mercoledì 8 dicembre 2021

586) 1930 - LO SCHALKE?....FU UN CLUB NAZISTA? - ''Un libro inchiesta commissionato dall'interno della societa', vuole fare luce...''


 Si dice che la squadra preferita da Hitler fosse lo Schalke 04, altri sostengono che fu, per ragioni logistiche, il Monaco 1860...Chi ancora, viste le coreografie di raduni e parate e i discorsi enfatici in quel di Norimberga, il 1FC Nurnberg..In realta' sembra (siamo sempre nel mondo del ipotesi...) che Adolf Hitler non amasse il fussball...o per lo meno non ne facesse una malattia. La cosa piu' certa fu, con arguzia, che capi' che sarebbe diventato l'oppio dei popoli...Quindi: quale mezzo piu' idoneo per una campagna di propaganda? Il 29 aprile 1945, la seconda guerra mondiale stava per concludersi. Ci

vollero solo 72 ore prima che i sovietici prendessero Berlino e un giorno di indecisioni perché Adolf Hitler mettesse fine alla sua vita. Il nazismo era morto, insieme a l'Europa intera, completamente devastata da una guerra che aveva spento troppe vite ed era durata troppo a lungo. In quasi tutta la Germania il calcio era stato sospeso. La maggior parte dei calciatori erano al fronte, e quelli che erano riusciti a essere scartati per la guerra, avevano come attività principale altro. Il calcio era secondario... O no?!. Quel 29 aprile, in mezzo alle rovine, si giocò l'ultima partita di calcio sotto il dominio nazista. Amburgo contro Altona 93.  Questo incontro, come la maggior parte delle partite che si svolsero nella fase finale della seconda guerra mondiale, occupava un posto diverso, serviva a un'esigenza diversa rispetto agli incontri precedenti: doveva sollevare il morale, mantenere la speranza dei tedeschi. Il calcio fu un'ancora di salvezza per un popolo che vide il mondo trasformarsi in macerie. Il campo di gioco era diventato un secondo campo di guerra, dove era evidente la superiorità ariana. Secondo alcuni storici il Führer non amava il calcio perché "è uno sport troppo inglese". Tuttavia, era chiaro che nemmeno lui era uno sciocco, e presto capì, insieme a Joseph Goebbels (il suo braccio destro), che la palla era un mezzo. È risaputo che proprio con l'arrivo al potere di Hitler, all'interno delle squadre di calcio inizio' una pulizia. Si stima che siano scomparsi più di 300 calciatori di origine ebraica, oltre ad aver costretto il presidente del Bayern Monaco (Kurt Landauer) e del Borussia Dortmund (Egon Pentrub) a lasciare le loro posizioni per fuggire in esilio dal Paese. Se il calcio si dovesse essere svolto, sarebbe stato unicamente per celebrare il successo del progetto Nazionalsocialista ed è proprio qui che entra in gioco lo Schalke 04. Secondo una nota pubblicata dal Times nel 2008, in cui elencava i tifosi che nessun club voleva avere, Adolf Hitler amava i minatori. Come previsto, il consiglio dei 

Konigsblauen si riservo' di negare questa informazione, affermando che non c'è una sola testimonianza che il Führer abbia frequentato lo stadio, né certifica che egli abbia davvero avuto una preferenza per questo club. Riuscirono a dimostrare che è molto probabile che Hitler non provasse davvero alcuna simpatia per il club di Gelsenkirchen. Almeno non da dilettante, poiché mentre non ci sono testimonianze che il dittatore tedesco fosse presente, ci sono foto di fan, con striscioni a sostegno del movimento nazista. Oltre a questo, possiamo trovare i numeri del club, che diventano curiosamente impressionanti con l'arrivo del Terzo Reich, ottenendo sei campionati tra il 1934 e il 1942, oltre a raggiungere i quattro anni di imbattibilità consecutiva. Un altro elemento curioso e' che dopo la caduta del nazismo, lo Schalke visse una significativa siccità di titoli. Sebbene fossero tornati campioni nella stagione 57/58, questo titolo non fu sufficiente, rispetto a tutto ciò che avevano ottenuto nella fase più nera della storia tedesca. Forse il loro più grande successo da allora fu la Coppa UEFA 96/97. Resta il fatto che in Germania una certa considerazione oscura, nei confronti della squadra dei minatori, e' radicata anche nelle opinioni di altre tifoserie. Il gruppo organizzato di tifosi del Bayern, ''Schikkeria'', noto per un grande impegno sociale in modo attivo, da anni, fu il promotore della rivolta che boicotto' l'arrivo di Manuel Neuer dallo Schalke 04. Il motivo era proprio la fama di squadra filo-nazista della societa' di provenienza del portierone e del fatto che Manuel Neuer, oltre che il portiere del sodalizio, fosse stato anche un assiduo frequentatore della curva che ospita il tifo organizzato. Questo tipo di dati...discutibili, opinabili, senza conferme e spesso gossippari, è ciò che ha portato a pensare che lo Schalke debba i suoi giorni di gloria al nazismo, tuttavia, finora ciò non è stato dimostrato. Sembra che non ci siano elementi definitivi per affermare che lo Schalke 04 abbia avuto un posto nel cuore di Adolf Hitler, e che in realtà quello che è successo è che, come tanti altri nel corso della storia, ha visto nello sport, e in particolare nel calcio, un mezzo attraverso cui legittimare il suo progetto politico. Per districare quei giorni bui, che non sono sicuramente un retaggio positivo per la societa' a distanza di 100 anni, con l'opera: ''Tra il blu e il bianco giace il grigio. L'FC Schalke 04 ai tempi del Nazionalsocialismo''.....lo Schalke 04 è stato attualmente, il primo club in Germania, ad aver esaminato scientificamente il suo passato nazista. Gli autori sono Stefan Goch e Norbert Silberbach dell'Istituto di storia urbana di Gelsenkirchen. Nel loro testo ecco la sintesi di quegli anni...''La resistenza alla dittatura


 nazionalsocialista era per lo più vana presso la Federcalcio tedesca (DFB), le altre associazioni sportive "borghesi" e i loro club. La maggior parte dei club si adatto' volontariamente, si lascio' "rimettere in riga", "ripulire" i propri club dai membri ebrei impopolari, fino a quando i club non furono finalmente diventati parte dell'organizzazione del partito nazista dopo tre statuti standard come parte dell'Associazione nazionalsocialista del Reich per l'esercizio fisico. L'FC Schalke 04 non fece eccezione in questo senso. Nel giugno 1933, lo Schalke assunse le istruzioni dello statuto che erano state decise un mese prima. Non ci fu più un consiglio di amministrazione, ma un leader di club. Questo lo divento' il presidente onorario Unkel, il suo vice fu Heinrich Tschenscher, membro del NSDAP dal 1 maggio 1933. Il precedente vicepresidente, il dentista ebreo Dr. Paul Eichengrün, si era già dimesso volontariamente ad aprile. Negli anni successivi altri membri ebrei lasciarono l'associazione. Con la sua immagine di "club dei lavoratori", l'FC Schalke 04 si inseri' perfettamente nell'ideologia nazista. A causa dei successi, numerose furono le opportunità di strumentalizzazione da parte del regime, che l'associazione non pote' o non volle ricusare. Ma questo non basta per renderlo un "club nazista", ma solo un esempio particolarmente importante, di come la maggior parte dei club di calcio fosse adattata ad hoc durante il nazionalsocialismo. I membri più importanti del NSDAP (Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori) - entrambi dal 1 maggio 1937 furono senza dubbio, Ernst Kuzorra e Fritz Szepan. Poterono anche essere utilizzati per campagne di supporto diretto da parte del NSDAP, come la convocazione in vista delle elezioni. Szepan beneficiò anche del regime nazista, rilevando una azienda

 

 tessile ebraica sullo Schalker Markt nel corso della cosiddetta "arianizzazione". I proprietari espropriati Sally Meyer e Julie Lichtmann vennero deportati e assassinati a Riga. Durante la seconda guerra mondiale, la societa' ebbe parte attiva e prese parte all'intrattenimento dei soldati. La squadra dello Schalke gioco' spesso anche contro squadre di soldati tedeschi a Parigi, Bruxelles e Varsavia in una tournée nel 1941. Una preferenza sistematica per i giocatori dello Schalke attraverso l'esenzione dal servizio militare, invece, non può essere dimostrata. Nei primi anni di guerra, tuttavia, come per i giocatori di altri club, ci furono alcuni vantaggi come lo stazionamento vicino a casa o generosi permessi e licenze. Questo e' altro e' racchiuso nel libro che proprio la societa' in primis ha commissionato affinche' venisse calato il velo e fosse messo in luce il reale trascorso storico della squadra, negli anni piu' bui e bistrattati della storia tedesca.


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