giovedì 9 dicembre 2021

589) I PERSONAGGI - JOACHIM ''AKIM'' STREICH – ‘’Il Gerd Muller della DDR’’


Abbastanza scontato. In ogni sito o blog in cui viene citato, Joachim Streich, il miglior attaccante della storia della DDR e’ definito ‘’il Gerd Muller dell’Est’’. ‘’Der bomber der DDR’’ ecc. ecc....In effetti da ragazzo quando lessi la scheda del biondo attaccante del Magdeburg, trovai molte similitudini con Gerd Muller. Forse non nei numeri e le statistiche, ma sicuramente come caratteristiche e figura. Oltretutto Streich aveva quella fisionomia opposta che ancora di piu’ lo rendeva l’antitesi anche nei tratti. Biondo, occhi chiari...In contrapposizione con Gerd. Scuro e occhi scuri. Le due Germanie divise erano in competizione in tutto e per tutto...Naturale che anche la Nazionale dovesse avere un bomber per

eccellenza, da idolatrare e contrapporre a quelli dell’Occidente. Fisico da centravanti puro. Come richiedevano quegli anni di piombo delle aree calcistiche. Sempre presente per concludere e inventare le deviazioni piu’ imprevedibili e a volte sfidando le leggi naturali aerobiche e di gravita’. Joachim Streich e’ stato  il bomber nazionale dei cugini poveri. L’unico suo vantaggio e’ che i suoi record non saranno mai battuti, perche’ la DDR ormai non ce’ piu’. E’ una fase storica lontana nel tempo che pian piano sta entrando nel dimenticatoio. Ma torniamo a quegli anni. La DFB. Oggi quattro vittorie in Coppa del Mondo ma una storia complicata. Perché due delle quattro vittorie arrivarono quando la 

Germania era solo ‘’Germania Ovest’’. Quando dall'altra parte, a Est, c'erano dei grandi giocatori anche li’. Tra questi, proprio Joachim Streich. Joachim Streich nasce il 13 aprile 1951, quando la Germania era già tagliata in due da due anni. Fu un po' una coincidenza che sia finito sul lato Est, poiché la sua città natale, Wismar, si trova a poche decine di chilometri dal confine tra la zona sovietica e quella britannica. Eppure, questo è il contesto in cui crebbe Joachim ''Achim'' Streich. In un Paese che prestava grande attenzione all'educazione fisica, Gioacchino’’ pratica molti sport sin da piccolo. Ma nonostante le prestazioni più che oneste nell'atletica leggera, lo sport che piace davvero di piu’ a Joachim è il calcio. Quando aveva solo sette anni, conseguì il suo primo diploma all'Aufbau di Wismar. Crebbe in silenzio, ma in breve divenne il giocatore principale della sua squadra. Posizionato in prima linea nell'attacco del suo club - che divenne TSG Wismar nel 1963 - infilava gol come si infilano le perle. Il giovane Streich era di grande talento e all'età di 18 anni era un giocatore titolare della prima

squadra. Le sue prestazioni in prima squadra gli permisero di aggregarsi nel 1967, al piu’ grande club della regione, l'FC Hansa Rostock, quando aveva solo sedici anni. Joachim Streich trascorse due anni nelle squadre giovanili dell'Hansa, dove fu di gran lunga il capocannoniere. Nel frattempo viveva nel collegio dell' Hansa. Ma senza alcun sostegno finanziario. ''Non ho mai nemmeno ricevuto buoni pasto all' Hansa Kogge.'' "Fortunatamente, i più grandi me ne regalavano un po' di tanto in tanto", dice Streich, che all'epoca si allenava come installatore di quadri elettrici e avrebbe dovuto cavarsela con 70 Ostmark al mese.Con i suoi compagni di squadra, fu incoronato campione della Junioren Oberliga nel 1968 e venne persino convocato per la Nazionale giovanile della Germania dell'Est. Inizio’ con la squadra giovanile DDR contro Cuba il 9 agosto del 1968, e in quell’occasione  segnò il secondo gol della vittoria per 2:0. L'apice della sua carriera giovanile arrivò nel 1969, quando Streich e la DDR arrivarono secondi negli Europei casalinghi, categoria U19. Purtroppo furono sconfitti nella finale contro la Bulgaria. Il grande debutto di Joachim Streich alle ribalte senior pero’, viste le evidenti qualita’ e i propositi, logicamente non tarderà. In Oberliga, Streich fece il suo debutto all'età di diciassette anni il 23 febbraio 1969 contro l'Energie Cottbus nella squadra riserve dell'FC Hansa Rostock. Ma ci volle tempo, fino all'inizio della stagione 1969-1970, per vederlo schierato con la prima squadra dell'FC Hansa. Molto rapidamente, diventa assolutamente essenziale nel sistema offensivo dei bianco blu. L'8 dicembre esordisce con la nazionale Tedesca dell'Est. Anche se la partita è un noioso pareggio contro l'Iraq 1:1, significa molto per Streich. Sorprendentemente, Joachim Streich avrebbe dovuto aspettare fino al 1971 prima di ottenere la sua seconda convocazione con la DDR. Nel frattempo, nel suo club, trova continuita’ e una sempre piu’ frequente strada per la rete. Con otto gol 

alla sua prima stagione, diventa capocannoniere della sua squadra. I due anni successivi ne confermeranno il suo status. Continua a segnare initerrottamente ed è ormai molto popolare tra i tifosi. Ma anche in un paese piuttosto inconsueto come la DDR, i giocatori hanno ambizioni. E quelli di Joachim Streich lo porteranno lontano dall'FC Hansa Rostock. Così, all'inizio dell'estate del 1975, Joachim Streich saluta i tifosi anseatici. Con centoquarantuno partite sul ruolino e cinquantotto gol, vuole ampliare gli orizzonti. Vuole altre platee. Tuttavia, la federazione calcistica della Germania dell'Est. La DFV, non gli offre molte opportunità. Ovviamente è vietato cambiare campionato, men che meno pensare all’estero. Ha solo due opzioni: restare all'FC Hansa Rostock, cosa che non vuole, o trasferirsi all'1FC Magdeburg. È questa seconda opzione che sceglierà, all'apice dei suoi ‘’ormai’’ ventiquattro anni e delle sue diciotto presenze in Nazionale. L'allenatore Hans Meyer, pero', voleva assolutamente portarlo all'FC Carl Zeiss Jena. Streich ricorda: "Sono stato convocato dalla DFV, il trasferimento gia' avviato mi fu strappato in faccia e il segretario generale mi disse: ''Ecco, ora vai a Magdeburgo.'' Si uni’ alla rosa del Magdeburgo in giugno, non necessariamente facendo salti di gioia, per non aver avuto scelta. Tutto cio’ che accadra’ in seguito accellerera’ la carriera di Joachim Streich. Dopo il trasferimento forzato a Magdeburgo, la famiglia Streich: Joachim, la moglie Marita e la figlia Nadine, impiegarono molto tempo per sentirsi a casa. Da un punto di vista sportivo, iniziò con la


 eliminazione al primo turno della coppa dei Campioni contro il Malmö FF - e come nell'ultima partita con la maglia dell'Hansa, Streich sbagliò un rigore e piovvero le critiche. Streich aveva già subito dure critiche alla fine del suo periodo a Rostock. "Ho sbagliato il rigore decisivo a Stralsund?. Certo che fui dispiaciuto in quel frangente, ma non l'ho fatto apposta". Ma i tifosi dell'Hansa non potevano perdonargli  che la beffa coincise precisa, con la retrocessione nell'estate del 1975 e con la sua fuga a Magdeburg. Alla fine della stagione, però, lui e il suo amico Sparwasser segnarono 13 gol ciascuno. La sua prima stagione, con tredici gol, è relativamente onorevole, ma è solo un rodaggio. Tra il 1977 e il 1983, Joachim Streich vince quattro volte il titolo di capocannoniere di Oberliga della Germania dell'Est e per due volte (1979, 1983) fu "Calciatore dell'anno". In evidenza rimane anche la sua sestina nella vittoria per 10:2 in campionato contro il BSG Chemie Böhlen. L'ultima sestina realizzata da un calciatore prima che la Oberliga chiudesse i battenti. Raramente infortunato e talvolta capitano, è 


assolutamente essenziale per il Magdeburgo. Il suo addio nell'estate del 1985 è straziante. Ma con 171 gol in 237 partite, si merita il ritiro e di godersi la pensione. Il suo totale tra Hansa e 1FCM e’ di  229 reti in 378 gare. Lascia anche la selezione Nazionale, con un record ufficiale di 55 gol in 98 selezioni, che lo rendono il capocannoniere piu’ prolifico nella storia della Germania Est... e il terzo della Germania riunita, dietro Miroslav Klose e Gerd Müller. All'età di 33 anni, in una sera d'autunno ad Aue contro l'Algeria vive il momento storico della sua ultima rete in Nazionale. All’86’ di gioco segna il gol del 5:1 dopo essere subentrato al 70esimo minuto. Un momento storico perché sarebbe il suo ultimo gol in Nazionale. Una carriera Nazionale che sarebbe iniziata, quando vinse la medaglia di bronzo Olimpica nel 1972. Arrivato a Monaco come un signor nessuno nonostante le ottime prestazioni in Oberliga, brillo’ con 6 reti in 7 partite. Da li’ la sua intesa con la porta avversaria non ha avuto arresti fino a farlo diventare un nome di primo piano anche fuori dei confini dell’Est. Il Mondiale che si sarebbe giocato di li' a due anni a Monaco non lo vide come uno dei protagonisti assoluti della 


selezione DDR. Si ritrovo' addirittura in panchina nella storica partita tra Est e Ovest, Cosa che a Lui lascio' un segno indelebile. Nonostante tutto Streich colleziono’ quattro presenze al torneo Mondiale nella terra del "nemico di classe", nelle quali segno’ due gol (contro Australia e Argentina). Ma furono probabilmente le ore più nere della sua carriera di 16 anni come calciatore nella DDR, quando l'allenatore della selezione Georg Buschner gli annuncio' che nei quarti della Coppa del Mondo ad Amburgo non sarebbe stato in campo nel duello tedesco-tedesco. Quindi, neppure nessun incontro - confronto con il suo grande ''modello'' Gerd Müller. "È stata colpa mia", dice Streich, descrivendo la


 storia obiettivamente a NDR Sportclub: "Le mie prestazioni precedenti non furono così speciali". Streich inizio' il torneo con un raffreddore, che tenne nascosto all'allenatore per poter giocare subito contro l'Australia. Nella prima partita di Coppa del Mondo della DDR ha segnato il suo primo gol (un gol spettacolare), ma la sua prestazione non fu di livello da Coppa del Mondo. La sua prestazione nell'1:1 contro il Cile fu ancora peggiore. L'ansia creata per la partita seguente vista come una "lotta di classe" nel Volksparkstadion di Amburgo, era comprensibile. Certo che fa ancora male ("un po'"), certo avrebbe voluto segnare lui il gol decisivo nella vittoria per 1:0 della DDR, ma non invidia il "gol leggendario" di Jürgen Sparwasser. Non corrisponderebbe nemmeno alla sua natura. "È sicuramente una delle persone più propositive di questo sport", affermo' Buschner, che è stato il suo allenatore in 75 partite internazionali. "Akim'' non solo ha segnato tanti gol, ma ha anche dato un contributo significativo a migliorare la cultura del gioco. Quando abbiamo giocato bene, ha sempre dato un contributo significativo". C'erano anche altre voci, negative, naturalmente. Ma a Streich questi 

commenti lo lasciarono apparentemente impassibile. Le critiche al suo stile di gioco ("Sono un attaccante, non un corridore di resistenza"), sui suoi capelli lunghi ("Non mi sono fatto tagliare mai i capelli, per compiacere ai superiori") e addirittura alla sua placida calma, a modo suo indice di sicurezza. Calma che invece Buschner interpretava come .''..presa per il culo'' Perse le staffe solo una volta, quando rispose con sfrontatezza alle lamentele di un cronista della televisione della DDR. "Sapete solo criticare, ma alla fine e' la performance che conta, e penso di essere ancora il miglior 

centravanti della Nazione. Per me parlano 45 gol in 86 partite internazionali”.  Un anno prima di terminare la sua carriera, il giocatore nazionale Streich entro' nel "Club of Hundreds" nel settembre del 1984. Il contesto non avrebbe potuto essere più dignitoso per festeggiare la sua terzultima partita Internazionale. A Londra, Streich non segno' nella sconfitta per 1:0 contro l'Inghilterra, ma lo stadio londinese di Wembley lo festeggio' calorosamente. La rivista di settore britannica "World Soccer" esordi' con il titolo "Questo Streich è un fenomeno" un elogio per il biondo centravanti che "...si conferma da più di una dozzina di anni, contro una concorrenza sempre piu' giovane ed agguerrita, segna i suoi gol nonostante le marcature speciali e continua a avere successo, anche se ormai il gioco diventa sempre più veloce, e le aree diventano sempre più strette”. Il capitano dell'Inghilterra Peter Shilton gli regalo' un piatto d'argento. Streich custodisce quel piatto ancora oggi. Il che è sicuramente degno di nota, perché oggi, senza il nipote Mario, centinaia di medaglie, trofei e riconoscimenti

sarebbero scomparsi da tempo, o sarebbero coperti di polvere, compreso anche il bronzo olimpico a Monaco di Baviera del 1972, quando la DDR sconfisse i padroni di casa di Ottmar Hitzfeld e Uli Hoeneß per 3:2. Una stanza nel seminterrato è arredata con gli oggetti devozionali e l'orologio da polso d'oro che ha ricevuto da Beckenbauer per il suo 50° compleanno, invece, viene tirato fuori solo in occasioni speciali. "E' anche un riconoscimento alla mia carriera, altrimenti non lo avrebbe fatto di certo". Da allenatore, però, non ha mai trovato questo riconoscimento. Anche dopo la caduta del muro, quando fu allenatore in Occidente in seconda divisione con  Eintracht Braunschweig. Non si adattava ed è durato solo nove mesi. Seguì un altro periodo a Magdeburgo, quindi a Zwickau. ''Fui felice quando finì''. Non volevo restare nel calcio. Volevo condurre una vita normale". Probabilmente anche la vita normale ha giocato il ruolo principale quando si è tratto' di fuggire in Occidente nel 1969. L'Hansa giocava nella Coppa delle Fiere ad Atene e due suoi compagni di squadra gli fecero capire le loro intenzioni. "Alla fine, a tutti noi mancò solo il coraggio", rivela Streich in un'intervista alla rivista calcistica "11 Freunde". Quando incontro' sua moglie, l'argomento era già un ricordo del passato. Finalmente torno' alla vita normale. Streich è in pensione dal 2016 e gioca solo sporadicamente con i "vecchi". I capelli si sono accorciati, non è ancora un ''giocatore corridore di resistenza''. Ma i suoi rekord rimangono per sempre. Il 16 aprile 2022 Joachim Streich ci lascia. Muore a Lipsia, dopo una lunga e debilitante malattia. Joachim Streich si era ritirato definitivamente dallo sport nel 1992 per diventare giornalista e collaboratore di Kicker. Rimane per molti ex nostalgici della Germania dell'Est uno dei più grandi giocatori della storia del calcio. Sicuramente il piu’ grande bomber dell’Est.


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