale contro i Konigsblauen impedì un Revierderby in finale, perché l'arcirivale dello Schalke, il Borussia Dortmund, si qualificò anche esso. Ad Hannover, il 22 maggio 1965, fu un derby tra ''gialloneri''. Ma i sogni dei ''Kartoffelkäfer'' (le dorifore delle patate) si infransero contro una squadra di piu' grande spessore, che due anni dopo vincendo la Coppa delle Coppe sarebbe stata la prima squadra tedesca ad alzare un trofeo Internazionale. Dopo soli 20 minuti la gara potè dichiarasi conclusa per l'Aachen. Due gol di Aki Schmidt e Lothar Emmerich all'11' e 19' ridimensionarono le velleità di conquistare il primo dei due sogni della squadra Renana. L'Aachen quell'anno giungerà secondo in Regionalliga e nei playoff per la promozione non ebbe fortuna. Salirà però due anni dopo nella stagione 1966/67 e disputerà un torneo di assestamento. Nel 1968/69 giungerà secondo alle spalle del Bayern campione di Germania. Nella stagione 2003/04 raggiungerà la sua terza e ultima finale di DFB Pokal. Anche questa volta come esponente della Zweite Bundesliga. In finale incontrò il Werder Bremen da cui fu sconfitto a Berlino per 3:2, dopo aver eliminato sul suo percorso nientemeno che Bayern Monaco nei quarti e Borussia Moenchengladbach in semifinale. Attualmente (2021/22) da nove stagioni, disputa la Regionalliga West.

                  22 maggio 1965 - finale di Hannover. Borussia Dortmund - Alemannia Aachen 2:0

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