lunedì 13 agosto 2018

486) 2016 - KARL-HEINZ ''CHARLY'' KORBEL?....MEGLIO DI EINSTEIN. Il cervello dell'icona dell'Eintracht, nel Museo di Francoforte.


Anni addietro un'indagine fatta a campione in Germania, stabili' che il Kaizer, Franz Beckenbauer, era riconosciuto dal cento per cento dei soggetti interpellati, contro il 96 per cento di Sua Santita', Karol Wojtyla, Papa' Giovanni Paolo II. Questi sono i paradossi del calcio. Di quella dimensione parallela, in cui le icone pallonare, si contrappongono ai personaggi della vita reale fino a oscurarne o a ridimensionarne la portata e l'importanza storica. Non c'e' da meravigliarsi quindi, se in un referendum on line, del museo di Francoforte, la figura di ''Charly'' Korbel, precedette quella di Albert Einstein, quale personalita' il cui cervello ha merito di essere visitato e esplorato come fosse un sito archeologico....Incomprensbile l'introduzione? Veniamo ai fatti... Il recordman di presenze di
Bundesliga dell' Eintracht Francoforte, ha prevalso in una votazione online contro Albert Einstein. Ora, il suo cervello è esposto come un modello a grandezza XXXXXXXL nel Senckenberg Nature Museum.  "Questo è un grande onore, è qualcosa di molto speciale e inconsiueto permettere alle

persone di camminare e correre dentro il tuo cervello''. Il modello dovrebbe essere 50 volte più grande del reale ed essere esplorabile come un sito archeologico. L'attuale capo della scuola di calcio dell' Eintracht Francoforte commenta con un luccichio agli occhi. "Sono stato 55 anni fa con la mia classe scolastica per la prima volta presso il Museo Senckenberg. Se gli insegnanti avessero saputo allora, che qui, un giorno, il mio cervello sarebbe stato in mostrai, sarebbero rimasti sconvolti, visto il mio rendimento scolastico." E' stato scientificamente provato, che il calcio ha piu' impatto sul ragionamento e la riflessione, che gli scacchi. ''Il Calciatore deve mantenere un controllo di se a velocità relativamente elevate e in una frazione di secondo controllare e modificare i propri movimenti, ma anche prendere in considerazione le posizioni dei propri compagni di squadra e avversari e calcolare lo spazio tridimensionale di movimento e la velocità della palla. Una performance obbligata del cervello, che nessuna altra attivita' informatica e' in grado di creare ", ha confermato il neuroscienziato Prof. Dr. med. Michael Madeja. Chi meglio quindi di ''Charly'' Korbel?  Ecco perche':  Karl-Heinz Körbel ha giocato 723 partite in totale, piu' 6 in Nazionale, tutte con la maglia dell'Eintracht di Francoforte. Eterno. Perché oltre alle statistiche è la storia a renderlo tale. Karl-Heinz “Charly“ Körbel è una leggenda della Bundesliga e, volendo, del calcio mondiale. Seicentodue presenze nel massimo campionato tedesco: nessuno ne vanta di più. E lui quelle 602 partite le ha giocate tutte con una sola maglia addosso: quella dell’Eintracht Francoforte. Solo per fare un paragone: Francesco Totti ha finito la carriera con 619 presenze in Serie A. Appena 17 in più rispetto a quelle di Körbel in Bundesliga. Con una differenza non di poco conto: in Germania il torneo è a 34 partite, in Italia a 38. Per questo battere il record di “Charly“ sarà quasi impossibile. A meno che non si riformi il campionato. Trasferitosi all’Eintracht Francoforte nel 1972, a 17 anni, è rimasto nel club fino al 1996, quando ricopriva il ruolo di allenatore della Prima Squadra. In realtà ancora oggi aiuta il consiglio d’amministrazione del club. Nessuno più di lui può rappresentare società e tifosi, e pensare che la sua carriera si è interrotta in maniera (quasi) drammatica. Difensore centrale elegante e corretto, Körbel finirà la carriera senza neanche un’espulsione. Alla penultima
Charly e il suo cervello.
giornata della Bundesliga 1990-91, viene  però ammonito nella partita giocata ad Amburgo contro il St. Pauli: è la quarta ammonizione stagionale che lo costringe a saltare l’ultima di campionato, quella che avrebbe dovuto giocare contro lo Stoccarda di fronte al suo pubblico. Non avrà mai la sua partita d’addio. Il suo più grande successo è la vittoria della Coppa Uefa del 1980 (l’unica della storia del club). Edizione leggendaria per la Germania: arrivarono in semifinale ben 4 tedesche. Bayern Monaco, Borussia Moenchengladbach e Stoccarda, oltre all’Eintracht Francoforte. Körbel e compagni buttarono fuori i bavaresi imponendosi ai supplementari e conquistarono la coppa battendo il Gladbach con un gol nei minuti finali. Non è quello però il suo unico successo: ha messo in bacheca anche 4 coppe di Germania, tutte quelle vinte dall’Eintracht Francoforte nella propria storia, prima di quella recente del 2018.Ha vissuto anche qualche momento meno felice: nel 1984 e nel 1989 si salva dalla retrocessione vincendo lo spareggio. Nel 1989 fu proprio un suo gol segnato all’Hannover all’ultima giornata a permettere al Francoforte di qualificarsi agli spareggi e di evitare la retrocessione diretta. Nelle interviste ha sempre definito quello come il gol più importante della sua carriera (ne ha segnati 45 in campionato e 6 fra Coppa di Germania e Coppe Internazionali), perfino più di quello che regalò la coppa nazionale all’Eintracht nel 1975, nella finale contro il Duisburg. Non particolarmente felice la sua carriera in nazionale, con la quale ha collezionato solo 6 presenze. Terminata la carriera da giocatore è diventato prima assistente e poi allenatore capo dell’Eintracht, ma decise in fretta di lasciare l’incarico.  Negli ultimi anni di carriera Korbel è stato definito ''l’eterno Charly'' e nel 2016 ha permesso che un modello del suo cervello ricreato in 3D venisse messo nel museo di scienze naturali della città. Secondo alcuni scienziati il calcio stimolerebbe il cervello perfino più degli scacchi. Per questo si è deciso di mostrare al pubblico proprio il cervello di Korbel. Il plastico è stato ricreato in grandezza tale da poterci camminare dentro. Sono stati proprio i cittadini di Francoforte a votare affinché il cervello prescelto fosse quello di Korbel, votandolo più di quello di Einstein, l’altra opzione disponibile. Anche questo dimostra che, ancora oggi, i tifosi dell’Eintracht lo considerino eterno. Perché oltre alle statistiche è la storia a renderlo tale.




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