lunedì 6 dicembre 2021

580) 1971 - JURGEN RYNIO...''IO, CHE HO PRESO 40 GOL DAL BAYERN.'' - Dai rekord negativi a una bellissima filosofia di vita.


Alla fine di novembre del 2021 e' ricorso il 50° anniversario del trionfo per 11:1 dell' FC Bayern, sul Borussia Dortmund, la più grande vittoria in assoluto dei Bavaresi in Bundesliga. Attualmente, dopo il 12:0 del 1978, inflitto dal 'Gladbach al BVB, dopo l'11:0 inflitto sempre dai Fohlen nel 1967 allo Schalke 04,  e un 11:1 con protagonista, in positivo stavolta proprio il Dortmund, contro l'Arminia Bielefeld nel 1982, e' il piu' eclatante quarto risultato per differenza reti nella storia della Bundesliga. Avrebbe potuto essere considerata un gara di ''ordinaria Bundesliga'' se le due squadre non fossero state

le uniche due Tedesche in quel periodo, ad avere vinto un torneo Europeo. Il Borussia nel 1966 e il Bayern nel 1967. Entrambe la Coppa delle Coppe. Ma sentiamo da fonti certe le emozioni che fecero parte di guella gara entrata nella storia del calcio tedesco e di tutte e due le societa' protagoniste.  E' 

l'allora portiere del BVB, Jurgen Rynio che racconta cosa successe e cosa visse quel giorno. ''A volte può essere una buona cosa dimenticare i propri fantasmi. Spesso si ricordano piu' facilmente le sventure degli altri.... Qualcuno, piu' recente, come tifoso del BVB 09, ricorda con esultanza l'eliminazione al primo turno della DFB Pokal nel 1990 del Bayern, contro il Weinheim. O il loro 12° posto nella stagione 1977/78, di una squadra insomma, che in quegli anni faceva il bello e cattivo tempo sia in Germania che in Europa.... A Jürgen Rynio fu negato questo potere. Quello di dimenticare. Ricorda ancora per filo e per segno, ogni singolo gol subito la sera del 27 novembre 1971 al Grünwalder Stadion. L'1:0 all'11', quando Gerd Müller era come sempre al posto giusto in area; il 2:0 di Uli Hoeneß, la cui prima conclusione il nostro portiere del BVB riusci' a ribattere, prima che il biondo Nazionale riuscisse 

finalmente a mettere la palla oltre la linea, di testa; il 6.0 di Franz Beckenbauer: "Ha superato tre uomini e l'ha messa nell'angolo piu' lontano". Rynio ricorda anche il boato del pubblico del Grunwalder, dopo aver subito il nono gol. Dietro di lui, i tifosi festeggiavano e chiedevano il decimo. "E siccome stavano urlando in quel modo, mi sono girato e guardai il tabellone. Poi pensai: Ma... Non c'è spazio lassù per un punteggio a due cifre. Come sara' possibile, anche se dovesse essere?" In realtà era possibile, come fu evidente sei minuti dopo, quando Franz "Bulle" Roth segnò il decimo gol del Bayern. L'omino del tabellone era ovviamente un tipo pieno di risorse, come mostrarono le foto di allora. In qualche modo, improvvisando, riusci' ad attaccare il secondo pannello numerico in modo piuttosto sbilenco, ma comunque esaustivo. Poco dopo, l'omino, dovette improvvisare di nuovo, per poter mostrare il risultato finale. 11:1. Non c'erano tre tabelle con il numero 1 disponibili per l'11-1. Senza ulteriori indugi, trasformo' un sette in un uno, così che alla fine, se guardavi proprio, proprio da vicino, il punteggio finale veniva effettivamente visualizzato come un 71:1. Una partita - o un risultato - del genere non si sarebbe mai potuto prevedere. soprattutto tra due squdere di simile livello. A distanza di 50 anni, dice Rynio: "Quando ho visto il Barcellona subire otto gol contro il Bayern in questi giorni, non e' stato così male". ''Subiti da un gran portiere come Ter Stegen poi, furono..quasi un conforto''. Da anni, Jürgen Rynio ha ormai fatto pace

con l'11:1 di 50 anni fa. Ovviamente, quando guarda il filmato di allora, su Internet, non dimentica nulla - si chiede se avrebbe potuto fare qualcosa di diverso. Se avesse dovuto essere piazzato tra i pali diversamente, se avesse potuto respingere la palla in un modo diverso. "Ma no...Non ho avuto altre possibilità, altre alternative. I ​​miei compagni di squadra erano tutti davanti a me. Per esempio, per vedere qualcosa quando 'Bulle' Roth ha scatenato il suo tiro, ho dovuto guardare attraverso le gambe di diversi giocatori". A ciò aggiungiamoci le condizioni della scarsa illuminazione dei tempi, poiché i proiettori secondo me, si erano anche parzialmente scuriti col tempo. Ogni volta che Rynio riuscì a vedere la palla, questa aveva quasi sempre gia' scosso la rete dietro di lui. Bayern vs Dortmund non era il tipo di incontro che conosciamo oggi. "Era una partita normale, niente di speciale", dice Rynio. Non era ancora Der Klassiker. In quel frangente fu la partita tra la seconda e la quindicesima in campionato. "All'epoca per Noi del Dortmund, c'era solo una rivalità speciale con lo Schalke, come quella del Bayern lo era per  il Sechzig (TSV 1860 München)", dice. L'FC Bayern era una squadra di vertice, il BVB stava lottando anche finanziariamente. "Il nostro club aveva pochissime risorse e opzioni. Economicamente vivevano sempre al limite", ricorda il portiere. Non era rimasto molto della squadra che era arrivata quinta in Bundesliga un anno e mezzo prima (1970). "In estate ci sono stati cambiamenti radicali. Furono inseriti giovani giocatori dell'area vivai del Dortmund", ricorda Rynio. "Non eravamo altro che un gruppo di giocatori di talento. Il Bayern Monaco, d'altra parte, era una squadra stagionata, con una rosa ben definita negli ultimi anni e consolidata, oltre che con molti in odore di Nazionale. " In campo, questo fu fin troppo evidente. Fu come se in campo tutto sommato si presentò solo una squadra. I Bavaresi.... Beckenbauer, Breitner, Hoeneß, Roth, Müller..Loro erano decisi...''Mi ricordo bene''...Al decimo minuto, la palla aveva addirittura già colpito due volte la mia traversa, poi Gerd Müller apri' le marcature dopo un passaggio diagonale di Hoeneß. All'intervallo, loro erano gia' in vantaggio di 4:0: "Siamo stati da subito..semplicemente sopraffatti. È successo in un lampo", racconta Rynio. "Eravamo praticamente rannicchiati in area, non avevamo assolutamente alcuna organizzazione per tentare di reagire. Nessuno di Noi ha provato ad attaccare, tutti stavano semplicemente in piedi davanti a me a fare le barricate. Ogni volta che il Bayern tentava una conclusione, un tiro, sembrava di essere in un flipper, la palla veniva deviata due, tre volte. " L'allenatore del BVB Horst Witzler cerco' di dare nuovo slancio alla sua squadra alla fine del primo tempo con due cambi. Addirittura Werner Lorant fu tra i sostituiti. Fu tutto vano ''Anzi, ci ritrovammo in campo ancora più aperti", dice Rynio. All'intervallo si sarebbe dovuto riorganizzarci, rimetterci insieme, per cercare di colmare il divario. L'allenatore sembrava ancora 


fiducioso in un risultato di tutto rispetto. "Ma dentro...ormai...ci eravamo già arresi. Il Bayern era troppo forte, questo era ovvio. "Dopo aver subito il quinto e il sesto gol, la squadra alla fine crollo', dice il portiere, allora 23enne. Anche quando arrivo' il gol della consolazione di Dieter Weinkauff per il 6:1 provvisorio, non cambio' nulla. I Bavaresi continuarono ad infierire, soprattutto Gerd Müller. "Era sempre un incubo. Non so quanti gol abbia segnato contro di me", riflette Rynio. Ne avevo stimati, 17 in 14 partite che lo affrontai, più di ogni altro giocatore. Anche quella sera "Der Bomber" era più ambizioso di chiunque altro. "Ogni volta che paravo un tiro, Lui lo seguiva, sperando nel rimbalzo favorevole da ribattere in gol. Era costantemente a un metro da me, quindi abbiamo finito per commentare insieme ogni azione e a scherzare", ricorda Rynio. "Qualcuno di noi, non ricordo chi, ad un certo punto gli disse: ''Gerd, oggi puoi diventare il capocannoniere della stagione''.  Alla fine dei 90 minuti Müller ci aveva segnato quattro gol e alla fine della stagione fu addirittura incoronato capocannoniere con 40 gol e naturalmente alzo' il Meisterschale. Uli Hoeneß (2), "Bulle'' Roth (2), Willi Hoffmann, Paul Breitner e Franz Beckenbauer sono stati gli altri marcatori dell'FCB. Il Dortmund, d'altra parte, non riusciva proprio ad organizzare una reazione. "Comunque, a parte quella gara, niente funziono' come doveva per tutta la stagione", dice Rynio. "Alla fine siamo retrocessi e purtroppo giustamente". Non era la prima volta che Rynio veniva retrocesso. Gli era accaduto gia' prima con il Karlsruher SC e poi con l'1FC Nürnberg e poi in seguito ancora, con l'FC St.Pauli e poi ancora con l'Hannover 96, ottenendo ben cinque retrocessioni in totale, un record in Bundesliga. "È un record negativo, ma anche il motivo per cui vengo ancora ricordato e a volte intervistato...", dice. Il 73enne ormai sa gestire quel marchio, sa di non avere nulla da rimproverarsi. ''Come calciatore, ma soprattutto come portiere, cammini sempre su una linea sottile. A volte puoi miracolosamente raggiungere la palla con la punta delle dita, altre volte e' troppo tardi. Come nel 1968, quando si trasferì ai campioni in carica del Norimberga, e l'anno dopo fu subitamente retrocesso con la squadra della Franconia. "Fu dura", dice Rynio, che forse sa meglio di chiunque altro, che non ci possono essere soltanto vincitori in una competizione. Tuttavia, nonostante la nomea negativa, settimana dopo 

settimana, stagione dopo stagione, si e' sempre rialzato in piedi di fronte agli attaccanti avversari e alle avversita'. Anche dopo che si era effettivamente già ritirato, riindosso' ancora una volta la maglia da portiere. Era il febbraio 1986 con l'Hannover 96. Poiché il portiere titolare era infortunato, l'allenatore Jörg Berger chiese a Rynio di tornare tra i pali. La partita successiva era, ''ovviamente'', guarda un po', di nuovo contro il Bayern. "Mi sono allenato solo per una settimana e in effetti tutto sommato è andata abbastanza bene. Durante la partita non ho commesso errori o mi sono esibito in interventi grossolani, ma ne ho presi di nuovo cinque". ''Ricordo che il 5:0 fu all'epoca la sconfitta casalinga più pesante nella storia dell'Hannover (ora è 6:1 sempre contro il Bayern dall' aprile del 2013). Una settimana dopo dal VfB Stuttgart subisco altri sette gol, inclusi tre rigori da uno stesso giocatore, Michael Nushöhr, che detiene ancora il rekord di rigori nella stassa gara. Chiudo con 12 reti incassati in due gare. Non e'certo un rekord che mi inorgoglisca. Ma la carriera di Rynio non fu fatta solo di retrocessioni e di record negativi. Ci fu anche l'esaltante campionato di seconda divisione con il St. Pauli nel 1977. E nel 1969 ha quasi sfiorato un'apparizione Internazionale con la Mannschaft. Se Sepp Maier fosse riuscito a fare a modo suo, sicuramente una presenza la avrebbe fatta. ''Era il maggio del 1969 dicevo, in occasione...di un 12:0 di qualificazione ai Mondiali contro Cipro ad Essen.'' "Ero il portiere numero due e lo ricordo bene: Mancavano 10, 15 minuti al termine, quando Sepp arrivo' di corsa in panchina e chiese a Helmut Schön di mettermi in campo. Sepp voleva che Io prendessi un ''cap'' in Nazionale - ma Schön non volle." Andavo d'accordo brillantemente con Sepp Maier, un amabile persona, divertente e umile con il quale all'epoca condivisi persino la stanza. Giocare contro il Bayern, tuttavia, è stata sempre un'esperienza traumatica per  Jurgen Rynio. Ha dovuto tirare fuori dalla rete ben 40 volte il pallone in 15 partite, ("Per carità!") più che contro qualsiasi altro

avversario e solo una volta usci' dal campo da vincitore. Ma Rynio non l'ha mai presa sul personale. "Tifo per il Dortmund, in tutto e per tutto, ma devo riconoscere come è gestito e come funziona il Bayern. È esemplare. E il club si preoccupa sempre degli altri", afferma il 73enne, che vive ancora oggi ad Hannover. Da molto tempo, però, il suo unico coinvolgimento con il calcio è stato proprio quello da tifoso. Chiusa la carriera, ha coltivato a lungo una passione per qualcosa di completamente diverso. Da

 I 40 gol subiti da Jurgen Rynio contro il Bayern.

 19 anni, tanto proprio come la sua carriera professionale, Rynio gestisce una casa di cura per persone con disabilità mentali e multiple. Ha creato tutto da solo, dal nulla e ha trovato qualcosa che non intende trascurare piu'.  "Ho avuto delle esperienze fantastiche nel calcio", dice, "ma questo lavoro è più intenso, più gratificante". I residenti sanno che era un calciatore professionista, dice. A volte si diverte con loro sul prato fuori della clinica. Negli ultimi due anni, però, tutto e' purtroppo ruotato intorno al coronavirus. C'è stata una grave epidemia anche in casa, ma fortunatamente e' stata superata. È stato uno sforzo importante, quasi mistico. "Quando le cose sembravano andassero per il peggio e mia moglie ha trascorso quattro settimane, con un equipaggiamento protettivo anticovid completo, per 11 ore al giorno....''È allora che ti rendi conto che subire 11 gol dal Bayern non ha molta importanza", afferma Jurgen Rynio. Perchè "Il calcio dopotutto, non è altro che un passatempo, il miglior passatempo del mondo".


Nessun commento:

Posta un commento