mercoledì 12 gennaio 2022

629) - 2012 - WERNER LORANT, DA ''ORCO'' DELLA PANCHINA, AL REALITY-TRASH PER CAMPARE. - ''Da allenatore temuto, all'acquisto burla di ''Lapin Kulta''...fino al triste declino nei Reality TV''


Werner Lorant è sempre stato un tipo diretto. Se qualcosa non gli andava bene, lo diceva sempre. Lo è sempre stato, sia come giocatore prima che allenatore poi. Al limite dello scontro fisico. E' stato un tipo di trainer che non esiste più. La generazione di giocatori di oggi può tirare un sospiro di sollievo. La leggenda del TSV 1860, Max Merkel, una volta descrisse l'aspetto di Lorant come segue: "La sua pettinatura sembra sia stata fatta con degli squilli di tromba".  Si potrebbe aggiungere: un'acconciatura che sembra una rivolta. Perché per Lorant in campo valeva solo il principio del senso unico: "I giocatori possono anche avere problemi con me, ma io non ho problemi con loro". ''Si fa quello che dico...e tutto

fila per il meglio'' Quello che pensava, ai suoi giocatori, il Lorant allenatore, lo ha sempre detto francamente: "Le giovani generazioni sono totalmente incasinate, non sanno nemmeno cercare un appartamento da soli o registrarsi presso l'ufficio distrettuale". Non si puo' lavorare, non si puo' creare con "giovani benestanti": "Non devono nemmeno cercare un appartamento, tanto a quello ci pensa la società. E vogliono una casa con giardino, ma senza prato, perché non lo curano. Non vogliono tagliare l'erba. Poi continua: "Questo continuo piagnucolare, questo continuo lamentarsi è brutto. Mi fa male qui, mi fa male là.....Finché puoi tenere il cellulare in mano, ci deve essere ancora abbastanza forza in corpo in Te..Credo...oh no?". Poiché Lorant quando arrivarono i cellulari e sentiva tutte quelle suonerie e le musichette nuove di zecca, emise un divieto totale sui telefoni cellulari. Anche tornando a casa dopo le trasferte: "Se il cellulare ti squilla, puoi scendere dall'autobus - e noi proseguiamo. Hai un cellulare?...Bene allora puoi chiamarti un Taxi..". Forse le tensioni tra lui e i giocatori fu sempre solo un grande malinteso e magari un po' di comunicazione in più avrebbe potuto aiutare, ma prima c'era la legge ferrea di Lorant: "Perché dovrei parlare con i giocatori? Non sono un pastore (inteso come predicatore religioso) ". E quindi alla fine fu solo una sua ipotesi quando un giorno però si pose la domanda sui suoi stessi giocatori: "Pensano che sia stupido, o cosa?" Essere professionisti sotto il Lorant allenatore non doveva essere una passeggiata di salute. ''Sentivo freddezza nella relazione interpersonali.'' Dice daniel Borimirov. Quando Daniel Borimirov si strappò una fibra muscolare, il suo allenatore lo salutò semplicemente con un gesto disgustato: "Incredibile, non ho visto una smorfia di partecipazione da lui!" Werner Lorant godeva già di una reputazione speciale come giocatore. Il suo 


collega del ai tempi dell'Eintracht Frankfurt, Bernd Hölzenbein, ricorda: "La sua durezza e irascibilità era temuta. Se un avversario mi infastidiva, lo minacciavo con Werner. Secondo il motto: ' Lasciami perdere o ti aizzerò Lorant addosso.'' ''E funzionava.''  Lorant sembra aver adottato questo principio ferreo a muso duro, fin da allora, anche ora come allenatore. Per lui, sin da giocatore in campo che da allenatore a bordo campo la filosofia e' sempre stata uan sola: "Devi uscire dal gioco sempre con piccole ferite, o ematomi altrimenti vuol dire che non hai giocato bene". Da insegnante di calcio, ha anche affinato questo suo ''estremo'' punto di vista, aggiungendo una sfumatura: "Cambio qualcuno solo quando si rompe una gamba". E poiché era un ''capo'' insensibile e distaccato, fu caratterizzato principalmente per la sua rusticità, e per il fatto che facesse spesso battute sarcastiche, ironiche, a volte anche involontariamente divertenti  e spesso e volentieri ''dava fiato alle trombe'' nei pantaloni. Lorant formulo' una  frase molto arguta ese vogliamo insindacabile sul tema dell'alcol e del calcio professionistico: "I miei giocatori possono bere quanto vogliono - purché lo facciano la mattina...dopo però, devono presentarsi in campo e dare il massimo in allenamento. Ma siccome nessuna delle due cose è possibile da far coesistere, non si può bere". Lo stesso Lorant era noto per essere un incallito fumatore e per aver esaurito un intero pacchetto di sigarette durante i 90 minuti di una partita. Quando alla DFB questo atteggiamento cominciò a non piacere più, l'allora allenatore dei Löwen, cercò di smettere di fumare. Naturalmente in qualche modo che venisse messo in scena dai grandi media. Fece 


un contratto per pubblicizzare le ''Nicotinell® chewing gum'', (notare il colletto della camicia sulla foto di copertina del post...) una gomma da masticare per smettere di fumare. Fu famoso a quei tempi un detto di Lothar Matthäus a proposito, che disse: "Non ho problemi a bere una birra con Werner Lorant - o a condividere con Lui una gomma da masticare!" Sul suo libro "A Rock-Hard Story" Lorant ha scritto una frase sibillina ma molto di richiamo per pubblicizzarlo: "Molto di ciò che è stato scritto qui, è anche vero". Tra i vari episodi esilaranti che lo videro protagonista, ci fu una volta che due giornalisti ebbero l'idea di ingannare Lorant volendo mettere in risalto il suo carattere


 egocentrico. E così si inventarono un giocatore finlandese di nome Lapin Kulta dell'HIK Poropata. In diretta nel programma televisivo "Blickpunkt Sport", a Lorant fu chiesto se ci fosse del vero nelle voci secondo cui quest'uomo sarebbe arrivato a Monaco, al 1860. E invece di ammettere apertamente di non conoscere nulla di questo giocatore, Lorant affermò: "Si..È davvero un uomo interessante per quello che son riuscito a vedere e dai rapporti che mi son stati fatti.". Per inciso, la ''Lapin Kulta'' è un noto marchio di birra finlandese. Anni dopo, nel 2011, Werner Lorant riapparve in televisione. Questa volta nel programma televisivo di ProSieben "Auf der Alm".Piu' comunemente "Die Alm", su ProSieben. E' un reality-show tipo ''La Fattoria'', per poveri Vip in cattive acque e in cerca di visibilità. Lorant fu incluso tra i partecipanti poco prima dell'inizio della trasmissione. Rimase storica per l'occasione, una sequenza in diretta in cui ''l'ex'' icona del calcio tedesco si liberò con fragore dell'aria in eccesso e la sua coinquilina nel reality, Charlotte, commentò con serena ironia: "Bene...a sto punto credo che non ci sia 


piu' traccia di alcool o di luppolo nel tuo stomaco...Comunque non importa. Sempre che tu ora non debba cambiarti le mutande,". Questo non sarebbe successo a Lorant quando era un allenatore della Bundesliga. Ha sempre prestato grande attenzione al suo aspetto. Con quella tappa, la sua vita precedente di personaggio calcistico, sempre sulle pagine dei giornali, fu dimenticata e fatta a pezzi per la spazzatura televisiva. Werner Lorant, allenatore cult, ora era senza club e quasi senza un soldo. La sua casa fu pignorata e il matrimonio fallì e andò in pezzi. Quando fu assunto per ''Die Alm'', parlò di un nuovo inizio, di dover ripartire dal basso. Tutto comprensibile, ma nessuno lo prese alla lettera. "Die Alm", è uno di quegli spettacoli in cui le celebrità rinunciano praticamente a tutti i diritti, per poche migliaia di euro. Finì in un maso di montagna abbandonato in Alto Adige. Lo scopo è vivere per 15 giorni come 100 anni fa, su pagliericci e senza acqua calda, mungendo mucche e lavorando la terra. Una volta guidava il TSV 1860 Monaco, dalla Bayernliga alla Bundesliga e ha persino giocato la Coppa dei Campioni. L'uomo famoso per i suoi capelli bianchi e le sfuriate colleriche fu l'antitesi dei portatori di cravatte, e delle cordialità gratuite. Ora per l'occasione, come partecipante di un reality deve 


improvvisarsi a raffinato? Impossibile. 325 partite di Bundesliga. Dieci anni sulla panchina del Monaco 1860 e poi diversi anni viaggiando e allenando...Turchia, Cina e persino Iran...Di cui disse: ''Un grande paese...Qui la benzina costa solo 5 centesimi...''... Oggi la capigliatura è rimasta ancora il suo simbolo identificativo.. "Oggi c'è anche un po' di gel nei capelli, il che è normale di questi tempi. Ogni tanto ho qualche mèches grigia, ma non li tingo. Tutto naturale. Non e' il mio parrucchiere che decide. Di solito in inverno si vedono di piu', perché i miei capelli d'estate si schiariscono per il sole da soli.'' Sono passati ormai i tempi che Werner Lorant si pettinava con i squilli di tromba.


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