domenica 12 dicembre 2021

594) 2019 - RUDOLF ''RUDI'' ASSAUER - ''Il Macho giallonero, con lo Schalke nel cuore.''

 

 I primi 50 anni sono quelli che intercorsero tra il suo esordio in Bundesliga (1964) e quelli della diagnosi conclamata. Alla fine del gennaio 2012 si seppe che Assauer aveva il morbo di Alzheimer. La malattia fu discussa in un documentario televisivo e nel libro di memorie autobiografico, ''Come si cambia''. Anche il fratello Lothar aveva sofferto di Alzheimer per alcuni anni e mori' nel febbraio del 2013 all'età di 81 anni per le conseguenze di questa malattia. Rudi Assauer ha anche una sorella gemella, Karin Assauer. Personaggio poliedrico. Capace di tenere la ribalta in tutti i ruoli rivestiti.

Calciatore prima, manager poi, attore pubblicitario anche... Come non bastasse mettiamoci qulla parte privata e gossippara per renderlo un ''personaggio'' a tutto tondo che non guasta. Tra polemiche e scandali... Nella sua vita privata, Assauer ha sempre giocato con l'immagine del macho, che gli ha creato anche una fama maschilista, a volte bistrattata sui media. Con la sua compagna Simone

 Thomalla, giro' spot pubblicitari pluripremiati per il marchio di birra Veltins, dove trattava la compagna come oggetto, tra le altre cose. La verita' sta negli occhi di guarda. Tutto pur che se ne parli. E ''Rudi'' non si e' mai tirato indietro. Rudolf ''Rudi'' Assauer e' scomparso il 6 febbraio 2019. Su di Lui si potrebbero scrivere enciclopedie intere. Accontentiamoci di queste poche righe come un sunto dei suoi primi 50. Perche' gli altri, vivranno nella memoria di tutti...Rudi Assauer è stato per molti versi figlio della Bundesliga, una personalità significativa in campo e poi nel consiglio di amministrazione di uno dei club più importanti della Germania. Come giocatore, Rudi Assauer ha giocato 307 partite di Bundesliga tra Borussia Dortmund, il rivale più importante dello Schalke, e Werder Bremen. In effetti, Assauer potrebbe essere una delle poche personalità di spicco, che hanno acquisito uno status leggendario sia con il Dortmund che con lo Schalke senza dividere i tifosi. A Dortmund Assauer,  fece parte della squadra del 1966 che divenne la prima squadra tedesca a vincere un trofeo UEFA, dopo aver battuto il Liverpool per 2:1 in Coppa delle Coppe a Glasgow. Quel trofeo e le sue numerose partite di Bundesliga per il Dortmund fecero guadagnare ad Assauer una stella nella Walk of Fame del Dortmund. Assauer rivesti' in carriera i ruoli piu' carismatici in campo che un giocatore potesse 


rivestire...Da libero a mediano a trequartista. Ruoli che implicano una personalita' non comune e sicuramente prerogativa di un futuro manageriale di alto livello. Fu a 35 km a Ovest di Dortmund pero', a Gelsenkirchen, che Assauer avrebbe costruito il capolavoro della sua vita. Rudolf "Rudi" Assauer è nato nel 1944 a Sulzbach-Altenwald nel Saarland. Ha trascorso la sua giovinezza nella città di Herten, in Westfalia, dove gioco' per la società SpVgg  Herten dall'età di otto anni. Da li' intercorsero ben 12 anni di Bundesliga e qualche spicciolo di gare, nelle Nazionali minori.. 6 anni al BVB e 6 anni al Werder. Dopo la fine della sua carriera giocata al Werder Bremen nel 1976, Assauer cambio' le sue scarpe da calcio per un lavoro di scrivania nei consigli di amministrazione della Bundesliga. Riconosciuti come manager in Germania, i direttori sportivi ricoprono una posizione di rilievo nel calcio tedesco. Sono incaricati di ingaggiare e di far firmare i giocatori e sono sopra gli allenatori nell'ordine gerarchico. In effetti, lo status del moderno direttore sportivo, o manager, fu molto condizionato dal ruolo che Rudi Assauer ricopri' allo Schalke. Ma il percorso non fu facile. Assauer fu assunto per la prima volta dallo Schalke nel 1981, ma duro' solo fino al 1986. Quella che seguì fu una


 carriera lontana dal calcio. Assauer, infatti, divenne un uomo ricco grazie alla sua arguzia e ai suoi abili investimenti immobiliari. Il calcio, tuttavia, era  un po' come una droga per Lui, simile agli inseparabili sigari che venivano regolarmente immortalati tra le sue labbra: i due non potevano essere separati. Nel 1990 Assauer assunse una posizione dirigenziale all'Oldenburg e nel 1993 torno' allo Schalke dove rimase in carica fino al 2006. Durante il suo secondo ''mandato'' allo Schalke, Rudi Assauer divenne una delle figure più dominanti del calcio tedesco. Insieme a Uli Hoeneß del Bayern, Reiner Calmund del Bayer Leverkusen e Willi Lemke del Werder Bremen, Assauer ridimensiono' l'immagine dell'allenatore della Bundesliga. I direttori sportivi, infatti, diventarono le vere stars dei club della Bundesliga e delle loro battaglie e gli scontri aperti tra loro diventarono una parte importante della soap opera della Bundesliga. Assauer con i suoi sigari e la sua personalità schietta e maschilista si scontrava spesso, pubblicamente con il direttore sportivo del Bayern, Uli Hoeneß, anche se, una volta, un mercoledì precedente la partita di DFB Pokal del Bayern contro l'Hertha, aveva sottolineato che i due erano grandi amici in privato. Su questi schemi, gli anni '90 gettarono le basi per la moderna Bundesliga. Un campionato che non riguardava solo il calcio, ma anche il potere delle sinergie che agivano dietro le quinte, fuori dal campo, insomma un'industria dell'intrattenimento più che un semplice gioco. Assauer capi' quel gioco meglio di molti altri, e fu per questo motivo che spinse molto affinché lo Schalke si modernizzasse. Fu una spinta che diresse come un'orchestra con successo. In primo luogo, cancello' i debiti finanziari dello Schalke e in secondo luogo, assunse l'allenatore Huub Stevens nel 1996, sostituendo il pur popolare allenatore ex DDR, Jörg Berger, tirandosi contro, parte dei supporters dei Konigsblauen. Sotto Stevens, lo Schalke avrebbe vinto la Coppa UEFA nel 1997 e la Coppa di Germania nel 2001 e 2002. L'unico titolo che non vinse fu il campionato tedesco. Lo Schalke, tuttavia, ci ando' vicino nel 2001. Il club, stava già festeggiando lo scudetto dopo la conclusione della 34' giornata al termine della stagione 2000/01. (vedi post 480)  Lo Schalke aveva vinto la sua ultima partita, ma aveva bisogno che il Bayern perdesse la partita ad Amburgo. Una voce si diffuse a macchia d'olio in tutto lo stadio e fece pensare a tutti nella folla, che il Bayern avesse perso la partita di 


Amburgo. Quindi il campo fu invaso da tifosi che festeggiavano il primo Meisterschale del club, dal 1958. La partita del Bayern, però, non si era conclusa e al 94' minuto, il difensore del Bayern, Patrik Andersson trasformo' un calcio di punizione che avrebbe dato la vittoria del titolo al Bayern. Fu grazie alla capacità manageriale di Assauer, tuttavia, che il club si riprese rapidamente e la sua squadra vinse la DFB Pokal a pochi giorni, dopo il momento più doloroso della storia del club. Fuori dal campo, Assauer fu il principale promotore della moderna Veltins-Arena oggi ''tana'' dello Schalke. Il vecchio Parkstadion fu a lungo una pietra miliare dello Schalke e nel 1998 il club dei ''minatori'' getto' le basi per una nuova Arena a Gelsenkirchen. Il nuovo stadio divenne il primo impianto in Germania in grado di aprire e chiudere il tetto e anche di spostare il campo all'esterno dello stadio per garantire condizioni ottimali per la crescita dell'erba. Lo stadio comprende anche palchi di lusso e permise allo Schalke di diventare finanziariamente piu' stabile e in definitiva, uno dei tre club più ricchi di Germania. Lo stadio fu un'idea di Assauer, un'idea che porto' a ripetuti scontri con il consiglio di amministrazione dello


 Schalke a causa dell'aumento dei costi. Assauer, tuttavia, rimase fermo sui suoi propositi e porto' il progetto fino alla fine. L'era di maggior successo dello Schalke sotto Assauer, tuttavia, si  concluse quando Stevens lascio' il club per il concorrente Hertha Berlino nel 2002. Fu proprio quell'anno che gli fu diagnosticato l'Alzheimer. Mantenne segreta la diagnosi, ma nel 2006 non fu più in grado di nascondere i suoi problemi e fu votato fuori dal consiglio societario - Assauer  rifiuto' il contentino di una posizione come presidente onorario del club. "Uno come Me non puo' ammetterselo. Se c'è qualcosa che mi terrorizzava, allora, era proprio l'Alzheimer", ammise più tardi in un'intervista. Nel 2012 rese pubblica la sua malattia pubblicando una biografia. Sette anni dopo se ne ando' per le complicazioni sopraggiunte, ma sarà sempre ricordato come uno dei creatori della moderna Bundesliga, in generale, e del moderno Schalke, in particolare. Sono le testimonianze di chi e' rimasto che raccontano la sua persona...la sua storia. Perche' Rudi Assauer ha toccato la vita di molte persone. 

Alcuni dei suoi ex colleghi hanno raccontato aneddoti personali, in occasione del commiato, il giorno delle esequie. Storie che ricorderanno per sempre l'ex manager dei Konigsblauen. Per esempio, il presidente del consiglio di amministrazione Clemens Tönnies e il direttore finanziario Peter Peters ricordano il tempo trascorso insieme ad Assauer, come l'era degli "Eurofighters", coloro che vinsero la Coppa UEFA. Anche gli ex "Eurofighters" hanno condiviso le loro storie su Rudi: l'allenatore Huub Stevens, il capitano Olaf Thon e i giocatori Andreas Müller, Youri Mulder e Mike Büskens. Abbiamo perso una leggenda e ci ha colpito tutti. Dice Tönnies: Sono felice - per come si possa essere felice in questo tipo di situazione - che il calcio tedesco abbia rivolto gli occhi a Gelsenkirchen e che siano state condivise molte condoglianze. Questo mi ha colpito molto. Un simpatico aneddoto che ho raccontato anche in chiesa è che Rudi si divertiva molto a ficcarmi in mano un microfono e a cogliermi completamente alla sprovvista mentre parlavo con i fan o i VIP. Diceva qualcosa del tipo: "Dai Clemens, cantaci qualcosa!" – il suo unico vero incentivo era che, dopo che avevo cantato una canzone o due, cantavamo insieme “Blauer Vogel” di Funny van Dannen – quella era la sua canzone preferita. Era un uomo della Ruhr, amava la Ruhr e la gente di qui. Ci sono stati dei momenti bellissimi che ho avuto modo di vivere con lui. Anche Peter Peters lo ricorda: La sua mossa migliore fu sicuramente quando ingaggio' Andreas Möller. Lo ricordo molto bene. Avevamo fatto il trasferimento nel mio appartamento. Abbiamo chiuso le tende e Rudi chiese: "Se viene adesso cosa gli offriamo?" Gli  dissi la somma. E gli dissi che avrebbe anche firmato per quella cifra secondo l'accordo. Poi arrivo' Andreas Möller, mia moglie ci porto' dei biscotti e Rudi aspiro' quel suo sigaro fino a  riempire di fumo tutto l'appartamento. Andammo nella stanza accanto e stabilimmo il prezzo che volevamo offrire a Möller e in breve il contratto fu firmato. Rudi poi mi  sottolineo' che non dovevamo dirlo a nessuno. Andammo a Billerbeck la sera e tenemmo una riunione del consiglio. L'incontro in realtà era già finito da un po' e tutti volevano solo bere birra. Rudi si era quasi dimenticato che avevamo qualcosa da dire e si era quasi scordato di parlarne. Poi il nome Andreas Möller  risuono' nella stanza e naturalmente a tutti i membri del consiglio caddero le mascelle fin sul pavimento. ''Come immagino sapete - disse- il trasferimento è stato approvato, ovviamente''. Huub Stevens racconta: ''Fin dall'inizio io e Rudi abbiamo sempre avuto un rapporto speciale. Era pazzo, un pazzo in senso buono, e mi ha subito  trasmesso il modo di pensare dello Schalke. Ho chiamato sempre Rudi "Assi", e lui mi ha sempre chiamato "vecchio" perché Lui pensava di sembrare più giovane e più sexy. Quello era Rudi. Era più di un semplice manager o agente. Trasmetteva lo spirito di squadra e aveva un talento innato per scegliere i giocatori giusti. Ha portato

amore e fiducia nel suo ambiente e li ha trasmessi ai suoi dipendenti e ai fan. Era una personalità eccentrica e folkloristica a modo suo, soprattutto con tra le labbra il suo famoso sigaro. Assi era una persona schietta e onesta. Non posso dimenticare tutte le canzoni dello Schalke che abbiamo cantato insieme ai giocatori, dopo aver vinto qualche titolo, così come le lacrime che abbiamo condiviso quando il campionato ci fu strappato via negli ultimi secondi della stagione. Ci sarebbe piaciuto dare ad Assi quel titolo, nel 2001. Per Assi, non c'è mai stato un viaggio troppo lontano e nessuna montagna troppo alta da scalare quando si trattava dello Schalke. Trasferi' la sua volontà,  la sua passione e il suo spirito combattivo alla squadra. Era orgogliosissimo della VELTINS-Arena. "Gestisco Io lo Schalke, altrimenti lo Schalke gestisce me", disse. Dice Olaf Thon: La piu' barbara delle malattie lo ha sopraffatto. Manca a tutti noi. Rudi ha plasmato l'FC Schalke 04 dagli anni '80 in poi, come nessun altro. Nel calcio tedesco, è stato uno dei veri grandi, per diversi decenni. Prima come calciatore, quindi come dirigente. ''Ho molto, molto, per cui ringraziarlo. Senza Rudi, probabilmente non avrei potuto avere una carriera di tale successo. Mi aveva scoperto all'età di 16 anni, e a 17 mi proprose il mio primo contratto. Si prese molto cura di me, durante i primi anni della mia carriera. Per me è stato un onore aver potuto lavorare insieme a lui. Siamo stati uniti non solo dalle nostre esperienze sul campo. Il suo compleanno è il 30 aprile, il mio il 1 maggio. Festeggiammo insieme piu' di un'occasione. Come il mio 18esimo compleanno, quando Rudi ha spillato la birra per i miei ospiti. Gli sarebbe piaciuto sapere che oggi stiamo bevendo una Pils in sua memoria. Andreas Möller: ''Rudi era un uomo davvero speciale. Tanti dei suoi ex compagni, colleghi, avversari, sono venuti qui oggi da tutte le aree del calcio tedesco. Io stesso sono eternamente grato a Rudi. Noi ''Eurofighters'' abbiamo molto per cui ringraziarlo. Senza il suo impegno e amore, non saremmo stati in grado di alzare la Coppa UEFA nel 1997. Questo ci ha 


unito per sempre. Dopo la mia carriera da giocatore, ho avuto l'onore di poter lavorare di nuovo con Rudi. Ho giocato sotto di lui per sei anni, prima di lavorare come suo assistente per altri sei anni. Dopodiché, ho sempre scherzato sul fatto che vedevo piu' Rudi che non mia moglie. Rudi ha sempre dato molto valore ai miei pareri. I viaggi in macchina con lui erano sempre avventure leggendarie. Eravamo costantemente bloccati nel traffico con Lui e Rudi per rilassarsi sceglieva sempre la stazione radio, sintonizzandosi solo su WDR 4. All'epoca, cercavo sempre di cambiarla, ma ora quando ci penso, sorrido per la nostalgia di quei momenti - Oggi ascolto io stesso WDR 4. Anche Youry Mulder dice la sua:  Quando arrivai allo Schalke all'epoca, ho pensato che quest'uomo potesse fare di tutto. Guidava il club ad occhi chiusi e aveva tutti, compresi i giocatori, sotto la sua autorità. Ha anche assunto molti amici amici e familiari dei giocatori e li ha sempre fatti sentire come a casa. Mio fratello veniva con me per le partite in trasferta. Rudi lo ha anche invitato ad alloggiare nell'hotel della squadra e hanno bevuto piu' di una birra insieme. Quando mi infortunai seriamente, ho sempre avuto il pieno supporto di Rudi. Ha mostrato la stessa compassione che mio padre avrebbe dato a me, e sapeva che stavo attraversando un periodo difficile. Ha fatto di tutto per farmi guarire di nuovo. Ottenere questo tipo di attenzione come giocatore è molto importante ed è stato davvero bello all'epoca. Avevi la sensazione che ogni volta che ti diceva qualcosa, lo pensasse davvero. Per ultimo Mike Büskens: Era di una personalità eccezionale, che ha giocato un ruolo decisivo nella rinomanza dell'FC Schalke 04. Rudi era onesto e diretto. Dovrebbe essere davvero la norma, ma sfortunatamente queste qualita' stanno diventando sempre più rare nella società al giorno d'oggi e non solo a livello calcistico. Rudi manteneva sempre la sua parola e una stretta di mano era sacra per lui. Ma poteva anche essere risoluto. Se un singolo giocatore o un'intera squadra non avevano giocato al meglio, lo avrebbe fatto sapere a loro in maniera diretta senza intermediari. Sapevamo tutti però che potevamo avvicinarci a lui in qualsiasi momento. Rudi era più di un normale capo. Non ti vedeva solo come un numero di maglia, la persona dentro di te era importante per lui. Questo è esattamente il motivo per cui la sua scomparsa ha colpito così tante persone.


Nessun commento:

Posta un commento