sabato 11 dicembre 2021

593) 1989 - LA DDR E IL MONDIALE DI ITALIA 90 - Reiner Calmund... Eduard Geyer e... quando ''il Muro fu aperto troppo presto...''


Se avete mai visto il bellissimo film del 2003, Good Bye Lenin ! Probabilmente ricorderete anche che la Coppa del Mondo del 1990 fu utilizzata come un punto di riferimento temporale nel percoso verso la riunificazione. La Germania Ovest fu incoronata Campione del Mondo, nell'edizione che si svolse nell'estate del 1990, quella delle ''notti magiche'' azzurre, collocata proprio tra la caduta del Muro di Berlino e la prossima riunificazione politica delle due Germanie. Il protagonista, Alex, inizia il suo nuovo lavoro presso una società tedesco-occidentale che trasmette via cavo. C'è una scena in cui lui e il suo collega  si occupano di installare, nuove fiammanti antenne paraboliche per Berlino Est, giusto in

tempo per loro, di assistere al rigore vincente di Andy Brehme contro l'Argentina. Il punto e' che questo era uno stratagemma, ma anche un riferimento sempre vivo all'interesse degli Orientali per i media e gli affari della Germania Occidentale, nonché per uno spettacolo sportivo che faceva da tramite per l'unione ritrovata, tra i due paesi. Ci furono feste in tutta Berlino quando la squadra di Franz 

Beckenbauer fu incoronata Campione. Ma il rapporto della Germania dell'Est con Italia 90 fu una storia così affascinante e piena di intrighi che potrebbe essere utilizzata per una sceneggiatura Hollywoodiana. La squadra di Eduard Geyer, il miglior team DDR di una generazione, era in procinto di qualificarsi per la Coppa del Mondo. Tutto quello che dovevano fare era vincere o pareggiare contro l'Austria nella loro ultima partita. Il destino, pero', in particolare la caduta del muro di Berlino, si intromise. La Germania Est aveva in precedenza si era solo qualificata per la Coppa del Mondo, in una sola occasione, nel famoso storico 1974 in cui batterono la Germania Ovest ad Amburgo per 1:0, con Jürgen Sparwasser che segno' il gol piu' iconico della storia del calcio. La DDR, guidata dall'attaccante di livello mondiale Joachim Streich, (vedi post 589) dovette uscire dopo il secondo turno. A Montreal due anni dopo, in occasione delle Olimpiadi, il successo Internazionale si era placato rapidamente. La classe del 1989 invece, comprendeva una serie di talenti, tra cui Matthias Sammer, Ulf Kirsten e Andreas Thom (ne parleremo più avanti). Ma la qualificazione fu un po' difficile. Sconfitti 0:3 contro una forte URSS, ma al di là della media delle altre avversarie, Turchia, Islanda e Austria, la squadra vinse solo una delle prime cinque partite. Eduard Geyer divenne allenatore nell'estate del 1989. Aveva appena riportato la Dinamo Dresda al suo antico splendore, vincendo il campionato per la prima volta in undici anni. Fu l'artefice di una svolta rapida e inaspettata che ebbe seguito con una vittoria impressionante contro l'Unione Sovietica e con una vittoria per 3:0 in Islanda. La Germania Est non doveva fare altro che vincere la loro ultima partita a Vienna e un posto a Italia '90 sarebbe stato guadagnato. Poi cosa successe?. Seguendo la catena ormai ben 


documentata degli eventi, e la conferenza stampa del portavoce SED Günter Schabowski, il Muro di Berlino cadde improvvisamente il 9 novembre 1989. Le proteste a livello Nazionale e Internazionale erano riuscite dopo un'estate di instabilità all'interno del blocco Orientale, a causare quello che fu senza dubbio il principale evento politico globale, di una generazione. Per quanto riguarda la decisiva partita di qualificazione dei tedeschi dell'Est contro l'Austria, doveva svolgersi sei giorni dopo. "Fu una situazione incredibilmente difficile", racconta Geyer a Sportschau. Un eufemismo, se vogliamo.."Eravamo a Vienna per la gara e ''ormai'' era successo..." In particolare, Geyer rimarco' che i giocatori, ovviamente, non sembravano nel giusto stato di concentrazione. L'Austria prese il vantaggio con Polster dopo soli due minuti.  Fu un gol difficile da digerire e significo' una lotta in risalita per la 

DDR. Poco dopo, la Germania dell'Est concede una punizione controversa, trasformata ancora da Polster per il 2:0 Austriaco. La squadra di Geyer ebbe la possibilità di dimezzare lo score, ma Rico Steinmann falli' un calcio di rigore. Polster completo' la sua tripletta dopo la pausa per una clamorosa vittoria finale per 3:0. Il sogno della Coppa del Mondo era svanito per la Germania dell'Est. L'Austria prese il suo posto. Dopo la partita, Eduard Geyer fu come suo carattere, brutale, nella sua valutazione delle prestazioni, criticando in particolare la partenza senza grinta. "Il gioco che praticammo, e' la sintesi di tutto ciò che un allenatore non vorrebbe", disse alla stampa, lamentandosi in particolare del primo gol "totalmente regalato". Geyer continuo' a criticare l'arbitro, Piotr Werner della Polonia, soprattutto per la punizione del 2:0. "Bisogna chiedersi della decisione dell'arbitro. Per me, la ha davvero inventata. " Nell'insieme delle circostanze, non c'era contemporaneamente alcun contesto. Era una squadra contro un'altra per un posto nelle finali della Coppa del Mondo. "Allora eravamo una squadra davvero forte, molto molto meglio dell'Austria", racconto' Geyer in un'intervista 20 anni dopo. 


Ma "le teste dei giocatori erano altrove", si lamenta. In effetti, quando l'unico scopo di Geyer fu la partita, per alcuni dei migliori giocatori della DDR questo non la fu certamente, ma non furono solo gli eventi a Berlino Est a farli distrarre. Dietro il sipario, Reiner Calmund, dirigente del Bayer Leverkusen, percepi' il momento come un'enorme opportunità per attirare talenti nel suo club. La reputazione del Leverkusen crebbe negli anni '80, diventando per la prima volta una squadra affermata della Bundesliga e vincendo la Coppa UEFA 1988, il loro primo trofeo importante. Raggiungere per primi, i migliori giocatori della Germania dell'Est potrebbe portare il Leverkusen al livello successivo. In una mossa di spietato opportunismo commerciale, Calmund decise di prendere contatto con i giocatori di Geyer a Vienna, al fine di indurli a trasferirsi all' Ovest. Forse non sorprende che l'elenco dei calciatori della Germania dell'Est in fuga verso l'Occidente, non fosse poi cosi' lunga fino a quel momento. Un esempio fu nel dicembre del 1983. Falko Götz e Dirk Schlegel stavano giocando in Coppa dei Campioni per la Dynamo Berlin, la squadra dominante della Germania dell'Est. La squadra era stata costantemente sorvegliata dalla Stasi, ma ciò non impedi' a Götz e Schlegel di allontanarsi dalla base della squadra a Belgrado, fino a Lubiana, quindi a Zagabria e infine a Monaco. Götz e Schlegel, anch'essi firmarono 

per il Bayer Leverkusen: e sarebbero stati ben consapevoli delle potenziali rappresaglie della loro fuga. Solo sei mesi prima, Lutz Eigendorf, un ex compagno di squadra di Götz, fu ucciso in un incidente d'auto nella Germania Ovest, dopo essersi trasferito dalla Dinamo a Kaiserslautern e poi all'Eintracht Braunschweig, il tutto sotto l'occhio vigile della polizia segreta della Germania dell'Est. Da allora gli esperti hanno pesantemente affermato, anche se mai dimostrato, il coinvolgimento della Stasi. Ma si era nel 1983. Ma ora con il confine improvvisamente aperto, Calmund sapeva che questa volta era diverso. "Chi mi impedirà di entrare?", disse in un'intervista successiva. A Vienna, sei anni dopo la defezione di Götz e Schlegel, questa volta fu Andreas Thom uno degli obiettivi primari. In una delle strane coincidenze della storia, Thom aveva giocato proprio a Belgrado quella notte. Il 18enne aveva fatto il suo debutto Europeo proprio come sostituto di Götz in attacco. Così gli emissari di Calmund arrivarono a Vienna, dopo aver studiato in modo scrupoloso l'indirizzo e il luogo dei loro bersagli e iniziarono a parlare con i giocatori, nientemeno che durante la partita. “Fui sostituito intorno al 70° minuto”, ricorda Ulf Kirsten in un'intervista a MDR. "Qualcuno è arrivato con un'identita' rifacentesi ad un'emittente televisiva, si sedette accanto a me e mi disse ''Lavoro per Rainer Calmund. Possiamo fare due chiacchiere?'' ''Era Wolfgang Karnath, il braccio destro di Calmund.'' "Matthias Sammer fu completamente sbalordito", ricorda Karnath in un'intervista con Sportstudio dell'emittente ZDF, in occasione del ventesimo anniversario della riunificazione. "Mi sono seduto accanto a lui e ho detto Non sono chi pensi che io sia, vengo per conto del Bayer Leverkusen'". Nel giro di un mese, Andreas Thom divenne il primo ad accettare formalmente un trasferimento a Leverkusen, trasferendosi per 2,5 milioni di marchi e facendo il suo debutto nel febbraio 1990 (con Est e Ovest ancora ufficialmente divisi). È diventato il primo giocatore della massima serie della DDR a trasferirsi in


 Bundesliga. Calmund voleva ancora i migliori elementi della Dynamo Dresda, Kirsten e Sammer, e avrebbe potuto averli tutti e tre, ma per un intervento politico dall'alto non fu cosi'. È una storia ancora ampiamente controversa che lo stesso cancelliere Helmut Kohl, pose il veto alla ''tratta'' di Calmund di tutti e tre i giocatori, preoccupato forse, che le tre più grandi stelle della Germania dell'Est partissero tutti così rapidamente per una singola squadra della Bundesliga, dopo la caduta del muro. "Non puoi, letteralmente svuotare la DDR", riferisce Calmund cio'che gli fu detto da Kohl. È una storia che si adatta alle famose manovre politiche intelligenti di Kohl. Avendo passato anni a dare priorità e promuovere un'immagine liberale di se stesso e dell'Occidente dietro il sipario, non sarebbe una sorpresa che Kohl temesse questo problema che stava rapidamente prendendo piede all'interno del processo di riunificazione. Si dice che Calmund abbia portato Sammer e Kirsten in vacanza in Baviera e abbia detto loro che non si sarebbero uniti a Thom a Leverkusen. Sammer firmo' per il VfB Stuttgart nell'estate del 1990, vincendo con loro il campionato alla sua seconda stagione. Per quanto riguarda Kirsten, Calmund ebbe la meglio su un accordo con il Borussia Dortmund e riusci' ad ingaggiare il giocatore in estate. Il Dortmund era furioso. Dopo la sconfitta di Vienna, la Germania Est giocherà solo altre sette gare nazionali, l'ultima il 12 settembre 1990 in Belgio, con due reti di Sammer. (vedi post numero 187)  20 giocatori rifiutarono la loro convocazione a giocare per la DDR quel giorno. Meno di un mese dopo, Oriente e Occidente furono ufficialmente riuniti. Nell'intervallo tra la sconfitta di Vienna e l'ultima partita ufficiale, nonostante non avesse la Coppa del Mondo da disputare e in mezzo a tutti gli sconvolgimenti, la DDR ha disputato ancora sette gare vincendone sei, battendo squadre del calibro di Scozia e Belgio, pareggiando al leggendario stadio Maracanã in Brasile e perdendo solo contro la Francia. Il record di Geyer come allenatore della DDR si concluse con 13 giocate, 9 vinte, 2 pareggiate, 2 perse, un record eccezionale sotto ogni punto di vista, soprattutto per una squadra come la Germania dell'Est, che era lontana dall'essere uno dei giganti del calcio mondiale. “Andare al Mondiale era la mia più grande ambizione”, ricorda. A Geyer fu negata la possibilità di mettersi alla prova in Occidente insieme ai suoi migliori giocatori. Di solito la Bundesliga avrebbe colto al volo l'occasione di attirare un allenatore di tale successo. Ma il quotidiano Bild aveva già riferito del suo passato come collaboratore informale della Stasi (molti civili furono spinti a diventare informatori). Geyer, il fedele sassone, si lamentò anche dell'arroganza occidentale che gli negava le sue giuste possibilità. Tuttavia, ebbe una sua rivincita, portando la sconosciuta Energie Cottbus, dai campionati regionali orientali in Bundesliga, fino la finale di Coppa di Germania. L'uomo che la Bundesliga non voleva, ci arrivo' con i propri mezzi. La Germania Est si sarebbe qualificata per i Mondiali se non fosse stato per Reiner Calmund? In definitiva, l'esatto impatto del suo intervento nell'occasione è difficile da quantificare. Le sue azioni hanno mancato di rispetto, hanno interrotto la concentrazione sull'obiettivo della Germania Est e 

confrontandosi direttamente con i giocatori prima e durante la partita, avra' sicuramente scombinato le teste dei giocatori più importanti di Geyer. Allo stesso tempo, è più che probabile che i giocatori avessero già la testa altrove, il che sarebbe stato inevitabile vista l'incertezza per il crollo del loro paese pochi giorni prima. "Questi ragazzi volevano andare a Ovest", ricorda Calmund. “C'era più Coca Cola.... guardavano la TV occidentale. Era del tutto normale”. È anche possibile che la Germania dell'Est abbia sottovalutato i suoi avversari. L'Austria di certo non era una squadra così buona, ma giocando in casa davanti a 55.000 tifosi, sapendo che una vittoria avrebbe potuto portare alla qualificazione per un Mondiale, gli Austriaci hanno moltiplicato il loro impegno per l'occasione, molto più degli avversari. La prima partita dell'Austria a Italia 90 li ha contrapposti nientemeno che i padroni di casa allo Stadio Olimpico di Roma. Gli austriaci hanno perso 1:0 prima dell'eliminazione al primo turno. Per quanto riguarda la Germania, con le stelle di Geyer, quando si unirono ai campioni del mondo di Beckenbauer in una Nationalmannschaft riunificata, inizialmente ebbe scarsi risultati, inclusa una sconfitta shock nella finale di Euro 92 contro la Danimarca. Quattro anni dopo, però, la squadra di Berti Vogts vinse


 Euro 96. Sammer fu nominato Giocatore del Torneo, prima di vincere il Pallone d'Oro nello stesso anno. Il Bayer Leverkusen non vinse mai il titolo della Bundesliga. La scena piu' significativa in Good Bye Lenin! è verso la fine, mentre Alex e sua madre guardano una delle cassette di notiziari che ha fabbricato per lei. "La DDR che ho creato per mia madre stava diventando sempre più simile alla DDR che avrei voluto per me", dice. Il calcio, naturalmente, non è assolutamente importante quanto le questioni globali, la libertà, la politica e l'unità. Eppure ci si interrog, su quell'universo parallelo in cui, se il destino non si fosse messo di mezzo, la Germania dell'Est si sarebbe qualificata per i Mondiali del 1990, anziche' uscire con un botto fragoroso l'estate prima che smettesse di esistere. "Per quanto mi riguarda, l'ho sempre detto che il muro è stato aperto... credo che dalle quattro alle sei settimane troppo presto", ricorda Eduard Geyer. "Forse ci saremmo qualificati".






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