sabato 6 novembre 2021

531) 1977 - IL RECORD IMBATTUTO, DI BERNARD ''ENNATZ'' DIETZ.

5 novembre 1977. Il Bayern dopo un quinquennio di fulgore in patria e in Europa attraversa la sua stagione piu' tragica. La squadra e' in fase di rinnovamento e non bastano piu' le icone storiche per ambire ad una stagione di primo piano. Alla 14esima gara i Bavaresi vanno a Duisburg contro le zebre bianco azzurre. Il Duisburg e' una delle Societa' che nel 1963, alla nascita della Bundesliga possono dire..''Io c'ero!!!'' Non importa la bacheca...

Finira' con una sconfitta storica. 6:3 per i bianco/blu. Il Bayern scende al 14esimo posto in classifica...Tocchera' anche il 16esimo al giro di boa. Comincera' una ripresa affannata nel girone di ritorno e concludera' 12esimo. Ma la notizia non e' questa. Bernard Dietz, bandiera e capitano delle zebrotte Renane e ''vero'' terzino di fascia, di ruolo, realizza ben 4 reti. Le prime 4. E' il difensore a oggi che ha realizzato piu' reti in una sola gara di Bundesliga. 

E, cigliegina sulla torta, addirittura contro il Bayern. Bernard Dietz prese il posto di Paul Breitner in Nazionale dopo il Mondiale del 1974. I giocatori come il ''Maoista'' che cercarono fortuna all'estero, in quegli anni, non venivano contemplati nelle convocazioni per la rappresentativa Nazionale. Beh...''Ennatz'', non lo fece mai rimpiangere. Per ben 7 anni e' stato uno dei giocatori piu' continui della Mannschaft, oltre che della Bundesliga... al punto che nel 1980 riusci' a sollevare la Coppa Europea per Nazioni, disputata in Italia, come Capitano...dopo aver perso nel 1976 contro la Cecoslovacchia, alla lotteria dei rigori, la sua prima occasione. 495 presenze totali in Bundes, spalmate tra due societa'..MSV e Schalke 04, che segue anche in Zweite nella stagione 1983/84. Non si fara' mai tentare dalle tante richieste che gli pervenivano da societa' tra le piu' rinomate di Germania e d'Europa..Continuera' con umilta' e grande professionalita' a giocare in sodalizi senza grilli per la testa. Un personaggio silenzioso, ma grande leader in campo, dove non lesina esempi. Con gli anni, dalla sua fascia sinistra si spostera' al centro della difesa e fara' valere la sua posizione e la sua esperienza anche nel ruolo di libero. Bernard Dietz è stato uno dei più forti terzini sinistri d’Europa di tutti i tempi. Ha iniziato nel Duisburg e ha concluso con lo Schalke 04, due squadre impegnate quasi in via esclusiva a salvare la pelle in Bundesliga. Mai un acuto, mai un’etichetta da rivelazione, soltanto sangue, sudore e lacrime. E a Dietz tutto questo è sempre andato bene. “Mio padre Franz era un minatore, io ho iniziato a lavorare da fabbro che avevo 11 anni. Giocavo a pallone quando potevo, mi ricavavo gli spazi tra un turno e l’altro in fabbrica. Ho applicato la dimensione operaia anche al pallone”. 

“Quando osservo la mia mano destra, e mi accorgo che mancano il medio e l’anulare, non provo alcuna fitta allo stomaco. Semmai sorrido. Penso a come le ho perse, alle mie origini umili da operaio, al calcio che mi ha reso famoso, ma non arricchito”. Con la nazionale tedesca ho vinto un Europeo nel 1980, ho indossato la maglia della Nationalmannschaft in 53 occasioni, sono stato l’erede di Höttges e di Breitner. Rimanere nell’ombra e persino nell’anonimato del campionato tedesco, non ha scoraggiato comunque i suoi estimatori. L’ha chiamato Helmut Schön, per ringiovanire una Germania carica di gloria mondiale del 1974 e l’ha voluto Jupp Derwall, per puntare al bis iridato (fallito in Argentina) e al trionfo di Roma 80. Avrebbe voluto giocare anche la Coppa del Mondo del 1982.  ''Ho deciso di fermarmi prima. Non sono stato rottamato, avevo 33 anni, ma con Breitner non andavo d’accordo. Avevamo due visioni del calcio completamente agli antipodi. Io mi allenavo come un pazzo, lui non era disposto al sacrificio. Comunque anche senza di me la squadra era in buone mani, anzi, in ottimi piedi”. 

 A Duisburg hanno deciso di dare il suo nome alla mascotte. Si chiama “Ennatz”, soprannome che Dietz si porta fin dall’infanzia. “C’era una ragazzina che abitava di fronte a casa mia e che non riusciva a pronunciare il nome Bernard. Per lei ero Ennatz, e lo sono diventato per tutti. Persino il signor Schön mi chiamava così”. Bayern, Manchester United e Benfica hanno fatto carte false in quegli anni per convincerlo a lasciare le terre di mezzo del pallone e provare la vera aristocrazia della sfera di cuoio, ma Ennatz non ne ha voluto sapere. “All’epoca guadagnavo 320mila marchi l’anno, al cambio dell’epoca circa 80mila euro. Un operaio appena mille. Avevo di che vivere, perché desiderare qualcosa in più?”. Oggi, a 72 anni, Dietz assieme al figlio Christian dirige una scuola calcio a Bockum-Hövel. “Da noi non si paga alcuna retta, anzi, più ragazzi disagiati posso aiutare e meglio mi sento con me stesso. Sarò un anti-eroe, ma anche nella mia convinzione e condizione si vincono parecchie battaglie. Ero il terzo di nove fratelli, due sono morti in guerra. Non è andata poi così male”.



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