lunedì 17 gennaio 2022

634) 1978 - DFB POKAL: IL FORTUNA 95 DUSSELDORF, DAL DOPOGUERRA AL REKORD NELLA COPPA NAZIONALE . - ''Assistiti dalla dea....Fortuna? ''

Dusseldorf attualmente e' la settima citta' per densita' di popolazione dell'intera Germania. Capitale del Land della Renania Settentrionale-Vestfalia. Situata sulle rive del Reno (Rhein in tedesco) è a circa 40 km a nord di Colonia e a circa 20 km a sud della Regione della Ruhr con le città Duisburg, Essen e Dortmund. La città, dopo Colonia, è la seconda del Land. Situata al centro della regione metropolitana Reno-Ruhr e al centro dell'area economica europea, Düsseldorf fa parte, dopo Francoforte sul Meno, Berlino, Amburgo e Monaco, dei cinque centri più intrecciati e più importanti per quanto riguarda l'economia, il traffico, la cultura e la politica tedesca.  La seconda guerra mondiale devastò quasi completamente la città di Dusseldorf. Alla fine del secondo conflitto, solo 249 ebrei ''registrati'' nel

1936, su oltre 5.000 antecedenti il conflitto, sopravvissero. La città prosperò allo stesso modo dell'intera Repubblica Federale, la crescita economica e il consolidamento della personalità dei suoi abitanti fecero della capitale del Nord Reno-Westfalia un luogo perfetto di convivenza. Dusseldorf è conosciuta come la "città più Giapponese sulle rive del Reno" a causa del gran numero di giapponesi che vi risiedono. È anche popolare per la sua vivacità dovuta al fatto che è una città universitaria e quindi per la sua offerta culturale. Centri di studio come l'Accademia di Belle Arti o la Musikhochschule Robert Schumann fanno di Dusseldorf una città aperta a tutti i tipi di interessi. La provincia è divisa tra tifosi dello storico ''fohlenelf'' del Borussia Moenchengladbach e i tifosi del Fortuna Dusseldorf, che attualmente (2021) militano nella seconda divisione del calcio tedesco. Lo spirito e l'orgoglio della Nazione tedesca crebbe con la caduta di Adolf Hitler. Con la sua morte terminò uno dei periodi più sfortunati della storia dell'Europa contemporanea. Il delirio della nazione fu praticamente seppellito per sempre. Non sarebbe stato facile recuperare la credibilità degli  altri paesi, che avrebbero sempre guardato con sospetto chiunque avesse qualche rapporto con il paese germanico. Nel calcio non fu diverso; erano pochissimi quelli che agognavano per l'esplosione del calcio tedesco. Il 1954 fu un anno chiave per questa trasformazione. Il Campionato del Mondo giocato in Svizzera, racchiude una delle storie più profonde di miglioramento personale e di dedizione alla Nazione, nella storia della Coppa del Mondo. I fatti sono noti e sono stati più volte raccontati da storici e giornalisti. Anche il cinema contribuì a raccontare il percorso dei campioni di Germania del 1954 con il film "Il miracolo di Berna" Fu un omaggio a mesi di introspezione e analisi personali, nella squadra tedesca . Ma parlavamo di Dusseldorf...Diverse coincidenze mettono direttamente in relazione il Fortuna  Dusseldorf con il miracolo vissuto in terra Svizzera. Il primo di questi è il portiere di quella squadra, Toni Turek, calciatore della squadra piùimportante della Renania di quei tempi e portiere della squadra che diventerà Campione del Mondo. L'Ungheria in quel periodo, per chiunque, addetti ai lavori e media, era una squadra ''quasi'' imbattibile, una di quelle nazioni, come l'Olanda 20 anni dopo, che rimasero senza Coppa, ma riuscì a insediarsi nei secoli dei secoli, nelle memorie degli appassionati del bel calcio. Il talento magiaro sorprese il calcio europeo del dopoguerra. Già in precedenza, nel primo turno di qualificazione, misero in scena una vittoria che passò agli annali della storia dei Mondiali. Un 8:3 contro la squadra tedesca. Proprio 


Basilea, fu teatro di quella partita, proprio come l'altra partita, quella con il Fortuna Dusseldorf... di cui parleremo più avanti. Nella finale del torneo, le due squadre, Germania e Ungheria, si sono riincontrate di nuovo. Questa volta si avverò il detto, che citava: "Il calcio è uno sport inventato dagli inglesi in cui vincono sempre i tedeschi"... L'autore del pensiero, (il mitico Gary Lineker) incredibilmente, non era ancora venuto al mondo, ma sei anni prima della sua nascita, la sentenza del leggendario attaccante britannico, prese già forma ed espressione al Wankdorfstadion di Berna. I tedeschi rimontarono i primi due gol dell'Ungheria e Toni Turek, il portiere della Germania, sarebbe diventato una delle leggende di quella squadra mitica. Parò un pallone insidiosissimo di uno dei calciatori più pericolosi della squadra magiara di quei tempi, Hidegkuti. Ciò che avvenne, nei minimi particolari, fu descritto dal noto giornalista Herbert Zimmermann che concluse, definendo Turek, un ''Fussballgot''... "un Dio del calcio"... La Nationalmannschaft portò a casa l'unica coppa Rimet della sua storia, ma l'articolo di Zimmermann gli costò più di un anatema da parte di una allora Chiesa tedesca troppo conservatrice. Il Fortuna Dusseldorf visse negli anni seguenti all'ombra del suo vicino Moenchenglagbach. La sua coesistenza negli anni settanta fu molto difficile a causa della nascita del Fohlenelf di Weissweiler. Il calcio tedesco stava dando il meglio di sé in quel decennio e la squadra nota come F95 non si sarebbe voluta lasciar sfuggire la possibilità di esprimersi in Europa. Nella stagione 1977-78 il Fortuna perse la finale di Coppa di Germania, contro il Colonia che si era laureato anche Campione Nazionale. Fu così che ciò, diede loro il diritto di giocare la Coppa delle Coppe l'anno successivo. I tedeschi condussero un percorso perfetto e si qualificheranno per la finale del torneo. I fratelli Allofs (Klaus e Thomas) furono essenziali per raggiungere questo successo. La stampa tedesca dell'epoca fu esaltata e orgogliosa dell'impresa di questa umile squadra. Ma c'era una nuvola nera che invitava alla coerenza, se non addirittura al pessimismo. La superstizione gioca sempre un ruolo importante nella mente di un calciatore e il Fortuna ne era assai consapevole. La partita si sarebbe giocata allo stadio St. Jakob di Basilea, teatro nel 1954 della pagina più oscura del calcio tedesco, il famoso 3:8, contro gli Ungheresi. Il rivale in quella finale sarebbe stato il Barcellona. La squadra catalana raggiunse la finale di Basilea 


con l'intenzione di vincere il trofeo europeo più importante della sua storia fino a quel momento. Il primo in assoluto. Un club fino ad allora, non abituato a vincere nel vecchio continente e che affrontò la partita con la massima mobilitazione dei suoi tifosi in trasferta, per una partita con queste caratteristiche. Per il Barca, la finale di Coppa delle Coppe del 1979 rappresentò il momento di svincolarsi per sempre, dalle catene del fascismo che l'aveva attanagliata politicamente in patria da anni. Fu un incontro magnifico, uno dei più ricordati della storia della competizione. La squadra spagnola, forte delle sue personalità straniere, Neeskens e Krankl prese il timone della partita. Ma la resistenza tedesca, riuscì a guadagnarsi i supplementari portando l'incontro sul 2:2. Nei tempi supplementari, il Barcellona, fece felice milioni di catalani sparsi per il mondo. Finì 4:3 per i Catalani. Il quarto gol del Barca, quello della tranquillità, portò la firma di Rexach. Non poteva esserci epilogo più bello per la partita più ricordata degli ultimi anni per il Barça. Il Fortuna disse addio a Basilea. Accettò sportivamente la sconfitta, pur con rammarico. Con onore, diplomazia e sportività vissero l'orgoglio per il secondo posto. In seguito non avrebbero mai vinto più nessun trofeo ufficiale oltre a una Coppa Intertoto...Il loro nome rimase per sempre impresso, però, nella memoria dei tifosi del Barcelona, ​​nella citta di Basilea e nelle competizioni europee. Per arrivare a quella finale Europea, al Fortuna, bastò ''perdere'' la DFB Pokal del 1977/78. Dal giorno dopo, con la nuova stagione di DFB Pokal, la 1978/79, iniziò un rekord ancora oggi imbattuto di 18 gare vinte. Il 31gennaio 1981, la partita, che passerà alla storia della DFB Pokal, si svolse davanti a tribune per lo più vuote. 40 anni fa in Germania non era una sorpresa, su ogni campo era per lo più una norma. Almeno nelle partite casalinghe del Fortuna Düsseldorf, che per l'occasione, ospitavano l'allora squadra di seconda divisione del Werder Brema, al Rheinstadion, come palinsesto degli ottavi di finale della DFB Pokal. 12.000 persone acquistarono un biglietto, in previsione di una vittoria dei padroni di casa - e non rimarranno delusi. In ogni caso, i tifosi del Fortuna, in coppa, raramente sono rimasti delusi in quel periodo.. La vittoria per 2:0 contro il Werder, firmata dalla doppietta (41esimo, 47esimo) del futuro attaccante e oltretutto futuro direttore sportivo del Brema, Klaus Allofs, fu la 18esima vittoria consecutiva in DFB Pokal. In quell'occasione, il Fortuna, vincitrice della coppa nel 1979 e nel 1980, stabilì un record ancora oggi (2022) attuale. Anche i loro piu' prosssimi rivali in riva al Reno dell'1.FC Köln, rimasero imbattuti 18 volte tra il 1976 e il 1978, ma ci fu un replay, la finale del 1977, che va contemplata nella serie (vedi post   ), l'unica finale di DFB Pokal che fu ripetuta. Il record resiste ancora oggi, nonostante il

predominio del Bayern, che ha vinto la coppa innumerevoli volte solo negli ultimi 20 anni. Ma mai tre volte di seguito e anche per quest'anno, 2021, dopo la fine (5:0) a Moenchengladbach non è più possibile. Tuttavia, tre coppe vinte di fila sono un prerequisito per battere il record, poiché il turno principale della coppa, ora include solo un massimo di sei partite per un club, compresa la finale e quindi, il Fortuna, che allora aveva bisogno di sette partite per vincere il titolo, mantiene il suo record. 18 vittorie consecutive in DFB pokal, restano uniche. La serie sarebbe stata molto più lunga se il Fortuna avesse vinto anche la finale contro i rivali Renani dell'1.FC Köln nell'aprile del 1978. Tuttavia, perse 2:0. Altrimenti avrebbero potuto essere ben 25 incontri di fila. Dopo la sfida col Werder, quella con l'Hertha, nei quarti, fu l'unica sconfitta in coppa Nazionale, per la squadra di Düsseldorf, dopo due anni e mezzo, ma del rendimento espresso fino a quel inevitabile giorno, i Fortunelli dovrebbero essere ampiamente gratificati. Essi non perdettero una partita di DFB Pokal per quasi tre anni. I Fortunelli iniziarono la stagione di coppa del 1978/1979 con tre vittorie contro squadre di seconda classe, dagli ottavi di finale li aspettavano solo le squadre della Bundesliga, ma superarono ogni ostacolo. In semifinale contro la neo promossa, ma dal passato glorioso, Norimberga, il Fortuna dovette andare ai supplementari per la prima volta, la stessa cosa che successe poi in finale contro l'Hertha di Berlino. Fu la seconda finale consecutiva per otto giocatori degli 11 in campo l'anno prima ma ora, finalmente, uscirono dal campo come vincitori. Da allora, il 23 giugno 1979 divenne una giornata storica nella storia del club di Düsseldorf. Seel portò i Renani alla prima vittoria di coppa, ad Hannover, all'epoca sede della finale. I Fortunelli sono leggermente favoriti, ma non vogliono sentirsi gia' vincitori, in questo torneo, in cui per molti anni, la squadra collezionò solo ricordi deludenti. Erano già in corso i tempi supplementari quando finalmente fu segnato un gol. Il difensore dell'Hertha Uwe Kliemann gioca un ruolo fatale, perché effettua un retropassaggio troppo corto per il portiere Norbert Nigbur e l'ala sinistra Wolfgang Seel, sei volte nazionale sotto Helmut 


Schön, schizza in profondita e colpisce da un'angolazione quasi impossibile. Mancano tre minuti prima della fine dei tempi supplementari. Kliemann incolpò del suo errore un ciuffo d'erba. Il presidente della DFB, Hermann Neuberger alla fine dell'incontro affermò: "Era il turno del Fortuna". Una squadra senza un blasone, che apparteneva alle squadre ''comparsa'' della Bundesliga di quei giorni e giocava davanti a una media di 18.000 spettatori nello spazioso Rheinstadion, trovò la sua strada verso una fama più consona. I successi in coppa hanno per conseguenza anche un impatto internazionale. Ma ora, dopo la finale di Hannover dell'anno precedente, hanno finalmente qualcosa che possono anche toccare: la Coppa DFB Pokal. Il calcio tedesco si comincia ad abituare a nomi come Jörg Daniel, Heiner Baltes, Reinhold Fanz, Sepp Weikl, Egon Koehnen e Rudi Bommer. Un po' più conosciuti sono i giocatori nazionali; il libero Gerd Zewe e il giovane attaccante Klaus Allofs. L'allenatore Hans-Dieter Tipphauer era solo all'inizio della sua carriera. "Il campionato onestamente non era per noi negli anni '70. Non potevamo competere con il Bayern o il Gladbach. Ma abbiamo sempre messo tutto nei 90 o 120 minuti della coppa", ricorda l'eroe della coppa Wolfgang Seel decenni dopo in un'intervista con kicker. ''Eravamo piu' portati per gare a eliminazione diretta che non per badare a una classifica..'' I festeggiamenti per il primo trionfo sono ben documentati, compreso il menù del banchetto (salmone, anguilla, granchio, petto di tacchino e quaglia). Nello spogliatoio, otto bottiglie di champagne vennero stappate alla velocità della luce, quindi il difensore Heiner Baltes dice: "Alcuni di noi, di sicuro, vedranno il trofeo due volte". Diventarono ancora più grandi l'anno dopo, motivati e gasati anche dalla esaltata accoglienza nella piazza del municipio il giorno successivo, quando più di 10.000 fans celebrarono i vincitori e anche il monumento equestre dell'elettore Jan Wellem indossò una maglia biancorossa. Prima sotto Tipphauer, poi dall'ottobre 1979 a causa degli scarsi risultati in campionato, sotto Otto Rehhagel. In coppa, i risultati sono ancora coerenti. Anche in questo caso ci furono tre vittorie schiaccianti contro squadre di classe inferiore, poi due vittorie in trasferta contro Karlsruhe e Kickers Offenbach. Non fu un peccato che abbiano dovuto andare ai supplementari nel temuto Bieberer Berg e il risultato (5:2) non lasciò dubbi. In semifinale incontrarono il Borussia Dortmund - e quindi anche i più grandi rivali per la vittoria finale. Rehhagel sconfisse il suo alter ego Udo Lattek 3:1 ed


 entrò per la prima volta in una finale di coppa, mentre per i suoi giocatori fu ''ormai'' la terza volta consecutiva. Solo lo Schalke (1935-1937) era riuscito a fare questa impresa prima, quando si trattava ancora però della Tschammer Pokal. Come per destino, nel 1978, l'avversario fu l'1.FC Köln. 65.000 spettatori a Gelsenkirchen assistettero alla replica della finale del 1978. Gerd Zewe ricordò la sfortunata sconfitta: "Allora eravamo la squadra migliore, ma non riuscimmo a sfruttare le nostre qualità. Questa volta la affronteremo in modo migliore". Bernd Cullmann per il Colonia segnò ancora una volta il primo gol (al 26'), ma questa volta non fu sufficiente per l'1FC. Rüdiger Wenzel e Thomas Allofs ribaltarono la partita in cinque minuti (60°, 65°). Rehhagel guida i suoi pupilli alla seconda vittoria in coppa. Per lui, la prima della sua carriera di allenatore. "Quello fu il miglior Fortuna 95 che ci sia mai stato", disse Sepp Weikl, dopo il fischio finale. Dato che il Fortuna non ha più vinto un titolo da allora, nessuno lo ha mai potuto contraddire. L'anno successivo, sulla strada per una tripletta per il titolo, il Düsseldorf non subì gol nelle prime quattro partite, buttando fuori di nuovo il Dortmund e sperando in un posto in semifinale dopo la 18esima vittoria consecutiva, la vittoria per 2:0 sul Werder nei quarti. Pensare che il sorteggio era stato magnanimo con il Fortuna, in quanto fu accoppiato con una delle restanti squadre di serie inferiore rimaste. Il presidente Hans Noack rimarcò ai suoi giocatori quanto sarebbe stato importante progredire, vista la diminuzione del numero di spettatori nell'attuale campionato: "Il futuro del nostro club ne sarebbe decisamente rideterminato, sia in termini sportivi che economici". Il terzo anno l'allenatore fu Heinz Höher, incaricato di formare la squadra migliore. Ma Berlino non fu una trasferta profiqua per i Fortunelli. Il 28 febbraio 1981, davanti a 46.000 spettatori, l'Hertha si vendicò della finale persa nel 1979. Andò in vantaggio per 2:0 e permise solo a Thomas Allofs di indorare la amara pillola della sconfitta. Finisce così la serie di vittorie più lunga nella storia della DFB pokal. Heinz Höher se la prese con calma: "Se sei stato imbattuto in 18 partite di coppa per quasi tre anni, alcune volte, sicuramente sei stato anche assistito dal fato. Non abbiamo avuto questo aiuto qui a Berlino". Anche se la squadra porta la dea della Fortuna, proprio nel suo nome


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