mercoledì 6 giugno 2018

315) 2005 - QUANDO L'UNION BERLINO UMILIO' LA DINAMO. - ''Quell' 8:0 urlato ancora oggi...''


Nessuna la chiamerà mai vendetta, ma a denti stretti, il 21 agosto del 2005, in molti quella parola l’hanno bisbigliata. Dal 1966, anno di ri-fondazione, l’Union Berlin ha giocato una lunga, tremenda, spossante e sfibrante partita che è durata quasi 40 anni. L’acerrimo nemico, il vicino di casa, era un’entità intoccabile, controllata dai potenti e che sotto la loro protezione riuscì a vincere loscamente anche 10 campionati di fila dal 1978 e il 1988 (record assoluto per la DDR-Oberliga). Il loro tifoso numero uno era Erich Mielke, capo della Stasi, la polizia segreta, e la Dynamo Berlin, solo per riempire

la pancia di consensi dei politici, vinse partite tra soprusi e sconfitte umilianti inferte agli avversari. Una, pesantissima, vide come vittima proprio l’Union Berlin: era il 13 settembre 1968 e la Dynamo distrusse i rivali per 8-1. Un messaggio chiaro alla neonata formazione di Köpenick, che ancora oggi deve convivere con la più pesante e cocente sconfitta della sua storia. Passi una vita a tifare per la tua squadra del cuore, vinci una coppa nazionale, festeggi qualche promozione e rimani soddisfatto di alcune stagioni nei campionati che contano. Poi ti trovi a pensare che nulla è valso quanto quell’8:0 rifilato ai nemici di sempre nella terza giornata della NOFV-Oberliga Nord 2005/06, praticamente una Serie C2. Cose del genere possono accadere a Berlino, anzi a Berlino Est, perché lì la parola ''nemico'' assume a volte un significato che va al di là del campo sportivo. La Dinamo Berlino, o meglio quel che ne resta, è la protagonista in negativo. Dell’intera storia e di quella singola partita. Come tutte le “Dinamo” dell’Europa socialista, aveva a che fare con il gruppo sportivo della polizia e visto che qua si parla di DDR, finì per essere legata a doppio filo alla Stasi, la ben nota polizia segreta che controllava tutte le vite degli altri nella piccola Repubblica Democratica. La Dinamo nacque nel 1953 e fu subito rinforzata trasferendo nella capitale alcuni elementi dell’altra Dinamo, quella di Dresda. Arrivò in DDR-Oberliga nel 1957, vinse la coppa nazionale nel 1959, ma furono il successivo declino e la retrocessione a convincere Erich Mielke a intervenire in maniera massiccia. A partire dall’anno 1966, il grande capo della Stasi cominciò, infatti, a smuovere le carte per far diventare la sua Dinamo la squadra più forte della DDR e -possibilmente- anche un punto di riferimento a livello europeo. Diciamo subito 

che del secondo obiettivo neanche a parlarne: risultato di maggior prestigio due quarti di finale in Coppa dei Campioni (1979/80 e 1983/84). Il Magdeburgo con la vittoria in Coppa delle Coppe nel 1974, il Carl Zeiss Jena e la Lokomotive Lipsia con la finale raggiunta nella stessa competizione -rispettivamente nel 1981 e nel 1987- avrebbero ottenuto risultati migliori. Il primo obiettivo fu, invece, raggiunto solo a partire dal 1979. La Dinamo mise insieme dieci titoli consecutivi, alcuni decisi da aiuti arbitrali (vedi la volata contro la Lokomotive Lipsia del 1986), altri agevolati dall’avere i migliori giocatori del lotto, tutti conditi da profondo odio sportivo dei tifosi delle altre squadre che spesso portava a violenti scontri tra le opposte fazioni. Chi a quest’odio sportivo aggiungeva certamente qualcosa in più, erano i tifosi dell’altra faccia di Berlino Est, la Union, l’altra protagonista dell’8-0 in questione. Soprattutto negli anni Ottanta scegliere di tifare per gli Eisernen, gli Uomini di ferro provenienti dal quartiere Köpenick, era sinonimo di malcelato dissenso, di malsopportazione verso tutto quello che il presidente Honecker, il capo della Stasi Mielke e, indirettamente, la Dinamo Berlino rappresentavano. La Union in campionato non andava bene, la Dinamo vinceva; i derby erano quasi sempre appannaggio della squadra della polizia e talvolta con risultati schiaccianti (i più clamorosi,uno 0-6 in casa il 3 maggio 1980 e un 8-1 in trasferta il 13 settembre 1986); eppure il numero di spettatori che si recavano nei rispettivi stadi era quasi lo stesso. In uno stato di polizia a cielo aperto che si stava lentamente dissolvendo, tifare Union, indirizzare cori contro la Dinamo e scontrarsi con i loro sostenitori era una scelta di campo non dettata dalla sola appartenenza geografica. Non a caso, nella Germania odierna, nelle curve di Lokomotive Lipsia o Dinamo Dresda non trovi la stessa composizione sociale che trovi in quella dell’Union Berlino. Arriviamo, dunque, al fatidico 21 agosto 2005. L’effetto muro ha travolto e ridmensionato le aspirazioni della Dinamo, che ha più familiarità dell’Union con le serie minori nella Germania unita. I Köpenicker si sono, invece, ritagliati un ruolo di primo piano nel panorama calcistico della nuova Berlino unificata, in cui bisogna fare i conti anche con l’occidentale Hertha. La Union è stata anche in Zweite Bundesliga, ma due retrocessioni consecutive l’hanno riportata in NOFV-Oberliga Nord. Il derby va in scena allo stadio della Vecchia foresteria, l’Alte Försterei, che è da sempre il terreno di gioco dell’Union. Curve e tribune, tutte in legno, traboccano. Ci sono 14 mila spettatori, tremila dei quali ospiti. L’odio per questi è così grande che nel programma ufficiale distribuito in tribuna la Dinamo non è mai citata direttamente, ma sempre con un generico Gäste, ospiti. Il match sugli spalti si scalda: striscioni con il nome delle due squadre e poi cartelli con su scritto Scheiß Dynamo (Dinamo merda) da una parte, un unico sessista Kategorie Gay! dall’altra. In campo il match è, invece, a senso unico. Mattuschka segna due gol nel primo tempo, poi arriva la fase Sturm-und Drang dei padroni di casa: Grubert ne fa due a inizio ripresa, seguono tre reti di Benyamina e una di Jörg Heinrich, che portano a otto il computo totale delle reti per i vincitori, come 19 anni prima, quando a dominare era stata la Dinamo. Il tabellone azionato a mano segna 8 sotto Union e 0 sotto Gast. Lo azzereranno in vista del match successivo, ma, quando lo stadio sarà allargato e un nuovo tabellone elettronico verrà installato, quello vecchio non verrà abbattuto e tornerà a segnare Union 8, Gast 0. Del resto, nulla per gli Eisernen varrà mai come quella partita del 21 agosto 2005.

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