lunedì 16 luglio 2018

434) 1972 - AJAX - FORTUNA/BORUSSIA M'G'BACH. - Gli anni sani del tifo.


La storia è ormai leggendaria, anche se ci sono poche notizie a riguardo. Nell'inverno del 1972, il leggendario Ajax Amsterdam si esibi' nel Düsseldorf Rheinstadion, contro una selezione mista di giocatori provenienti dal Borussia Mönchengladbach e del Fortuna Dusseldorf. Fu l'occasione per vedere gente come Gunther Netzer, Rainer Bonhof, Jupp Heynckes, indossare la maglia di una squadra territoriale avversaria, senza causare scandali ne proclamare giudizi schifati. Dopotutto i Fohlen al Rheinstadion hanno colto glorie e allori nelle gare che richiedevano una capienza piu' idonea all'evento.
Avrebbe potuto anche essere l'inverso, con un Gerd Zewe in maglia Fohlen, ma la gara si disputo' nella casina dei Fortunelli. Niente di che. Finisce 1:1 per la cronaca e i curiosi e il papero d'oro resta a guardare dalla panca dopo lo scambio pre gara di gadget con Netzer. Ma l'argomento e' un altro. L'Ajax era la squadra migliore in Europa e vinse la Coppa Campioni tre volte di seguito. Stiamo parlando dell'epoca in cui il Borussia divenne Campione Tedesco cinque volte, dell'epoca della famosa lattina lanciata su Boninsegna
Gli anni settanta d'oro. L'inizio del glorioso Fortuna in Bundesliga, che una volta promossa, per due volte finira' terza in Bundesliga.  In quegli anni, le squadre avversarie erano viste dagli spettatori con neutralita'. Sebbene tra i sostenitori di ogni squadra vi fossero avversioni a altri particolari colori, la quantità di odio e violenza che caratterizzò gli anni '80 non si verifico' mai tra il 1971 e il 1978. Al contrario. Anche se il Fortuna e il 'Gladbach risiedevano in citta' vicine e fossero praticamente concorrenti diretti, negli anni '60 e '70 c'erano parecchi tifosi che tifavano per entrambi i club. Entrambi i sodalizi non erano stati considerati nel circolo dei fondatori della Bundesliga e dovettero lavorare sodo per acquisire immagine negli anni '60. Inoltre, condividevano le potenzialità degli spettatori sul Basso Reno, presenti soprattutto a Neuss, Kaarst. Non era inconsueto trovare nel circondario vaste concentrazioni di tifosi che amavano andare a supportare entrambe le squadre. Mentre spesso una partita o un incidente o un episodio, scatenava la rivalita' tra le tifoserie di altri club, le cose tra Fortuna e Borussia sono sempre state piuttosto tranquille. Questo dovuto anche ad una certa radicalizzazione del fenomeno Bundesliga che avvicino' agli stadi anche categorie sociali non certo proletarie. È un'idea sbagliata credere che il calcio sia sempre stato uno sport da operaio. Semmai il contrario. Fino agli anni '60, negli stadi non si trovavano lavoratori. Era piu' facile che il proletario giocasse il calcio in prima persona, ma le emozioni degli stadi e delle gare dal vivo erano per lo piu' limitate a strati sociali piu' benestanti. Nel 1967, ci fu un incremento notevole di impiegati, dipendenti pubblici, artigiani indipendenti, piccoli imprenditori che cominciarono a frequentare il Rheinstadion. Di questa ondata di interesse il Fortuna godette in prima persona sfruttando le nuove correnti giovanili. Di conseguenza pero' un pubblico sempre piu' giovane, comincio' a introdurre il fussball in maniera diretta, nella cultura proletaria. I giovani cominciarono a scatenare i proprio ideali tramite la violenza, che inevitabilmente entro' anche negli stadi in fazioni organizzate. Basti pensare ai rockers degli anni sessanta, alle risse di massa con i soldati britannici nella città vecchia di Dusseldorf e alle megarisse di ogni carnevale. Questa evoluzione testosteronica si diffuse dal 1970 circa, in tutto il mondo. Si formavano bande, cammuffate da tifosi, con lo scopo di cercare lo scontro con le frange di altri club. Anche nella tranquilla Mönchengladbach, questa trasformazione ebbe luogo, e anche la popolazione di realta' piu' paesane ne fu coinvolta. Sfortunatamente, questo tipo di "fans" del BMG erano riconosciuti tra i più disgustosi di tutti i campionati. Saccheggiavano le citta' durante le trasferte, mettevano a soqquadro negozi, molestavano i passanti, facevano indistintamente i propri bisogni corporali non curanti di dove si trovassero. E ancora oggi i fans veterani di quel periodo ne sono orgogliosi e lo raccontano con nostalgia. Con gli anni quindi anche questa tregua tra Fortuna e Borussia ando' piano piano a scemare. Oggi se viaggi con un logo di una qualsiasi squadra, rischi di incontrare facinorosi attempati skins o anziani in ''kutten'' del 'Gladbach, che non si esimiano di denigrare, insultare, minacciare e ricordare come durante quella o quella altra trasferta, abbiano messo a soqquadro un quartiere, o marciato per le strade cittadine della citta', incutendo paura, o sputando birra sui passanti o ancora abbiano frantumanto tutti i vetri delle auto sulla loro strada. E poiché i sostenitori del BMG si sono comportate in quel modo, diventarono presto ostili ai sostenitori di tutti gli altri club, quindi anche ai fan del Fortuna. Così, con gli anni ottanta, negli anni in cui entrambe le squadre giocavano nello stesso torneo, si crearono regolarmente incidenti e dispute più o meno serie. ll campanilismo, poi, ha giocato sempre di piu' un ruolo che ha fomentato la competizione tra i club piu' vicini. Le piccole distanze tra societa' del Basso Reno, come per la Ruhr, permettevano facilmente gli spostamenti di vari gruppi organizzati per assistere alle gare in trasferta, con conseguenti risvolti violenti in massiccia presenza. E' in questo periodo che a Dusseldorf nasce una profonda avversione per i tifosi del Borussia. Nel lessico di curva, per i tifosi del Fortuna diverranno abituali, epiteti denigratori, creati appositamente, per le fazioni dei tifosi dei Fohlen. La piu' offensiva se vogliamo...e' ''Ronzini dell'Olanda dell'est'', che gioca sulla vicinanza di confine con gli odiati Olandesi e il simbolo dei Gladbacchi, il puledro. L'apice dell'antipatia culmina pero' in una cover di una canzone di un noto cantante, famoso fan dei Fohlen... ''Und wir schmeißen Stein um Stein auf die Elf vom Niederrhein. Scheiß-Borussia Mönchengladbach, denn du bist ein Scheißverein.''


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