martedì 7 agosto 2018

473) 1995 - IL BORUSSIA DORTMUND E LE INSOSTENIBILI ''LEGGEREZZE'' DI JULIO CESAR.

La tribolata cessione di Aubameyang dal BVB 09 all'Arsenal, ha riportato per certi versi la societa' Westfalica a dei deja vu del passato prossimo, che sperava di aver superato e col tempo cancellato. La vicenda Aubameyang e' stata piu' una farsa..una situazione da legge fisica..Ad azione, corrisponde reazione. Quando il Pierre in questione, si convinse, da segnali inconfutabili, che ormai il suo tempo al Borussia era agli sgoccioli, si comporto' di conseguenza, dimostrando menefreghismo, distacco e immaturita'. Ritardi, sparizioni, allergia alle regole fondamentali del professionismo. Prevalse in pratica dentro di lui, quella indole di bimbominkia ancora immaturo, per cui il  suo status da professionista, non contempla regole da osservare, ne giustificazioni da dare, ne esempi da
proporre...Il BVB torno' indietro di una 20ina di anni, allorche' dovette fare i conti, con le strampalate
vicende, in cui un suo ex tesserato per la prima volta la coinvolse. E' la storia di Julio Cesar da Silva. Ricordato da tutti i compagni di squadra, piu' che altro per le potenzialita' esibite e invidiate  al momento della doccia. Il Dortmund fu in difficoltà esattamente come lo e' stato attualmente con Aubameyang. L'uomo non cambia mai. Non una persona nello specifico, ma proprio l'essere umano. Julio Cesar arrivo' dalla Juventus ai gialloneri dopo 4 anni di Serie A, nel 1995. Un passato umile da adolescente, lavori precari per sbarcarla, prima di dedicarsi anima e corpo al ''futebol.'' Forse li', per le strade e le favelas, assimilo' quella indole leggera e disincantata, per cui un impegno, extraremunerato oltretutto, puo' essere trasgredito senza dover intercorrere a spiegazioni o in sanzioni. Il suo palmares oltretutto lo mette al riparo da critiche di rendimento...Campionati, Coppe, Internazionali e no...89 presenze in Serie A, 125 in Ligue 1 e 92 presenze in Bundesliga, ma soprattutto una Champion's da ex contro la Juve...e quindi la conseguente Coppa Intercontinentale contro i confratelli Brasiliani del Cruzeiro. Ma non fu per questo che il Brasiliano lascio' il suo ricordo a Dortmund. A volte spariva per giorni e non partecipava mai ai ritiri perché si voleva divertire. Gennaio 1996, il Borussia Dortmund per prepararsi al girone di ritorno organizza un ritiro molto particolare, di fatto senza precedenti. I gialloneri vanno infatti al caldo di Rio de Janeiro. Secondo molti per far felice e accattivarsi l'interersse un po' svagato di Julio Cesar, anche se mister Ottmar Hitzfeld, ligio al suo
ruolo di Sergente di Ferro, smentisce. Prima di partire però il club ha una speranza ben precisa. Che il difensore sia una volta tanto puntuale. Nella stagione precedente aveva infatti disertato il ritiro alle Bahamas. Giustificazione seria: il nonno stava male. Poi però si scoprì che il nonno era morto tempo prima. I nonni, le nonne, insomma i parenti tutti, deceduti, sono scusante leggendaria che si tramanda da generazione a generazione tra i calciatori di molte realta' extraeuropee... Il Borussia Dortmund comincia il ritiro, ma di Julio Cesar non c'è traccia. Scomparso, irrintracciabile. Fino a quando una sera, sulla TV brasiliana, vengono trasmesse le immagini di una partita di beach-soccer. Il difensore è lì, in campo. Preferisce giocare a beach-soccer che allenarsi con i compagni. Ma non era nuovo a colpi di scena del genere. Una volta decise di auto-prolungarsi le vacanze di 11 giorni. Il ds della squadra, Michael Meier, lo convocao' per multarlo. Julio Cesar pago'. Pago' nel 1995, nel 1996 e nel 1997. In totale oltre 60mila Marchi Tedeschi. Eppure le punizioni non bastarono per fargli cambiare atteggiamento. Al punto che perfino Hitzfeld si dirà sorpreso del suo menefreghismo. Il vecchio Ottmar, leggenda della panchina in Germania, ha recentemente raccontato quel periodo: Cesar provava a farsi notare in ogni modo. Vestiti eleganti, profumi costosi, macchine lussuose. Spesso lo si vede ospite dei migliori ristoranti della zona. Spesso invita i compagni a cena, ma mai a casa sua. Eppure è ben visto all'interno dello spogliatoio, è più che altro cio' e' dovuto alle sue qualità tecniche. Non importa quante ne combinava fuori dal campo, era comunque un ottimo acquisto e un ottimo compagno di squadra per i colleghi. Con Lui, furono gli anni d'oro dei gialloneri. Iniziati con Hitzfeld e conclusi con Scala.  Sono gli anni d'oro dei gialloneri con due campionati vinti, una Coppa di Germania , la Champions League e la Coppa Intercontinentale che gioco' da titolare. In giallonero faceva coppia con Kohler, con cui aveva giocato già alla Juventus. Il tedesco, interpellato come testimone, ricorda: '' Julio?..Non lo faceva con premeditazione, non lo faceva apposta...era cosi', gli veniva spontaneo...era il suo modo di vivere il calcio.''

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