sabato 6 novembre 2021

533) 1973 - CONNY TORSTENSSON - Il ragazzo con le scarpe rosse

 

Gli anni '70 sono stati davvero un periodo straordinario per il Bayern. All'epoca la squadra lottava regolarmente per il campionato tedesco, e solo il Borussia Mönchengladbach (e l'1. FC Köln nella stagione 77/78) gli si opponeva con lo stesso livello di qualita'. Ancora più impressionante, la squadra vinse per tre volte di fila la Coppa dei Campioni, tra il 1974 e il 1976. Tuttavia, questa corsa impressionante fu quasi resa impossibile da uno sconosciuto Svedese che indossava delle curiose scarpe rosse nel primo turno della Coppa dei Campioni 1973/74. All'epoca il Bayern era stato sorteggiato contro una squadra Svedese poco conosciuta di nome Åtvidabergs FF.

Attualmente Åtvidaberg può vantare una popolazione di circa 7.000 persone, il che spiega perché i capi della Säbener Strasse non erano necessariamente troppo preoccupati per l'avversario che stavano affrontando. L'andata tutto sommato ando' secondo i piani, con il Bayern che vinse ''comodamente'' 3-1. Invece il 3 ottobre, nel Kopparvallen mai così pieno (polverizzati più di novemila biglietti), lo squadrone di Maier, Beckenbauer, Breitner, Hoeness e Müller precipitò in uno psicodramma. Dopo appena 12 minuti l'Åtvidaberg aveva già ribaltato l'inerzia, portandosi sul 2-0 che gli sarebbe valso una clamorosa qualificazione: merito della 24enne mezzala Conny Torstensson, professione programmatore meccanico, che incornò una bella palla scodellata da Nils Nilsson, e del veterano Veine Wallinder, che convertì a dovere un traversone di Olsson nella completa ignavia dei centrali ospiti. Il Bayern, sballottato e incredulo, orfano anche del guerriero Breitner sostituito per infortunio dopo il secondo gol, irretito dalla bolgia e dal campo stretto, non si raccapezzava: si narra che nell'intervallo il presidente Neudecker, raggelato da quanto stava vedendo, scese negli spogliatoi e per scuotere la truppa raddoppiò il premio qualificazione. Alla ripresa le cose non migliorarono: anzi, il Bayern buscò pure il terzo, una sassata mancina da lontanissimo ancora di Torstensson - imprendibile, di gran lunga il migliore in campo - che Maier lesse male. Mancavano 17 minuti, il destino pareva compiuto e lo stadio non stava nella pelle. Ma, come molti tifosi della Bundesliga sanno del Bayern, i Rossi tendono a tornare in gara quando conta di più. Solo sei minuti dopo, Uli Hoeness segna assicurando ai bavaresi i tempi supplementari. Quegli ultimi 30 minuti della partita non hanno prodotto più gol, il che significa che il Bayern si accinse ad affrontare il primo esito ai calci di rigore in assoluto, in una competizione Europea. Sepp Maier nonostante la carriera e la fama, non e' stato mai molto rinomato nel parare i rigori, ma contro gli svedesi riusci' a pararne uno e un altro penalty ci pensarono gli stessi Svedesi a sbagliarlo.. Alla fine il Bayern raggiunse la qualificazione per il rotto della cuffia contro un gruppo di svedesi dilettanti di un piccolo villaggio.

Dopo la partita il presidente del Bayern Wilhelm Neudecker tiro' un pesante sospiro di sollievo. E in seguito, secondo i roumors, si rivolse al business manager Robert Schwan, dicendo: "Voglio il ragazzo con le scarpe rosse." ma nella concitazione aveva visto male: citava Almqvist, mentre per fortuna l'allenatore Lattek e il direttore generale Schwan si segnarono il giocatore giusto, che non portava calzature sgargianti. Nel mercato di riparazione del 1973 dunque il Bayern prese il 24enne Torstensson, dandogli la maglia numero 7 e il posto di ala destra nel tridente delle meraviglie con Uli Hoeness e Gerd Müller, silurando Gersdorff che fu restituito al Braunschweig, da dove era appena arrivato. Fu l'acquisto dell'anno: i tifosi lo adorarono da subito e lo soprannominarono "Mr. Europa", poiché l'ex programmatore della Facit risultò determinante nel triennio d'oro dei bavaresi nelle coppe, con gol e assist pesantissimi. Passò in particolare alla storia vincendo praticamente da solo la semifinale 1974 con gli ungheresi dell'Ujpest. Col Bayern conquistò tutto, poi andò allo Zurigo e infine chiuse cerchio e carriera nel club che lo aveva lanciato. Conny Torstensson, 24 anni, che mai, nemmeno avesse vissuto un milione di anni avrebbe sognato di diventare un calciatore professionista. a proposito dei suoi umili inizi in Svezia, dirà in seguito: “Nel 1968 fui reclutato per unirmi agli Åtvidabergs FF. La squadra era appena stata promossa all'Allsvenskan (ndr: la massima lega Svedese). Sono diventato un giocatore della prima squadra nel 1972 e tre mesi dopo ho giocato una partita di qualificazione per la nazionale contro Malta prima di partecipare alla Coppa del Mondo 1974. Ad Åtvidaberg la maggior parte dei giocatori aveva un lavoro oltre al calcio, ma ci siamo allenati sempre regolarmente e duramente. Dopo il lavoro si andava direttamente al campo di allenamento”. La firma di Torstensson fu un po' complicata come scopri' in seguito. Lo svedese avrebbe poi raccontato la storia di come il Bayern è riuscito ad acquistarlo: “Allora non c'erano agenti, a parte un ristoratore Ungherese che lavorava un po' come consulente di calciatori. Il Bayern lo chiamò e lui a sua volta chiamò Benno Magnusson (uno dei compagni di squadra di Torstensson) che venne a bussare alla mia porta durante una trasferta a Malmö. Qualche giorno dopo ci siamo incontrati e ho firmato un contratto su un taccuino con fogli a quadretti...». Dopo essersi unito al Bayern, Torstensson ebbe difficoltà a inserirsi stabilmente nel tempo di gioco in modo regolare. Nelle sue quattro stagioni al club Torstensson fu spesso messo in panchina, guardando i fuoriclasse del Bayern brillare in Bundesliga. Alla fine della sua carriera al Bayern, Torstensson scese in campo in Bundesliga, per un totale di 81 volte, segnando 11 gol e fornendo solo 3 assist. Tuttavia, nonostante l'impiego di gioco irregolare, Torstensson è ancora ricordato con affetto a Monaco a tutt'oggi. La ragione potrebbe essere il fatto che lo Svedese si è rivelato un giocatore eccezionale ogni volta che la squadra giocava in Coppa dei Campioni. Dopo l'eliminazione dell'Åtvidabergs FF, Torstensson segno' altri quattro gol nella stessa stagione di Coppa dei Campioni per il Bayern, tra cui l'importante gol in trasferta contro l'Ujpest in semifinale, che diede ai Bavaresi il vantaggio prima del ritorno. La stagione successiva Torstensson ha segnato un solo gol nella stessa competizione, ma ha brillato nella finale del Bayern contro il Leeds, fornendo l'assist per l'importantissimo 1-0 di Franz Roth nella vittoria per 2-0 contro gli Inglesi. Nella sua ultima stagione al club, lo Svedese realizzo' ancora una volta gol pesanti in Coppa dei Campioni per la squadra Bacvarese. Ben 5 gol e 3 assist in 9 partite hanno fatto sì che Torstensson giocasse un ruolo fondamentale nel Bayern che si assicuro' la sua terza Coppa dei Campioni di fila. In questi giorni Torstensson vive isolato nei boschi in Svezia insieme a sua moglie Anette. Ma, ricorda ancora il suo tempo a Monaco piuttosto affettuosamente: “Se chiedi a Monaco chi è ''Mr. Europa'', loro sanno chi è. Al Bayern ero un vero e proprio portatore d'acqua per i giocatori in campo. Ho corso molto e ho lavorato sodo. Questo mi stava bene". Ma, nonostante sia un portatore d'acqua in campo, Torstensson ha realizzato qualcosa che i più grandi giocatori svedesi delle ultime due generazioni potevano solo sognare. “Ho di gran lunga la migliore media gol di tutti i giocatori svedesi con più di 20 sfide in Coppa dei Campioni, come ad esempio Kim Källström o Fredrik Ljungberg. Zlatan Ibrahimovic ha segnato moltissimo....Vero. Ma Io ho vinto quel trofeo tre volte, mentre Zlatan non lo ha mai vinto. In questo senso...in Europa, ho avuto più successo di Zlata. 

 Conny Torstensson contro Uli Hoeness - Atvidaberg - Bayern Munchen 3:1


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