giovedì 11 novembre 2021

546) 2011 - HANSA ROSTOCK - ST PAULI.- Il Derby della paura.

 

Un agente di polizia ogni venti cittadini, più altri che manovrano i cannoni ad acqua. Una folla di molte migliaia di persone è coinvolta in gravi disordini violenti, a dispetto di tutti gli sforzi delle autorità per mantenere la pace. I giornali avevano predetto eventi terribili con un giorno di anticipo, riportando disperatamente esiti ancora peggiori il giorno dopo. Questa non è la cronaca dell'ultima manifestazione in piazza Tahrir, né una rivendicazione politica a Tripoli. Questa è una partita di calcio della seconda divisione tedesca, ad appena un'ora di volo da Londra. Questo è Hansa Rostock - St Pauli...il “derby della paura”.  La partita più al vetriolo e piena di odio della Germania intera. Hansa Rostock contro St Pauli. I giornali che hanno preannunciato la pericolosita' di questo incontro, il 19 novembre 2011,

hanno ricordato l'enfasi e la cronaca di molte partite della stampa inglese al culmine del teppismo Hooligan degli anni '70. "Ma sono tre le domande che spontaneamente suscita il derby della paura", "Come fara' la polizia a mantenere l'ordine?" "Il St Pauli ospite..e' pronto ad affrontare l'inferno?", "Che fine ha fatto il calcio?" Nessuno nella stampa tedesca nutriva alcuna speranza che il gioco potesse svolgersi pacificamente. L'unici dubbi erano sull'entità dei disordini, l'entità dei danni e l'incolumita' delle persone.  Rostock è una piccola città collegata alla costa Baltica della Germania dal fiume freddo e agitato Warnow. Occupava una posizione commerciale chiave nel periodo di massimo splendore della

 Lega Anseatica, o Hansa, da cui, oggi, prende il nome la squadra di calcio. È un luogo freddo e ventoso, opportunamente gemellato con pari citta' del calibro di Göteborg, Bergen e Dunkerque. Ha una graziosa piazza del mercato in cui, nelle rare giornate di sole, si può sorseggiare una Rostocker Dunkel e osservare la gente. Soprattutto e' anche un fiorente centro di Neonazismo. Questo potrebbe sembrare strano per una città così tradizionalmente rivolta all'esterno, abituata a un'economia mercantile dipendente dal commercio e ai contatti con gli altri. Le radici della politica di estrema destra di una considerevole minoranza a Rostock, possono essere ricondotte alla caduta dello stato della Germania orientale, la DDR. Nell'ex Germania dell'Est, Rostock godeva di una posizione privilegiata. Divenne il porto chiave dello stato, visto come punto di contatto con il resto d'Europa, e fu fortemente industrializzato. I fondi statali furono spostati quindi a Nord, per ricostruire il centro storico, che aveva subito gravi danni durante la guerra. La grazia e il favoritismo del governo della DDR si estendevano anche alla squadra di calcio della città. Nel 1954 fu deciso che il principale porto della Nazione aveva bisogno di una squadra di calcio competitiva, un qualcosa che ''semplicemente'' non possedeva. Piuttosto che tentare di costruirne una in loco partendo da zero con risorse relativamente scarse, il governo ha deciso di spedirne una, prelevandola da qualche altra parte. Il club sfortunato fu l'Empor Lauter, della Bassa Sassonia. Nella regione esistevano molti club adeguati all'esigenza, quindi la rivoluzione di uno non sarebbe stato un grande colpo. L'intero staff del Lauter si trasferì in massa a Rostock nella stagione 1954/55. Nel 1965, il club è diventato una delle undici squadre designate dalle autorità sportive come "focus club", destinato cioe' a fornire un nucleo sportivo di eccellenza e promuovere una forte identita' Nazionale. La squadra in realta' non ha mai veramente eccelso, le sue risorse deviate non hanno mai eguagliato del tutto quelle delle gemelle Dynamo... Dresda e Berlino. 

Forse il contesto sportivo migliore di Rostock si è sviluppato proprio mentre stava cadendo il muro di Berlino. Sono stati campioni nazionali per la prima volta proprio nell'ultima stagione del calcio della Germania dell'Est e hanno anche vinto l'ultima edizione della coppa della  DDR. Questo successo ha permesso loro di unirsi al Dresda come rappresentanti della Germania dell'Est nella Bundesliga appena riunificata. Lasciati alla deriva nell'economia di mercato della Germania unita, tuttavia, sia il club che la città iniziarono ad annaspare. Rostock era ormai solo uno dei tanti porti in Germania e le sue strutture un tempo scintillanti ora sembravano obsolete rispetto ai suoi rivali Occidentali. Gli investimenti sono diventati scarsi, la disoccupazione ha cominciato ad aumentare. La squadra è stata immediatamente retrocessa in seconda divisione. La gente a Rostock ha cominciato a cercare un capro espiatorio. Fu in questo contesto che ebbero luogo le famigerate rivolte dell'agosto 1992. Per alcuni giorni, giovani di destra hanno attaccato alcuni centri che ospitavano immigrati dal Vietnam e dalla Romania. I problemi sono stati esacerbati da una stampa locale xenofoba che incitava i rivoltosi e da una risposta spesso accondiscendente della polizia. Si calcola che tra i tre e i cinquemila cittadini siano scesi in piazza per sostenere e dar man forte ai rivoltosi e resta un miracolo che, tra molotov e mazze da baseball, non sia rimasto ucciso nessuno. In tutto questo bailamme politico sociale è entrato il St Pauli che incrocio' proprio in quegli anni per la prima volta il Rostock in Zweite Bundesliga. Fu il 13 marzo 1993. La loro etica antifascista e di sinistra è precipitata come un pallone di piombo nel vortice di Rostock. Scontri violenti di odio inaudito hanno sempre caratterizato gli incontri, in seguito a questo primo contatto tra le due fazioni e da allora sono continuati. Ma l'edizione che sfocio' in un vero e prorio tumulto e' quella del  novembre 2011 di cui sopra.  

All'arrivo a Rostock, ai fans dei pirati si sono materializzate le preoccupazioni più immediate. Un muro di polizia li ha radunati da una stazione all'altra, mentre i fans di entrambi i club si lanciavano a vicenda i detriti di ogni genere su cui riuscivano a mettere le mani. Gli ultras di St Pauli hanno preso d'assalto i cancelli dei biglietti. All'interno dello stadio tutto esaurito, l'aria frizzava di odio. Le banane sono piovute sul portiere del St Pauli Philipp Tschauner. Un uomo di mezza età ha appeso a una canna da pesca una maglia del St Pauli imbevuta di benzina e l'ha data alle fiamme. Peggio è stato  quando il St Pauli, messo meglio in campo, e' andato in vantaggio. 

 

Razzi sono stati sparati dalle tribune dei fan del Rostock direttamente sui sostenitori del St Pauli, nell'angolo nord-occidentale del terreno. Le fiamme accese, rosse, verdi e bianche, sono volate indiscriminatamente sui tifosi stipati, che si sono tuffati a terra per ripararsi mentre gran parte del pubblico di casa esultava. Sorprendentemente, nessuno è rimasto gravemente ferito. I disordini dopo la partita hanno lasciato dieci persone ferite, tra cui otto agenti di polizia. Le scene hanno portato una condanna diffusa, anche se accompagnata da un'alzata di spalle di rassegnazione e di inevitabilità. Questo è il derby della paura, dopotutto. "Potresti fargli pagare una multa di dieci milioni di euro", si è lamentato l'allenatore dell'Hansa, Peter Vollman. “Non cambierebbe nulla. È un clima senza speranza". L'allenatore del St Pauli Andre Schubert era evidentemente scioccato: "Non ho mai visto così tanto odio negli occhi delle persone". Seguiranno recriminazioni, multe, divieti di frequenza allo stadio, punizioni draconiane per tutti i soggetti coinvolti. Ma quando le fazioni rinnoveranno i contatti a campi invertiti, ad Amburgo ad aprile, gli stessi problemi si ripresenteranno ancora una volta. Questo, sopra tutti gli altri, è il derby che definisce il divario politico tra la Germania dell'Est e quella dell'Ovest e le autorità di una delle nazioni più importanti d'Europa sembrano impotenti a fermare il caos.


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