mercoledì 8 dicembre 2021

587) 2015 - IL KARLSRUHER SC E SESSANT'ANNI DI INCERTEZZE...

 

Stagione 2014/15, l'Hamburger SV arrivò a pochi secondi dalla prima retrocessione in Bundesliga. I Dinosauri, l'unico club a disputare ogni singola stagione della Bundesliga sin dal suo inizio nel 1963, era tutt'altro che rassegnato a lasciare la serie regina. Un pareggio siglato al 91' dal centrocampista della nazionale cilena Marcelo Díaz riusci' ad impedire ai vincitori della Coppa dei Campioni del 1983 di scivolare vergognosamente in 2. Bundesliga. Mentre il gol di Díaz li tenne in partita, fu poi Nicolai Müller a segnare il gol nei supplementari, che mantenne intatto il ruolino di massima serie

dell'Amburgo, per un'altra stagione, la successiva. L'altra squadra invece, gli avversari, dopo un torneo di Zweite giunti terzi dovranno ricominciare daccapo e preparare la nuova stagione per una nuova

scalata. Passano due anni e alla fine della stagione 2016/17, l'Amburgo evita nuovamente per un pelo di essere coinvolto in un'altra battaglia per i playoff promozione/retrocessione, mentre il club a cui hanno spezzato il cuore in modo così drammatico alla fine della stagione 2014/15, il Karlsruher SC, retrocede addirittura in 3.Liga. (Per l'HSV, storia dei giorni nostri, sara' questione di un altro anno...poi la fortuna finira'...) Può essere comprensibile come possa cadere il mondo addosso ad una squadra quando subisce un ribaltamento così devastante nel loro terreno di casa. Dopo l'1:1 al Volksparkstadion sembrava tutto cosi' vicino. Poi la tragedia ai supplementari nel Wildparkstadion. Il Karlsruher era così vicino a un ritorno in Bundesliga; potevano quasi toccarlo, quasi annusarlo. Il Karlsruher era una delle formazioni originali della stagione inaugurale della Bundesliga. In quello che a volte era un processo di selezione controverso, un elenco

relativamente modesto di risultati in campo, non aveva ostacolato la loro richiesta di accedere ad uno dei sedici posti per l'inaugurazione nel 1963, della nuova lega di calcio nazionale, della ''ormai'' Germania Ovest. Mentre club come il Kickers Offenbach e l'Alemannia Aachen si sentivano innegabilmente esclusi per via di rendimenti ragionevolmente recenti e un Bayern Monaco pre-stratosferico fu scartato a causa della riluttanza della lega nell'ammettere più di un club della stessa città, Il Karlsruher sfrutto' i vantaggi, per una sua ascesa alla ribalta Nazionale, tra la metà e la fine degli anni '50 e la sua posizione geografica privilegiata, per assicurarsi l'invito alla costituzione della Bundesliga. Posizionato all'interno della seconda città più grande dello stato del Baden-Württemberg, vicino al confine franco-tedesco, una città dove si trova la sede dei due più alti tribunali della Germania, Karlsruher fu scelto direttamente, per essere uno dei 16 rappresentanti della potenza calcistica della Germania Ovest del nuovo corso. Karlsruher potrebbe, tuttavia, rappresentare qualcosa di più che una semplice posizione attraente. Come Karlsruher Fussball Club Phönix, vinsero il campionato di calcio tedesco nel 1909, sconfiggendo i campioni in carica - e la prima potenza calcistica tedesca -  il Viktoria 89 Berlin 4:2 nella finale del campionato. Una serie di fusioni dopo fusioni, alla fine, porto' alla variazione definitiva del 1952 del club, che è quello che poi rimane in vigore oggi. Gli anni '50 si rivelarono un periodo di boom per il Karlsruher, poiché godettero di un'impennata pronunciata dalla metà del decennio, un'impennata che portò il club in auge fino ai primi anni '60. In tre occasioni furono incoronati campioni dell'Oberliga Sud, andando ogni volta a misurarsi nelle finali dei campionati nazionali. Nel 1955, sotto la guida di Adolf Patek, il Karlsruher vinse la DFB Pokal, sconfiggendo il potente Schalke per 3:2 in una finale avvincente con andamento altalenante. Un anno dopo,rimasero detentori  della coppa, questa volta battendo l'Amburgo in una finale tardiva che non ha avuto luogo fino all'inizio di agosto, quando ormai Patek, dopo averli condotti in finale, aveva lasciato il club per l'Eintracht Frankfurt, per essere sostituito di Ludwig Janda. Sei settimane prima del loro secondo successo in DFB Pokal, il Karlsruher raggiunse la finale del campionato nazionale, dove si fronteggio' con il Borussia Dortmund. In un Olympiastadion gremito, a Berlino, il Karlsruher segna il gol del vantaggio dopo 10 minuti, prima che il BVB sommergesse gli avversari con un gioco dominante, per conquistare il titolo con un finale 4:2. Nonostante la sconfitta, gli alti risultati ottenuti in un ambiente relativamente modesto servirono solo a rendere Patek un tecnico appetibile. Patek avrebbe continuato a lavorare per costruire le basi della squadra di Francoforte che avrebbe continuato a vincere il campionato nazionale e a disputare l'iconica finale della Coppa dei Campioni del 1960 contro il Real Madrid all'Hampden Park. Il Karlsruher rimase competitivo nelle stagioni successive, avvicinandosi a ulteriori finali di campionato nel 1958 e nel 1960, ma regredì negli ultimi tre anni del sistema dell'Oberliga, prima dell'alba della Bundesliga. Era 


stato uno percorso deludente, e coincise quando Janda si mise da parte nell'estate del 1959. Il Karlsruher corse ai ripari e mise a segno un bel colpo assicurandosi l'allenatore vincitore del campionato con lo Schalke, Eduard Frühwirth. Essendo arrivato così vicino alla finale del campionato nel 1960, si sentiva che il Karlsruher fosse sull'orlo di qualcosa di speciale, ma avendo mancato di poco i playoff del campionato nel 1960/61, subì un pronunciato calo la stagione successiva, riuscendo solo a finire in nona posizione a livello regionale. Frühwirth ne pago' il prezzo e fu sostituito con Kurt Sommerlatt, l'uomo che alla fine li avrebbe guidati agli albori della Bundesliga. Nel 1962/63, l'ultima stagione prima del lancio della nuova lega nazionale, il Karlsruher raggiunse il quinto posto nell'Oberliga Süd. Un miglioramento rispetto alla disastrosa annata precedente, ma che li lascio' comunque disorientati sulla possibilita' certa per un posto garantito in Bundesliga. È una conferma di quanto sfortunato fosse stato il Bayern Monaco, che concluse due posizioni e sei punti meglio del Karlsruher, riuscendo anche a ottenere cinque vittorie in più, ma trovo' la porta della Bundesliga sbattuta loro in faccia, mentre il Karlsruher venne accolto tra le 16. Nonostante la spinta iniziale per l'invito in Bundesliga, il Karlsruher lotto' fin dall'inizio nella nuova lega nazionale, evitando la sua prima retrocessione nel 1965, solo a causa di un'espansione del campionato da 16 a 18 squadre per la stagione 1965/66. Dopo cinque stagioni di fatiche, durante le quali fu cambiato per  sei volte allenatore, alla fine della stagione 1967/68,  purtroppo dovettero cedere alla legge di gravità, scendendo in Regionalliga dopo una stagione miserabile in cui si avvicendarono ben altri quattro allenatori diversi. Il Karlsruher si è presto riorganizzato, tuttavia, vincendo la Regionalliga Süd al primo tentativo, ma venendo meno, ai playoff di fine stagione. Quell'anno furono disperatamente vicini a vincere la promozione per tornare in  Bundesliga. Trascorsero sei stagioni di frustrazione, durante le quali furono in gran parte coerenti nel prevalere nel proprio campionato Regionale, solo per vedere le speranze di 

promozione disfarsi nei playoff. Il Karlsruher fu presente alla nascita nel 1974/75 della 2. Bundesliga. Divisa in due gironi, Nord e Sud, anziché le ingombranti cinque divisioni del vecchio sistema della Regionalliga, ora bastava vincere il rispettivo campionato per ottenere la promozione automatica in Bundesliga. In una corsa al titolo molto combattuta, il Karlsruher si aggiudico' la 2. Bundesliga Süd per soli due punti, rivendicando un ritorno nella massima serie dopo sette anni di esilio, grazie alla meticolosa pianificazione di Karl-Heinz Rühl, un uomo con nessuna precedente esperienza di allenatore prima di approdare alla guida tecnica del SCK nel 1973. Dopo aver mantenuto a galla (15) con successo il Karlsruher nel 1975/76, Rühl non fu in grado di ripetere l'impresa un anno dopo, poiché il club retrocedette ancora una volta, dopo aver trascorso gran parte della stagione lontano dalla zona retrocessione. Rühl con la declassazione partì per nuovi pascoli, ma aveva anche lasciato una parte di lavoro incompiuta al Wildparkstadion. Karlsruher si fece strada zoppicando verso la fine di quel decennio, ma con l'arrivo degli anni '80, arrivarono anche giorni più luminosi. La promozione in Bundesliga fu di nuovo ottenuta nel 1979/80, sconfiggendo il Rot-Weiss Essen in uno spareggio. Il ritorno alla grande platea nazionale fu concluso con un 10° posto, che fu all'epoca il piazzamento più alto di sempre in era di Bundesliga. Dovette rassegnarsi nuovamente alla retrocessione nel 1983, ma si riprese subito la promozione, in modo enfatico un anno dopo. Rischiando di diventare una squadra yo-yo, un ascensore come dicono in Germania e incapace di colmare le lacune di una difesa che lo penalizzava gravemente, cadde di nuovo nel 1985. Nel giro di due anni tornarono per un ennesimo tentativo. Questa volta, tuttavia, sotto Winfried Schäfer, il nuovo Karlsruher stava promuovendo una nuova immagine di sé, più positiva e determinata sin dai loro anni '50. Imparando dalle precedenti esperienze ​​del loro recente status di club yo-yo, al loro iniziale ritorno in Bundesliga e andando oltre le difficoltà della sindrome da seconda stagione consecutiva, il Karlsruher entro' negli anni '90 con solide basi, coltivandosi pian piano una comoda posizione a metà classifica. L'attenzione di Schäfer per i dettagli e la sua capacità di creare una squadra unita e fatta principalmente da giocatori esperti, insieme al ritorno di Rühl al club, come direttore poco prima della nomina di Schäfer nel 1986, si rivelarono un 


potente mix a Karlsruher. L'emergere di Oliver Kahn, Jens Nowotny e Mehmet Scholl attraverso il settore giovanile non poteva arrivare in un momento migliore, e anche quando Scholl fu venduto al Bayern Monaco nell'estate del 1992, il club non ha modificato l'andatura, arrivando sesto nella stagione 1992/93 e conquistando per la prima volta la qualificazione a una coppa Europea. Con l'aggiunta del nazionale russo Sergei Kiriakov e dell'emergente Slaven Bilić, il Karlsruher nuoto' in Europa come un pesce nell'acqua. Superato il PSV Eindhoven al primo turno, elimino' poi il Valencia al secondo turno, vincendo la gara di ritorno con un sorprendente 7:0. Il Bordeaux  di un giovane Zinedine Zidane fu poi eliminato, agli ottavi, prima che il Boavista venisse superato nei quarti di finale. In semifinale, la squadra di Schäfer si trovo' alle prese con l'Austria Salisburgo, riuscendo ad evitare al sorteggio i 

colossi Italiani dell'Internazionale e del Cagliari. Quando il Karlsruher lascio' Vienna con un pareggio a reti inviolate dopo l'andata, il sogno impossibile di raggiungere una grande finale Europea parve ormai stretto saldamente tra le mani. Nella gara di ritorno, tuttavia, i blue tedeschi, si lasciarono sfuggire l'occasione d'oro. Concedendo un gol all'inizio di Hermann Stadler che poteva compromettere il tutto, ma Rainer Krieg  pareggio' il punteggio al 54' con ancora un sacco di tempo a disposizione sul cronometro per vincere. Schäfer e la sua squadra erano, tuttavia, frustrati nei loro tentativi di ottenere il gol della vittoria, subendo alla fine la regola dei gol ''doppi'' in trasferta. Fu un'amara delusione, ma non un colpo inizialmente mortale. Come Scholl prima di lui, Kahn fu venduto al Bayern e i fondi permisero un certo spessore di rigenerazione. Il Karlsruher continuo' a collezionare posti utili in Bundesliga nelle stagioni successive, guadagnando nuovamente l'ingresso in Europa attraverso la Coppa Intertoto. Nel 1996, il club torno' a disputare una finale di DFB Pokal a quarantanni di distanza dalle due vinte consecutivamente nel 54 e nel 55. Fu il Kaiserslautern ad impedire al KSC di conquistare la terza coppa. Avvenne proprio una settimana prima che i diavoli rossi del Betzenberg retrocedessero nella stessa sciagurata stagione. Rafforzato com'era il Karlsruher dagli acquisti di Thomas Haßler, Thorsten Fink e Michael Tarnat, un Kaiserslautern demoralizzato per l'incombente declassamento avrebbe dovuto essere lì come formalita'. Tuttavia, nonostante l'espulsione del loro capitano Andreas Brehme i rossi uscirono vincitori dal confronto. Proprio come con la Coppa UEFA del 1994, la DFB Pokal del 1996 fu un'enorme opportunità mancata per dare risalto a un periodo d'oro nella storia del Karlsruher con un pezzo di argenteria tintinnante a certificarlo.. 


Tuttavia, il Karlsruher ritorno' al sesto posto nel 1996/97, conquistando di nuovo il diritto alla Coppa UEFA, ma la stagione successiva decreto' la fine del sogno. Nonostante la corsa giunta fino agli ottavi in ​​Europa, la squadra di Schäfer faticava assai in casa. E quando il Karlsruher si è ritrovo' in zona retrocessione a fine marzo, il loro allenatore mentore si è dimise dopo quasi 12 anni al timone della squadra.  Sotto Jörg Berger c'era quasi una grande fuga. Dopo essersi staccato dalle ultime tre a una partita dalla fine, il Karlsruher fu battuto in casa dell'Hansa Rostock nell'ultima giornata, dando al Borussia Mönchengladbach la possibilità di scavalcarlo e di mettersi in salvo. La perdita del loro status di Bundesliga, e quello di Schäfer, tolse il vento alla vela del Karlsruher. Nel 2000 scivolarono fino in terza serie per la prima volta nella loro storia, anche se si garantirono che fosse solo per il tempo di una stagione. Dopo diverse stagioni a galleggiare in 2. Bundesliga, il Karlsruher risali' a riveder le stelle di nuovo, nel 2006/07, vincendo in maniera inaspettata la corsa alla promozione sotto Edmund Becker. Nella prima metà della stagione 2007/08, Becker fece volare cosi' in alto le ambizioni del Karlsruher che a un certo punto si trovo' in seconda posizione a minacciare uno stravagante colpo a sorpresa al titolo stesso, prima di svanire nella rispettabilità di una posizione piu consona di metà classifica. Purtroppo, durante il 2008/09 il nuovo crollo. Un inizio brillante fu presto annullato da una ombrosa fase autunnale e sebbene lottarono per la sopravvivenza fino alla fine, arrivo' ancora una volta la retrocessione. Nel 2012 scesero nella 3. Liga di recente formazione. Proprio come con la loro precedente esperienza con il terzo livello tedesco, il Karlsruher ci stanzio' il tempo di una stagione per ricaricare le batterie torno' con forza in 2 Bundesliga, culminando il torneo in quella notte straziante contro l'HSV del 2015, quando si trovarono a pochi secondi di distanza da un altro ritorno in Bundesliga. Solo due anni dopo quel giorno, al termine della stagione 2016/17 si ritrovarono di nuovo in 3 Liga. Un nuovo pit stop di un anno poi la ennesima promozione in 2 Bundesliga nel 2018/19 dove stanzia ancora oggi (stagione 2021/22). Ora la Bundesliga e' tornata ancora una volta lontana anni luce, per il Karlsruher, ma ha dimostrato più volte di essere una societa' la cui essenza è infusa da un'instancabile propensione a reagire agli eventi piu' difficili. Indipendentemente dal fatto che possano risalire con la stessa rapidità con cui hanno fatto nel passato o meno, non ti tireresti indietro contro di loro, scommettendo su un nuovo assalto per il ritorno nella massima serie, non appena i tempi saranno maturi.



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