sabato 29 gennaio 2022

644) 1971 - DICEMBRE 1991: CHI HA ASSASSINATO HEINZ BONN...? - La solitudine dietro il pesante segreto dell' ''Uomo di ferro''


Heinz Bonn aveva solo 44 anni quando fu assassinato con 50 coltellate, le indagini sulle frequenze dell'ex calciatore dell'HSV riconducono al quartiere a luci rosse di Hannover, si presume il colpevole sia un gigolò, ma colui che uccise ''l'uomo di ferro'' non fu mai trovato. L'ex professionista dell'HSV fu il primo calciatore la cui omosessualità divenne nota, ma solamente quando la polizia trovò il suo corpo nell'inverno del 1991. Eccone la storia e gli indizi.
Eccolo, Heinz Bonn. Capelli acconciati a caschetto, un sorriso malizioso su un viso da ragazzo delicato, una valigia di pelle nella mano destra, una scatola di cartone con la scritta "Persil" stretta sotto il

braccio sinistro. Sembra il quinto Beatle, sembra una pop star di passaggio, ma qui, al campo di allenamento del Wuppertal, non ci sono nè limousine, né red carpet, nemmeno un portiere che gli chieda chi sia, o dove vuole andare. Non c'è nessuno. Nessuno ad aspettarlo, nessuno è venuto a prenderlo. Nessuno è lì per dirgli: mettiti le scarpette da calcio, ragazzo, che andiamo! Heinz Bonn è solo. Il vialetto per il campo di allenamento sembra infinito, oltrepassa la ringhiera, un altro sguardo timido si perde tra le facciate dei palazzi. In realtà Heinz è qualcuno a cui piace ridere, a cui piace parlare con le persone. Un allenatore una volta lo definì un ragazzo affabile. Ma oggi, in questo tardo pomeriggio dell'estate del 1969, Heinz Bonn si rende conto che in realtà quella definizione non gli appartiene. È un estraneo e: è venuto senza un preavviso. Forse lo manderanno via subito, o, cosa ancora peggiore, forse a nessuno importerà di lui. In campo vede Günter Pröpper, "Meister Pröpper", 

come i tifosi chiamano il cannoniere dell'SV Wuppertal, accanto a lui, Emil Meisen, l'esperto libero della squadra. Il Wuppertaler aveva conquistato il quinto posto nella Regionalliga West la scorsa stagione. La vecchia squadra di Heinz Bonn, lo Sportfreunde Siegen, era appena stata retrocessa dall'Oberliga alla Verbandsliga. Fu allora che si rese conto che doveva andarsene. Perché da quando Heinz Bonn aveva giocato nelle giovanili del Siegen-Niederschelden, per lui ci fu un solo obiettivo: giocare la Bundesliga. Voleva essere come Franz Beckenbauer, Kaiser Franz, uno che organizza con eleganza il gioco dalla difesa e che va ad impostare quando è necessario. "Quanti anni hai, ragazzo?" Bonn ebbe un sussulto, poi si girò di lato. "22", risponde, e l'uomo sorride e annuisce. Horst Buhtz esamina il tipo, con curiosità, quasi con saggezza. Gli andò a genio? Bonn spera di sì, guarda di nuovo Buhtz, l'allenatore del Wuppertal, e indossa la sua divisa da calcio, le scarpette con i tacchetti, i pantaloncini, la maglia, poi corre in campo come un ragazzino al primo allenamento. E all'improvviso è proprio nel mezzo del terreno e il sole splende per le strade di Wuppertal, la stagione non è ancora iniziata, non è troppo tardi per inserire nuovi giocatori in rosa, lo sa anche Horst Buhtz. Mentre la squadra se ne va, Buhtz dà un colpetto sulla spalla al ragazzo: "Bene, Heinz, mettiamola così: Se riesci a tenere sospesa la palla da qui al campo senza che cada, allora ti guadagnerai un contratto con noi". Heinz Bonn è in piedi davanti alla club-house della squadra, è a circa 40 metri dal campo ormai, ma senza pensarci due volte gli prende la palla dalle mani e va. La palla resta alta, una, due, tre volte, è l'esercizio più facile per Bonn, anche se ora c'è un po'di nervosismo. Ma arriva al campo, si gira e torna indietro di pochi metri. Buhtz annuisce con la testa di nuovo. "Gli avrei fatto sicuramente un contratto, raramente ho visto un difensore così abile tecnicamente", dice oggi." Il ragazzo era un genio della palla. "Poche settimane dopo, Heinz Bonn si trasferì in un piccolo appartamento da scapolo a Wuppertal. Nessuno sa che Bonn è omosessuale e poiché nessuno dovrebbe saperlo, Bonn chiude ermeticamente a doppia mandata la sua vita privata. Questo non infastidisce i compagni, anzi, apprezzano il suo modo socievole in campo e anche lo stare insieme, non vincolante, dopo le partite. Bonn è famoso perché non è uno che fa gran fracasso, nonostante le sue capacità tecniche e il suo talento non è mai sfacciato, è sempre il ragazzo del quartiere Niederschelden di Siegen, il ragazzo con il taglio a caschetto e il sorriso malizioso, un simpatico giovane contemporaneo dei tempi. Chi se ne frega della persona dietro il calciatore? Heinz Bonn giocò una stagione fenomenale, la stampa impazziva, perché Bonn accarezzava la palla in modo così sensibile, come se stesse dipingendo su tela, con i suoi movimenti. Effettuava i passaggi con una precisione millimetrica come i brasiliani ai Mondiali. Era un esteta del calcio. Alla fine di quella stagione il Wuppertal mancò di poco la promozione in Bundesliga, ma la stagione ne valse la pena per Heinz Bonn, perché gli scout di Gelsenkirchen, Berlino, Colonia, Bochum e Amburgo ora fanno la fila. L'offerta dell'HSV in particolare piace al giovane Bonn, solo sua madre ebbe dei dubbi.  Mentre Wuppertal si trova a 100 chilometri da 

Siegen, Amburgo è ora a più di 400 chilometri di distanza. Il grande mondo. Una città caotica. Tuttavia, l'HSV rimase convinto e Klaus Ochs, allora allenatore ad Amburgo, annunciò poche settimane dopo, nell'aprile del 1970: "Le difficoltà sono state risolte. Heinz Bonn firmerà il contratto per l'HSV”. La cifra del trasferimento fu di 75.000 marchi. "Avrebbe dovuto essere il nuovo super trasferimento?" Ad Amburgo, Heinz Bonn si calò per la prima volta nel difficile mondo della Bundesliga. L'idillio con le città gestibili e di medie dimensioni della Westfalia lasciò il posto al caos e ai riflettori costanti della metropoli. Improvvisamente Bonn sentì sensazioni sconosciute, tanta pressione e il bisogno delle sgomitate per poter emmergere. Anche i giocatori all'inizio sembrarono scettici. "Pensammo: questo dovrebbe essere il nuovo super trasferimento?" ricorda l'ala sinistra dell'HSV Charly Dörfel. "Heinz Bonn non era un nome altisonante, era un giocatore di seconda divisione, non capii perché la stampa facesse così tanto clamore per lui?" All'inizio sembrò che Heinz Bonn fosse troppo acerbo per la Bundesliga. O anche per il calcio stesso? Si adatterà anche a questa situazione? E cosa succederà se la sua omosessualità diventasse nota? Lì, sul campo di calcio, l'ultimo ''puro'' bastione maschile, lì nelle curve, dove insulti come "maiale gay" sono una norma, tanto quanto il bratwurst e una fresca spillata di birra all'intervallo. Heinz Bonn si rendette conto che poteva solo mettere a tacere i critici, che poteva mantenere segreta la sua omosessualità solo se stroncava i cliché sui gay sul nascere. Deve funzionare. E deve mostrare tenacia. Almeno su ciò che il pubblico del calcio, in generale, intende per durezza. Bonn si butta negli allenamenti, facendo turni extra anche quando gli altri sono da tempo a casa sul divano. Quando a Wuppertal sembrò fluttuare sul campo con leggerezza, e giocò lì con eleganza, ora si muove a grandi falcate nel mezzo, indipendentemente dallo spessore tecnico sembro' convertirsi ad un agonismo spesso esasperato. Non è piu' un genio della palla qui, i suoi compagni di squadra lo chiamarono "piede di ferro" dopo le prime sessioni di allenamento. Bonn lo prese come un complimento. La prima partita casalinga lo preoccupò, perché i tifosi di un club come l'HSV sono di calibro diverso rispetto al Wuppertal o al Siegen-Niederschelden. Vogliono vedere i propri beniamini che si fanno a pezzi, che muoiono sul campo per il club. Bonn continuò a farsi coraggio. E così, nel primo test match contro i Glasgow Rangers, letteralmente mise fuori gioco l'ala destra della nazionale scozzese Willie Henderson. Henderson fu sostituito e Klaus-Dieter Ochs si infuriò con Bonn dopo la partita: "Dissi a Heinz Bonn senza mezzi termini che i suoi piedi sono fatti per giocare e non per scalciare." Il manager di Glasgow Waddel fu d'accordo: "Il numero 5 avrebbe dovuto essere espulso!" Il numero 5, Heinz Bonn, pensò ad alta voce: "Forse successe perché ero molto nervoso al mio debutto davanti al pubblico di Amburgo”. Ma i dubbi sul suo stile di gioco scomparvero alla prossima intervista. Quando venne chiesto a Bonn chi fosse la sua ispirazione, rispose fermamente: "Berti Vogts." Il Kaiser  ormai aveva ceduto il posto al ''Terrier.'' Ma più Heinz Bonn cercò di rinforzare la sua facciata esterna, più la rompeva. La partita ad Oberhausen fu l'inizio. La mattina della partita, l'allenatore Ochs era ancora preoccupato per la sua formazione perchè numerosi giocatori erano sulla lista degli infortunati. Heinz Bonn fu curato dal medico del HSV, il Dr. Kurt Fischer, aveva subito un danno al menisco e una commozione cerebrale. Ma Bonn si allenò ugualmente in modo maniacale. Ogni giorno faceva esercizi di stretching, sedute alle parallele, alle spalliere, lavoro con i pesi. Annunciava con orgoglio a qualsiasi giornalista che gli porgesse un microfono: "Sollevo fino a 140 libbre." Stampata in bianco e nero dalla stampa di Amburgo, questa frase si lesse come una dichiarazione di intenti di Bonn. E così, il 26 settembre 1970, Bonn è in piedi vicino al bus della squadra, completamente motivato e carico. "Vengo anche io", annunciò. I giocatori furono impressionati, ma allo stesso tempo non riuscivano a crederci, tanto che  Dörfel disse a Uwe Seeler: "Non era ancora in anestesia generale poche ore fa??" I punti interrogativi si riflettono anche negli occhi di Ochs, ma lasciò che Bonn lo accompagni. Sulla strada per Oberhausen, l'allenatore riflettè e nello spogliatoio Ochs chiese: "Heinz, com'è, ci sei? Come ti senti?" Bonn rispose subito con vigore, proprio come se avesse avuto solo un raffreddore la scorsa settimana: ​“Certo, mister!” Cosa accadde allora, nessuno dei suoi compagni di squadra lo capisce ancora oggi. L'avversario di Bonn, Hans Schumacher, segnò cinque gol in quella partita e Bonn causò anche un rigore all'80', che Lothar Kobluhn dell' Oberhausen convertì per il finale 8:1: il più alto fallimento in trasferta nella storia del club in Bundesliga. "Bonn fu completamente sbalordito", afferma Dörfel. "Insultò e attaccò la sua stessa squadra. Era come se fosse in trance”. Anche Jürgen Kurbjuhn e Willi Schulz rimasero sbalorditi, continuarono a guardare interrogativamente l'allenatore durante tutta la partita, ma Ochs lasciò Bonn in campo. Anche ad Amburgo nessuno sapeva nulla del segreto di Bonn. Nessuno conosceva Heinz Bonn come persona. Willi Schulz cerca di ricordare: "Heinz Bonn era uno scapolo a cui piaceva anche spostarsi in altre località''. "Con chi? "Nessuno lo sapeva. "Heinz Bonn era solo un tuo compagno di squadra, qualcuno con cui potevi scherzare nello spogliatoio, un bravo ragazzo. Nessuno sapeva dove fosse cresciuto, o che lo chiamassero "Ballgenie ”a Wuppertal, che musica gli piacesse, dove andasse dopo le partite. La maschera professionale di Heinz Bonn rideva, ma la risata col tempo si deteriorò. Tutto nel mondo del calcio di Bonn rimase non vincolante, uno pseudo-idillio e nonostante i continui ritrovi con la squadra, le trasferte e le visite congiunte ai ristoranti, Bonn cominciò a confondersi tra gli anonimi del campionato. Parlare di sentimenti era un rischio. Heinz Bonn era rimasto solo. Anche ad Amburgo. Nelle settimane e nei mesi successivi al disastro di Oberhausen, Bonn non riusci a coesistere più, perse il controllo di se stesso e talvolta litigò con i suoi stessi compagni di squadra. Quando Georg Volkert se ne andò zoppicando dopo una sessione di allenamento, Ochs spiegò al giornalista che lo intervistò: "Heinz Bonn l'ha colpito in un contrasto come se avesse una mazza di ferro con sé." Charly Dörfel cominciò a chiamarlo il "distruttore". Oltre alla frustrazione di dover condurre una doppia vita, ci furono numerosi infortuni. Dal settembre 1970 Bonn soffri' anni e anni al menisco, fu ospite fisso di ospedali e di cliniche sportive. Dovette sopportare da solo, quattro operazioni al ginocchio sinistro. Continuò ugualmente a fare il duro in pubblico: "I 17 centimetri di cicatrici non mi danno fastidio." Ignorò anche una serie di consigli medici, spesso iniziava ad allenarsi troppo presto per dimostrare a tutti che stava riprendensosi. Il calcio ormai lo soffocava. La rivista "Kicker" riassunse così la sua condizione clinica nel maggio del 1972:"Operato quattro volte, forato 55 volte e vicino alla depressione: se Heinz Bonn avesse ascoltato il medico dopo la prima operazione e avesse fatto solo ciò che gli fu permesso fare durante l'allenamento, probabilmente gli sarebbero state risparmiate le altre operazioni. Anche le scarpette da calcio e il pallone avrebbero dovuto essergli nascosti all'HSV”. Bonn con caparbietà tentò numerose rimonte. L'ultima gara fu contro il 1.FC Kaiserslautern alla settima della stagione 1972/73. Quell'anno giocò solo 2 partite.  Nell'estate del 1973, dopo appena 13 partite con


 l'HSV, passò all'Arminia Bielefeld nella Regionalliga West. Il suo valore di mercato ora era sceso a 35.000 marchi. Tornò ad una certa tranquillità. Vicino alla sua famiglia. Ma per lui casa ormai non significava più Siegen o Wuppertal. Quando gli venne chiesto perché viaggiasse ogni due settimane, Bonn rispose che doveva andare ad Amburgo, che aveva nostalgia di casa e la città portuale la sentiva la sua nuova casa ormai. Durante questo periodo, Heinz Bonn iniziò anche a bere. E durante quel periodo le sue tracce si persero lentamente. Si dice che avesse picchiato un funzionario del club di Bielefeld. Heinz Bonn concluse la sua carriera dopo un breve periodo, si ritirò presto, si trasferì ad Hannover. Dopodiché, scomparve effettivamente nel nulla. Fino al 5 dicembre 1991, quando alle 11, il telefono squillò alla stazione di polizia di Hannover-Linden. Una donna era in linea, sconvolta. Aveva scoperto una persona morta nel suo appartamento vicino, per un normale controllo di vicinato alimentato da sospetti. Tutto era coperto di sangue, il muro, il pavimento, c'era sangue ovunque. Quando arrivò la polizia, tutto quello che poterono constatare fu la morte: il corpo giaceva nel fatiscente monolocale, segnato da 50 ferite da coltello. Non fu stato chiarito da quanto tempo Heinz Bonn fosse morto. Probabilmente da più di una settimana. Gli amici lo avevano visto l'ultima volta il 27 novembre in un ristorante nel quartiere Linden. Gli ex compagni di squadra seppero della sua morte solamente attraverso la stampa. Ad oggi il caso non è ancora stato risolto. 


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