venerdì 17 agosto 2018

492) WILLIAM GEORG ''JIMMY'' HARTWIG - Quando la vita e' un palcoscenico.


Era finito nel dimenticatoio Willy ''Jimmy'' Hartwig. Chi non aveva vissuto quegli anni d'oro dell'HSV di Keegan, Hrubesch, Manny Kaltz e Ernst Happel, difficilmente ricorda questo imponente ragazzone dai capelli ricci stile afro, uscito in fretta dal panorama calcistico una volta abbassata la saracinesca degli stadi. Torno' in auge in occasione dell'esordio di Gerald Asamoha con la maglia della Nationalmannschaft, allorche' erroneamente, qualche acerbo giornalista defini' il Ghanese, il primo giocatore di colore della storia della Nazionale tedesca. Fu qui, che in un'intervista rilasciata in quei giorni, Jimmy Hartwig racconta la sua storia. Le sue verita' e le sue visioni del mondo del calcio. Racconta la sua sofferenza per le discriminazioni ricevute regolarmente negli stadi a causa del colore della sua pelle. Figlio di un militare americano di origini Senegalesi e di madre tedesca, William
Georg Hartwig, nasce a Offenbach e sin da ragazzino deve sopportare le beffe dei compagni di scuola, oltre che per il suo colore anche per il fatto che il padre ''Jimmy'', se ne ando' e non si prese mai cura di Lui. Cresciuto dalla madre, apprende l'attivita' di fabbro e di meccanico nel periodo scolastico e nel frattempo si dedica al gioco del calcio, dove ben presto entra a fare parte delle giovanili dei Kickers di Offenbach. Diventa il secondo giocatore di colore della societa'. Prima di Lui un'altra icona della squadra, Erwin Kostedde. Come Jimmy, anche Erwin dovette combattere con discriminazioni e pregiudizi. Il percorso che li porto' alla celebrita' fu molto simile. Come per tutti i figli della guerra di doppia etnia. Jimmy ricorda: "Per me fu molto più facile giocare a calcio che vivere, ho vinto tutto nel mio periodo ad Amburgo, sono stato nominato miglior giovane d'Europa, i tifosi ad Amburgo mi rispettavano e mi facevano dimenticare le urla che invece regolarmente mi indirizzavano sugli altri campi della Bundesliga. Monaco e Kaiserslautern su tutti. Negli anni 80 il razzismo da stadio si era intensificato. Erano nati molti gruppi di destra che si mischiavano a coloro che volevano solo assistere alle partite in maniera serena. Giocai solo due partite in Nazionale e ricordo che in Irlanda un tifoso mi grido' ''Tedesco di merda''. Regolarmente in Bundesliga invece il grido abituale era ''Negro di merda''. Quindi? Cosa ero?...Intimamente una certa confusione sulla mia identita', divenne piu' che giustificata col tempo. "Adoro questo paese",dice Hartwig. "Sono nato qui, mia moglie e i miei figli sono qui, i miei amici sono qui, ma nonostante tutto questo mi fa male quando sento storie e invenzioni televisive sul primo giocatore della nazionale, di colore. Boh... forse perché Asamoah è proprio nero nero." Hanno dimenticato Erwin Kostedde e hanno dimenticato me.
È scandaloso perche' Kostedde era un brav'uomo, ma fu trattato in modo tale che la sua immagine fu compromessa." Quando nell'88 si ritiro' dal calcio giocato, Hartwig, consegui' il tesserino di allenatore. Alleno' ad Augsburg ed in seguito nel 1989 divenne il primo allenatore della Germania Ovest di una squadra della DDR. Il Sachsen Leipzig. In seguito, piombo' per un periodo, in uno stato di prostrazione che lo porto' a fare uso di droga e di alcool in maniera smodata. Fortunatamente per lui riusci' ad uscirne in fretta. Apri' una catena di ristoranti fast food all'estero, in cui si cucinavano piatti tedeschi e durante ''l'affare'' Daum, visti i suoi ''trascorsi'', venne spesso invitato in comparsate televisive, come ospite ferrato sull'argomento. Addirittura la DFB lo insigni' dell'incarico, di occuparsi della divulgazione e della prevenzione nelle varie societa', dell'uso dannoso delle droghe. Nel 1991 per la prima volta e nel 1993 per la seconda volta, dovra' combattere contro un cancro alla prostata da cui uscira' vincitore nel 1994. E' in quegli anni che scrive il suo primo libro autobiografico. ''Vorrei ancora fare tanto.'' - La mia infanzia, la mia carriera, la mia malattia. -  Apre una scuola calcio per giovani, e nel 1997 comincia la sua carriera televisiva. Dalla televisione al Teatro il passo fu breve. Nel 2002 esordisce in teatro, intraprendendo una seconda parte di vita di ribalta, ma questa volta recitando versi. E' protagonista di decine di messe in scena teatrali e la sua carriera sul palcoscenico continua ancora oggi, con ottime critiche ormai dopo 16 anni. E' proprio dell'anno 2017 il progetto di un grande musical a cui dovrebbe partecipare, 

programmato ad Augsburg. Nel 2010 aveva pubblicato la sua seconda biografia: ''''Sono un combattente'' - Le mie vittorie, le mie crisi, la mia vita -. Oggi, a partire dal 2017, Willy ''Jimmy'' Hartwig e' ambasciatore della salute di AOK, con lo scopo di prevenzione, e' oltretutto fondatore della Munich Nations Cup e ambasciatore della DFB per l'integrazione sociale e razziale . E' membro della Commissione DFB per le responsabilita' sociali della sezione Bavarese. Vive vicino a Monaco ed e' padre di tre figli. La sua carriera in Bundesliga lo vede protagonista soprattutto con la maglia dell'Amburgo ma veste anche i colori del Monaco 1860, del 1FC Koln e dell'Homburg con cui chiudera' la carriera. Mediano dal grande fiato, grazie a un fisico esagerato, gioca 244 volte in Bundesliga e segna 43 reti. Vince tre Meisterschale e una Coppa dei campioni con gli anseatici. Nel 1980/81 sara' addirittura capocannoniere della DFB Pokal.


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