giovedì 30 dicembre 2021

611) 1999 - QUANDO JEAN LÖRING SILURO' TONI SCHUMACHER DURANTE L'INTERVALLO. - Il bistrattato ''Patriarca'' del Fortuna Köln, tra anni (35) di sogni e sconsideratezze.

Fu una serata memorabile, quel 15 dicembre 1999. Calcio di seconda divisione, del peggior livello tra Fortuna Köln e Waldhof Mannheim davanti a 700 spettatori nell'atmosfera tetra e squallida del Südstadion. Di solito per partite simili non varrebbe la pena andare oltre il risultato. Non varrebbe la pena menzionarle. Ma poiché il presidente Jean Löring  ha licenziato l'allenatore Toni Schumacher durante l'intervallo e ne ha fatto uno spettacolo senza precedenti, il giorno successivo ne furono fatti resoconti sugli organi di stampa di rilevanza Internazionale. ''Tornatene all'Eifel. - Sei nel miglior Club possibile...Da ora Minge prende il tuo posto'' - Questa filippica di rimprovero è estrapolata dal resoconto del “discorso di dimissioni” del presidente di culto “ Schäng ” Löring. Qualcuno presente

riporto' che venne fatto uso anche di appellativi grevi e offensivi, ce' chi disse che il Boss del Fortuna uso' anche  la parola "segaiolo" nei confronti di Tony Schumacher. L'allora co-allenatore Ralf Minge, descrisse come ando' davvero l'espulsione di Toni Schumacher da parte del presidente, patriarca, boss, Re...del Fortuna, Jean Löring. Le parole di Loering sono state pronunciate all'intervallo quando il punteggio era 0:2. Rivolto al ex portiere di culto e nuovo arrivato allenatore, "Tünn" Schumacher. Si dice che i due ''maschi alfa'' abbiano quasi litigato fisicamente, ma furono prontamente separati. Scene così impensabili, sguaiate e incomprensibili per un contesto professionistico, che i giocatori più giovani della squadra di Schumacher, piansero disinvolti per reazione. C'erano lacrime di orrore, di rabbia e delusione " come ha ricordato Schumacher poi, nel suo libro "Einwurf ". "Minge, vai in panchina Tu.", Loering lo ordinò al suo assistente allenatore, Ralf Minge, scrive Tünn, ma: "Mingus rifiutò - Ralf e' un bravo ragazzo con coraggio morale, leale e onesto. Loering non si scompose piu' di tanto di questo e 


senza timor di sorta assunse direttamente la posizione di allenatore per il secondo tempo rimanente, per far fronte a quell'imprevisto ammutinamento. Si presentò come allenatore fittizio in panchina e pote' vedere da vicino come la sua squadra fu sconfitta per 1:5. La conferenza stampa dopo la partita non fu meno spettacolare. "Come club'', ''abbiamo'' dovuto reagire e prendere provvedimenti", si giustificò Loering ai giornalisti. Di fronte a Loering c'era una bottiglia di Dujardin. "Questa è la squadra del Fortuna più costosa e anche la peggiore dalla nascita di Cristo", disse Löring mentre si concedeva tre brandy. Per lui, tutto l'operato di ''Tünn"era da biasimare: "Non posso lasciare che il mio club sia seppellito piano piano". Non erano state le prime bevande alcoliche che Loering "come club" si era concesso quel mercoledì fino alla metà della gara, fino al momento che si precipitò negli spogliatoi, obiettivo Schumacher e si scagliasse su di esso ''come una sega circolare" Il manager all'epoca, Jürgen Weinzierl lo ammise più di 15 anni dopo, durante un evento sociale del Fortuna, nel pub Südstadt "Ubierschänke" rivangando su quell'episodio: lo ''Schäng'' aveva bevuto regolarmente nel corso della giornata.”provò alcuni vini rossi”. Nel libro di Schumacher si legge così: “Quando siamo scesi dall'autobus della squadra, mi è venne agli occhi un cartello che diceva: ''Abbi cura di te Toni''. Il vecchio aveva già bevuto del caffè. Sembrava già un pò su di giri..Era in agitazione come una sega 


circolare, si vedeva..." "Così fu, Loering, ''segò'' il suo allenatore a metà tempo. Schumacher era arrivato con la stagione 98/99 sostituendo un altro mostro sacro di Colonia..Bernd Schuster. Toni resto' sulla panchina del Fortuna per tutta l'intera stagione e fino alla 16esima gara della stagione successiva, la 1999/00 per un totale di 52 gare. Toni Schumacher ha perdonato Jean Löring e lo elogia ai massimi livelli: “Per me personalmente, Jean Löring era e resta tuttora un grande e generoso, nativo di Colonia e mi è dispiaciuto molto per il declino e la dispersione del lavoro della sua vita . Perché a prescindere da quello sfortunato episodio, Loering fu una persona che aveva aiutato molti che erano in difficoltà. Ha levato centinaia di bambini dalle strade di Colonia, con il suo Fortuna e ha dato loro un asilo oltre che occuparsi anche socialmente di molte delle loro famiglie. L'organizzazione giovanile della Società è stata sempre esemplare e l'integrazione è sempre stata una priorità assoluta nella parte Sud della città”. Ed è per questo che anche Schumacher dice di Loering: "Ho un grande rispetto per le sue referenze sociali".
Le reazioni della lega e della scena calcistica all'epoca furono chiare. L'episodio scatenò sin dal giorno dopo a livello Internazionale, i commenti piu' disparati, eccone alcuni:
*Christoph Daum, allenatore del Leverkusen all'epoca: “È stato un comportamento assolutamente disumano quello di cui si è reso protagonista Loering. Herr Loering è andato completamente oltre i limiti di ciò che era sopportabile, per un professionista che sta facendo il suo lavoro. Quale allenatore vorrà ancora lavorare con un presidente del genere? Nessun allenatore può davvero più desiderare di andare al Fortuna. Il signor Löring ha molte conoscenze nel calcio, bene, allora dovrebbe essere lui stesso l'allenatore. Dal momento che non può licenziarsi da solo".
*Ewald Lienen, allenatore dell'1.FC Köln all'epoca: “Una tremenda mancanza di rispetto verso un insegnante di calcio. Forse qualcosa del genere poteva essere stato fatto nell'ex DDR. Non qui. Toni Schumacher era già stato massicciamente criticato e crocifisso nelle settimane precedenti".
*Dirk Lottner, allora capitano dell'1.FC Köln: “Questo è il livello più basso toccato. Non riesco a capire come si possa essere così privi di tatto e sensibilità. Ho avuto l'impressione che il signor Loering stesse solo aspettando che la squadra perdesse per buttare fuori Toni”.
*Rudi Völler: “Non pensavo che avrei dovuto vivere una cosa del genere. Di questo tumultuoso ed eclatante processo si parla in tutta Europa».
*La Gazzetta dello Sport (Italia): "Lucian Gaucci, presidente dell'AC Perugia, ha trovato in Germania qualcuno che lo batte in termini di brutalità nel licenziare gli allenatori: Jean Löring".
*SID (Sport Information Service): “Questo genere di cose accade solo nelle repubbliche delle banane. Loering governa in modo eccentrico come Jesus Gil y Gil all'Atlético Madrid. Vuole i titoli dei giornali a spese del prestigio del club e di un professionista meritevole".


Ma chi fu in realtà Jean Löring? Nato come Hans Löring, prese egli stesso il nome Jean che, nel dialetto locale di Colonia, si pronuncia Schäng. Löring, di professione, era un elettricista e dopo la sua carriera attiva iniziò un'attività imprenditoriale in campo elettrico. Il Fortuna Köln e Jean Löring: Per quattro decenni, la squadra di calcio della parte meridionale della città e il miserabile imprenditore elettrico furono legati inseparabilmente. Dalla metà degli anni Sessanta, "dä Schäng", che fu lui stesso un calciatore professionista, determinò le sorti del Fortuna Colonia come mecenate generoso e presidente onnipotente. Si dice che Loering abbia investito tra i 30 e i 40 milioni di marchi per realizzare il suo sogno di una vita: raggiungere in fama e blasone il potente rivale cittadino, l'1.FC Köln con il suo piccolo Fortuna. Il successo fu inevitabile, ma la dea della buona sorte non mostrò le migliori intenzioni con il milionario che operosamente si fece tutto da sé. Alla fine, quello che oggi si dice e rimane nei ricordi, è che per tutti fu un "pazzo del calcio Tedesco" e che con il suo "club" è rimasto alla fine con un pugno di mosche. Dopo la sua carriera attiva, Hans Löring, che preferì farsi chiamare Jean, osò fare il grande passo nel lavoro autonomo nel 1962. Elettricista qualificato, investe in un'azienda in difficoltà e nel giro di dieci anni forma "ELRO Elektro- und Rohrleitungsbau GmbH", un'azienda altamente redditizia con circa 300 dipendenti. Nel 1966 Löring fu eletto presidente dell'SC Fortuna Köln, che da allora guidò e promosse sempre come una proprietà privata. Sotto l'egida di un boss amante del divertimento e rustico nei modi, la squadra del Sud di Colonia scala una classe ogni due anni ed arriva persino in Bundesliga nel 1973. Alla fine della stagione, il Fortuna dovette retrocedere di nuovo e iniziò la sua permanenza di 26 anni consecutivi come squadra di seconda divisione. Una altra volta Löring riuscì ancora a portare il club sul grande palco. Fu quando con una vittoria per 5:0 contro il Borussia Dortmund, il Fortuna giunse alla finale di  DFB Pokal nel 1983, proprio contro l'1.FC Köln. Nello stadio Müngersdorfer completamente esaurito, gli sfavoriti di Loering, furono per tutti, chiaramente, la squadra migliore, contro l'undici dei caproni, stellato ma floscio, ma purtroppo non raggiunsero l'obiettivo finale. Un solo errore difensivo portò allo 0:1 finale e per Jean Löring sfumò il trionfo della sua vita. L'azienda di Löring, invece, stava andando alla grande. "Raffinatamente astuto e talvolta abbastanza sconsiderato", come scrisse la "Süddeutsche Zeitung", il veterano di Colonia investì con successo nel settore immobiliare, oltre che nel Fortuna. Lo stesso Löring risiedeva feudalmente in un castello dell'Eifel, spesso teatro di feste sontuose con personalità di spicco e con i suoi calciatori. Ma gli innamorati del successo si preoccupano anche di far fruttare le loro piccole fortune. Con un sacco di soldi e impegno, Löring sviluppò ed espanse il suo settore giovanile in uno dei migliori della DFB. Alla fine degli anni '90, "dä Schäng", gioca il tutto per tutto e raschia il barile per condurre finalmente il Fortuna fuori dalla seconda serie. Per entrambi fu l'inizio della loro fine. Con Bernd Schuster, Toni Schumacher e Hans Krankl, il patriarca insegue con impazienza tre costose stelle dalla panchina. Poco dopo, non solo il Fortuna Colonia, ma anche la società di Löring entrò in rosso. Il goffo patron non riesce più a impedire il fallimento del club e si dimette da presidente nel 2001 dopo 35 anni. Quando la sua ELRO GmbH, fallì, Löring, che era anche in cattive condizioni di salute, perse tutti i suoi averi. Dovette trasferirsi fuori dal castello nell'Eifel e adattarsi ad un piccolo appartamento a Colonia-Zollstock, dove, amareggiato e vergognoso, si isola completamente. Il 6 marzo 2005, l'ultimo patriarca del calcio tedesco morì povero, per un cancro al colon, in un ospizio di Colonia all'età di 70 anni.


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