venerdì 7 gennaio 2022

623) 1970 - L'ERA DI ''RADI'' - Gli anni di Petar Radenkovic, portiere, istrione, leader e musicante.

Era la stagione 1969/70, il TSV 1860, guidato dal portiere Petar Radenkovic, retrocesse per la prima volta dalla Bundesliga. Fu la fine di un'era breve e ruspante, ma spettacolare, del calcio tedesco.
Quando fu chiaro che l'allora glorioso TSV 1860 Monaco sarebbe stato retrocesso dalla Bundesliga per la prima volta, i giornalisti aspettarono insieme alla squadra, un treno. Il ''Sechzger'' aveva perso per 1:2 quel giovedì sera, contro l'MSV Duisburg subendo due gol tra l'80' e l'83'. Il penultimo posto in classifica nella stagione 1969/70 era matematicamente certo. Subito dopo ritornarono in treno,

cambiando a Colonia. Il giornalista della Suddeutsche Zeitung, Hannes Burger riferì: "Durante l'attesa di un'ora, c'era così tanta atmosfera goliardica nella squadra che qualcuno disse ironicamente: Questa e' la persona appena retrocessa più divertente che abbia mai visto!" Petar Radenkovic fece una parodia di tutti gli allenatori che si succedettero negli ultimi mesi, sul binario 8A insieme a Wilfried Kohlars. Apparentemente sembravano ragazzi vivaci e spensierati, perché alcuni tra i piu' giovani dei giocatori, si piegavano in due dal ridere, come se della retrocessione non importasse loro nulla. Il TSV 1860 retrocesso? Sì. 11.000 sostenitori dei Löwen si erano recati a Londra nel 1965 per la finale di Coppa delle Coppe - e all'epoca fu una cosa che fece scalpore. Quattro giorni dopo la matematica retrocessione, domenica 3 maggio 1970, un totale di 5.000 spettatori nello stadio di Grünwalder Strasse videro un deprimente pareggio per 0:0 contro il Rot Weiss Essen, l'ultima giornata della stagione - Il TSV 1860 scese in Regionalliga Süd, la seconda categoria di quegli anni e in seguito le risalite


divennero sempre più rare per l'antico club di Monaco. Un'era breve ma spettacolare del calcio tedesco si concluse quel giorno del 1970. Terminò l'era di Radi e dei suoi leoni. "La palla arriva come un fulmine che a volte sudo". Cantava così il primo famoso calciatore/cantante della Bundesliga, Petar ''Radi'' Radenkovic nel 1965. Petar Radenkovic ora vive nella sua nativa Belgrado, in un appartamento, al terzo piano di un grande stabile. Raggiunto al telefono, l'ormai 87enne (questo post e' del 2021)  parla da una bella casa, dopotutto. Non vuole piagnucolare o lamentarsi, sebbene le attuali restrizioni imposte dal governo Serbo a causa della diffusione del virus corona, siano piuttosto considerevoli. A lui e sua moglie non è stato permesso di uscire di casa per settimane e agli anziani del paese è stato vietato di frequentare luoghi pubblici a causa del rischio di infezione. La coppia Radenkovic si è tenuta in forma salendo e scendendo le scale tre volte al giorno. Amici e parenti si preoccupavano per la spesa e altre necessità quotidiane. Le persone anziane ora possono fare una passeggiata di mezz'ora tra le 18:00 e l' l:00, fino a 300 metri intorno alla loro casa. Radenkovic parla con cautela di "una situazione speciale". L'irritazione al riguardo è molto palese quando racconta. Una telefonata da Monaco è un bel diversivo tutto sommato. Parlare di nuovo dei vecchi tempi, quando uscire dalla propria porta non è possibile, ma addirittura e' rischioso. Perché Petar Radenkovic è stato una delle prime grandi stelle della Bundesliga, prima ancora di Beckenbauer, di Müller o di Netzer. Un vero e proprio pezzo di storia Tedesca e non solo calcisticamente parlando. Quando inizio' la 

Bundesliga nel 1963, Petar Radenkovic era uno dei tre unici stranieri presenti nelle squadre tedesche insieme all'austriaco Willi Huberts per l'Eitracht Francoforte e l'olandese Jacobus "Co" Prins per il Kaiserslautern. Un'indagine del 1967 tra bambini e adolescenti tedeschi, mostrò quanto fosse noto quest'uomo. Alla domanda su un modello ideale da seguire, hanno scelto John F. Kennedy, Winnetou, un personaggio immaginario ideato dallo scrittore tedesco Karl May, Albert Schweitzer e Petar Radenkovic. Il "Radi", come lo chiamavano le persone, alludendo al ravanello bianco che i Monacensi amano mangiare nelle birreria all'aperto. Ben salato, ovviamente. Il soprannome fu accostato a questo bel ragazzone della Jugoslavia. Con Radenkovic in porta, il TSV 1860 godette degli anni di maggior successo. Quando il Radi si guarda indietro, parla di una "squadra di livello mondiale". Peter Grosser, Rudi Brunnenmeier, Bernd Patzke, Otto Luttrop, Willi Kohlars, Manfred Wagner, Hans Rebele o Timo Konietzka - nessuno di loro però entrò nella squadra nazionale con la maglia dei Lowen. Sotto il duro allenatore Max Merkel, questa squadra di talento lavorò favolosamente. Nel 1963, il campionato dell'Oberliga Süd fu vinta dal 1860, il che gli diede il diritto di iniziare la nuova Bundesliga come rappresentante Bavarese al posto dell'FC Bayern. Fu vincitore della DFB Pokal del 1964 e finalista della Coppa delle Coppe contro il West Ham United l'anno successivo. Sebbene la squadra di Monaco avesse perso 2:0 davanti a quasi 100.000 spettatori allo stadio di Wembley di Londra, il fatto che 11.000 tifosi avessero viaggiato, principalmente via terra e attraversarono il Canale della Manica, all'epoca fu considerato sensazionale. Hanno visto una partita memorabile, la loro squadra si era difesa bene, giocando a lungo alla pari contro i padroni di casa favoriti. Radenkovic fu protagonista di una gara colossale e i gol per gli Inglesi, arrivarono negli ultimi dieci minuti. Un giornale inglese scrisse: "100.000 persone hanno pagato 840.000 sterline per vedere questa partita e nessun incasso e' mai stato superiore in precedenza". Un altro scrisse: "Monaco ha una squadra di cui essere orgogliosa". Dopo il loro ritorno, decine di migliaia di persone acclamarono i perdenti tra la stazione ferroviaria principale e 

Marienplatz. Come un anno dopo, quando il TSV 1860 fu campione di Germania, per la prima e unica volta. Radenkovic col tempo raggiunse lo status di ''patrono'' cittadino. Qualunque cosa succedeva, in qualsiasi modo si comportasse, era sempre riportato alle cronache, dentro e fuori dal campo. Non si lasciò mai imporre nulla da nessuno, spesso in gara si precipitava sfacciatamente fino sulla linea centrale del campo, con la palla al piede, mentre gli spettatori urlavano e gli altri giocatori stupefatti erano spaventati. Radenkovic fu il primo Manuel Neuer nella storia del calcio, ma negli anni '60 questo tipo di gioco dei portieri era considerato un'oltraggiosa violazione delle convenzioni di ruolo. Con questa istrioneria, il Radi soddisfò il desiderio Bavarese di eccellenza e la sete di libertà. Con le sue uscite divertenti e la faccia maligna da mascalzone divenne il simbolo degli "Hundlings" eccentrici ma socievoli, il più alto livello di riconoscimento nello Stato di Baviera. Radenkovic si concede un po' al telefono da Belgrado. Dice che da allora è cambiata sia la società che il calcio. "Non ti diverti piu nello sport", si lamenta. Una volta incontrava i suoi compagni di gioco, o anche avversari, spesso per uscire insieme, perchè non poteva soffocare la sua gioia di vivere nonostante fosse un professionista. In campo, dove la battuta salace non contava più, dominava invece con la forza fisica. Per Petar Radenkovic, il mondo ha perso il senso dell'umorismo nel corso dei decenni. Lui, d'altra parte, che con non chalance, per divertimento, si improvvisò anche in un'occasione nel Circo Krone, come domatore di elefanti..Poi si trasformò addirittura con una certa fortuna anche in cantante. Incise la sua canzone "Bin i Radi, bin i König", con la quale finì addirittura in classifica per qualche settimana, davanti ai Beatles nel giugno 1965, superando il loro classico hit "Ticket to Ride". Il brano ha venduto 400.000 singoli. Durante una pausa estiva fu anche protagonista di un tour Bavarese con Roy Black. Radenkovic era diventato una star del calcio e del pop allo stesso tempo. Nella stagione 1966/67 il TSV 1860 fu protagonista di una  accesa battaglia agli ottavi di finale di Coppa dei Campioni contro il Real Madrid. La squadra di Monaco vinse l'andata 1:0 e condusse anche il ritorno fino al 25' al Bernabéu, ma sconfitta poi per 3:1 fu eliminata. Al termine della stessa annata arrivarono ​​secondi in Bundesliga. Ma in quella stagione dissapori causarono una rivolta dei giocatori che portò alla separazione dall'allenatore Max Merkel, dopo di che il rendimento della squadra andò sempre piu' in discesa. Avere una grande squadra costava troppo e un giocatore dopo l'altro venenro ceduti. Finiti i successi,

sia il TSV 1860, che la sua canzone uscirono dalle varie classifiche e al di fuori di Munich-Giesing  piano, piano, non si sentì quasi più parlare di loro. Come segno di addio, Petar Radenkovic ricevette sul campo, un leone di porcellana di Nymphenburg nel maggio del 1970, che possiede ancora oggi. Successivamente divenne un ristoratore di successo e osservatore per la Jugoslavia del suo TSV 1860. Dice al telefono che per 50 anni ha preso solo decisioni sbagliate. Si candidò alla guida del suo vecchio club insieme ad alcuni dei suoi ex compagni di squadra nel 1981, ma i membri elessero il 


candidato avversario Erich Riedl in una riunione molto animata - un anno dopo il club fu privato della licenza dalla DFB a causa dell'eccessivo indebitamento e dovette ripartire dalle categorie Regionali.. Il 1860 fini' regolarmente anche in terza divisione, dove gioca ancora oggi (stagione 2021/22). "E' un peccato per il calcio tedesco che un club così tradizionale sia così disastroso", si cruccia Radenkovic al telefono nel suo soggiorno di Belgrado. Il grande portiere aveva già trasmesso la sua visione del calcio, tre giorni prima della retrocessione del 1970, in un articolo pubblicato su un quotidiano serale. Petar Radenkovic scrisse: "Chiedo caldamente ai nostri amici di non essere delusi dalla squadra. Il pallone continuerà a rotolare. Se non in Bundesliga, in qualche altra serie, è un peccato, ma non una tragedia. È solo la legge dello sport". 

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