martedì 4 gennaio 2022

620) 2020 - CHRISTIAN ZIEGE E IL FRAGORE ASSORDANTE DEL SILENZIO - ''Dalle platee Mondiali all'alcool e a una nuova rinascita....''


Uno dei problemi di tanti calciatori che toccano la gloria con mano, è, che poi, quando smettono di essere una star, tutta quella fama si trasforma in silenzio. Un silenzio fragoroso per chi e' abituato ad essere al centro delle discussioni. Un silenzio che può condurre spesso e volentieri a una vita distruttiva e scoraggiante. In tanti però riescono a uscire da quella voragine mentale, da quel pozzo in cui si sembra di sprofondare sempre di più. La storia di Christian Ziege, è quella di un terzino sinistro che collezionò 185 presenze in Bundesliga con la maglia del Bayern tra il 90 e il 97. E la storia di un fuoriclasse decaduto prima del tempo a causa di infortuni e da una dipendenza dall' alcool. Christian

Ziege nasce a Berlino nel 1972 ed è stato uno dei terzini sinistri più iconici degli anni '90. Dopo aver vinto due Bundesliga e una Coppa UEFA con il Bayern, nei suoi primi anni di carriera, in tutta Europa ci fu la fila, di società che avrebbero fatto carte false per ingaggiarlo. Fu trasferito al Milan, dove non sarebbe arrivato, per offrire la sua versione migliore. Il suo viaggio in Serie A, iniziato nel 1997, si concluse nel 1999 quando decise di lasciare il club rossonero di Milano, per firmare per il Middlesbrough di Bryan Robson. Nel 'Boro' avrebbe mostrato qualche sprazzo di quello che era stato, ma non tornò mai allo stesso livello degli esordi mostrato nel Bayern. Successivamente passò tra Liverpool e Tottenham, ma gli infortuni cominciarono a divenire una costante della sua carriera, che contribuirono a limitarlo spesso e volentieri anche fisicamente.. Stanco e deluso, infine torna in Germania e si accasa presso il Borussia Mönchengladbach, di cui vestirà i colori fino all'ottobre 2005, quando decise di ritirarsi, dopo essersi arreso a una sequenza di problemi fisici senza fine. Oltre alla sua carriera professionale, entrò qui in gioco e merita di essere menzionata anche la sua vita personale. Durante la sua infanzia, visse il periodo ormai lontano, in cui esisteva il muro di Berlino. Ziege ricorda, in un'intervista per il Daily Mail, che ''se la palla superava il muro, la perdevi per sempre'', perché dall'altra parte c'erano mine, soldati armati e cani. Saltare il muro non era una possibilità e per un pallone non ne valeva certo la pena, quindi i palleggi e i tiri dovevano essere controllati attentamente. 

La sua firma per il Bayern, arrivò dopo essersi distinto nella U19 dell'Hertha Berlino, ma non  suscitò una granchè di entusiasmo, poichè molti dei suoi concittadini erano scettici e credevano che non avrebbe potuto giocare ad alti livelli e soprattutto con la squadra Bavarese. "Vedremo", rispose Lui. Ci giocò per sette stagioni e si gloriò di diversi titoli. Fin lì tutto sembrò una favola. I suoi anni in Inghilterra, tuttavia, furono l'inizio dei suoi problemi con l'alcool. "Abitavo in un piccolo quartiere dove c'erano solo pub, da frequentare nel tempo libero." Per Ziege, la cultura dell'alcool, fino allora limitata a qualche birra era diventata nuova e attraente. Uno degli aneddoti che ricorda e spesso racconta è di una notte in cui, dopo aver bevuto per molte ore con la squadra e il suo allenatore, finì per andare dal letto al bagno, e viceversa, per tutta la mattina seguente. Il giorno dopo, Robson, che non aveva voluto tornare a casa guidando, prese un taxi per recuperare la sua auto e parlando con l'autista, esso gli disse di aver incontrato l'uomo più ubriaco della sua vita, un giovane tedesco. Robson sbottò scioccato: "È il mio difensore!" La carriera di Christian Ziege, avrebbe potuto concludersi in un Santo Stefano del 2002, una gara di Boxing Day. Il fatidico episodio avvenne in un match tra Tottenham e Charlton al White Hart Lane. Ziege fu espulso e lasciò il campo con una cicatrice sulla coscia per un contrasto di gioco. Secondo il resoconto, la sua coscia si stava gonfiando sempre di più, ma non voleva andare dal dottore. Alla fine, lui e sua moglie, spaventati andarono in ospedale, dove gli fu drenato il sangue che si stava

accumulando nella sua gamba dando origine a un grumo. “Arrivai in ospedale incosciente. Altri 30 minuti e probabilmente avrebbero dovuto tagliarmi la gamba per salvarmi”. Dopo la carriera da calciatore, fece il classico salto in panchina, ma non fu molto fortunato. Nel 2006 fu allenatore del Borussia Mönchengladbach U17. Ha anche avuto esperienze con l'Arminia Bielefeld, con l'Unterhaching e quindi con l'Atlético Baleares. A proposito di quest'ultima tappa, Ziege raccontò quanto segue: “Vivevamo a Maiorca ma era lo stesso tran tran ogni giorno. Ci alzavamo, nuotavamo, bevevamo, poi bevevamo ancora un po' e poi bevevamo ancora.. e poi andavamo a letto". Nel 2017 va ad allenare in Thailandia firmando per il Ratchaburi Mitr Phol, ma il 25 marzo 2019 il club Thailandese annuncia la sua sostituzione con Marco Simone. Ora (2021) allena l'FC Pinzgau Saalfelden, una squadra Austriaca che milita in Terza divisione. Una delle ambizioni di questo sconosciuto club, recentemente acquistato da investitori Americani, è di riuscire a raggiungere le competizioni Europee e portare partite di ''altissimo'' livello in questo piccolo paese di soli 16.000 abitanti. Il primo passo nel loro piccolo è già stato fatto, poiché sono riusciti a passare dalla Salzburg Regional League alla Western Regional League. Nella suddetta intervista al Daily Mail, Ziege ha raccontato di come è diventato l'allenatore del Pinzgau. “Mio figlio Alessandro, ci arrivò per primo come giocatore e ad aprile frequentando l'ambiente, dissi loro che mi sarebbe piaciuto allenare la squadra fino alla fine della stagione. Allo stesso tempo, gli Americani vennero a trovarmi e mi parlano chiaramente dei loro progetti per il futuro. Fui molto interessato”. Ziege si gode la vita sulle Alpi svizzere, circondato dalla natura. Lontano dall'oscurità personale che lo ha accompagnato in momenti bui e di difficoltà. Questo è uno dei motivi per cui fece questa scelta. Dopo la sua infanzia circondata dal muro, la sua vita professionale piena di alti e bassi e problemi con l'alcol sempre in agguato, l'ex calciatore ha fatto sua una considerazione: "la vita è molto più di una partita di calcio", ricordando i momenti critici del 2002. Il suo primo passo da allenatore al Pinzgau Saalfelden, fu di far finire in un giorno solo ai suoi calciatori, tutta la birra nel frigorifero dello spogliatoio. Da quel momento in poi ci sarebbe stata solo acqua. La migliore dimostrazione che Christian si è riconciliato con il calcio ed è tornato, ancora una volta, a godersi questo sport in modo pulito..

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