venerdì 28 gennaio 2022

643) 2003 - LE TRE FACCE DI LUKAS PODOLSKI - ''Leggenda in Nazionale, figlio prediletto di Colonia, enigma a livello di club.''


Avrebbe potuto fare una carriera completa al Bayern? Sì, se parliamo in un contesto prettamente calcistico, pochi giocatori tedeschi della sua generazione sono stati in grado di metterlo in ombra. Ma Podolski a Monaco era un'altra cosa, non sembrava essere il prototipo di calciatore che potesse esprimersi completamente e migliorarsi, nella squadra di Monaco. Comunque si capiva l'atteggiamento ''distaccato'' e non sempre fiducioso del Bayern, come se sapessero a priori che non stessero per ingaggiare il ragazzo prodigio di Colonia. Sicuramente quando si ritirò i tifosi non misero Podolski al

posto che gli spettava. “Quando sei giovane e giochi a calcio devi farlo per strada. I giovani dovrebbero allenarsi e poi giocare a calcio ogni giorno, ovunque e non avere tre allenatori con ciascuno che dice una cosa diversa", disse Podolski in un'intervista a The Guardian. Podolski e' un giocatore, che si definisce un "calciatore di strada". Podolski è divenuto una leggenda del calcio tedesco senza aver fatto carriera in nessuna major d' Europa. Sì, ha indossato le maglie del Bayern, dell'Arsenal o dell'Inter, ma quando si parla di Podolski si parla di Colonia. Le sue retrocessioni e la promozione in Bundesliga, essere salutato a 18 anni come il grande salvatore della città e decidere di ritornare ''a casa'' dall'onnipotente Bayern, per sentirsi di nuovo qualcuno fu un gesto che i tifosi dei caproni hanno 

apprezzato incondizionatamente. Siamo di fronte a un ragazzo che con 130 partite è il terzo ad aver indossato più volte la maglia della Mannschaft, superato solo da Matthäus e Klose ed è il suo terzo capocannoniere di tutti i tempi, superato solo da Klose e Gerd Müller. Lukas Podolski può guardare direttamente negli occhi Klose, Müller, Völler, Klinsmann, Rummenigge o Uwe Seeler. Il terzo capocannoniere di un popolo che accumula quattro Mondiali e tre Coppe Europee! A volte ci dimentichiamo che nonostante con i suoi club non abbia avuto la costanza che risponde a un giocatore delle sue qualità, con la Germania è stato un calciatore assolutamente decisivo e letale. Ha anche avuto il coraggio di schiaffeggiare Ballack, allora capitano della Mannschaft, durante un'amichevole contro il Galles. Ballack chiese la sua espulsione dalla nazionale, ma Podolski era così importante in quella squadra che, lungi dall'essere espulso, Löw prese posizione a suo favore. "E' un giocatore unico, nessuno può davvero sostituirlo", disse l'allenatore tedesco il giorno del suo addio. Molte cose sono state dette di Podolski: che non aveva una mentalità vincente per avere successo al Bayern, che tornò a Colonia perché quella era la sua zona di comfort, le sue continue chiamate con la nazionale della Germania non sempre furono capite, ecc. Ma a Podolski non importava di tutto questo, infatti continuò a giocare anche dopo il suo miglior momento all'Arsenal di Wenger, prima in Italia, all'Inter, sicuramente un'esperienza poco meritevole, prima di esibirsi in Turchia con il Galatasaray dove fu uno dei pochi ad aver realizzato una cinquina con quella maglia. Assaggiò per un biennio anche il clima Giapponese con la maglia del Vissel Kobe e tornò in Turchia prestando la sua opera all'Antalyaspor. Poi decise di tornare a ''casa'' e nella stagione 2021 veste i colori del club 


polacco, Gornik Zabvrze, quando ancora buona parte delle squadre della Bundesliga ucciderebbe per averlo con la propria maglia. Nessuno dimentichi che a 18 anni retrocesse nella seconda divisione del calcio tedesco ma è fu ugualmente membro della nazionale tedesca durante Euro 2004. Podolski è uno a cui non importa dove trionfare, basta che quel successo venga raggiunto. Se poi avvenisse con la maglia del Colonia...ancora meglio. Perché Podolski sta a Colonia come la capra Hennes. La presenza di lealtà è scarsa nel calcio moderno, ma a volte si può anche intravedere un'adorazione genuina da parte di un giocatore nei confronti di un club. Il Colonia è stata la casa famiglia di Lukas Podolski e di rimando, l'esplosivo attaccante ha dedicato gran parte della sua carriera calcistica al suo club, sia dentro che fuori dal campo. Nonostante ciò, il suo amore per l'1FC Köln, diventò troppo grande per l'ambiente familiare, le strade della città troppo strette e i campanili della cattedrale di Colonia troppo piccoli. Monaco, Londra, Istanbul, Milano, Istanbul, Kobe....diventeranno le tappe successive sulla strada di un giocatore che è diventato eroe nella sua terra di adozione. Gli spostamenti attraverso il confine tedesco-polacco, 

conservano ancora vagamente una sensazione di intrusione, ma pochi hanno dato più frutti di quando Lukas Podolski, all'età di due anni, si trasferì dalla regione della Slesia, nella Polonia meridionale, a Bornheim, nella Germania Occidentale. Prima della seconda guerra mondiale, il luogo di nascita di Podolski, Gliwice, faceva parte della Germania e di una città che i suoi discendenti avevano chiamato casa per decenni. La famiglia di Podolski ottenne lo status di Aussiedler grazie alla cittadinanza tedesca dei suoi nonni e poterono stabilirsi nella zona circostante di Colonia. Sedici anni dopo, Podolski indossava per la prima volta il biancorosso del 1.FC Colonia mentre combattevano contro i problemi dentro e fuori dal campo. Limitato da un budget finanziario esiguo, Marcel Koller fu costretto a saccheggiare il suo settore giovanile per combattere un'imminente retrocessione dalla Bundesliga. Podolski esordì in prima squadra in Bundesliga a metà della stagione 2003/04 e arrivò a segnare in doppia cifra in meno di 20 presenze, prima della fine della stagione. Indossando un umile numero 36 sulla schiena, Podolski si pose sotto i riflettori con un rabbioso tiro al volo in mezza rovesciata volante che portò la sua squadra in vantaggio contro il Bayern Monaco, secondo classificato. Il suo bottino finale di 10 reti fu un record per un diciottenne, in una stagione della Bundesliga in cui aveva giocato solo in circa metà delle partite. Le difese avversarie in Germania, temevano il suo ritmo giovanile e la sua forza e Podolski si rivelò una vera potenza col suo piede sinistro, quindi le sue prestazioni gli valsero un posto nella rosa tedesca per Euro 2004 in Portogallo. Prima di entrare in scena in Bundesliga, la Polonia aveva corteggiato Podolski ma non aveva mai veramente tentato di assicurarsi i suoi servizi internazionali. Il suo primo torneo importante potrebbe essere ricordato a lungo nella sua memoria, ma il popolo tedesco non occuperà alcun posto speciale nel suo cuore solo per questo. Dopo un deludente pareggio con l'Olanda e poi un 


pareggio con la Lettonia, la Germania fu eliminata nella fase a gironi dopo essere caduta per 2:1 per mano della Repubblica Ceca. Quella sconfitta a Lisbona fu caratterizzata da un cameo di 45 minuti del giovane Podolski, che fu vicino al portare la sua squadra in vantaggio, prima che Milan Baroš segnasse, mandando a casa la Germania. Nonostante un assaggio di calcio di alto livello, Podolski rimase al Colonia con l'unica ambizione di riportare il suo amato club alla grande platea. Seguì una stagione prolifica nella seconda divisione tedesca, quando Podolski brillava contro difensori spesso esperti. Alla fine della stagione, il Colonia ritornò nella massima serie e Podolski lasciò la 2. Bundesliga come capocannoniere. I suoi 24 gol erano tanto vari quanto importanti; punizioni, tiri dalla distanza, conclusioni di finezza, e le più svariate chicche, lo mantennero nei piani della Germania di Jürgen Klinsmann nonostante non giocasse nella massima serie. Podolski fu ancora una volta solleticato dai migliori club di tutta Europa, ma decise di rimanere sempre con il suo ''Die Geißböcke'' mentre si 

preparavano al ritorno in Bundesliga. La sua fedeltà e il suo supporto non impedirono al club di retrocedere ancora, ma una stagione in Bundesliga e i gol in doppia cifra (12) vide Podolski incluso nella rosa della Germania per la Coppa del Mondo di quell'estate. Con il torneo ospitato in casa, la pressione su Die Mannschaft era enorme e l'assenza di 16 anni dall'ultima volta che il trofeo fu vinto stava diventando una preoccupazione crescente. In coppia con l'attaccante polacco Miroslav Klose, il 20enne ha devastato le difese avversarie. Le vittorie contro Costa Rica e Polonia furono seguite da una per 3:0, contro l'Ecuador, in cui Podolski segnò il suo primo gol in Coppa del Mondo quando si allungò per convertire il cross di Oliver Neuville. Con quel gol stabilì il record storico del gol più veloce della Nazionale tedesca con 6''. Una sua doppietta decisiva portò la Germania ai quarti di finale mentre il paese cominciava ad accrescere apporto e speranze per la propria nazionale. Il pareggio nel finale di Klose contro l'Argentina portò, prima ai tempi supplementari e poi come spesso è tradizione, la Germania trionfò ai rigori, con la trasformazione di Podolski nel terzo tiro dal dischetto. Il torneo della Germania si concluse con il cuore spezzato nella gara di semifinale, quando il drammatico gol di Fabio Grosso indirizzò l'Italia sulla strada per la finale della Coppa del Mondo a Berlino. Nonostante il fallimento della spedizione, Podolski fu nominato miglior Giovane Giocatore del Torneo e ottenne il plauso globale nel corso delle finali. Il pubblico tedesco aveva preso a cuore il giovane e avendo già da due anni fatto parte della formazione nazionale, era difficile credere che fosse ancora un adolescente inesperto. Il Bayern Monaco aveva ''sondato'' il terreno prima dell'inizio della Coppa del Mondo ed era stato raggiunto un accordo da 10 milioni di euro per Podolski, per lasciare finalmente Colonia. Con il senno di poi, l'Allianz Arena rappresentava pascoli più verdi, ma non tutti i giocatori possono far fronte alla pressione di una così grande decisione, all'inizio della loro carriera. Segnò il suo primo gol con il Bayern nella sconfitta per 4:2 contro l'Hertha Berlino, ma si ripetè solo altre tre volte in una stagione parzialmente condizionata da un infortunio. Le prestazioni di Podolski furono nuovamente limitate nella sua seconda stagione in Baviera, dall'acquisto di Luca Toni e con l'altro spazio in attacco occupato da Klose, Lukas dovette spesso accontentarsi di un posto in panchina se non addirittura in tribuna. I tifosi del Bayern ricordavano di tanto in tanto il talento del loro giovane attaccante e si affezionarono a lui, soprattutto dopo un gol, con un tiro potente dalla distanza che contribuì a battere per 5:0 il Borussia Dortmund. 

 

 Podolski mise le mani su alcuni trofei per la prima volta nella sua carriera quando il Bayern vinse un double, di campionato e coppa, prima che Ottmar Hitzfeld partisse per continuare il suo lavoro in Svizzera. La scelta del sostituto – Klinsmann – avrebbe aiutato Podolski, per la loro forte relazione coltivata in Nazionale. Un fattore chiave per il suo successo sotto la gestione della straordinaria leggenda. del calcio tedesco. Quell'estate vide anche Podolski competere a Euro 2008, dove segnò due gol contro la Polonia durante la fase a gironi, rifiutandosi di celebrare i gol per rispetto verso le sue origini. Un altro gol seguì contro la Croazia, ma i tedeschi furono sconfitti dalla squadra di Slaven Bilić a Klagenfurt. Dopo vittorie impressionanti e drammatiche, su Austria, Portogallo e Turchia, la Germania arrivò alle semifinali cedendo alla Spagna, quando La Roja vinse il suo secondo torneo importante, dopo l'Europeo del 1964, in finale contro l'Olanda. La nuova stagione iniziò brillantemente e Podolski segnò per il Bayern al suo ritorno a Colonia assicurando una vittoria per 3:0 sulla sua ex squadra. Tuttavia, si rivelò una stagione assai difficile per i rekordmeister tedeschi, poiché Edin Džeko e Grafite portarono sorprendentemente il Wolfsburg a un'improbabile vittoria del titolo. Entrambi gli attaccanti misero a segno le doppiette nella sconfitta per 5:1 del Bayern ad aprile, prima che la sconfitta per 1:0 contro lo Schalke all'Allianz vedesse Klinsmann esonerato. Podolski segnò in due delle prime tre partite con Jupp Heynkes in carica come allenatore ad interim, ma alcune prestazioni, pur se discrete, nelle ultime settimane della stagione non influenzarono la percezione generale che Podolski avrebbe potuto continuare il suo percorso in Baviera. A volte, non puoi scalare le montagne più alte senza una vera esperienza. Podolski  tornò a Colonia con l'accoglienza di un eroe, in un trasferimento parzialmente finanziato persino dai fan, tale fu l'esaltazione per il ritorno a casa del loro figliol prodigo. La sua prima stagione non diede molti frutti in termini di gol, (2) ma si tolse una soddisfazione e lasciò il segno sui suoi ex datori di lavoro di Monaco, con una squisita punizione. Alla fine della terza 


stagione di Podolski al RheinEnergieStadion, il Colonia fu coinvolto di nuovo in una battaglia per la retrocessione. La storia che si ripete e i suoi 18 gol non furono sufficienti per mantenere il club nella massima serie. Due anni prima, un Podolski più maturo si esibì  in Sud Africa per la Coppa del Mondo 2010 come elemento di una squadra giovane e inesperta, guidata da Joachim Löw. La tattica del tecnico prevedeva Podolski giostrare sulla sinistra, con Mesut Özil alle spalle di Klose e con un giovane Thomas Müller schierato sulla destra. Nei tornei precedenti, i tedeschi furono spesso privi di creatività, ma questo supporto di freschezza giovanile, per Klose fu tanto rinvigorente quanto prolifico. L'Australia non riuscì a contenere questa Mannschaft dal nuovo look e concesse una sconfitta per 4:0, con Podolski che aprì le marcature. Una sconfitta di misura contro la Serbia, precedette una vittoria sul Ghana con lo stesso punteggio per assicurarsi la qualificazione al secondo turno. L'Inghilterra fu eliminata con un rapido contropiede che si rivelò troppo improvviso da gestire, per John Terry e compagni, Podolski raddoppiò il vantaggio della Germania durante il primo tempo con un tiro potente 


che battè David James da una posizione angolata. Per la terza volta in cinque partite, la Germania segnò quattro gol. Fu contro un'Argentina disperata, nei quarti di finale. Ma fu fermato da un colpo di testa di Carles Puyol, l'ingresso in finale una volta giunta tra le ultime quattro. Le semifinali furono ancora una volta un ostacolo, quando a Euro 2012, Poldi, nonostante abbia giocato le ultime tre stagioni nell'umile Colonia, fu convocato per giocare nel suo quinto torneo importante all'età di 27 anni. Un potente destro contro la Danimarca spinse la Germania ad assicurarsi un biglietto sicuro ai quarti di finale con un record perfetto dopo tre partite del girone. Quella partita contro la Danimarca fu la sua centesima per la Germania, che gli valse un posto tra i primi 10 giocatori con più presenze nella storia della nazione. André Schürrle sostituì Podolski per i quarti di finale con la Grecia, ma l'idolo del Colonia tornò nella formazione titolare per affrontare l'Italia a Varsavia. L'enfatica doppietta di Mario Balotelli nel primo tempo fu sufficiente per far passare gli Azzurri nonostante Özil avesse ottenuto il gol della consolazione nel finale. Intanto l'attesa della Germania per il primo trofeo dal 1996 dovette proseguire. Le


 straordinarie prestazioni di Podolski per il Colonia e la Nazionale, gli valsero il primo trasferimento all'estero della sua carriera quando Arsène Wenger lo chiamò. Il suo rispetto per il giocatore non era un mistero per lo stratega francese. La sua prima stagione all'Emirates fu innegabilmente la sua migliore, segnando 16 gol in 34 partite, tuttavia, le cose presero una lenta flessione e durante la stagione successiva Poldi subì un infortunio che si portò dietro per dieci settimane. Dopo aver vinto la Coppa del Mondo con la Germania nel 2014 divenne uno dei migliori giocatori tedeschi nella storia della Premier League. Il giocatore ha un tiro potente e preciso che raggiunge una velocità di quasi 100 kmh.. Podolski fu considerato così da Arsene Wenger: "È sicuramente uno dei migliori finalizzatori che abbia mai visto. Se ce' uno che vorresti sempre vedere alla conclusione, è lui. E' un giocatore tecnicamente potente in grado di tenere alta la palla e produrre passaggi precisi. Ha ottime capacità tattiche e di dribbling ed è anche un buon crossatore.'' Podolski mantenne un ottimo ritmo con un'impennata


significativa nei suoi primi anni in Inghilterra che poi fu influenzata da diversi lunghi infortuni. Per i fan più fedeli dei Gunners è considerato uno dei migliori giocatori tedeschi nella storia della Premier League. Poi il resto è storia recente. Tendente ad alimentare il quid su come mai Lukas Podolski non abbia mai conquistato un ruolo decisivo e indispensabile nelle squadre di club per cui ha giocato. Tra i giocatori più dotati tecnicamente dell'ultimo ventennio non si può discutere come professionista ne come atleta. I numeri personali e il palmares non sono assolutamente disprezzabili. Per la Nationalmannschaft e il popolo tedesco e' tuttora considerato tra i figli prediletti. A Colonia gli son state donate le chiavi della citta' per il carnevale più pazzo di Germania. Una triplice immagine. Enigmatica. Per uno dei più completi giocatori del calcio tedesco ad oggi.

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