lunedì 25 giugno 2018

387) 1972 - URSS, LA VITTIMA SACRIFICALE. Dall'inaugurazione dell'Olympiastadion al titolo Europeo.

26 maggio 1972
Nel 1972, la Nationalmannschaft di Helmut Schoen, conquista il suo primo titolo di Campione d'Europa. Nella mini fase finale disputata in Belgio si vedono i risultati di una ricostruzione iniziata dopo i mondiali del 1966 e una fase di rodaggio ai Mondiali del 1970. Una squadra giovane, infarcita di talenti si mostra al mondo come esponente di un calcio che salira' di livello anno dopo anno, fino a diventare il piu' rinomato a livello continentale. Nuove facce come Breitner, Hoeness, Wimmer, Heynckes e Netzer portano una ventata di freschezza in una squadra che per anni ha trascinato una
generazione ormai al tramonto. Allo stadio Heysel di Bruxelles, la squadra Sovietica in viaggio premio straordinario, nulla puo' contro la Panzerdivision in bianco. Il solito Muller, ormai calatosi a perfezione del ruolo di bomber nazionale fa la parte del leone e segna una doppietta. Di Wimmer il terzo centro. Un tre a zero senza repliche. E' l'inizio di sei anni di predominio europeo, se si conta anche la finale persa contro la Cecoslovacchia ai rigori nel 1976. Una fase che dara' lustro al calcio tedesco e dara' il la ad una rinomanza e
un rispetto che nel futuro si ripetera' in tutte le manifestazioni di livello Internazionale. Una curiosita', ma importante...Solo 20 giorni prima in occasione dell'inaugurazione del nuovo complesso dell'Olympiastadion di Monaco per le imminenti Olimpiadi, la Germania aveva disputato un'amichevole proprio contro la squadra Sovietica. Era terminata 4-1 e Gerd Muller aveva segnato tutti 4 i gol. Progettato dall'architetto tedesco Günther Benisch, lo stadio fu costruito tra il 1968 e il 1971 per essere pronto in occasione dei Giochi della XX Olimpiade previsti nel 1972 nella capitale bavarese. Il tetto è opera di Frei Otto. Con Benisch e Otto collaborò anche l'ingegnere Jörg Schlaich. L'impianto presentava alcune soluzioni tecniche innovative per l'epoca: non coprendo il tetto interamente lo stadio, esso lo lasciava esposto agli agenti atmosferici invernali ed estivi e, per far fronte al clima rigido, nel sottosuolo del terreno di gioco era stata impiantata una rete di 18 chilometri di tubi in materiale sintetico percorsi da acqua calda per mantenere il prato sgombro da neve e ghiaccio.

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