mercoledì 8 agosto 2018

478) 1974 - 1FC MAGDEBURG - AC MILAN 2:0 - CRONACA DI UNA VITTORIA INVISIBILE.


Nel 1974, in un paese ancora colorato di bianco e di nero, una squadra in bianco e blu porto' lo sport più popolare, a un nuovo livello, attraverso una delle più grandi sorprese del calcio Europeo per Club. Il trionfo dell'1FC Magdeburg, nella finale di Coppa delle Coppe contro il Milan a Rotterdam del 1974 è stato spesso trascurato, ma deve essere rivalutato e inteso come qualcosa di straordinario. È una storia di speranza appena assaggiata. Contribui' a costruire delle leggende. Leggende su cui il calcio si basa da sempre e che continueranno a vivere nel futuro. Questo è quello che è successo a Magdeburgo all'inizio dell'estate 1974, un anno considerato da molti l'anno migliore della storia del
calcio tedesco. Tutto riecheggia, rimbomba ed e' amplificato quando vivi in una città fantasma. Perché questa storia è certamente un'eco, di proporzioni piuttosto eclatanti, ed è accaduta in quella che può essere considerata una città fantasma. Ma ciò non toglie in alcun modo l'importanza o addirittura la magniloquenza dell'evento stesso. È una grande eco, ma la città fantasma forse ha semplicemente bisogno di un suono per tornare in vita. E poi ci sono nomi. Una serie di nomi fantastici arricchirà questa storia con la loro presenza. Facciamo cosi', il trionfo dell'FC Magdeburgo del 1974, mettiamola in un contesto storico, perché è emerso nel mezzo di uno degli anni più frenetici che il calcio tedesco abbia mai visto. Il Bayern Monaco ha vinto il titolo e ha vinto la sua prima Coppa dei Campioni non molti giorni dopo. La Nazionale Tedesca si sta preparando per la Coppa del Mondo in casa e la DDR si è appena qualificata per il suo primo e unico torneo Mondiale di sempre. Mondiale in cui avrebbe battuto i cugini padroni di casa per 1-0 nella fase a gironi. Tuttavia, è anche importante ricordare che il 1974 è stato politicamente un anno molto tempestoso. C'erano molti dissidenti in tutte le terre teutoniche, i ribelli volevano solo che la società tedesca fosse un po 'più equilibrata. La Rote Armee Fraktion (noto anche come il gruppo Baader-Meinhof) era all'apice della


sua aurea di terrore a livello nazionale e le tensioni internazionali avevano ricominciato a salire ancora di più, tra gli stati che giacevano ai due lati della cortina di ferro.. Anche la Germania era una terra divisa e questo influenzo', anche se non palesemente, il calcio tedesco. Un'area così divisa, sia dall'ideologia che da un vero e proprio muro, aveva due squadre Nazionali, due leghe di calcio e due squadre dominanti che controllavano la rispettiva parte del dominio calcistico della Germania.  Considerato un'icona calcistica dei tempi, l'immagine di Gianni Rivera non fu in alcun modo macchiata dagli avvenimenti dell'8 maggio 1974. Il suo status avrebbe potuto essere intaccato o macchiato, ma le conseguenze della sconfitta non ebbero quegli strascichi interminabili, avvezzi alla stampa italica. Rivera aveva appena concluso una stagione fantastica per I rossoneri  con cui aveva segnato 17 gol ed era diventato il capocannoniere del campionato, pur giortrando dalla sua posizione di centrocampista avanzato. Questa versione italiana di Fritz Walter stava per vivere una partita storica, un incontro visto da così tanti, ma frequentato da così pochi. Gianni Rivera faceva parte di una squadra dai giocatori piuttosto famosi. A parte l'evidente grandezza dello stesso Milan, questa squadra aveva alcuni personaggi di caratura internazionale riconosciuta. Gianni Rivera era uno di questi, Romeo Benetti era un altro, quindi Karl Heinz Schnellinger e inoltre il loro allenatore all'epoca era un giovane Giovanni Trapattoni. La maggior parte dei fan della Bundesliga conoscono il Trap per il suo periodo pazzo al FC Bayern. Anche il Milan aveva appena vinto la Coppa in Italia, per la seconda volta di fila, ed arrivo' a questa finale a Rotterdam oltretutto, come campione in carica. Una supersquadra insomma, schierata contro degli sconosciuti outsider della Germania dell'Est che erano stati protagonisti di un exploit inaspettato dai piu', che li porto' fino alla finale. Il Magdeburg era una squadra d'attacco. Si erano fatti le vesciche ai piedi a furia di creare possibilita' e soluzioni da gol. Un continuo movimento alla ricerca degli spazi e degli scambi per concludere. La squadra e la  tattica erano state plasmate dall'allenatore Heinz Krügel, morto non molto tempo fa e che ora vivra' per sempre nel nome della strada, in cui si trova lo stadio di Magdeburgo. Heinz Krügel ha attraversato gli anni della DDR-Oberliga con stile, stravaganza, e sopportazione. Il suo era un 4-3-3 con ali invertite che fece miracoli a Magdeburg e che quella stagione aveva finito con 50 gol in 26 partite, quasi 2,5 gol a partita. Krügel si era legato ai biancoblu all'inizio di quel decennio e aveva trasformato l'intero club in qualcosa di completamente nuovo. Introdusse soprattutto nuovi talenti per dare un futuro duraturo alla squadra. Ma anche per il loro futuro. Quando vinsero il campionato nel 1971/1972, la loro età media era di 22,5 anni. Questa fu la squadra più giovane a vincere una DDR-Oberliga. L'intero decennio appartenne più o meno all'1FC Magdeburgo, proprio per questo motivo. Krügel aveva costruito una forte spina dorsale di giovani giocatori che potevano crescere e migliorarsi insieme. Un colpo da maestro dell'anziano trainer tedesco, che alla fine divento' una vittima della solita politica DDR. Lo storico Manuel Veth di Fussballstadt spiega: "Heinz Krügel fu bandito dall'allenare e insegnare calcio nel 1977, perché il governo sosteneva che avesse tendenze filo-occidentali. In realtà, si rifiuto' di utilizzare le informazioni raccolte dalla Stasi, nella partita di Coppa Campioni contro il Bayern München nel 1974/75 contro il Magdeburgo e in generale si è rifiuto' di lasciare che la politica dettasse le sue regole e le sue direttive in occasione di partite cruciali. Lo schema del Magdeburg sembrava un 4-4-2, ma negli anni '70 giocare con un libero dietro la difesa a quattro, era comune come avere i capelli lunghi. La divisa bianco blu del Magdeburg faceva tanto Ajax, con quella fascia verticale blu. In un mondo in bianco e nero dove anche in tv non si distinguevano i colori, la divisa del Magdeburg lasciava spazio all'immaginazione e alla prosecuzione di una dinastia di vincenti. Quella maglia vestiva quella stagione, benedetta dal calcio della Germania dell'Est, talenti come Jürgen Sparwasser, Wolfgang Seguin, Jurgen Pommerenke, Martin Hoffmann e Manfred Zapf e tutti questi ebbero  un ruolo importante nel trionfo che doveva


venire. La prolificita' di Sparwasser e la sua sottovalutata creatività e visione di gioco con la palla ai piedi, lo hanno fatto diventare l'idolo di molti fans. È stato colui che segno' il gol contro la Germania Ovest nelle fasi a gironi della Coppa del Mondo nel 1974 e fu l'uomo piu' importante del Magdeburg in quella stagione. Con lui, una coppia di marpioni dell'area come Martin Hoffmann e Wolfgang Abraham, due giocatori che hanno costantemente collezionato favori nella DDR-Oberliga per i blu-bianchi. Questo trio in attacco era brutale quanto efficiente. Dietro a questi tre c'erano tre centrocampisti mobili. C'era la mente di centrocampo Jürgen Pommerenke, che dirigeva il gioco dalla sua posizione flemmatica tra difesa e attacco. Gli fu affiancato  Axel Tyll, centrale di centrocampo, che spesso si divideva tra i compiti di rubapalloni e altri obblighi di meta' campo. Tyll era veloce e tecnico, la scelta perfetta accanto a Pommerenke. Wolfgang Seguin completava il trio di centrocampo ed era il più famoso di tutti. Seguin era un centrocampista offensivo con un fiuto molto affinato per il gol. I suoi gol spesso decisivi, avevano aiutato il club piu' volte in passato e avrebbe messo lo zampino anche nell'imminente titolo a Rotterdam. Seguin passò dall'essere un figurante anonimo a un nome familiare in soli due o tre anni ed ora era lodato, come uno dei migliori giocatori della Germania dell'Est. (E' anche il padre dell'attuale giocatore del VfL Wolfsburg - Paul Seguin). Nel pre-finale al De Kuip di Rotterdam, si verificarono alcuni eventi piuttosto turbolenti. La DDR decise che solo poche persone avrebbero potuto assistere alla gara. Infatti, a parte le mogli dei giocatori, c'erano solo circa 200 persone ammesse alla trasferta dalla Germania dell'Est. E i milanesi? Credevano che sarebbe stata una passeggiata nel parco, quindi non si presero nemmeno la briga di andare fino in Olanda a vedere la partita. Perché spendere quei soldi quando non c'era storia?  Ciò contribui' a creare il minor numero di presenze, che una finale Europea abbia mai visto, poiche' solo 4641 persone videro l'FC Magdeburgo battere  il Milan all'inizio di maggio del 1974. Nonostante l'occasione unica di quella sera, il Magdeburg paradossalmente aveva avuto più persone sulle tribune quando giocava in Regionalliga. Questa brutta atmosfera era in qualche modo prevedibile. Anche se Magdeburgo di solito aveva circa 45.000 presenze alle partite casalinghe, nessuno si aspettava che la DDR lasciasse che la gente si trasferisse a causa di un evento sportivo. Solo pochi selezionati, e questa era gia' generosita'. Ma piu' il gioco al De Kuip andava avanti, piu' i fans del Magdeburg cominciarono a fare molto rumore e dopo un po' quelle 200 persone, furono le uniche che potevi sentire in uno stadio semideserto. Ora, si potrebbe  pensare che questa è solo una divertente storia di una squadra di sfigati. Chi non ama le storie sugli sfigati? Sono la prova definitiva del lato romantico dello sport e ci emozionano soltanto a pensarci. E se la nostra squadra fosse la prossima che partisse sfavorita? Che bello sarebbe. Gli sfavoriti non hanno nulla da perdere. Questo è stato il vantaggio del Magdeburgo. Tuttavia, in questo caso, c'era molto più di quello che si poteva prevedere. La squadra di Magdeburgo era composta solo da ragazzi locali. Il portiere Ulrich Schulze inizio' la sua carriera nel SG Darlingerode, vicino al confine. Manfred Zapf è nato a Stapelburg, una città a poche miglia dal confine della Germania Est. Detlef Enge ha giocato per il SSG Schwanebeck, tra il confine e Magdeburg. Helmut Gaube ha iniziato la sua carriera al Traktor Niederndoleben nella periferia occidentale di Magdeburgo e Detlef Raugust, giocava nel Lokomotiv Vorwärts Halberstadt, non troppo lontano da Stapelburg e il confine. Il centrocampista Wolfgang Seguin ha giocato ad Einheit Burg e Jürgen Pommerenke al Traktor Wegeleben, entrambi nelle vicinanze di Magdeburgo. Axel Tyll è nato a Magdeburgo e ha iniziato la sua carriera al Motor Mitte Magdeburg. Il marcatore Wolfgang Abraham ha giocato per Einheit Osterburg, Martin Hoffmann per l'Aktivist Gommern e Jürgen Sparwasser per il Lokomotiv Halberstadt di Detlef Raugust. Tutti questi luoghi si trovano nelle vicinanze di Magdeburgo, nella parte occidentale del Sachsen-Anhalt. Se ciò non bastasse, anche il resto della squadra proveniva dalla zona circostante. Questa quindi non era una perdente in partenza, come le altre. Questo era Davide contro Golia. E Davide ha vinto di nuovo! Non contano le probabilità. Più o meno un mese dopo che il Magdeburgo era riuscito a battere la campionessa in carica della Dynamo Dresden e  la sorpresa Carl-Zeiss-Jena per il titolo, stavano affrontando uno dei club più famosi e osannati del calcio mondiale. Solo un paio di mesi prima avevano giocato contro squadre come il Wismut Aue, il Stahl Riesa e il Sachsenring Zwickau di Jurgen Croy e ora stavano

affrontando Gianni Rivera e Trapattoni. Le tribune vuote devono aver dato ai giocatori una crescente sensazione di essere abbandonati, abbandonati a se stessi. E così, al fischio di inizio  la mancanza di pubblico dagli spalti deve aver causato brividi di rivalsa.. Uno stadio di calcio così grande con fans così pochi? Spaventoso. Il gioco fu molto uniforme. Il Milan gioco' il suo classico 5-4-1 con il libero Enrico Lanzi alle spalle. Il portiere del Milan in questa finale fu uno dei migliori in campo. Pierluigi Pizzaballa, . Il Magdeburg aveva iniziato in forcing e aveva gia' provato alcuni tiri in porta. Un approccio ottimistico sembrava dare spirito e funzionava piuttosto bene contro il catenaccio italiano. La retroguardia del Milan con Angelo Anquiletti, Aldo Maldera, Enrico Lanzi, Guiseppe Sabadini e Karl-Heinz Schnellinger fu messo sotto pressione dal più creativo degli attacchi, che la DDR-Oberliga abbia mai visto, nel trio Hoffmann-Sparwasser-Abraham. Dietro a questi stazionavano Axel Tyll e Wolfgang Seguin, che raccoglievano le palle che Jürgen Pommerenke riusciva a nascondere ai giocatori del Milan. Il centrocampo italiano era composto da Romeo Benetti, dalle ali Albertino Bigon e Francesco Bergamaschi e dal genio del gioco Gianni Rivera, la principale fonte di inventiva quando il Milan attaccava. Si può dire che presto si trovo'ingabbiato dalla costante presenza di Pommerenke. La linea difensiva del Magdeburg che era composta con Detlef Raugust, Detlef Enge, il capitano Manfred Zapf e Helmut Gaube non avrebbe mai avuto alcun problema con l'attaccante dei rossoneri Carlo Tresoldi, un giocatore che non era certo noto per imprese da capogiro. Il giovane e fresco sistema di attacco di Heinz Krügel si scontrava con il catenaccio di Giovanni Trapattoni, una classica lotta tra ideologie. Fu in pratica un ''Trapenaccio''. Al 43esimo minuto il Magdeburgo riusci a passare in vantaggio. Detlef Raugust, 19 anni, recupero' la palla e ha inizio' a correre per quella che sembrava un'eternità, pensando di  mettere un cross basso verso Sparwasser. Pizzaballa compi' una parata decisiva, ma invece di liberare, il libero Lanzi, accidentalmente, calcio' la palla nella propria rete, prendendo completamente alla sprovvista il suo incolpevole portinaio. I biancoblu della Sachsen-Anhalt tornarono negli spogliatoi alla pausa con un vantaggio per 1-0. Sensazionale! In una recente intervista con Tagesspiegel, l'attaccante Jürgen Sparwasser dichiaro' che è stato evidente fin dall'inizio che potevano competere con la qualità del Milan. Il Magdeburgo torno' in campo nella seconda metà della gara pieno di fiducia. Si può immaginare che il carisma di Krügel li avra' resi ancora più determinati e spavaldi e giocare per il colpo del ko, contro questa squadra italiana priva di reattivita'. E questo fu esattamente quello che fecero. Non fu uno smash o un colpo a sorpresa. Il Magdeburg si dimostro' realmente alla pari con il Milan. Il secondo tempo lo dimostro' ancora di più, quando il Magdeburg inizia a gestire un po' di piu' la palla. Il Milan comincio' a sottostare alla pressione sempre piu' avvanzata dei tedeschi fino a ritrovarsi a giocare poco davanti a Pizzaballa. Il Magdeburg li tenne costantemente nella propia meta campo e mantenne la palla grazie alle doti tecniche dei suoi abili giocatori. Ed ecco, invece della reazione del Milan che si fa sempre piu' inconsistente e sbiadita, arriva il 2-0. In quel momento, in una piccola casa popolare, nella


periferia nord di Magdeburgo, siede una famiglia, vestita di bianco e blu, per guardare in televisione l'1FC Magdeburg che gioca la finale della Coppa delle Coppe contro il Milan a Rotterdam. Chissa', forse hanno invitato i loro vicini, perché i vicini non sono ancora riusciti a ottenere una TV. O forse preferirono optare per una Trabant, dal momento che il marito lavora a Halle. Al 74esimo minuto, in questo gruppo di amici, irruppe una frenesia di buoni sentimenti. Il loro schermo TV ancora in bianco e nero mostrava un portiere italiano di nome Pierluigi Pizzaballa sdraiato sull'erba, adirato per il fischio che certificava il gol subito. Dietro di lui si puo' vedere Enrico Lanzi, stare con le mani sulle ginocchia. Dice qualcosa in italiano al suo collega. Poi...La parte più grande dello schermo proietta l'immagine di un uomo che indossa una maglietta bianca e nera con il numero sette sul retro. Questo è Wolfgang Seguin e ha appena assicurato il più grande trionfo della DDR nello sport, di sempre. Questo fu solo l'inizio di una bella estate per il calcio tedesco. Jürgen Sparwasser segno' per la DDR contro i cugini della Germania Ovest, nella loro prima Coppa del mondo. Il calcio tedesco celebro' una delle migliori squadre internazionali che questo mondo abbia mai visto. Giocatori come Gerd Müller, Beckenbauer e Breitner furono canonizzati in campo per le loro imprese, nell'estate del 1974. In questo caos positivo, è ancora facile trovare posto al trionfo del Magdeburg contro il Milan al De Kuip di Rotterdam. E sarebbe anche abbastanza normale farlo, perché fu ancora solo un'eco, in una città fantasma. Ma questa vittoria e il gol che Sparwasser ha segnato contro la Germania Ovest, possono dare un'idea di quanto fosse importante il calcio per le masse oppresse della società della Germania Est. Il Magdeburg non ha risolto alcun problema nella società della Germania Orientale, né la loro vittoria ha avuto un effetto positivo duraturo sul calcio della DDR sul palcoscenico internazionale. La loro vittoria a Rotterdam rimane l'unico titolo internazionale mai vinto da una squadra della Germania dell'Est. La Germania dell'Est non ha mai più festeggiato. Ma forse, questi due trionfi non furono solo gli echi di due urli scaturiti da una città fantasma. Forse furono autentici fari di speranza in una società in cui la speranza veniva regolarmente repressa..


























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