lunedì 20 agosto 2018

496) 1971 - IL WERDER DEL ''MILIONENELF'' E L'UMILIAZIONE NEL NORDDERBY.


Essere costretti a giocare con la maglia del nemico  la seconda metà di gara di un Derby è orribile. Il Werder Bremen  ha vissuto quest'esperienza il 27 novembre 1971, in occasione del Nordderby contro Amburgo. Un'altra umiliazione in una stagione più che caotica per i verdi del Weser..Il punteggio è 0-0 in questo 51esimo Nordderby quando Walter Eschweiler riporta tutti nello spogliatoio. Se il primo tempo è abbastanza piacevole per i 18.000 spettatori del Volksparkstadion di Amburgo, lo è meno, per l'arbitro dell'incontro. Infatti, a Eschweiler non piace molto il modo in cui le due squadre sono vestite. I giocatori del HSV indossano la tipica casacca bianca e calzoncini rossi, per loro, la divisa tradizionale (da qui il soprannome Rothosen, pantaloni rossi), mentre quelli del Werder,
stranamente hanno optato con la stagione corrente per un nuovo abbinamento cromatico. Maglia rossa e bianca a fini strisce verticali calzoncini e calzettoni bianchi. Una ''piaga'' per Walter Eschweiler, che ha difficoltà a distinguere i giocatori di entrambe le squadre. "Die Pfeife der Nation" (il fischietto della nazione) chiede quindi ai giocatori del Werder di cambiare tenuta. Problema: i visitatori non hanno un cambio di indumenti da gioco. Dopo alcuni minuti di imbarazzo e di riflessione, viene trovata una soluzione: i giocatori del Werder dovranno giocare il secondo tempo con la maglia di riserva del loro nemico giurato, che è tutta blu. Questa umiliazione, ancor più, durante la partita più importante della stagione, è solo un altro schiaffo nella stagione frenetica e caoticache sta vivendo il club di Brema. Eppure questo non è esattamente ciò che è stato programmato per il nuovo corso dei Werderaner. Campione nel 1965, vice-campione nel 1968, l'SVW era stato nei ranghi per alcuni anni e stava combattendo nelle basse zone della Bundesliga. Con l'abolizione da parte della Federcalcio Tedesca del limite di 100.000 marchi per i trasferimenti, ai margini della stagione 71/72, il futuro doveva cambiare per il club della Germania settentrionale. La
La divisa del ''Milionenelf'' per la stagione 1970/71.
città-regione e gli uomini d'affari locali, si mettono le mani in tasca e permettono al Werder di darsi alle spese pazze durante il periodo della campagna di trasferimento. Molte stelle convoglieranno quell'anno tra le fila dei Werderer. Herbert Laumen e Peter Dietrich, campioni della stagione prima con il Gladbach, Willy Neuberger, esperto difensore del Borussia Dortmund, Jürgen Weber reduce da una stagione favolosa con l'Hertha BSC e Werner Weist prolifico attaccante del Borussia Dortmund. L'ammontare dei trasferimenti tocca quasi i 700.000 marchi, e il Werder eredita il soprannome di "Millionenelf", la squadra da un milione. E questa squadra, secondo i progetti, avrebbe potuto essere ancora più pazza. "Quando ci penso che avremmo potuto avere anche Paul Breitner e Uli Hoeness; Ma Hans Wolff, il manager di allora, non li voleva ", ricorda Klaus-Dieter Fischer, ex presidente del Werder, il cui più grande rimpianto è sicuramente il sogno mai realizzato, Günter Netzer. "Eravamo gia' d'accordo con lui. Netzer oltre a giocare per il Borussia dirigeva anche la fanzine del club per lo stadio: ''Fohlen Echo''. Netzer accetto' a voce di venire, ma voleva anche essere responsabile per la rivista simile, del Werder. Solo che avevamo appena dato la direzione del giornale al nostro ex giocatore, Klaus Matischak. E non volevo tornare alla mia decisione. Poco dopo Netzer ando' al Real Madrid per una grande somma. Nonostante l'assenza dei tre futuri campioni del mondo (1974), questa squadra del
Il derby dell'umiliazione.
 Werder è per tutti sulla carta, una delle squadre più belle della Bundesliga. E per celebrare questo periodo di rinnovamento, di evoluzione societaria il comune di Brema chiede al club di scambiare i colori sociali della divisa. Passare dal suo solito verde e bianco, ad una maglia rossa e bianca a strisce, i colori del Land citta' stato di Brema. Anche il famoso rombo e la sua "W" scompaiono, a favore della bandiera della Brema anseatica, contenente una chiave, che risale al XIV secolo. Eseguire il backup completo per fare al meglio il nuovo salto, insomma. Solamente che il Werder non salterà e finirà per rimanere impantanato al suolo. La convivenza tra le stelle appena arrivate e quelle vecchie (Günter Bernard, Dieter Zembski, Horst-Dieter Höttges ...) non si amalgama al meglio. Per quanto riguarda gli allenatori.... Beh saranno quattro a succedersi l'un l'altro durante questa stagione 71/72. Una sconfitta societaria in pratica che si ripercuote sia per i giocatori che i fans.
Josef ''Sepp'' Piontek era responsabile del team durante il ''famoso'' Nordderby. L'ex difensore del Werder (277 incontri per il Werder tra il 1960 e il 1971) è una leggenda sulle sponde del Weser e conosce l'importanza di questi incontri contro i rivali di Amburgo. Piontek fu molto felice di vedere che la sua squadra poteva arrivare in parita' alla pausa, dopo che l'Amburgo con Klaus Zaczyk aveva sbagliato il rigore al 40esimo. Si va negli spogliatoi fiduciosi. L'attaccante dell'HSV troverà lo stesso la rete pero' al 70esimo, per il 2-0, nove minuti dopo che il punteggio era gia' stato sbloccato dal compagno Georg Volkert. Con la maglia del HSV addosso, i giocatori di Werder vivono un incubo da cui vogliono uscire il prima possibile. La riduzione del punteggio di Werner Weist a quattro minuti è solo statistica. Quando Walter Eschweiler sibila il fischio finale, è una liberazione per i Werderer. I giocatori sono senza dubbio rattristati per i loro fans per la sconfitta e l'umiliazione subita e lasciano il prato del Volksparkstadion a testa bassa, ma con la voglia impellente di rimuovere al piu' presto quella seconda pelle che fa contorcere loro le budella. Alla fine della stagione 71/72, il Werder finirà all'11esimo posto, subito dietro l'HSV, non senza aver pero' lavato il suo onore. In DFB Pokal, il Werder elimina l'Amburgo con una vittoria nel round dei sedicesimi (4:2 - 0:1), quindi in campionato con una vittoria per 4-0 nella penultima giornata di campionato. L'onore è sicuramente smacchiato, ma resta l'alone storico.


(POSTILLA: Ok essere ligi al regolamento che vuole la squadra in casa avere il diritto di giocare coi colori sociali e quella in trasferta dover utilizzare una cromia differente se le due maglie sono simili...Ma bastava che fosse l'Amburgo a cambiare divisa.. e indossare quella blu.. Per chi non lo sapesse, in campionato chi gioca in casa, ha diritto a vestire i colori sociali...Al contrario nelle gare internazionali per dovere di ospitalita' deve concedere agli ospiti, il privilegio di poter esibire la tenuta ufficiale come ambasciatori in terra straniera...Oggi ormai ci si puo' accordare con preavviso sulle divise da indossare e le squadre hanno solo l'imbarazzo di scelta tra le varie cromie visto che ogni anno presentano regolarmente le nuove divise ufficiali per legge di merchandising. Fece scalpore durante i Mondiali del 1978 in Argentina allorche' Francia e Ungheria i presentarono in campo entrambe con la seconda divisa..Quella bianca. La Francia dovette riparare facendosi prestare una serie di maglie (bianco verdi a strisce)  della squadra dilettantistica del quartiere dove sorgeva lo stadio, il Kimberlain di mar de Plata.)

il Milionenelf. 1970/71.

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