domenica 29 luglio 2018

459) FC BAYERN - SCHALKE 04 - LA TRILOGIA - Seconda puntata.

2/3  2 maggio1984 - DFB Pokal - SCHALKE 04 - FC BAYERN MUNCHEN 6:6 d.t.s. (4:4)


Parkstadion Gelsenkirchen.
Fosse stata una partita di un Mondiale qualsiasi, avrebbe oscurato in pochi minuti la partita del secolo tra Germania Ovest e Italia commemorata da si gloriosa targa sulle mura esterne dello stadio Azteca, uno stadio che solo per il nome, merita di essere ricordato in eterno. In Germania i risultati come il 4:3 della semifinale mondiale a volte danno anche noia...Sono consuetudine, sono conferma che il fussball ha una marcia in piu'. E' il calcio piu' a misura di spettatore. Nulla presagiva a priori il verificarsi di un momento storico. Il primo atto di una performance calcistica unica nel palinsesto
tedesco fino ad allora. 34 anni dopo, è ancora nella memoria, la semifinale di Coppa del 1984. Si è svolta nell'arco di due giorni. La prima volta in assoluto che le due semifinali furono trasmesse in diretta sulle reti televisive Nazionali. All'epoca non era un dato scontato, ma la nazione stava morendo di fame per il bel calcio. Della nazionale di Jupp Derwall era rimasta solo la delusione, aveva raggiunto i Campionati Europei in Francia con grande difficoltà e non ci si fidava molto di lei in quei giorni. Anche nelle Coppe europee per clubs le squadre tedesche non si erano distinte. Per la prima volta nessuna arrivo' alla pausa invernale. L'ARD trasmise la prima partita alle ore 18 del primo maggio tra il Borussia Mönchengladbach e Werder Brema, ZDF trasmise l'altra  alle 20 in punto il giorno dopo tra Schalke 04 e Bayern Monaco. La semifinale di Moenchengladbach tra
Borussia e Werder, fu solo un aperitivo. Un ''banale'' 5:4 d.t.s. (4:4) che passo' subito in archivio quando gli spettatori si sintonizzarono il giorno successivo su Schalke 04 - Bayern Munchen. lo Schalke rivestiva il doppio incognito ruolo di outsider o di vittima sacrificale. Unica squadra delle 4 a militare nella serie inferiore. I presupposti pre partita, potevano essere solo rivoluzionati.Tuttavia, in questo mercoledì piovoso sono arrivati 70.600, spettatori ''ufficiosamente'' ma 78.000 effettivi, al Parkstadion di Gelsenkirchen, nella speranza di un miracolo dei Konigsblauen. Per ogni giocatore dello Schalke erano stati pattuiti circa 10.000 marchi di premio. Via alla gara. Rispetto la semifinale del giorno prima che vide 40 minuti in stand by, prima di poter godere della prima marcatura, qui dopo 20 minuti, erano già stati segnati cinque gol, sempre sotto il motto: ''un gol raramente arriva da solo.'' 2:3 per il Bayern al 20esimo, in un saliscendi di emozioni per coronarie bioniche. Prima il ''Kalle'' nazionale e il talento incompreso Rehinold Mathy, portarono il Bayern in vantaggio. Niente di che. Tutto secondo le previsioni piu' scontate. Ma prima Kruse e quindi l'imberbe Olaf Thon riportano la gara al nulla di fatto. La rete di ''Micha'' Rummenigge chiude la prima frazione e alimenta le fantasie di chi ha assistito alla fantascientifica gara di Moenchengladbach il giorno prima. Si ritorna in campo. Ma la gara e' lunga. Al 60'esimo, il Parkstadion esplode per il 3:3 di Olaf Thon al secondo sigillo personale. Piccolo genietto di casa, appena maggiorenne da due giorni. Lo Schalke stava accantonando la differenza di categoria e aveva riesumato il blasone. E quando Peter Stichler al 73esimo porta in vantaggio i Knappen, i sismografi di tutta la Germania registrarono un'inconsueta vibrazione tellurica. Ora il Bayern scende sulla terra. Capisce che non sara' cosi' semplice. Il pubblico e' al massimo del coinvolgimento. Lo Schalke al massimo dell'incoscienza. Lattek fa uscire la vecchia volpe Durnberger e gioca il Jolli, Dieter Hoeness. All'80esimo ancora ''Micha'' per il Bayern centra la rete in tuffo di testa e stabilizza il risultato sul 4:4. Si va ai supplementari. Un deja vu. Come quello della sera prima. La pioggia comincia a cadere insistente. Il terreno si fa sempre piu' pesante e impeditivo per il bel gioco, ma ormai nessun schema traspare nella manovra delle due squadre. Tutto a braccio. A improvvisazione personale. La pioggia e la stanchezza sembrano avere la meglio, fino a quando l'ex portiere del Bayern, Walter Junghans che oggi veste i colori dei blu di Gelsenkirchen,  al 112'esimo, lascia andare una palla che era già riposta al sicuro in cascina e Hoeness lo anticipa segnando il gol del 4:5. L'esempio di non arrendersi, arriva subito e arriva dal capitano. Bernd ''Ennatz'' Dietz. Il giocatore ''piu' sconfitto'' della storia della  Bundesliga. Icona e punto di riferimento per anni delle zebrotte di Duisburg. ''Ennatz'' batte Pfaff e a cinque minuti dal termine riporta la gara in equilibrio. Al 117esimo la doccia fredda. Dieter Hoeness segna ancora dando ragione a Lattek che lo inserisce per fare pendere l'ago della bilancia in favore dei Bullen. Ormai e' solo pioggia, fango, stanchezza e pochi secondi alla fine. L'arbitro Wiesel dice che ci saranno tre minuti di recupero. E' il 120esimo. Si entra negli ultimi 180 secondi...tic tac, tic tac, tic tac...Calcio di punizione per lo Schalke causato da Augenthaler. Durante i preliminari di prammatica, il cronistra di ZDF, Rolf Töpperwien racconta che Olaf Thon dorme con pigiama e lenzuola del Bayern. Il pallone parte alto e scavalca l'area ingombratissima di anime...Giunge al genietto coi baffi da sparviero, volley sul rimbalzo, e diagonale secco a battere Pfaff. 6:6. Un risultato del genere non si era mai verificato prima e mai più si ripetera' nella DFB Pokal. Tre persone ebbero un infarto allo stadio quella sera. Un 60enne mori'. Uli Hoeness fu cosi' arrabbiato che cancellò il volo di ritorno e stabili' che la squadra andasse direttamente ad Amburgo, dove sabato si sarebbe svolta la partita  di Bundesliga. Partita di cartello che il Bayern perse per 2:1, lasciando il primato in classifca allo Stoccarda. Mai più ci sara' un turno di semifinale deciso dopo 21 gol. E non era ancora finita. Olaf Thon quando ricorda quella partita la menziona sempre come la piu' grande impresa della sua carriera. Spesso aggiunge, la frase...''Se avessi potuto mi sarei ritirato quella sera.''  Fritz Walter, l'eroe di Berna, presente alla partita disse: "Ho vissuto molte partite, ma questa e' stata la più grande degli ultimi 30 anni. Entrambe le semifinali sono state grandi momenti d calcio ". I fans sono scesi in campo e hanno circondato l'eroe della serata. Tutti volevano sentire con mano la sua presenza, toccare il nuova
Kuzorra. Un'insegnante di 60 anni di Gelsenkirchen, si premuro' di rifornirlo con biancheria da letto, con il logo dello Schalke, in modo che potesse riposare tranquillamente. Thon era uno dei più grandi talenti in evoluzione del calcio tedesco di quel periodo e quel giorno fu in grado di mostrarlo calamitando la massima partecipazione del pubblico presente. L'allenatore del Bayern, Udo Lattek espresse subito il desiderio di portare Thon con se a Monaco immediatamente. Lo Schalke sparo' in modo scherzoso la cifra di 10 milioni di marchi. Sarebbe stato solo questione di qualche anno. con la stagione 1988/89 il piccolo Knappen si trasferira' sull'Isar per 6 stagioni. Il tempo di vincere 3 Meisterschale con il Bayern, prima di fare ritorno e chiudere la carriera da dove e' partito. Altri 8 anni con due DFB Pokal e una Coppa Uefa. Il 9 maggio le due squadre si ritrovano a campi invertiti per l'esito definitivo. Per stabilire la squadra che avrebbe accompagnato il Moenchengladbach all'altare, il giorno della finale di Francoforte. Anche questa partita riservera' suspence. Dopo il doppio vantaggio per il club di Monaco segnato da Karl Heinz Rummenigge e Dieter Hoeness, nel secondo tempo c'e' la reazione dei Knappen che annullano l'handicap e a 20 minuti dal termine, con Michael Jakobs e Michael Opitz rimettono tutto in discussione. Sara' ancora Karl Heinz Rummenigge a segnare il 26esimo gol, necessario per stabilire la seconda finalista. Lo Schalke si arrende, ed esce a testa alta da un confronto che la vedeva inizialmente come sparring partner. Ancora oggi per tutti, questa e' la partita del secolo. Una partita che identifica ed incarna a pieno, lo spirito del calcio tedesco, libero da pregiudizi di sorta. Un calcio dove anche una squadra di livello inferiore e' in grado di sopperire al divario tecnico e societario, con agonismo, talento e cuore.

Bernd ''Ennatz'' Dietz, contro Klaus Augenthaler.


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