giovedì 9 agosto 2018

480) FC BAYERN - SCHALKE 04 - LA TRILOGIA - Terza puntata.

3/3 - 2001 - LA TRAGEDIA DEL PARKSTADION - CAMPIONI PER QUATTRO MINUTI.


19 maggio 2001.
Poteva essere solo qui, in questo posto. Al Parkstadion di Gelsenkirchen. Doveva essere l'ultimo atto, poi dal prossimo anno sarebbe stato accantonato, per lasciare il posto alla piu' attuale Arena Auf Schalke. E il suo ultimo atto lo visse eccome e produsse un tale botto come non fu mai ascoltato prima in Bundesliga.  Il Parkstadion aveva visto molte partite cruciali, addirittura una retrocessione, drammi, scandali e persino aveva vissuto i tempi ''quando in societa' a volte non si avevano i soldi per il detersivo'', come disse una volta Charly Neumann, il funzionario di vecchia data da sempre anima del club. I tempi in cui i bicchieri di birra di carta si riempivano di acqua piovana, degli altoparlanti
gracchianti e gli alti pilastri dei proiettori per l'illuminazione. Nel circondario le persone indossavano magliette con la scritta a pennarello "Nordkurve" come una dichiarazione, una parte selvaggia dello stadio. Tra di loro c'era "Zaunkönig" (lo Scricciolo), un uomo con la batteria, una barba grigia e capelli lunghi. Accanto a lui le generazioni di tifosi Knappen si sono succedute, di padre in figlio...Dal 1974 il Parkstadion e' sempre stata la casa dello Schalke. Fu costruito per  i Mondiali di casa soppiantando il mitico Glückauf-Kampfbahn. Mai un Meisterschale alzato dalla nascita della Bundesliga, in nessuno dei due impianti. Solo 6 posti d'onore. Immancabile il confronto con Il Bayern nella corsa al titolo. 4 volte su 6 i Bavaresi li precederanno in classifica. Una volta lo Stoccarda e una volta il 'Gladbach. E oggi, 19 maggio 2001, se deve accadere deve essere solo qui...Per 43 anni i Minatori avevano atteso il titolo, il sogno inaccessibile che ora poteva essere realizzato all'ultima giornata tra le mura di casa. I quotidiani avevano sottolineato la partita della settimana prima contro lo Stoccarda con il titolo ''La morte in sette secondi''. Lo Schalke aveva perso
a Stoccarda all'ultimo minuto...Un gol di Balakov al 90esimo rimanda tutto all'ultimo incontro. Sette secondi dopo, infatti, il Bayern con Zickler, contro il Kaiserslautern, segna il gol del 2:1 sale di tre punti ma mantiene aperta ogni possibile conclusione del torneo. La differenza reti e' di spiccioli a favore dei Konigsblauen. Oggi, tuttavia, non dovrebbero esserci problemi contro l'Unteraching. I Bavaresi sono sull'orlo del baratro, ma non sembrano intenzionati a darla via gratis...Il Bayern e' ad Amburgo.  Anche gli anseatici non possono permettersi di regalare, impelagati anche essi nella girandola per non retrocedere. Il sole picchiava e non si capiva se le facce fossero colorate a causa dell'ansia o del caldo.  Una gigantesca coreografia era stata preparata dai fans clubs dello Schalke, mentre sopra lo stadio, un aereo girava con lo striscione "Grazie Parkstadion". Ufficialmente c'erano 65.000 spettatori presenti, ma nessuno crede che questo numero sia mai stato veritiero. Ogni dieci secondi, persone scalavano le recinzioni per essere presenti. Altri si erano seduti da ore nel cantiere dietro l'arena. Il ''colosseo'' era pieno all'inverosimile e qualcosa di strano permeava nell'aria. Questa volta il Bayern non e' qui...Questa volta lo si affronta a distanza.  Il presidente Rudi Assauer, non a torto conosciuto come "l'ultimo macho del campionato nazionale" era diventato malinconico. Si fermò, con un sigaro in una mano e con l'altra asciugò le lacrime dalle sue guance.  Un pazzo primo tempo si era appena concluso. Gli avversari di Unterhaching erano gia' sullo 0-2 dopo 27 minuti. Tuttavia, due minuti prima dell'intervallo, Nico van Kerckhoven butta il pallone in rete per ridurre il punteggio a 1-2. Solo un minuto dopo Gerald Asamoah, di tacco, realizza il 2-2. "Cosa c'era che non andava?" '' Perche' tutta questa fatica, questo freno a mano tirato?''  Alcuni tifosi dello Schalke, iniziarono a cantare: "Sergei Barbarez! Schalalala! " L'attaccante dell'Amburgo, aveva segnato 21 gol in questa stagione, e lo Schalke spera che ne possa segnare altri, oggi, contro il Bayern Monaco. Tuttavia, ad Amburgo persiste lo 0-0 durante la pausa. Il pareggio e' sufficiente al Bayern. Tutto presupponeva per un nuovo titolo in Baviera. La TV raccolse un'intervista volante con Rudi Assauer nella pausa: "Rudi, vuole congratularsi con Karl Heinz Rummenige per il titolo?" Assauer rispose: "No, no tutto può ancora


accadere nel calcio". Era il 73esimo minuto ormai. Il Parkstadion era silenzioso. L'Unterhaching era tornato a condurre tre minuti prima con Seifert... 2-3 e il campionato ormai stavolta sembrava sepolto. Dai 18 metri, Jörg Böhme batte un calcio di punizione. Era impossibile che ci fosse solo un accessibile spazio, sopra il muro a 7 teste della barriera dell'Unterhaching. Ma Böhme, ha un'intuizione. Il suo tiro scivolò sotto gli avversari che saltavano: 3-3. Ottanta secondi dopo, Ebbe Sand imbecca nuovamente Böhme, che segna il gol per cui sara' in seguito nominato "il pazzo". I fan dei Knappen esplodono in canti e sventolii di bandiere aggrappandosi con eccitazione alle recinzioni, i loro canti non cesseranno piu'. Ora e' 4:3. Oggi il Parkstadion non era un campo di calcio, oggi era una fabbrica di emozioni. Il 5-3 arriva al 90esimo minuto. Lo Schalke ormai aveva messo un sigillo al secondo posto, per certo. Emile Mpenza baciò lo stemma sulla maglia come gesto di amore e di scaramanzia forse..
17:16 Gelsenkirchen - Fischio finale.
Ora il grido "HSV, HSV, HSV!" rimbombò incessante per tutto lo stadio.  Andy Moeller gira frenetico avanti e indietro, intorno alla pista di atletica, indossando una maglietta dell' Amburgo, con il nome "Kovac" sul retro. Una volta la aveva scambiata con il giocatore dell'HSV. La sua superstizione sembrava potesse dare i suoi frutti. All'improvviso un annuncio riempì l'aria. Qualcosa era successo ad Amburgo. Le persone si contorcevano come pesci fuori dell'acqua. Le teste si agitavano in tutte le direzioni. Si udirono grida di esultanza isolate, le persone si strinsero  e si abbracciarono in un unico abbarbicarsi. Quelli con le radio non staccavano l'orecchio per capire le parole del radiocronista. Una massa di 80.000 spettatori comincio' ad ondeggiare avanti e indietro, e il tam tam si diffuse tra quelli che sapevano qualcosa, e quelli che non credevano ancora in ciò che si stava diffondendo per le gradinate. Nella curva nord qualcuno stava con un cellulare all'orecchio. Voleva notizie piu' precise.. "Che cosa sta succedendo lì?" gli chiesero i tifosi intorno a Lui. Si morse le labbra, gli occhi vitrei, e quasi sussurrò "1:0 per l'Amburgo, Barbarez... È vero, 1:0 per l'Amburgo". Era il 90esimo anche ad Amburgo...I sussurri divennero più forti di secondo in secondo, e dopo un po' il tifo concentrato in sprazzi si condensò in un enorme urlo. Il Parkstadion lo sapeva: lo Schalke 04 sarebbe stato il campione tedesco. Quando la speranza si tramutò in certezza, la scena implose. Le recinzioni di accesso al terreno furono divelte, la gente applaudiva, chi rotolava nella calca, giù per le scale della tribuna sud. Le persone si tenevano con mani tremanti la testa. Era una miscela di trance e isteria. Si sentivano vicini al sole, era il momento che gli antichi greci chiamavano Kairos. Thomas Spiegel, a quel tempo dipendente di un ufficio stampa all'interno del Parkstadion, racconto': "Si aveva la sensazione che lo stadio oscillasse, si muovesse intorno a noi. Era come una porta aperta per il nirvana ". Il suo amico Michael Knicker lo interruppe invasato ed ebbro di gioia. Knicker ribadi' una promessa fatta prima della partita. "Ho detto questa mattina a Dio nostro Signore: se diventiamo campioni, può prendermi". Quello che prima suonava impertinente, era diventato troppo serio adesso. Knicker aveva gia' subito un attacco cardiaco l'anno precedente "Spero che Dio non tenga in considerazione la mia proposta'' Fissarono con titubanza la televisione nell'area di sala stampa che mostrava la partita di Amburgo. "Ero paralizzato", ha detto Spiegel. "Ho incessantemente balbettato come un folle solo tre parole: Fischia! Fischia! Fischia!"  Nella Kurt Schumacher Strasse, nella zona del mercato, un tassista si fermò, scese dall'auto e gridò in mezzo al traffico:" L'Amburgo conduce! L'Amburgo conduce! L'Amburgo conduce! "Anche qui le persone si unirono in un unica massa festante  e il traffico si fermo'.
17:18 -  Gelsenkirchen 
Nel Parkstadion, l'allenatore Huub Stevens agita una mano ammonitrice davanti alla panchina dei giocatori dove Nico van Kerckhoven stava eseguendo esercizi di stretching. Stevens manda i giocatori negli spogliatoi. Alcuni rimasero in campo insieme a Rudi Assauer, Andi Moeller e al membro del consiglio Jürgen W. Möllemann. Ora migliaia nello stadio, adesso pendevano dalle labbra di due uomini, uno era seduto direttamente in mezzo a loro. "La partita dello Schalke è finita.  Ora aspettiamo il verdetto ", disse il commentatore Manni Breuckmann. Un falso allarme circolo' tra la folla, che la partita di Amburgo era già finita. Più e più volte Breuckmann si alzò per informare la gente di calmarsi, agitando le braccia. "Tuttavia, non servi' a nulla. Nessuno voleva capire. Il mio collega, il signor Alex Bleick, trasmetteva ancora da Amburgo. Il gioco proseguiva e io ero l'unico nelle mie vicinanze che lo sapesse. Una situazione assurda ". Rudi Assauer  urlo' a Nico van Kerkhovwn: "Non è ancora finita!" Adesso Assauer era diventato il riferimento per tutti gli spettatori. Rapidamente tutto si calmò. Poi venne il gesto di Assauer. Un nuovo falso allarme che il gioco ad Amburgo era terminato fu un ko come quello di un pugile questa volta. Accanto a lui, Jiri Nemec sorrise, per il ceco, un'incredibile esplosione emotiva. I fuochi d'artificio in occasione dell'ultima partita del Parkstadion erano gia' iniziati, tuttavia, anche lo scoppio dei petardi fu inghiottito dai rumore di fondo dello stadio. I fan presero d'assalto il terreno, il falso allarme questa volta era scoppiato e non poteva più essere trattenuto. Esattamente in questo momento uno sfarfallio sullo schermo del Parkstadion sopra la curva Sud lascia spazio a delle immagini, ma c'era stato un errore tecnico. Gli ultimi minuti da Amburgo venivano ora mandati in onda nello stadio sul tabellone elettronico. Molti pensarono che fosse un replay e questo non fermo' i festeggiamenti della folla. Il giornalista Rolf Fuhrmann si congratulo' con Andreas Moeller per il trionfo, dietro di loro intanto le immagini di Amburgo continuavano a scorrere sullo schermo. "Non so cosa dire", dichiaro' Moeller. "È finita ad Amburgo, tu sei campione di Germania", rispose Fuhrmann. A Müller fu consegnato un boccale di birra di grandi dimensioni. In seguito Moeller ricordera'..."Ogni volta che in seguito ho incontrato Fuhrmann, si è scusato con me. Era molto dispiaciuto ". Parti dello stadio stavano festeggiando il titolo, altri che guardavano lo schermo, presto si resero conto che non si trattava di una ripetizione. "Era come se si guardasse la propria sepoltura", lo descrisse un fan. Il portiere Oliver Reck giaceva sotto il tavolo nello spogliatoio dove i giocatori guardavano gli ultimi minuti di Amburgo - Bayern, in televisione. "Qualcosa succedera' ancora''. 
17:20 Amburgo.
94esimo minuto. Da un calcio di punizione a due, all'interno dell'area Amburghese, Patrick Andersson fa scaturire il tiro che tra una selva di gambe si infila in rete. 1-1. Ora il Bayern era campione. La notizia gelo' il sangue. Nella curva sud di Gelsenkirchen, un vecchio si accasciò per un malore; "Volevo solo essere  campione, almeno per una volta", Rudi Assauer caracollo' in direzione


del tunnel che portava agli spogliatoi. Sul campo molti fan scoppiarono in pianti dirotti e si lasciarono andare a manifestazioni di delusione disperata, altri non ebbero neppure  la forza di piangere. La spina era stata tolta al gigantesco concerto di esultanza. Un silenzio spaventoso scese sullo stadio. L'unico suono era l'incessante esplosione dei razzi, come l'orchestra che continuava suonare mentre il Titanic affondava.

17:25 - Gelsenkirchen.
Sul campo, i fan erano in lutto,negli spogliatoi Ebbe Sand era crollato, prostrato in se stesso. Si accovacciò per terra, mentre bottiglie e sedie volavano attraverso lo spogliatoio. "Panchine, porte, televisori, non si salvo' nulla. Fortunatamente nessuno ci esibi' il conto ", dichiaro' Marco Van Hoogdalem. Youri Mulder rise senza sosta per minuti interi, una risata isterica alimentata dall'adrenalina incontrollata. "Ho parlato qualche volta con dei ciclisti. Dicono che spesso i ciclisti ridono, quando fanno una discesa a velocita' sostenuta, perché sono così nervosi e non hanno il controllo delle loro emozioni. È proprio come mi sentivo in questo momento ". Jörg Böhme si accese una sigaretta. Rudi Assauer e Huub Stevens cercarono invano di confortare i giocatori. Alcuni minuti dopo, nella conferenza stampa, Assauer osservò. "Non ditemi più che i calciatori sono gelidi, freddi e insensibili." Poi seguì la sua linea piu' volte ribadita. "Ho perso la fiducia nel Dio del calcio". "Non avevo mai sperimentato questa trasformazione rapida, da sentimento di gioia più elevato, a questo dolore infinito", disse Manni Breuckmann guardando il campo da gioco dall'area stampa. La faccia del trainer Huub Stevens doveva mostrare equilibrio, riuni' la squadra per congratularsi con loro, per il risultato della stagione e ricordando che il sabato successivo avevano ancora un titolo per cui giocare, la finale di coppa tedesca. Poi li mando' in tribuna ad omaggiare i tifosi che sono rimasti affranti e delusi sul terreno. Un sostenitore nel silenzio grido'. Grido' la parola più semplice: "Schaaaaaalke!". Il grido si sparse, piano piano a macchia d'olio. Sempre piu' in alto. La squadra si fermò mentre suonava "You'll Never Walk Alone", e Huub Stevens alla fine perse la sua lotta contro le lacrime. Più tardi, circa 200 fan stazionavano ancora nel Parkstadion; semplicemente non potevano andare a casa. Rudi Assauer uscì dal suo ufficio sul balcone e pronunciò un discorso fiammeggiante. Il lunedì mattina 15.000 fan si presentarono all'ultima sessione di allenamento prima della finale di DFB Pokal. Pochi giorni dopo lo Schalke, sconfisse l'Union Berlino e si aggiudico' il trofeo. E nella curva Schalke dello stadio olimpico di Berlino, quel giorno uno striscione recitava "Tutto finira' bene".

http://www.calcio.com/calendario/bundesliga-2000-2001-spieltag/34/

EPILOGO
Da quel giorno, i fan dello Schalke fanno sempre riferimento al 19 maggio.Tutti ricordano cosa hanno provato in  quei quattro minuti e 38 secondi che sono stati Campioni di Germania. Il fedele sostenitore del club Charly Neumann in seguito dichiaro': "Spero che Dio mi permetta di  vedere alzare il Meisterschale nel nostro stadio almeno per una volta". Nel 2007, quando lo Schalke perse il campionato alla penultima giornata, sconfitta nel Revierederby contro il rivale Borussia Dortmund, a favore dello Stoccarda, Neumann, che era gravemente malato, insistette perché venisse portato nella sezione dei tifosi dello Schalke. I fan intonarono per lui molti canti e lo applaudirono per diversi minuti, "Charly Charly." Neumann mori' l'11 novembre 2008, la sua preghiera finale non e' ancora stata soddisfatta.
Patrik Andersson, il difensore svedese che ha segnato l'unico gol della sua carriera nel Bayern, in quell'epico finale ad Amburgo, sarebbe andato a vincere la Champions League una settimana dopo. Sbaglio' il rigore nei tiri per il Bayern, ma i Bavaresi si imposero ugualmente sul Valencia. Andersson fu trasferito a Barcellona lo stesso anno, ma la sua permanenza nel club Catalano fu poco considerata. Fece solo 19 apparizioni in tre anni. Andersson ando' in pensione nel 2005 ed è attualmente impiegato come scout dal Manchester United. (segue video)
https://www.youtube.com/watch?v=b5uAmSQ57Ek

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