giovedì 10 febbraio 2022

657) LE BANDIERE - 2) DIETER EILTS - ''Il Gattuso di Germania.''


Dieter Eilts ebbe una reputazione piuttosto discutibile durante tutto il corso della sua carriera. Fu uno degli ultimi ''cacciatorpedinieri'' del calcio - Spietatatamente conteneva in se tutte le principali virtù di tenacia, agonismo e continuità tipiche del calcio tedesco. Eilts fu il Gennaro Gattuso di Germania. La storia del Campionato Europeo per Nazioni, fu plasmata nelle varie edizioni, da prestazioni ed episodi di germanica natura che passarono alla storia. Quando la Germania vinse il titolo Europeo, in Inghilterra nel 1996, un ruba-palle rustico e macinatore di chilometri del Werder Brema

soprannominato "Ostfriesen-Alemao" (l'Alemao, della Frisia dell'Est) portò queste virtù tedesche all'estremo. Non era lì perchè voleva vincere un premio di eleganza o di sopraffina tecnica: gli bastava diventare campione d'Europa. Un referendum in patria pose la domanda: ''Chi fu il giocatore tedesco di maggior valore all'Europeo del 1996?'' Serve un piccolo aiuto?: Se quel torneo del 96 fosse stato deciso con un magico tocco di tacco mozzafiato, o una brillante rovesciata alla Fischer, o un siluro scagliato da 30 metri, nessuno avrebbe avuto dubbi su chi additare..Bastava una frazione di secondo. L'immortalità è riservata ai fenomeni e agli acrobati, ai virtuosi e ai maghi del pallone, ai piedi magici e ai tiratori scelti - ma ai rustici mascalzoni alla Dieter Eilts, ai conquistatori di palle, ai cani da guardia e ai portatori d'acqua, è dedicata solo la frase di Goethe: "La gloria non è nulla senza l'azione'' La felina esplosività di Andy Köpke, o la regia di Matthias Sammer o l'ultimo miracoloso Oliver Bierhoff, subentrato e diventato il jokertor più famoso della Nationalmannschaft, sono ancora sulla bocca di tutti 20 anni dopo. Il portaborracce, uomo di fatica, Dieter Eilts, invece, può essere collocato in ogni raccolta di citazioni scomposte, grazie al suo spirito da frisone orientale, con perle come: "Se mia nonna fosse un autobus, potrebbe suonare il clacson" - ma non sarebbe citato sicuramente, nella galleria degli dei del calcio. Eilts aveva il compito di innervosire gli avevrsari..e ci riusciva alla grande. - Come abbiamo già detto, Eilts era un cacciatorpediniere. Svolse per tutta la carriera, con la maglia del Werder e della Mannschaft.... il lavoro sporco per 90 minuti come un eterno aspirapolvere davanti alla difesa. Accorciava gli spazi, tappava le buche, conquistava e smistava palloni su palloni, proponendo le giocate più sopraffine ai compagni più sofisticati, con una precisione millimetrica - e alla fine dell'Europeo 1996 dopo aver snervato gli avversari diretti, in ogni gara, si guadagnò il giudizio: "Non ci fu una partita in cui Eilts non uscì dal campo con un brutto voto. “Prima di Lui e da allora, raramente qualcuno si sacrificò per il popolo e la patria e  ora scrivendo questo omaggio a Eilts, sembra di fare un discorso commemorativo sulla tomba del milite ignoto. Poiché i ''rubapalloni'' della vecchia scuola sono morti, sono diventati vittime del progresso tattico e al loro posto ora ci sono i "sixer", che come strateghi dal profondo, determinano il ritmo del gioco, i mascalzoni laboriosi di una volta, sono stati sepolti nel cortile sul retro del cimitero degli eroi e se li riportiamo ancora in vita qui e ora, allora è per rispetto di Dieter Eilts. Fu il suo EM. Nessun altro fu così prezioso e condividiamo la corrente degli autoproclamati esperti, che ora, a distanza di anni, urlano clamore e sapienza e contrastando l'opinione, che volle tra gli eroi, Sammer e Kopke oltrechè un ''unto'' da Dio in persona, Oliver Bierhoff, con l'argomento che la sera dopo il 2:1 contro la Repubblica Ceca, nella finale di Wembley, a Piccadilly Circus, il "Breaking News" Video, fece scorrere su tutti i palazzi la nuda verità in lettere al neon: "Il giocatore più prezioso: - Dieter Eilts". Agli inglesi piaceva il Bremerer. Piaceva un sacco. Nonostante avesse reso la vita un inferno per loro e per il loro pitbull preferito Paul ("Gazza") Gascoigne in semifinale, ricordò loro, a modo suo, il momento più bello della loro storia calcistica di Albione: 


Wembley, 1966. In quella discutibile finale di Coppa del Mondo, anche gli inglesi avevano il loro Eilts - all'epoca si chiamava Nobby Stiles. Stili? I più anziani tra noi sono divisi su questa parola chiave, alcuni gemono di piacere, altri si voltano disgustati. Poiché quel nano velenoso inglese era quello che venne poi additato come un rompiossa, nello slogan del calciatore, in un tentativo di ridimensionamentoi, le sue azioni sono definite un po' più educatamente come segue: "Stiles era l'incaricato della neutralizzazione degli elementi creativi del gioco avversario". ''Nobby" prima del calcio d'inizio rimuoveva la dentiera e sguainava la sua seconda serie di denti, naturali, somigliando al famigerato Jack lo Squartatore che entrò nella storia, squartando, sventrando e massacrando le sue vittime nel vecchio stile londinese. Nobby, si assicurò lo scalpo del grande Eusebio nel 1966, mentre il francese Jacques Simon al suo duello contro il mostro sdentato sopravvisse, ma  gli archeologi avrebbero sicuramente potuto trovare frammenti di ossa o di cartilagini, quando il vecchio stadio di Wembley fu demolito alcuni anni fa. La regina apprezzò lo stile e in seguito gli conferì l'Ordine 

 

dell'Impero Britannico per il suo lavoro di ''spazzino'' senza compromessi, sulla frontiera difensiva. Quindi, esattamente 30 anni dopo, ecco Dieter Eilts - altrettanto tenace e senza paura. Ad altri piaceva questo spazzino onnipresente che, con la sua disponibilità a correre e contrastare, era instancabilmente all'inseguimento della palla e teneva sempre d'occhio il regista avversario per poterlo anche radere al suolo se fosse necessario. Buchwald si dice annullò Maradona nella finale della Coppa del Mondo 1990. Nella finale del Campionato del Mondo nel 1974, Berti Vogts si trasfigurò da puledro di Gladbach, a stallone, contro Johan Cruyff. Nelle semifinali della Coppa del Mondo nel 1986, Wolfgang Rolff prese le misure del ''Roi'' Michel Platini non consentendogli, ne la lucidità necessaria per il gioco, ne l'aria per respirare - e prima della finale della Coppa del Mondo nel 1990, il Kaiser, Franz Beckenbauer dovette solo brevemente indicare Diego Maradona, a Guido Buchwald. Il qualificato elettricista svevo, rispose prontamente e mise in secondo piano l'argentino. "Buchwald fu il giocatore più importante del torneo", affermò Beckenbauer in seguito. Tuttavia, il capitano Lothar Matthäus e Andy Brehme, il marcatore del golden goal, si cosparsero della gloria eterna nei secoli dei secoli.. Giustamente. Kopke fu amato per i rigori. Oliver Bierhoff per il suo la sua doppietta da "Golden Goal". E soprattutto ci fu naturalmente Matthias Sammer, che in seguito fu votato "Calciatore europeo dell'anno", come centro della difesa, burattinaio e capobanda. I legami interpersonali sono forse la migliore espressione di quelli che sono diventati campioni d'Europa sotto la guida della nazionale di Berti Vogts. Ma il coronamento du tutto fu Dieter Eilts. Non importava chi si fosse messo sulla sua strada, l'uomo di Brema era pronto all'inseguimento e se avesse tenuto un giornale di bordo per i suoi viaggi da un angolo all'altro del campo, come instancabile mangiatore di chilometri, sarebbe stato nel Guinness dei primati per tutta l'eternità. In ogni caso, in quell'edizione migliorò partita dopo partita e alla fine fu incluso inevitabilmente nell'All Star Team del Campionato Europeo. Basandosi sull'allora famoso re del centrocampo, il brasiliano Alemao, Eilts si guadagnò il soprannome di "Ostfriesen-Alemao", altri lo chiamarono "Lord Eilts" - in Italia alla fine della carriera fu accomunato a Gattuso. Dopo la finale un giornale di Londra ne riconobbe le capacità combattive e agonistiche con la frase: "La Germania anche nell'ora della sua piu' recente grande vittoria, deve al cacciatorpediniere più forte nella storia del calcio tedesco, il merito per un lavoro continuo e invisibile a molti.'' Dieter Eilts controbattè: ''Non ero qui per vincere un premio di bellezza, mi bastava diventare Campione d'Europa''. In pratica 


abbiamo iniziato dalla fine. Dal trofeo piu' importante di questo personaggio. Si definiscono le ''anime'', i ''portaborracce'', gli ''sgobboni'', i ''diecipolmoni'' della squadra. Spesso il loro lavoro e' talmente invisibile che passano la carriera nelle formazioni storiche, snocciolate a memoria nei bar, senza che nessuno si chieda mai...chi fossero. Sono i Tagnin..I Colombo...i Bonini...i Furino..Quelli Italiani, per intenderci. I mediani alla Oriali come cantava qualcuno. Ma vediamo come nacque tutto ciò. Il nome Otto Rehhagel è sinonimo di qualità nel calcio tedesco. Rehhagel è uno degli allenatori di calcio tedeschi di maggior successo ed è diventato campione d'Europa con la Grecia nel 2004. Molti dei suoi ex giocatori sono. o sono stati allenatori e manager di successo. I Rudi Völler, Klaus Allofs, Thomas Schaaf, Benno Möhlmann e Wynton Rufer rientrano tutti in questo gruppo. E anche lo stesso Dieter Elts rientra in questa serie. Sono andati tutti per la loro strada in modi molto diversi e in precedenza hanno lavorato con successo nel calcio tedesco e internazionale. Otto Rehhagel fu colui che chiamò Dieter Eilts, "East Friesian Alemao". Con ciò, Rehhagel osò paragonare il biondo mediano all'ex nazionale brasiliano Alemao. Eilts di rimando disse su Rehhagel: "Non riesco a ricordare e immaginare un allenatore migliore!" Dieter Eilts è nato il 13 dicembre 1964 a Upgant-Schott nella Frisia Orientale e ha un fratello. Una volta un cronista scrisse questo facendo un ritratto di Eilts: "Upgant-Schott è un villaggio di fronte a Norddeich, dove i campi di colza fioriscono in estate e i pochi cittadini si salutano a qualsiasi ora del giorno con il tipico saluto, "Moin, moin" - se proprio dicono qualcosa.... "Eilts è sposato con sua moglie Heike e ha due figlie di nome Jule e Nele. Dieter Eilts ha giocato solo per due club in tutta la sua vita calcistica. Uno solo in Bundesliga. Iniziò con un club della lega distrettuale, l'SV Hage e giocò qui, sotto il suo mentore Hans Knieper fino all'età di 19 anni come attaccante. Un conoscitore della scena calcistica locale racconta di questo club: "Nella piazza principale di Hage vicino a Norden, nei giorni in cui soffia una brezza forte dal Mare del Nord, una squadra gioca contro e l'altra a favore di vento". Come giocatore dell'SV Werder Bremen, Dieter Eilts divenne prima dilettante a contratto per tre anni. Dopo, nel 1987, divenne finalmente un calciatore professionista. Quei 16 anni di vita calcistica, diventarono alla fine, sinonimo di concretezza, affidabilità e fedeltà al club. Dopo che Eilts fu convocato in nazionale per la prima volta nella vittoria per 4:0 contro la Svizzera nel dicembre 1990, esordì in nazionale solo tre anni dopo, nel dicembre 1993, all'età avanzata se vogliamo di 29 anni, nella vittoria per 3:0 contro gli USA a San Francisco. Per inciso, nel dicembre 1990 era in una squadra con l'allenatore dei portieri dell'Hansa, Perry Brautigam, alla partita per certificare l'unificazione a 


Stoccarda. Sotto Otto Rehhagel, Dieter Eilts ha vinto la Coppa delle Coppe nel 1992 con il Werder Brema. Eilts come detto sopra, è diventato campione d'Europa in Inghilterra nel 1996 sotto Berti Vogts. Qui ha giocato in squadra con Matthias Sammer e Oliver Bierhoff. Eilts per l'occasione mantenne la testa di Sammer libera da preoccupazioni di sorta, guardandogli la schiena senza tregua. In più di un giornale specializzato, fu definito un "portatore d'acqua" votato, responsabilmente al lavoro sporco e alla quantità più che alla qualità. Uno insomma che è più una comparsa che non un attore principale, ma senza il quale la performance non sarebbe possibile". Dieter Eilts è stato con i Biancoverdi di Brema fino al 2002 e ha giocato 390 partite di Bundesliga (7 gol) e 31 partite internazionali. All'età di 36 anni, Eilts si ritirò definitivamente da professionista e pose fine alla sua carriera. “Li vedo ormai i miei limiti e li vedo in modo molto realistico. Dopo quasi due decenni, mi comincia a mancare l'agilità e la vivacità", disse Eilts, che nel Palmares è stato due volte campione di Germania con il Brema, tre volte vincitore della DFB Pokal e di una Coppa delle Coppe nel 1992. Eilts era uno famoso per la sua calma,

 

la sua impassibilità, uno che si concedeva persino una sigaretta prima del calcio d'inizio. L'rrequietezza, l'eccitazione, l'emozione, questo figlio di un fornaio, non sapeva nulla di tutto ciò: "L'unica volta in cui fui un pò nervoso, lo ammetto, fu la finale di Coppa delle Coppe a Lisbona, fu davvero qualcosa di molto speciale", ricorda Eilts dopo quasi 30 anni. "Un critico una volta scrisse a proposito di Lui,"Il lavoro onesto e senza fronzoli è una specifica caratteristica che il calciatore Eilts ha fatto col tempo, della sua carriera. ''Il suo modo di giocare è un lampante esempio della fase evolutiva, dal classico pre-stopper al moderno centrale difensivo..''Dieter Eilts ha fatto sempre il suo compito, ha guadagnato obiettivi e titoli per la sua squadra, senza chiacchiere e infine tornava a casa sempre zitto zitto trincerato nel suo anonimo e oscuro lavoro.". L'ex presidente della DFB, Gerhard Mayer-Vorfelder annunciò che Eilts avrebbe allenato la nazionale tedesca U19 dal 1 luglio 2003. Dal 6 agosto 2004 fu l'allenatore della nazionale U21. Con questa squadra, Eilts si qualificò nel 2008 per il Campionato Europeo Under 21. Il suo contratto in realtà durò poi fino all'estate del 2009. Dopo l'eliminazione dal Campionato Europeo, la DFB si separatò da lui. Negli ultimi anni, Dieter Eilts allenò per primo molti dei giocatori della nazionale di oggi. Nella sua qualità di allenatore delle giovanili, Dieter Eilts ha anche lanciato un tale Toni Kroos. Lasciato l'incarico per la DFB Dieter Eilts e' stato per pochi mesi tra il 2008 e il 2009, trainer a Rostock. Nel 2009, Eilts fu nominato allenatore delle giovanili del VfL Oldenburg. Nel gennaio 2011 ha ottenuto un nuovo ruolo come coordinatore giovanile nel club. Il 27 gennaio 2012, Dieter Eilts ha ottenuto l'incarico di Direttore dell'Accademia di scuola calcio, presso la società a cui ha dedicato l'intera carriera professionistica, l'SV Werder Bremen.

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