lunedì 23 luglio 2018

446) 1993 - HERBERT ''AKI'' LUTKEBOHMERT, UN CONTINUO RINCORRERE, TERMINATO TROPPO PRESTO.

Sempre coi calzettoni giu' fino alle caviglie, come quelli che una volta erano guerrieri. Chioma bionda fluente e fisico snello ma nervoso. Tante corse, tanti contrasti vinti, combattuti col coltello tra i denti e poi via a portare il pallone a quelli coi piedi buoni. Spesso anche lui giostra sotto le tende dell’accampamento avversario ma c’e’ chi e’ piu’ bravo a tirare di balestra. Herbert ''Aki'' Lutkebohmert, e' l'ultimo di 11 figli e comincia a giocare sin da piccolo nel Viktoria Heiden, la squadra del paese dove e' nato. Prima di essere notato da un osservatore dello Schalke, si esibisce
anche con altre realta' dilettantistiche. TuS Borken e TSV Marls - Huls. Nel 1968, il giovane centrocampista firma il suo primo contratto da professionista con l'FC Schalke 04 e nella sua prima stagione, gioca 24 volte. Fa il mediano. E' giovane e fiato e resistenza ne ha da vendere.  Probabilmente quello, sarebbe diventato il miglior Schalke 04 della storia, se non si fosse verificato lo scandalo delle partite truccate, a ridimensionare i progetti e i quadri della squadra. Aki salta dalla Regionalliga con non chalance e diventa subito titolare, ma e' uno Schalke che perdera' i pezzi per lo scandalo e impegnato a rivoluzionare la squadra rapezzato qua e la. Coinvolto insieme a 7 compagni nel marasma, viene squalificato per due anni, per essere riabilitato dopo pochi mesi. Gli costera' l'invisibilita' alle chiamate per la Mannschaft. Helmuth Schoen dichiarera' che se non fosse stato per questa vicenda, lo avrebbe tenuto sicuramente in considerazione per la selezione Nazionale che si prepara per il Mondiale in casa. Stessa sorte che tocco' a Fischer, in pratica. Gli verra' comminata un'ammenda di 10.000 marchi nel 1977 a mo' di sanzione. La sua carriera, sono 11 anni di Parkstadion a inseguire e proporre.. Diventera' uno dei beniamini della tifoseria perche’ non si risparmia mai. Il premio fedelta’ per le circa 350 gare con la maglia blu lo ritira in anticipo. Nella vittoria in DFB Pokal del 1971/72, con il  5-0 al Kaiserslautern, lui ci mette un acuto per il 3-0, per partecipare all’occasione speciale. Niente altro da esporre in bacheca. Nessuna chiamata in Nationalmanschaft, neppure dopo la riabilitazione. Un solo gol nelle apparizioni europee di Coppa Coppe l’anno successivo, ma importante. A Sofia contro la Slavia finisce 1-2 e al ritorno Aki segna il gol del 3-0 indispensabile per il passaggio del turno poiche’ al 90esimo i Bulgari segneranno il gol del 3-1. Sara’ gloria effimera. Nei quarti, lo Sparta Praga, escludera’ i Knappen dal proseguio del torneo. Nel 1979, non si accorda con i vertici dello Schalke per il rinnovo e il prosieguo di carriera tra i Blues, ma gioca per altri 4 stagioni nel Bocholt e quindi nel Recken tra i dilettanti. Nel 1993 la tragica scomparsa. Padre di due figli piccoli, gli ultimi anni erano diventati una strenua battaglia contro un tumore che gli stava minando le ossa.  Muore a Essen, a soli 45 anni, il 29 ottobre del 1993. Il 10 maggio del 2010, il consiglio societario dello Schalke lo includera’ nella Home of Fame dei Konigsblauen.


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