domenica 12 dicembre 2021

595) 1983 - RUDIGER ''ABI'' ABRAMCZIK - Il tradimento mai perdonato, del ''Re dei Cross''.


Lo chiamavano Flankengott o King of the cross...Insomma era ''Il re dei cross''. Tra gli anni 70 e 80 Rudiger Abramczik si era fatto questa fama in Bundesliga. Erano gli anni che chi portava il 7 sulla schiena doveva imperversare sulla fascia, di solito destra, dopo aver maramaldeggiato contro il terzino di turno e rimpinzare l'area di traversoni, cross, parabole piu' o meno tese o rientranti, per frombollieri di razza che concludevano di solito a rete. Quelle ali destre, veloci e sparagnine, spesso leggere come farfalle e pungenti come vespe. Rudiger lo e' stato per varie stagioni di Bundesliga. Ben 12 per 316 presenze e 77 reti. Le sue volate con conclusivo cross in area diventarono leggendari. La sua velocita' e lo scatto bruciante con cui superava le marcature lo rendevano imprendibile. Ma non era un dribblomane incallito come Littbarski. Non si ottengono soprannomi nel calcio gratis, bisogna guadagnarseli. Rüdiger Abramczik come ala destra dell' FC Schalke 04, ha confezionato numerosi gol per l'altrettanto leggendario Klaus Fischer, tra cui la rovesciata in Nazionale contro la Svizzera nel

1977, che fu votata "Goal del Secolo". Nel 1980 Rüdiger Abramczik si trasferì al Borussia Dortmund perché lo Schalke aveva bisogno di soldi. E quel giorno cambiera' molto la considerazione che i tifosi dei ''Knappen'' avevano sempre avuto di lui.  Un cuore azzurro gli batteva nel petto, ma nella sua carriera Rüdiger Abramczik ha anche giocato per l'arcirivale dello Schalke nei Revierderby, il Dortmund. Abi nella sua carriera giochera' 8 derbies della Ruhr con la maglia dello Schalke con 2 vittorie 2 pareggi e 4 sconfitte con 3 reti segnate per i Konigsblauen. Con la maglia del BVB gioco' tre derbies con due vittorie e un pareggio, ma nel derby del 5 marzo 1983 sara' decisivo con entrambi i gol contro la sua ex squadra. Un passaggio di maglia quindi che non fu senza conseguenze e che divise le le tifoserie sul suo comportamento da ''Giuda'', per sempre.. In nazionale, la sua boccaccia gli costo' una ''scomunica'', che per il resto della carriera gli complicò le cose. Come allenatore, una volta appesi gli scarpini, si mise in luce nei paesi piu' lontani, ma non ebbe chances in patria..Perche'?  La sua storia e' piena di perchè ? Nato a Gelsenkirchen, cresciuto a Gelsenkirchen: Rüdiger Abramczik è un vero ragazzo della Ruhr. Un vero ''knappen'' per questioni di sangue.

Già in gioventù fu considerato un grande talento, avendo disputato ben 23 partite Internazionali per le squadre giovanili Tedesche. Alla tenera età di 17 anni Abramczik esordì con l'FC Schalke 04 in Bundesliga, con il suo talento eccezionale scese in campo per la prima volta nel 3:0 dell'11 agosto 1973 contro il VfB Stuttgart. Perse il suo status di più giovane professionista della Bundesliga nella storia dello Schalke, nel gennaio 2011, a causa di ''un certo'' Julian Draxler. Abramczik era considerato un ala destra eccezionale, soprattutto i suoi cross erano spettacolari. Gli valsero anche il soprannome di "Flankengott aus dem Kohlenpott". Nei suoi sette anni al FC Schalke 04, Abramczik ha collezionato 198 presenze in Bundesliga (con 44 gol). In Nazionale e all'FC Schalke 04 Abramczik ha formato un duo letale con Klaus Fischer. "Siamo

stati una coppia perfetta. Ero di una continuita' regolare nel portare il pallone sul fondo e crossare.. e Klaus li colpiva regolarmente di testa", troppo facile, dice ora con fare sornione. "Con Klaus fu un'intesa quasi alla cieca, ho sempre saputo come voleva i traversoni dalle fasce". Nel 1977 arrivammo secondi per un soffio. Fu un'annata che ci fece sperare fino alla fine. Poi  nella stagione 1980/81, Abramczik osa il passo piu' azzardato o coraggioso, secondo i punti di vista, vestendo la maglia dei rivali storici del Borussia Dortmund. "Le prime cinque o sei settimane richiesero un po' di tempo per abituarsi. C'era sempre qualcuno allo stadio di Dortmund che mi fischiava, mi insultava, non riuscivo a concentrarmi e a rendere al meglio. Ma dopo il primo gol tutto si tranquillizzo'. Fui ''più o meno'', sicuramente piu' ''meno'', accettato, essendo stato un ex giocatore dello Schalke". Cosa hanno in comune per lui Royal Blues e BVB da non sapere fare una scelta, oggi, a 40 anni quasi di distanza? "È evidente che entrambi i Clubs sono estremamente impegnati a garantire spettacolo e risultati ai loro tifosi. Raramente accade altrimenti. L'appartenenza come sostenitore di una delle due squadre è una parte molto importante della vita, nel distretto della Ruhr". E questa e' la caratteristica distintiva che 


fino ad oggi ha caratterizzato il Revierderby.. Ma ''Abi'' non aveva lasciato il "suo" Schalke di sua spontanea volontà: "Lo Schalke era in gravi difficoltà finanziarie all'epoca. Ricevetti anche un'offerta dal Bayern. Uli Hoeneß mi chiamo' e disse che sarei stato il compagno d'attacco ideale per suo fratello Dieter e avrei avuto buone possibilità di diventare  Campione di Germania, di avere un riscontro Internazionale sicuramente piu' consono alla mia fama. Ma poiché avevo concordato verbalmente con il presidente del Dortmund, Reinhard Rauball due giorni prima, dovetti rifiutare l'offerta. Forse tutto sarebbe andato diversamente. Forse avrei vinto molto di piu'. Forse in Nazionale avrei avuto un altra considerazione..Ma è così che Io sono. La parola data e' sacra. Rudiger giocò 90 partite di Bundesliga con il Dortmund in tre stagioni e segno' 30 reti. Le circostanze sul suo trasferimento, tuttavia, furono estremamente distorte e strumentalizzate per fare lo scoop del ''traditore'' della patria: "Non fu un trasferimento come gli altri, ma ai tifosi non puoi spiegarlo. Non voglio fare la parte della vittima sacrificale, ma sostanzialmente fu una questione di salvare le finanze della squadra.''  I tifosi del Dortmund non mi hanno accettato per i primi sei mesi e anche dopo ho sempre sentito ostilità. Fino al giorno di ''quel derby''.... La mia prima partita contro lo Schalke a Gelsenkirchen, fu un inferno. I tifosi mi hanno fischiato ad ogni tocco di palla e hanno gridato "Giuda" per tutta la partita. Quando poi fui ammonito per un fallo di gioco gli insulti e le urla si protrassero per minuti interi.  Da ragazzo nato a Gelsenkirchen e cresciuto nello Schalke mi colpì davvero profondamente". Dopo il suo periodo in giallonero Rudiger Abramczik passo' all'1FC Nürnberg, dove gioco' una stagione, per 24 partite e tre gol. In seguito si accaso' al Galatasaray, dove si aggiudico' la vittoria della Coppa di Turchia, e quindi torno' in patria al Rot Weiss Oberhausen. Dopo di che torno' allo Schalke 04, a 30 anni nel 1987, ma non fu altro che per disputare 4 gare nella intera stagione. ''Anche in quell'occasione, fu una scelta 


consapevole che non avrei piu' trovato il clima della mia prima esperienza di gioventu'. Non me la avevano perdonata. Giocai solo la prima gara intera. Schafstall mi sostitui' nelle tre altre occasioni.'' Non ricevetti quasi mai incoraggiamenti dal pubblico quell'annata''. Quando Abramczik fece il salto in Nazionale maggiore, l'allenatore dello Schalke, Max Merkel all'epoca, non se lo aspettava. "Prima che Abramczik diventi un giocatore della  Nazionale, faro' in tempo a cantare l'Opera al Metropolitan". ''Mi sa che avrebbe dovuto prendere lezioni di canto'', dice Abi sorridendo. In totale, Rüdiger Abramczik collezionò solo 19 presenze, una delle quali  lo vide protagonista della storica sconfitta tedesca nel 2:3 contro l'Austria durante la fase finale dei Mondiali del 1978 in Argentina. L'ala destra di Gelsenkirchen assistette da protagonista alla "Vergogna di Cordoba". Si imboscò in modo anonimo e trafelato a fine partita con Rainer Bonhof.
In occasione dei suoi 65 anni il ''Re del Cross'' concesse questa intervista che tende a rivangare per l'ennesima volta come si svolsero i fatti salienti della sua carriera:
Rüdiger Abramczik ordina una grande bottiglia d'acqua, si appoggia allo schienale e parla. Non deve pensarci a lungo e di certo non deve alzare gli occhi quando si tratta del suo periodo da professionista. "Abi", ha salvato tutto nel suo hard disk interno. Anche il periodo in cui si sono comportati male con lui allo Schalke. Lui, il ragazzo che esordì in Bundesliga nel 1973 a 17 anni e non teneva su i calzettoni per imitare le movenze del mitico Stan Libuda. Comincia: ''Nel 1980 lo Schalke vacillava, il club aveva bisogno di soldi.'' Sebbene il contratto di Abramczik non fosse scaduto, in quel momento poteva essere una pedina importante per riscuotere una ottima somma con il suo trasferimento. "All'inizio si diceva che volevano tenermi", ricorda... ''Volevo anche rinunciare a un po' di soldi, se fosse stato il caso.. ma tre settimane prima della fine della stagione il presidente Hans-Joachim Fenne mi informo' che sarei stato venduto''. Chiese in giro, non voleva mandarmi all'estero. La maggior parte dei club aveva da tempo completato la pianificazione della stagione, ma il Borussia Dortmund mostro' interesse. "Il primo pensiero su Dortmund non fu ovviamente così inebriante", ammette "Abi". Ma poi  incontrai il giovane presidente del BVB, Reinhard Rauball e ne fui era entusiasta: "Quest'uomo mi ha fatto subito una 


grande impressione e ancora oggi posso solo dire cose positive di lui". Rüdiger Abramczik raggiunse un accordo con il BVB, ma poi un'altra opportunita' si apri' per l'agile ala: poiché ci fu una chiamata da Monaco, il manager del Bayern, Uli Hoeneß provo' a lanciare l'esca. "Sarebbe stato meglio per la mia carriera se fossi andato al Bayern, perché così sarei stato due volte campione", pensa "Abi". “Non avevo ancora firmato, col BVB, ma avevo dato la parola al dott. Rauball. Ed era importante per me. Passò quindi, dal blu e bianco al nero e giallo. Lo Schalke ricevette per il trasferimento 1,1 milioni di marchi. Era chiaro per lui sin dall'inizio che sarebbe stato visto in modo ostico a Dortmund. Ma aveva sperato di salutare lo Schalke in modo diverso. Invece di tenere segreto il trasferimento sotto chiave, fino alla fine della stagione, come concordato, dalle retrovie trapelarono voci, soprattutto che l'attaccante avesse chiesto più di quanto il BVB avrebbe potuto pagare. Lo ferì profondamente e questa parte della vicenda non pote' essere mai risanata. Nelle ultime partite per il suo club del cuore, fu insultato come Giuda. "La gente non capiva perché sono andato al BVB". ''Non sapevano nulla del trasferimento di emergenza avviato dal loro club per salvare le finanze'' Senza Rüdiger Abramczik, lo Schalke retrocesse un anno dopo, cosi' che nel 1981/82 il Borussia ebbe oltreche' modo, di saccheggiare la squadra bianco blu con un colorato mix di importanti calciatori provenienti da tutto il distretto circostante: oltre ad Abramczik arrivarono, Rüssmann e Sobieray dallo Schalke, gli ex Bochumer, Tenhagen ed Eggeling, l'ex Essen Burgsmüller e dei duri come Huber, Zorc e Immel. Il BVB arrivo' sesto, lo Schalke sali' di nuovo e nella sua terza stagione in BVB "Abi" visse una giornata assurda. Al Parkstadion di Gelsenkirchen, in un Revierderby con 40.000 spettatori, segno' entrambi i gol del

Dortmund per una vittoria per 1:2 in rimonta. "Ho dovuto fare il mio lavoro", spiega. ''Ma avrei preferito che avesse segnato qualcun altro. Non fu divertente sconfiggere il mio ex club''. ''Quando andai a trovare i miei genitori quella sera, erano delusi. Mio padre mi chiese se non potevo semplicemente non giocarlo. La mia famiglia ha una passioine sfegatata per lo Schalke. Quando perde soffre per giorni. Immaginate come stessero dopo che ero stato proprio io a dargli questa delusione..''. ''Ero sempre un po' triste quando finivano i derby'', racconta “Abi”. "Sono un ragazzo dello Schalke, ma mi sentivo a mio agio in entrambi i club". La sua carriera Internazionale, invece, iniziata in modo promettente, fu interrotta in anticipo. Nel 1977 "Abi" fece un esordio glamour in una vittoria per 5:0 contro l'Irlanda del Nord ("Se avessi giocato alla lotteria quel giorno, avrei azzeccato sei numeri esatti"), nello stesso anno servi' al suo compagno d'attacco Klaus Fischer un cross da sogno, che il centravanti trasforma con una rovesciata nel Gol del secolo. " Fu spontaneo e fu perfetto", dice Abi, che da quel momento in poi fu celebrato come il "Dio dei Cross". Inutile dire che prese parte anche ai Mondiali del 1978 in Argentina. Aveva solo 23 anni quando disse esattamente una volta di troppo quello che pensava nel febbraio 1979 dopo lo 0:0 a Malta. Il presidente della DFB Hermann Neuberger, gli disse all'aeroporto di aver giocato "di merda" e "Abi" ribatté: "Non sei in grado di giudicarmi!" Oggi chiama questa frase epocale "un peccato giovanile" perché il potente capo della DFB immediatamente dispose che il giocatore dello Schalke venisse rimosso dalla squadra titolare. "Oggi sarebbe impensabile che venga dato un ordine del genere", 

afferma "Abi" - L'allenatore della nazionale Jupp Derwall dovette obbedire all'ordine, in quel momento. Il finale fu umiliante: "Sono stato parcheggiato di nuovo in Nazionale B - e lì sono stato messo in panchina". Mentre questa ferita si è rimarginata, un'altra gli fa male. Come giocatore, Abramczik fu spesso visto come un "genio incompreso" e le cose avrebbero dovuto migliorare in panchina. Rüdiger Abramczik, e' un insegnante di calcio qualificato, tuttavia, non è stato in grado di raggiungere un successo come da giocatore attivo. Il suo periodo da allenatore è stato principalmente caratterizzato da brevi periodi, ad esempio all'Antalyaspor, dove Abramczik ebbe sotto la sua ala protettiva Maurizio Gaudino e Dirk Schuster dall'estate 1999 al settembre 2000. Oltre alla Turchia, Abramczik è finito anche in Bulgaria (Levski Sofia), Austria (FC Kärnten) e Lettonia (Metalurgs Liepaja). Ha avuto particolare successo nell'ultimo approdo menzionato dove ha persino vinto il titolo nazionale con la sua squadra nel 2009. Al 31 dicembre 2010, Abramczik non ha rinnovato il suo contratto, la voglia di casa era diventata troppo grande. Non si sa spiegare perche' in Germania nessuno gli abbia mai dato un'occasione. Ce ne fu una appena abbozzata con il Bochum ma tutto sfumo'... Dice che potrebbe anche allenare uno Schalke U23, e comunque: "L'FC Schalke diventerà campione di Germania solo se allenato da un giocatore dello Schalke". E strizzando l'occhio aggiunge: "Non importa quale...


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