lunedì 17 gennaio 2022

633) LE BANDIERE - 1) MICHAEL ''ATA'' LAMECK - ''La papera zoppa del VfL Bochum''.

LE BANDIERE - Introduzione:
Ormai il calcio moderno ha fatto si che i trasferimenti dei giocatori, anche in stagione in corso, siano una normale consuetudine. Giocatori che ormai in spiccioli di carriera cambiano piu' maglie che mutande. Spesso e volentieri con la stagione in corso. Spesso, dopo essere diventati per breve tempo  ''eroi de noantri'', dopo aver impresso sin da subito il nome sulle maglie, baciato lo stemma sul cuore. Eroi posticci, di cui genitori scellerati, pagano fior di quattrini per le maglie personalizzate e che dopo qualche mese diventano obsolete... Ma cosa non si farebbe per accontentare un ingenuo bambino cresciuto col calcio di oggi?....O forse l'ingenuo e' il genitore..? Cresciuto col calcio di una volta, ma

incapace di accettarne le differenze, sempre più palesi e dannose. Difficile ormai, trovare professionisti, che per le più varie motivazioni, trascorrano una intera carriera, con i colori della societa' che li lanciò. In Italia li chiamano ''Bandiere''...Anche se ormai, già i più recenti, sono lontani nel tempo quasi decenni...Maldini, Bergomi, Del Piero, Totti...senza andare ancora piu' indietro nel tempo..Sono gli ultimi esponenti di attaccamento ai colori e al logo di una societa'. Indipendentemente dalle vittorie, dalle glorie, dai trionfi nazionali e continentali..e per qualcuno anche mondiali... Indipendentemente dai declassamenti, dagli scandali e le regolari gogne mediatiche..Eppure richieste per cambiare maglia ne ebbero sin da sempre. In Italia..abbiamo detto. Ma questo e' un Blog dedicato al Fussball. Al calcio tedesco o alle sue sfumature...Quali sono oggi, o sono state le bandiere in Germania?  Neppure Beckenbauer, forse il personaggio piu' conosciuto nell'intera nazione, rimase fedele per tutta la vita alla societa' che lo lancio', di cui fu anche Trainer e Presidente. Non dimentichiamoci la sua esperienza all'HSV, quando dovette svernare durante la pausa campionato, del Cosmos di New York nel torneo NFL....Insomma, quali giocatori hanno vestito una sola maglia in tutta la carriera, in Germania e ne sono diventati i totem assoluti per fedeltà e rendimendo ? ''Le bandiere'', vuole essere un appuntamento del Blog, per parlare e raccontare di loro...Su questo Blog di qualcuno si e' gia' parlato, piu' o meno esaustivamente: Uwe seeler (post 609 ) Manfred Kaltz..(564 ) Gerd Muller (200)  Michael Zorc (529) Sepp Maier (134)..ecc..ecc...Più di un post e' stato loro dedicato, o li ha visti coinvolti in narrazioni conto terzi... Cercherò di includere le figure piu' iconiche del calcio tedesco, forse anche di secondo piano, forse anche poco conosciute, ma quelli che hanno passato la vita solo con una maglia..E per questo merito, assolutamente non da poco, sono entrati nella storia del calcio tedesco. Ecco il primo: 

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Michael "Ata" Lameck e' l'esempio numero uno dei veri veterani della Bundesliga. Fu in campo per il VfL Bochum per ben 518 volte. Tra il 1972 e il 1976, Lameck giocò addirittura 146 partite di fila. Ma dopo 16 stagioni a rincorrere incessantemente palloni, il suo corpo ragionevolmente, mise un freno alla sua carriera professionale. Sono questi giocatori che saranno poi ricordati con più affetto in retrospettiva. I veterani dei loro club. Charly Körbel a Francoforte, Gerd Müller a Monaco, Lothar Emmerich a Dortmund, Klaus Fischer allo Schalke: l'elenco potrebbe continuare all'infinito. Sono i giocatori dei primi venticinque o trent'anni di Bundesliga. Ma poi a un certo punto questo capitolo epico e romantico è finito. Dariusz Wosz, fu anche lui un idolo di Bochum e ne fu un orgoglioso rappresentante per oltre 350 presenze, ma ha ragione quando dice: "Oltre 500 partite di Bundesliga per un solo club, nessuno sarà più in grado di farlo. " Ata Lameck ha giocato esattamente 518 volte per il suo VfL Bochum nella massima serie piu' altre 62 in DFB Pokal. Il suo preparatore atletico dell'epoca, Erich Klamma, un uomo con un viso simpatico che tradisce la sua provenienza dal bacino della Ruhr, arriva al punto focale, quando parla della straordinaria longevità al Bochum, di Lameck: "518 partite di Bundesliga, non c'è bisogno neppure di commentare, e' agli occhi di tutti la carriera di Ata. Chiunque se lo ricordi, ne parla con rispetto." I nuovi arrivati ​​al VfL nella stagione 1972/73 furono: il portiere Werner Scholz, Michael Lameck, Reinhard Majgl, Klaus-Dieter Dewinski e un giovane ''Tiger'' Hermann Gerland. Era il 16 settembre 1972, quando l'uomo che tutti chiamano semplicemente Ata, anche se il suo nome è in realtà Michael, fece il suo debutto per il VfL Bochum in una partita di Bundesliga. Breve cenno curioso: La cosa sul nome di battesimo di ''Ata'' va spiegata in modo più dettagliato, perché in realtà ci sono ancora persone che possono essere sorprese dal vero nome di Lameck ("Cosa? Non ti chiami Ata?" piu' volte il veterano della Bundesliga si sentì fare questa 


domanda da persone che cadevano dalle nuvole). La storia del suo soprannome è tanto semplice quanto fantastica. - Poiché il piccolo Michael, amava giocare a calcio, quando da bambino giocava nel TuS Essen 81,  spesso cadendo si rotolava con tutto il corpo nella cenere nera delle ciminiere che si era depositata nei terreni circostanti dove i ragazzini si allenavano o disputavano partite, allora sua madre lo metteva nella vasca da bagno di casa con una buona porzione di "Ata", un detersivo piuttosto energico e lo spazzolava fino a quando suo figlio non tornava bianco e l'acqua sempre piu' sporca si depositava sui bordi della vasca. Ormai il rito divenne consuetudine e non appena la mamma, guardando fuori della finestra, vedeva il suo sporco calciatore avvicinarsi a casa, chiamava il papà in soggiorno: "Ata". E subito si alzava dalla poltrona, correva svelto nell'armadio del garage, tirava fuori la cura miracolosa e riscaldava l'acqua del bagno.- A quel tempo, nel settembre del 1972, Ata Lameck aveva già 23 anni. Quasi un'età biblica per un professionista di calcio, ma il nativo di Essen entrò in una squadra di calcio piuttosto tardi, solo all'età di 17 anni. Ma poi in seguito tutto si svolse relativamente in fretta. Il suo allenatore nel suo secondo club, lo Schwarz-Weiß Essen, l'ex giocatore della Bundesliga Heinz Höher, lo portò con se al suo nuovo club, il VfL Bochum. E lì trasformò Lameck da esterno in centrocampista. Una decisione saggia. Quando il VfL nominò "Ata" membro onorario del club nel 2009, la situazione sportiva della squadra era poco piu' che modesta. I tifosi erano in subbuglio e avevano manifestato rimostranze da settimane, eppure vennero allo stadio in massa solo per celebrare la leggenda del loro club. Hermann Gerland, che giocò la sua prima partita di Bundesliga con il suo migliore amico proprio quel 16 settembre del 1972, ricorda: "Ata fu uno dei migliori giocatori del


 Bochum per oltre dieci anni..era per tutti ''Mister Affidabilità". I suoi ex colleghi descrivono Lameck come un "giocatore intelligente" con "occhi da pazzo" che "conduceva lo svolgimento della azione e parlava sempre molto coi compagni". ''Una guida in campo sempre a chiedere palla''. Thomas Kempe, arrivato al VfL dal VfB Stuttgart come campione di Germania, ha ammirato molto Ata Lameck: "Serviva gente così a centrocampo, in ogni squadra, che coordinasse e aggiustasse tutto. Diceva sempre: ''Corri lì, coprilo, resta indietro, vai avanti.'' ''Ata era fantastico!" E il suo compagno di squadra dell'epoca, che ora è membro del consiglio di amministrazione del Bochum, Jupp Tenhagen, ricorda esattamente: "Aveva una buona visione d'insieme del gioco, un'intelligenza di gioco a dir poco eccezionale. Anticipava mentalmente molte situazioni. Dove gli altri dovevano correre per raggiungere il pallone, Ata era già lì e si appropriava della palla." In questo modo, Lameck fece regolarmente infuriare il campione dello Schalke, Rüdiger Abramczik, ogni volta che si incontravano. Una volta Abi disse: "Ovunque io volessi correre, spostarmi o inventare qualcosa, eccoti Ata. Sempre. Avrei preferito tornare subito nello spogliatoio". Il suo colpo d'occhio era la sua grande forza, di cui aveva anche un gran bisogno, per sopperire ad una grave debolezza, come rivela in modo schietto e onesto Erich Klamma, per anni preparatore atletico del Bochum: "Non si è mai tirato indietro, non è mai stato

malato, Ata fu la ''papera più zoppa'' che io abbia mai allenato nel calcio" ''Ma più di 500 partite di Bundesliga, nessuna papera potra' mai farle''. E un motivo valido c'era, come ricorda l'allenatore attuale della Nazionale U21, Stefan Kuntz: "La prima volta che lo vidi correre nei boschi durante la preparazione, vidi solo che la sua gamba sinistra, si appoggiava solo sulla punta del piede. Stavo già pensando, che tipo strambo di persona è quella? Fino a quando qualcuno mi disse: non farci caso, anche se per chi non lo conosce puo' sembrare divertente. Ha una gamba più corta, ma corre più di tutti noi!" In effetti, la gamba sinistra di Lameck è 1,5 centimetri più corta della destra. Ma questo non gli ha impedito mai di essere costantemente in movimento. L'ex presidente di Ata da giovane e oggi annunciatore allo stadio, Erwin Steden, braccio destro e sinistro del leggendario presidente del VfL, Ottokar Wüst, tradisce emozione e gli diventano le guance rosse quando ripensa ai tempi con Ata: "Non si è mai infortunato. Funzionava ininterrottamente come una macchina da cucire. Ata era sempre in movimento". Ed è ancora in movimento oggi. Probabilmente non c'è nessuno a Bochum a cui Ata non abbia stretto la mano, è sempre rimasto una persona semplicissima". Hans Walitza, che portò Bochum in Bundesliga nel 1971 e ha anche segnato alla prima apparizione di Ata a Braunschweig, sorride ripensando al suo ex compagno di squadra: "È un vero ragazzo della zona della Ruhr. È stato sempre divertente stare con Ata". Probabilmente però nessuno può descrivere questo calciatore e persona unico, meglio di Christa Jewers. Insieme a Christa Ternow, ha formato per molti anni il gruppo delle "anime buone" del VfL presso la sede di Bochum. Il loro ufficio era il secondo soggiorno dei giocatori. Se c'erano problemi o qualcosa di cui parlare, i giocatori sapevano dove andare. C'era anche qualcosa da mangiare lì durante la pausa pranzo tra gli allenamenti. Molti giocatori poi, col tempo hanno restituito il favore alle due Christa per il loro impegno. Quando c'era molto da fare, si occupavano della vendita dei biglietti e c'era anche Ata, che faceva anche altre cose, come ricorda Christa Jewers: "Ruppi il paraurti, una volta, distrutto. Allora dico: ''Ata, ieri ho rotto il paraurti''. Mi abbraccia e dice: ''Non importa. Non è un problema''.» E il giorno dopo me ne ha preso uno nuovo e me lo ha montato Lui''. Questo è Ata Lameck. È solo un ragazzo, a volte devi essere in grado di sopportarlo". Grandi elogi da tutti! Ma le parole più belle sono state trovate qualche anno fa dall'ex presidente del VfL Bochum, ora deceduto, Ottokar Wüst. L'ex patron, era un uomo di Lì, della Ruhr. Aveva ben chiari i servigi speciali del 


rekordman di Bochum, Ata Lameck, l'unico tra i primi 10 professionisti con il maggior numero di partite di Bundesliga a non giocare mai una partita internazionale ne col Club ne per la nazionale di Germania: "In termini di attitudine e impegno, Ata è sempre stato un modello. E' inutile che si cerchino altri modelli nel ruolo che lo possano emulare. Non ricordo di aver mai visto una brutta partita di Michael Lameck. Era uno sportivo. Un uomo corretto e dedito alla squadra sotto tutti gli aspetti.''. Ata Lameck oggi ha 72 anni. Il capitolo del VfL in Bundesliga iniziò nel 1971: in quasi ogni stagione produsse uno o due giocatori davvero bravi, formò anche una squadra solida, c'erano grandi speranze - ma a Bochum il ''carbone'' scarseggiava e alla fine della stagione dovevi sempre vendere i migliori giocatori. Così, tutto, sempre ricominciava da capo. Solo uno, a quanto pare, stagione dopo stagione era sempre lì. Nel momento in cui l'ultima miniera di carbone di Bochum fu chiusa, nel momento che la città di Wattenscheid fu incorporata e nel momento che lo stadio di Castroper Strasse venne convertito nel moderno Ruhr Stadion, Ata lameck era lì. Si poteva sempre contare almeno su Ata Lameck...Per tutti: ''Mister Affidabilità. Nel 2009 il VfL Bochum fece socio onorario Ata e la cerimonia avvenne nel Ruhr Stadion. La squdra non navigava in acque chete, e i tifosi già da settimane rimostravano e disertavano lo stadio per protesta. Quel giorno lo stadio fu colmo. Molti tifosi esposero cartelli con la scritta...''Ata..oggi siamo qui solo per Te. '' 

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