martedì 21 dicembre 2021

599) 1973 - HANS JOSEF ''JUPP'' KAPELLMANN - Quella Star ''sgradita'', che parlava in Francese al suo cane di pezza.

Fu forse a causa di questa singolare stranezza che l'ex giocatore del Bayern, Jupp Kapellmann non è mai stato particolarmente ''in sintonia'' con i suoi compagni di squadra? Nessuno lo sa. Ma è improbabile che sia accaduto una seconda volta nella lunga storia della Bundesliga, il fatto che un uomo adulto preferisca sedersi nello spogliaoio o in pullmann, accanto al suo cane di peluche - con il meraviglioso nome di ''Mister Pitt'' - Jupp Kapellmann fu senza dubbio un calciatore eccezionale. E avrebbe sicuramente fatto più di cinque presenze per la Nationalmannschaft se avesse occupato un posto più in

alto, nella scala della popolarità tra i suoi compagni di squadra. Ma anche, quando lasciò il Colonia e fu ingaggiato a Monaco, un giornalista curioso chiese al nuovo arrivato al Bayern, se sarebbe stato 


possibile che i nuovi compagni di squadra prevenuti, lo avrebbero "tagliato"? La risposta di Kapellmann fu sbrigativa quanto intelligente ''Per ora noto solo che e' il campo di allenamento che e' appena stato tagliato'', ma non cambio' il supposto, che l'impressione del giornalista fosse effettivamente vera. Dopotutto, l'uomo proveniente da Würselen ha appena divorziato, in modo poco sereno e in conflitto aperto, col Colonia. E quando incontro' per la prima volta i suoi ex colleghi del FCB, ci fu una forte eco sarcastico e di liberazione dallo staff dirigenziale dei Caproni, che risuono' fino nei corridoi sotterranei 

dell'Olympiastadion: "Kapellmann ah ah ah!" Fu uno dei calciatori più controversi nella storia della Bundesliga. Quando si trasferì nel 1973 a Monaco, Kapellmann fu il giocatore più costoso trasferito in Bundesliga, con 800.000 marchi. Ma l'attesa dei suoi nuovi compagni di squadra fu condizionata da tempi lunghi. Kapellmann fu colpito duramente nell'ultima partita prima del trasferimento. Il suo futuro allenatore Udo Lattek rimase un po' sorpreso: "È vero, i miei giocatori si sono coalizzati, soprattutto contro l'arrivo di Jupp". Kapellmann rimase comunque calmo: "Non vengo mica a Monaco per fraternizzare con gli altri giocatori, ma piuttosto e soprattutto per avere successo con loro". E alla fine di successo ne avra' tanto. Titoli Nazionali e Internazionali lo vedranno sempre in campo come titolare.

1976 - Bayern - Cruzeiro 2:0 - Il gol di Kapellmann.
Nel 1976 diventera' Campione del Mondo per club, contro i Brasiliani del Cruzeiro e segnera' a Monaco uno dei due gol del 2:0 finale, addirittura. Il problema con i suoi nuovi compagni di squadra si trascinava dalla stagione precedente. Il 12 aprile del 1972, Kapellmann fu protagonista di un bruttissimo intervento al 26' minuto su Wolfgang Sühnholz, che pose fine letteralmente alla carriera dell'attaccante del Bayern, nel ritorno di DFB Pokal a Colonia, in quella gara diventata nota anche come "Battaglia di Colonia" che passo' alle cronache anche per il suo gioco troppo rude. Gli altri giocatori del Bayern non avevano perdonato Kapellmann per questo episodio. Arrivato a Monaco, Kapellmann litigo' la prima volta, da subito,  con i suoi compagni di squadra Klaus Wunder e Conny Torstensson. Il suo approccio di debutto in spogliatoio era già compromesso. Ma anche a Colonia il dottore in erba fece terra bruciata. Kapellmann descrisse il suo ex compagno di squadra Simmet come un ''citrullo'' e gli chiese di spiegargli la "funzione del cervelletto". I giocatori dell'1FC erano ormai cosi' infastiditi delle sue ''sparate'' che chiesero al consiglio direttivo, di apporre per Kapellmann un divieto scritto sulla entrata della clubhouse "Zum Geißbock" (Solo Caproni...). Il giocatore del Monaco non ha sempre incontrato l'approvazione di altri professionisti della Bundesliga. Al Colonia, Franz Gerber avrebbe voluto diventare un medico, ma non se ne fece nulla. Anni dopo, tuttavia, Jupp, ripensando all'idea gli fece venire persino le lacrime agli occhi dal ridere: "Mi Immagino: Io e Gerber, noi arcinemici, davanti al tavolo operatorio. Il paziente sicuramente non sopravvivrebbe..." Kapellmann continuava a rivangare spesso su quell'argomento anche da solo. Quando dopo sei anni, passo' ai rivali della città, il Monaco

1860 nel 1979, disse di Paul Breitner: "Cosa dovrei pensare di un uomo, la cui moglie un giorno dopo il derby locale, in cui ero il capitano del 1860, disse:''Stringergli la mano con la maglia della squadra avversaria? Mio marito ha stretto la mano a tanti idioti. Perche' non avrebbe potuto farlo anche ieri?'' Ormai per me personalmente, ci potra' essere solo un possibile punto di contatto con Paul Breitner nel futuro:''Io come medico e lui come emergenza'' E poi, non dimentichiamoci, c'era anche il suo mitico cane di peluche ''Mister Pitt.'' Naturalmente, Kapellmann porto' con se anche il suo fedele compagno in Baviera. Poi si sedette al centro dello spogliatoio con il suo tenero amico e gli parlo' in francese davanti ai suoi compagni di squadra inebetiti. Nonostante cio', il giovane studente di medicina ha spesso tenuto conferenze per la squadra su problemi medici legati al calcio. Spesso infarcite di frasi cervellotiche e con termini troppo forbiti, oppure frasi quasi senza senso come questa: "La concentrazione dipende dalla circolazione sanguigna celebrale, e se non sono entrambe in condizione idonea, puo' anche diminuire''. Un altra volta Kapellmann osservo' casualmente: "Ho notato che alcuni di noi non hanno la visione periferica. Quando vedo qualcuno in profondita', devo staccarmi dal mio compito più causale e agire come una parte della squadra". Ce' chi racconta che a queste frasi, spesso la faccia di Katsche Schwarzenbeck tradisse la piu' totale confusione. Ad un certo punto, però, i compagni di squadra avevano raggiunto il limite di sopportazione. La maggior parte di loro decise che bisognava fare qualcosa contro la follia del dottorino. E così, arrivo' il giorno in cui Kapellmann dovette fare qualcosa di personale dopo una partita in trasferta, ma aveva già messo il suo orsetto di peluche al suo posto sull'autobus.


 I compagni di squadra reagirono prontamente. Presero ''Mister Pitt'' e lo misero sotto le grandi e larghe ruote dell'autobus della squadra. Ma non appena Kapellmann salì sull'autobus, si rese conto che qualcosa non andava. Con la sua presenza di spirito apri' di nuovo la portiera, si precipito' fuori dal veicolo, e si butto' a terra davanti al bus dove salvò l'orso di pezza appena, appena in tempo dall'essere schiacciato dalle enormi ruote, prima che il veicolo lo travolgesse completamente. Ma la gioia duro' poco. Pochi giorni dopo, Mister Pitt per la gioia dello spogliatoio fu finalmente ''terminato''. Ci penso' il cane di Kapellmann, ''Noel'', aveva fatto a pezzi il peluche in mille parti, probabilmente per gelosia - e alla fine aveva liberato il calciatore  dal suo "atteggiamento post-pubescente" (come fu definito letteralmente da Kapellmann). E finalmente i compagni del Bayern si poterono sentire piu' sollevati.



 

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