martedì 16 novembre 2021

558) 1964 - RAMIRO BLACUT, CHE FU L'IGNOTO PRIMO SUDAMERICANO, A VESTIRE LA MAGLIA DEL BAYERN MONACO.

 

Questa è la storia di un pioniere di nome Ramiro Blacut, una leggenda nascosta e dimenticata dal febbrile scorrere del tempo. È la storia quasi sconosciuta di un giocatore Boliviano che ha giocato al fianco di Franz Beckenbauer e Gerd Müller negli anni Sessanta, diventando il primo latinoamericano a vestire la maglia rossa dell'FC Bayern München. Alla domanda sulle grandi stelle latine del Bayern Monaco, in pochi secondi saltano alla mente nomi come Adolfo “el Tren” Valencia, Giovane Elber, Roque Santa Cruz, Claudio Pizarro o Martín Demichelis. Ma la storia è diversa, o almeno...un po' strana. Scavare negli ultimi decenni del fussball, tornare ai primi giorni della Bundesliga negli anni

Sessanta, ci permette di trovare un precursore latino che, senza pubblicità o grossi contratti, è arrivato, per contribuire a far decollare il Club più vincente di sempre del campionato tedesco. Blacut non fu solo un pioniere, ma fu anche un membro della squadra che nel 1965 fu promossa in Bundesliga. La carriera sportiva di Ramiro Blacut non è nata calciando un pallone durante gli intervalli, nel cortile della scuola Domingo Savio, ma è iniziata sui pattini a rotelle e giocando a hockey. La storia contempla un prete del suo istituto, un amante del calcio e tra l'altro, con un ottimo occhio, che lo convinse a unirsi alla squadra della scuola. Due anni dopo, e a soli 14 anni, il club Bolívar di La Paz ha iscritto questo giovane adolescente nei quadri della societa'. "Una mattina di febbraio 1959 ho ricevuto una notizia inaspettata" "L'allenatore senior mi ha detto che mi avrebbe fatto giocare, come primo attaccante", ricorda Blacut. L'annuncio arrivo' come una sorpresa. 

"Era un martedì e gia' Giovedì , c'era la partita. Era la grande occasione che aspettavo, avevo 15 anni, non avevo paura di niente e sapevo che avrei giocato", ricorda il giocatore Boliviano. Ma le sorprese sarebbero continuate, visto che, nel 1961, al compire dei 17 anni, fu incluso, come riserva temporanea, per il tour Europeo organizzato dalla squadra di La Paz..Il club Boliviano aveva programmato di visitare un totale di 12 paesi del vecchio continente e giocare non meno di 27 partite in tre mesi. In quella tournée Internazionale che fu una delle prime assolute,  ad essere vissuta da un club del paese dell'Altiplano Andino,  Blacut poté visitare gli stadi della Germania in giovane età e secondo le cronache dell'epoca, il club Boliviano affrontò l'Hertha Berlino e l'Hamburger SV. Al suo ritorno Ramiro Blacut fu convocato con la rapresentativa Boliviana, quella che vinse la storica finale nel 1963 in un'elettrizzante scontro contro il Brasile e si concluse per 5-4 in favore dei locali, con Blacut, a 19 anni, come una delle giovani figure a distinguersi. . Dopo il  clamore suscitato nella Coppa  Sudamericana, Blacut fece quasi subito le valigie per la Germania, ma con l'idea principale di studiare. La sua prima destinazione fu la città di Karlsruhe che aveva la sua squadra, il Karlsruher SC, tra i 16 club della neonata Bundesliga. Tra studi e calcio, il giovane giocatore Boliviano (dopo aver ricevuto un invito dall'ambasciata del suo Paese in Germania) tenne un test presso il club cittadino con buoni risultati, tuttavia non fu possibile iscriverlo tra i tesserati fino al l'anno seguente. In quell'intervallo di tempo, tra l'autunno e l'inverno, la giovane promessa Sudamericana fu invitata a visitare gli impianti del Bayern Monaco, club che, a differenza di oggi, all'epoca disponeva di impianti sportivi  sinceramente un po' scarsi. Blacut desta ottime sensazioni durante un provino improvvisato e il tecnico Cajkovski decide di tesserarlo. Ad agevolare la pratica, stavolta, c’è il fatto che il Boliviano, nei mesi di attesa precedenti, era riuscito a entrare nella vicina facoltà di ingegneria. Inoltre, come da protocollo per tutti i calciatori locali, anche a Ramiro viene dato un lavoro, come manovale. Erano i tempi in cui giovani tedeschi come Franz Beckenbauer o Gerd Müller si allenavano molto duramente, in alcuni campi da baseball delle vecchie basi Nordamericane della Baviera, con l'obiettivo di raggiungere la prima squadra e aspirare alla Bundesliga. "Stavo studiando ingegneria in un'altra città. Qualcuno a Monaco ha avvertito che c'era un campione Sudamericano (Bolivia, 1963) in una città vicina. Quindi mi hanno messo alla prova e mi hanno preso", ha chiarito oggi l'ex nazionale Boliviano. Tuttavia, la stampa del suo paese racconta che Ramiro Blacut torno' inizialmente al Karlsruher SC (che giocava gia' in Bundesliga), scartando l'opzione dei Rossi Bavaresi che militavano solamente nella Regionalliga Sud. “Il Bayern Monaco insistette e torno' alla carica, tramite un connazionale di Blacut che era anche egli sotto provino. Avrebbe potuto sostenere il provino da solo, ma per fare un favore all'amico accetta. Alla fine l'amico non rimarra'. Fu scartato dal Bayern. Ma la squadra di  Monaco convince Ramiro mettendolo al corrente dei progetti e del piano di salire in Bundesliga il prima possibile. Nel frattempo convince il Boliviano a giocare in Seconda Divisione. Una volta installatosi in terra Bavarese e con l'illusione di fare la storia, ma ora con la maglia rossa del Bayern, Ramiro Blacut inizia a lavorare con il gruppo e con quelli che poi diventeranno gli idoli del club come il portiere Sepp Maier, Franz Beckenbauer o l'eterno capocannoniere Gerd Müller. Quel periodo fu però particolarmente duro per i calciatori, che dovettero conciliare, in molti casi, allenamenti e partite con il lavoro, non essendo definiti come 

professionisti. Ad esempio, Sepp Maier era un fabbro e Gerd Müller lavorava in un negozio di mobili in città. Oggi ciò può sembrare insolito o degno di gustosi aneddoti da ricordi di Calcio Internazionale, ma invece era una realtà. Blacut stesso precisa: “Alcuni hanno studiato e suonato, come Franz Beckenbauer e me. Altri avevano un altro lavoro, oltre al calcio ", rivela il precursore latino del Bayern. Sebbene l'impegno e la passione per il pallone - e ovviamente la voglia dei Bavaresi di essere promossi in Bundesliga - si dovessero conciliare con il lavoro o con gli studi, nel calcio tedesco c'era già da allora un concetto chiave: la disciplina e la professionalità. "Era un altro ambiente. Molto disciplinato, nonostante le distanze con quello che è oggi il Bayern" e dettaglia un esempio del mitico portiere Sepp Maier: "Arrivava sempre prima del suo lavoro, per iniziare ad allenarsi. Aveva ben interiorizzato il concetto di professionalità e disciplina. " Nel 1963 il calcio Tedesco prese una decisione fondamentale: i sei campionati Regionali furono fusi in un'unica competizione e venne introdotto il professionismo. Questo statuto diede il via alla Bundesliga con i 16 club selezionati più competitivi del calcio tedesco. Sebbene oggi attiri con forza l'attenzione, il Bayern Monaco non fu contemplato in quel gruppo selezionato e dovette accontentarsi di giocare in Seconda divisione. Con l'unico obiettivo di essere promosso in prima Lega, il boliviano Ramiro Blacut indosso' per la prima volta le scarpette da fussball, per difendere i colori dei Bavaresi.  Dopo una dura preparazione, il Bayern Monaco, guidato in difesa da Kaiser Beckenbauer, Blacut sulla fascia destra e Gerd Müller in attacco, iniziarono a mettere in mostra le proprie capacità e conquistare le prime vittorie del torneo. Il giovane cursore Boliviano, secondo i record del club, gioco' un totale di 19 partite che aiutarono i Bavaresi  a salire nell'élite del calcio tedesco.

Quel momento fu vissuto in prima persona da Ramiro Blacut nel pomeriggio del 26 giugno 1965, nell'Olympiastadion della capitale Tedesca, quando batterono senza pietà il Tennis Borussia Berlino per 8-0. Quel pomeriggio il boliviano Blacut ha sicuramente scritto una pagina trascendentale nella storia del club: non fu solo il primo Latinoamericano a giocare per il Bayern München, ma il primo a gridare il grido di  ''Campioni''. Dopo aver contribuito con buone prestazioni alla promozione del Bayern, Ramiro Blacut figura anche nella rosa della stagione 65-66. Il ragazzo ha fiducia e avverte la stima dello staff e dei compagni ma già dal ritiro qualcosa va storto. Il Boliviano, infatti, subisce un brutto infortunio che lo tiene ai box per un lungo periodo. Durante la sua assenza, il Bayern Monaco trova la giusta quadra e ottiene ottimi risultati, proponendosi nelle zone alte della classifica nonostante sia una neopromossa. Al ritorno, per Blacut non c’è più spazio. L’attaccante fatica a ritrovare la migliore condizione e, catapultato in un campionato estremamente fisico come la Bundesliga, non riesce davvero a imporsi. Cajkovski, che l’anno prima ne aveva sfruttato alle perfezione le doti, lo mette ai margini del progetto. Il giovane 21enne non totalizza neanche una presenza e così, ad inizio 1966 decide di fare ritorno in patria.
Dopo quell'episodio e a soli 21 anni, Ramiro Blacut tornò in patria nel 1966 per difendere nuovamente i colori del Bolívar e mostrare l'enorme esperienza vissuta in Germania. Tuttavia, decenni dopo quella decisione, l'ex giocatore del Bayern si rammarica di non essere rimasto più anni a giocare in Bundesliga. "Mi chiedo sempre il motivo che mi spinse a non rimanere  più a lungo", poiché come lui stesso ha precisato: "Il calcio tedesco, anche se in quel periodo a livello internazionale era più modesto, era già all'avanguardia sotto molti aspetti". Ma la vita porta sempre una seconda possibilità. Nel 1974, già in pensione, prese le valigie. Volò in Germania e si stabilì a Monaco per indottrinarsi come allenatore sotto gli auspici del club di Monaco. Lì ebbe un maestro di lusso, il tedesco Dettmar Cramer, che in quella stessa stagione vinse la Coppa dei Campioni e l'anno successivo la Coppa Intercontinentale. Il Boliviano Blacut bevve da quella fonte di sapienza, ma la sua ambizione e il suo sogno non bastarono per andare oltre. Per questo motivo decise di recarsi nel nord della Germania, precisamente a Colonia, dove si è diplomato come allenatore presso la Deutsche Sporthochschule, di Hennes Weissweiler, una delle principali scuole di formazione sportiva del Paese. Quell'esperienza al Bayern e la sua successiva specializzazione sono state la base per il suo salto come DT nei principali club in Bolivia, Ecuador e per essere stato nominato direttore tecnico della Nazionale Boliviana in tre diverse occasioni. È passato più di mezzo secolo da quella storica promozione in Bundesliga che vide tra i protagonisti il Boliviano Ramiro Blacut, ala destra abile e veloce che arrivo' in silenzio, ma con il desiderio che un pioniere incarna sempre, dopo aver attraversato un Oceano in cerca di gloria. Pertanto, alla domanda su chi fu il primo Sudamericano ad indossare e a trionfare con la maglia rossa del Bayern, ora che lo sapete, non dimenticate la risposta: fu il Boliviano Ramiro Blacut.


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