lunedì 27 dicembre 2021

605) 1979 - ECCO PERCHE' LOTHAR MATTHAUS E' ''PROBABLIMENTE'' IL PIU' COMPLETO GIOCATORE DELLA STORIA...CHE SIATE D'ACCORDO O NO.

Perche' 1979? - Questa data segna il debutto in Bundesliga di Lothar Matthäus, una figura la cui rilevanza per lo sport del XX secolo diventa molto più chiara se vista in una sua collocazione temporale ben definita. La sua carriera è iniziata in un momento in cui Bobby Moore, George Best e Johan Cruyff stavano ancora giocando, e si è conclusa quasi un quarto di secolo dopo con Luís Figo, Thierry Henry e Zinedine Zidane, i piu' grandi nomi al suo fianco. Tale straordinaria longevità è solo la parte più piccola della storia di Matthäus. Questa trascura tanti altri fattori; l'atteggiamento, i gol, lapersonalita', il carattere, la leadership, i trofei e il rinnovarsi delle posizioni in campo. Quando si confrontano le

carriere dei calciatori, pochi possono competere con il Tedesco. Come in ogni racconto epico, bisogna iniziare dall'inizio, che comincia a Erlangen, la città della Baviera dove Matthäus è nato nel marzo del 1961. Avrebbe iniziato la sua odissea calcistica circa 15 km a est, a Herzogenaurach, dove suo padre lavorava alla Puma, una delle due ''piccole fabbriche'' locali. L'altra e' l'Adidas. (vedi post 367) È appropriato sottolineare, come Matthäus abbia iniziato la sua carriera proprio nella città che ospito' la

 base della squadra Argentina, nella Coppa del Mondo nel 2006, dato che Diego Maradona, una volta lo descrisse come il più grande rivale che avesse mai affrontato. Prima che il suo talento venisse riconosciuto da uno dei migliori al Mondo di tutti i tempi, era spettato agli osservatori di talenti in Germania farlo. Ciò avvenne appunto nel 1979, quando, nella sua prima stagione di gestione,  Jupp Heynckes portò il diciottenne apprendista di interior design, dal settore giovanile del Borussia 


Mönchengladbach alla prima squadra. Esordi' con una sconfitta per 4:2 in casa del Kaiserslautern, il 22 settembre 1979 e fu anche ammonito. Nonostante cio', Matthäus avrebbe giocato titolare a centrocampo per tutte le restanti 27 partite di campionato. Quell'anno il 'Gladbach chiuse al settimo posto  in Bundesliga e perse nella doppia finale di Coppa UEFA contro il Francoforte. Le quattro stagioni successive vedranno Matthäus affermarsi come uno dei migliori centrocampisti Tedeschi. Avrebbe ricevuto la sua prima convocazione dalla Nationalmannschaft alla fine della sua prima stagione completa, viaggiando in Italia come una delle alternative della squadra vittoriosa di Euro 1980. A questo punto Matthäus divenne un centrocampista a tutto campo, in grado di segnare gol fenomenali, come quel fulmine su punizione contro il Werder Bremen nella prima giornata della stagione 1981/82. La sua ultima stagione con il 'Gladbach sarebbe stata quella di maggior successo, con un terzo posto in campionato combinato con una corsa fino alla finale di DFB-Pokal. Prima di quella partita, fu annunciato che Matthäus si sarebbe svincolato per andare al Bayern Monaco, gli avversari stessi della finale di Francoforte, in fine stagione. Con la partita che va ai rigori, Matthäus sbaglio' il suo tiro dal dischetto che fu determinante per assegnare il trofeo al suo nuovo club. Le teorie della cospirazione abbondarono (vedi post 447). A 23 anni, il ritorno nella Regione della sua nascita avrebbe contribuito all'elevazione di Matthaus ad un altro livello. Concluse come capocannoniere del Bayern, con 16 gol in campionato la sua prima stagione a Monaco di Baviera. Il Bayern vinse la Bundesliga e la DFB Pokal, 


raggiungendo anche le semifinali della Coppa delle Coppe prima di essere eliminata contro l'Everton. Tali onori sarebbero diventati una seconda natura per Matthäus, che sarebbe diventato un recidivo per aver alzato trofei all'Olympiastadion. Matthäus rappresentava ormai il centrocampista completo. Una spaventosa combinazione di entrambi i piedi, potenza, velocità, abilità tecnica e abilità sui calci piazzati, poteva giocare come il numero 10 che ha indossato per la maggior parte della sua carriera, ma anche spingersi più in profondità partendo da dietro e inserendosi con guizzi negli spazi in area. In parole povere, era ingiocabile. Nel 1986 avrebbe potuto avere un ruolo importante quando la Germania Ovest raggiunse la finale della Coppa del Mondo in Messico. Sfortunatamente, un cambio tattico di Franz Beckenbauer ha volle Matthäus incaricato di marcare Maradona nella finale con l'Argentina, piuttosto che giocare come al solito più avanti. Ciò  limito' la forza creativa dei tedeschi e li vide andare sotto per 2:0. Nonostante in seguito, il Kaizer, abbia dato a Matthäus carta bianca per ripristinare la parità, un gol nel finale di Jorge Burruchaga gli ritardo' la gloria di altri 4 anni. Non che Matthäus fosse a corto di gloria, con la Bundesliga conquistata di nuovo nel 1986 e nel 1987. Segno' non meno di 12 gol in questo periodo, segnandone addirittura 21 tra tutte le competizioni nella sua ultima stagione. La cigliegina di questi arrivo' in una vittoria per 6:0 contro l'Amburgo nel 1987, dove scagliato uno squisito tiro al volo ammortizzato a mala pena da Mladen Pralija. In un trasferimento eclatante, sinonimo di alti tempi della Serie A, Matthäus annuncio', prima di capitanare il suo paese a Euro 1988,


che sarebbe passato all'Internazionale. A Giovanni Trapattoni era stato affidato il compito di portare a Milano il primo trofeo nerazzurro dopo sette stagioni, e lui sapeva proprio quale fosse l'uomo con cui voleva guidare la sua rinascita. Come Maradona a Napoli, quattro anni prima, l'arrivo di Matthäus ha galvanizzato l'Inter. La sua versatilità e abilità tecnica gli hanno permesso di realizzare spesso goal, tra cui la punizione bassa contro il Napoli nel maggio 1989 che valse il gol scudetto.. La sua visione di gioco e la sua continuita' a distribuire palloni ebbe anche un ruolo importante per Aldo Serena per guadagnarsi il titolo di Capocannoniere.  Il risultato fu che, alla fine della stagione, l'Inter ebbe il suo primo Scudetto dal lontano 1980. Le restanti tre stagioni non videro gli stessi traguardi raggiunti in Serie A, anche se non passarono senza inconvenienti. Nel tempo Matthaus continuo' a mantenere la stessa costanza e il continuo rendimento, continuando anche a segnare gol importanti e spettacolari, il


più memorabile con un tiuro da 35 metri in un quarto di finale di Coppa UEFA 1991 tutto italiano contro l'Atalanta. Contro il Rapid Vienna nel primo turno della stessa competizione, che l'Inter vinse dopo aver battuto la Roma per 2:1 complessivo in doppia finale, Matthäus segno' un altro gol sublime facendo il giro dell'intera difesa prima di scatenare un feroce tiro alle spalle di Michael Konsel. Il trascorrere del decennio porto' a Matthäus anche il suo massimo coronamento personale. Proprio nella sua Nazione di adozione calcistica, avrebbe capitanato la Germania Ovest alla ''ultima'' gloria nella

Coppa del Mondo prima della riunificazione, mostrando quanta influenza e peso avesse in tutte le squadre in cui ha giocato. La partita del girone di apertura contro la Jugoslavia ha vide due gol di Matthäus, il secondo spettacolare, lo ha visto dribblare gli avversari sin dalla propria metà campo e scatenare un tiro a lungo raggio tipico della sua scuola, radente nell'angolo in basso. Questo fu seguito da ulteriori centri contro gli Emirati Arabi Uniti e la Cecoslovacchia, fino al duello di semifinale con l'Inghilterra. Poi, fiore all'occhiello, proprio a Roma, la vendetta contro l'Argentina, in una partita in cui Matthäus era fortemente deciso a non commettere lo stesso errore di quattro anni prima. Dimostrando la sua suprema intelligenza difensiva, da solo mise fuori gioco Maradona. Inoltre avrebbe dovuto essere Lui a calciare il rigore della vittoria, anche se Matthäus non si senti' a suo agio dopo che la suola degli 

scarpini si era rotta nel primo tempo e non erano ancora stati sostituiti al momento del penalty. Invece affido' il compito al compagno di squadra dell'Inter Andreas Brehme. Tale banalità non tolse merito alle sue prestazioni complessive nel torneo, con il trionfo dei Tedeschi Occidentali in gran parte dovuto proprio alla leadership di Matthäus. Era giusto che come capitano avesse alzato il trofeo, arrivando simbolicamente pochi mesi prima della riunificazione tedesca. In riconoscimento di questi sforzi,


sarebbe stato incoronato Calciatore tedesco dell'anno, ricevendo anche il Pallone d'Oro 1990 e il premio inaugurale FIFA World Player of the Year nel 1991. Questo fu l'ultimo grande Matthäus vissuto in Italia, con il suo finale di stagione contaminato dalla sostituzione di Trapattoni con il difensivo Corrado Orrico. Il tedesco avrebbe segnato solo quattro gol mentre l'Inter finiva ottava, inoltre un potenziale passaggio alla Juventus per seguire il suo vecchio allenatore, sfumo' dopo che si ruppe il legamento crociato nello 0:0 con il Parma all'inizio di aprile 1992. A 32 anni, sembrava l'inizio della fine per Matthäus.Quell'estate ricevette una telefonata da Beckenbauer, appena nominato presidente del Bayern, il quale, nonostante l'infortunio, insistette affinché tornasse in Germania. L'Inter, credendo che i suoi giorni migliori fossero alle sue spalle, era fin troppo entusiasta di prendere una commissione di circa 1,5 milioni di sterline. Anche il club in cui ritornò era allo sbando, avendo concluso la stagione precedente al decimo posto dietro a Karlsruher e Nürnberg. Nonostante la mancanza di un precampionato e assente parte di agosto e settembre, nel suo primo anno di ritorno, Matthäus aiutò il Bayern a giungere a un punto dai futuri campioni del Werder. Avrebbe segnato anche, probabilmente, il gol piu' strepitoso della sua carriera contro il Bayer Leverkusen, tirando in porta al volo su angolo di Mehmet Scholl da 30 metri, nella vittoria per 4:2. La stagione successiva segnò un altro gol strepitoso a Francoforte e tali prestazioni dissiparono ogni dubbio che Matthäus avesse ormai la soglia di discesa del suo picco. È vero che per un calciatore convenzionale, i primi 30 anni, segnano la fase di inizio esaurimento, anche se con Matthäus è difficile individuare esattamente quando si sono verificati i suoi anni migliori. Come molti copioni mastodontici, si può suddividere la carriera di Matthäus in due parti: il prima e il dopo la rottura del tendine d'Achille nel 1995 che lo mise da parte per quasi un anno. Prima di questo infortunio era un centrocampista spavaldo, capace di segnare con entrambi i piedi e di testa o di fare ruoli difensivi. Questa pausa forzata, insieme ai suoi anni che avanzavano, significava che 


Matthaus perse il suo potenziale piu' esplosivo. Fu quindi la decisione di Berti Vogts di convertirlo in uno dei migliori liberi che il gioco abbia mai visto, dove una visione e una lettura superiori del gioco, visualizzato dalle retrovie, sarebbero diventate le sue nuove armi preferite. È da una tale posizione che Matthäus guiderà il Bayern verso una serie di onorificenze per tutti gli anni '90, a partire dalla Bundesliga del 1994. Sebbene i gol fossero meno frequenti, si sarebbero comunque rivelati speciali, come nell'aprile 1997 quando dribblò cinque giocatori prima di segnare contro il Fortuna Dusseldorf. Avrebbe anche rivendicato le medaglie dei vincitori per la Bundesliga nel 1997, 1999 e 2000, insieme a due ulteriori trionfi in DFB Pokal nel 1998 e nel 2000. Un'evidente omissione, dal curriculum altrimenti a tenuta stagna di Matthäus fu la mancanza di un trofeo di Champions League. Ci andò vicino in diverse occasioni, con una sconfitta in semifinale contro l'Ajax nel 1995, che si è aggiunta alle due medaglie per il secondo posto che ricevette dalle sconfitte contro il Porto nel 1987 e il Manchester United nel 1999. In entrambe le occasioni il Bayern dominò per la maggior parte delle gare, solo per subire per due volte sempre negli ultimi minuti, due cocenti sconfitte, entrambe per 2:1. La sconfitta di 


Barcellona contro lo United, è probabilmente la più straziante, data la natura. I Bavaresi hanno dominato il gioco e stavano ancora conducendo ai minuti di recupero. Quando Teddy Sheringham e poi Ole Gunnar Solskjær hanno posto fine ai loro sogni europei, le telecamere si sono concentrate sul sostituito Matthäus, seduto incredulo sulla panchina del Bayern. Che fosse lì piuttosto che in campo è per alcuni un segno nero sulla sua carriera. Negli anni successivi ha attirato le critiche dei compagni di squadra, con Sammy Kuffour che affermava che "Io avrei giocato fino all'ultima goccia del mio sangue". Nel frattempo, lo schietto Stefan Effenberg, con il quale Matthäus ebbe una faida pubblica ben documentata, ha definito il suo compagno di squadra "uno che si arrende". In un'intervista per ''4-4-2'', Lothar,  spiegò come fosse più stanco del solito dopo essere stato incaricato di marcare a uomo David Beckham. La corsa ''extra'' comportò che, dopo 75 minuti, disse a Ottmar Hitzfeld che non sarebbe stato contrario alla sostituzione.  Dopo aver sentito questo, l'allenatore lo ha sostituì per inserire Thorsten Fink. Il resto è storia. Matthäus vinse di nuovo il premio di Calciatore tedesco dell'anno, all'età di 38 anni, anche se questa fu una magra consolazione. Fu una sfortunata conclusione di quello che fu, uno dei due grandi decenni nella carriera di Matthäus. Le accuse di sottrazione di responsabilità pungono un giocatore che era rinomato proprio per incarnare la figura di leader naturale, capace di alzare i livelli di tutti coloro che lo circondavano. Detto questo, c'era anche un atteggiamento da prima donna che lo circondava fuori dal campo, con il giocatore noto per il suo amore per i pettegolezzi e l'attenzione del pubblico. Tali manierismi non lo hanno reso caro a molti in Germania. Pur rispettando lui e la sua carriera, non c'era amore sfrenato. Questa è sempre stata una parte del personaggio di Matthäus, con la sua natura supponente che una volta avrebbe indotto Rudi Völler a dirgli di parlare alla tavoletta del 


water. Questa sfacciataggine lo ha visto anche bandito dalla squadra nazionale tra il 1994 e il 1998, sebbene sia ancora il detentore del record di presenze in Germania con 150 presenze e ben 5 partecipazioni ai Mondiali. Si può cinicamente addurre questa personalità, come la motivazione dietro il trasferimento finale della sua carriera, nel marzo 2000, al New York MetroStars. Il trasferimento fu in gran parte motivato dal desiderio di vivere a Manhattan e promuovere la carriera di modella della sua 


allora fidanzata. Gioco' solo 21 volte, con scarso impatto nella MLS prima di appendere le scarpe al chiodo. Entrare nella gestione tecnica, portò solo la sua dose di incognite, con Matthäus che ha intrapreso un viaggio nomade in Austria, Bulgaria, Ungheria, Israele e Serbia. Basti dire che nessuno di questi impegni come tecnico si conclusero con particolare successo. Ci fu anche uno sfortunato intermezzo di otto partite con la formazione brasiliana dell'Atletico Paranaense, che licenziò Matthäus dopo aver fatto un viaggio non autorizzato in Europa. Ciò è stato presumibilmente motivato dalle 


accuse della sua allora moglie di avere una relazione con una giornalista brasiliana. Essendo stato sposato cinque volte, un simile approccio leggero alle relazioni, è la metafora perfetta per la carriera di Matthäus. Non si è mai fossilizzato, neppure nei ruoli in campo, cambiandoli a seconda della sua età e del club per cui giocava. Mentre alcuni giocatori, finita la carriera, sono sinonimi del ruolo che hanno ricoperto, se uno volesse definire su una lavagna col gesso il ruolo di Matthäus, dovrebbe colorare tutto il campo. Come uno scherzo della natura. Concludendo la sua lunga carriera costellata da eventi, ci poniamo la domanda retorica: Lothar Matthaus dovrebbe essere ricordato come uno dei calciatori più completi che abbiano mai giocato?  Cosa rispondere se non un sonoro ''Si!!!'' 


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