lunedì 7 maggio 2018

13) I PERSONAGGI - HANS GEORG ''KATSCHE'' SCHWARZENBECK.


Grosso nasone, viso caricaturale...Da l'impressione di uno che firma con una X perche' non sa ne leggere ne scrivere. Talmente distante dagli attuali figaccioni tatuati, tutti cuffie e Iphonessss, che mai avresti immaginato che dietro quel bancone di cartoleria, intento a fare fotocopie, vendere quaderni, gomme per scancellare, penne a sfera e giornali, dentro quel pullover di Missoni ci sia stato fino al 2008 l'uomo che ha cambiato la storia del calcio. Perche' ''diciamocelo''...come direbbe Ignazio La Russa...chissa' come sarebbero gli albi d'oro attuali del calcio mondiale, se al 120esimo e spicci della finale di Coppa Campioni 1973/74 tra Atletico Madrid e Bayern Monaco, questo silenzioso maggiordomo del Kaiser, non avesse rotto le catene e improvvisatosi in una proiezione fuori dalle competenze, non avesse deciso di scagliare un Patriot contro la porta del papa' di Pepe Reina..? Raccontatelo alle generazioni piu' recenti che questo golem del pallone ha scombussolato tutti i parametri del calcio a venire, con un fiondata che ha fatto saltare lampadine e lampadari in ogni casa d'Europa....Sopratutto in Spagna. Che dire di Lui..? Per molti, solo lo scudiero che fece il gioco sporco per il Kaiser, come Costacurta per Baresi..Paragoni da bar....da sprovveduti
Piccininopelegattidipendenti...soprattutto di fede Milanista. Dietro l'inarrivabile Jurgen Kohler, piu' presentabile in smoking che non il Nostro, nel ruolo di tagliola centrale c'e' questo orco qua, che da gregario, senza mai assurgere alle cronache della ribalta, ha trascorso anni menando la mazza ferrata e difendendo con lo scudo. Un Dio del Fussball, con piedi egregi e capacita' di inserimento negli spazi. Sempre pronto all'inchino quando il Kaiser alzava la voce, ma faceva parte del contratto di lavoro, non era mobbing, pura consapevolezza gerarchica. L'ultimo in ordine di tempo a lasciare la nave degli Dei tricampioni d'Europa. Ricordo da ragazzino che quando vidi la sua foto per la prima volta dissi...Ossignur...Le partite in TV non andavano oltre le immagini di ripresa dalla tribuna...Eppure qualcosa passo' oltre. Le tre Coppe dei Campioni, la Coppa del Mondo, l'Europeo in Belgio.....questo qua dal nome lungo e strano, c'era sempre...non segnava mai..non colpiva pali e traverse, non calciava rigori....Ma allora, perche' c'era ? Poi l'adolescenza lascia il posto alla ragione, all'analisi..C'era perche' nel suo silenzio era incarnato lo spirito guerriero di chi non ci stava mai a perdere, c'era per la consapevolezza dei propri limiti e di chi si accontenta di vivere trionfi in secondo piano ma accanto a Dei di prima grandezza. Hans Georg Schwarzembeck, ''Katsche'' per quelli che ci hanno mangiato insieme...nasce a Monaco di Baviera il 3 aprile del 1948. Da ragazzino entra a far parte del Munchen Sportfreunde, club dilettantistico di Sabenerstrasse (la zona della città dove oggi sorgono diverse strutture del Bayern) in cui gioca fino ai 13 anni, quando passa nelle giovanili del Bayern Monaco. Dopo una trafila durata cinque anni, l’8 ottobre del 1966, l’allenatore della prima squadra Tchik Cajkovski, lo fa esordire nel match perso 4-1 contro il Werder Brema. Il primo contratto da professionista (250 marchi più bonus) non basta da solo per tirare avanti e il giovane Hans, nel mentre, completa l’apprendistato presso uno studio di tipografia; dopo due stagioni passate a giocare da terzino sinistro, il nuovo tecnico dei bavaresi (Branko Zebec) sposta Schwarzenbeck al centro della difesa, a far coppia con Franz Anton Beckenbauer. La mossa è vincente: i due, pur così diversi, formano una coppia capace di completarsi alla perfezione: la teutonica solidità di Hans si profonde a protezione dell’eleganza radiale del Kaiser, difensore “moderno” per antonomasia. Così, Schwarzenbeck che nel frattempo s’è guadagnato i gradi e l'appellativo di  Katsche diventa la “Guardia del corpo” di Kaiser Franz. Dira' del rapporto con il Kaiser in un'intervista del 2012...“Franz mi ricordava il mio vecchio maestro all’ufficio di tipografia”  “Maneggiava inchiostro

per tutto il giorno ed aveva sempre le mani pulite. Io, invece, mi sporcavo solo a guardare le stampatrici!”.   Riavvolgiamo il nastro del nostro racconto tornando al 120' minuto di quel Bayern-Atletico di mercoledì 15 maggio ’74: come non capita spesso, è Schwarzenbeck ad avere la palla tra i piedi, a settanta metri da Sepp Maier. Beckenbauer gli cede il passo e staziona un paio di metri più indietro: per una volta, è l’Imperatore a coprire l’avanzata del suo alfiere. Giunto alla soglia dei 25 metri, HG che quell’anno ha il piede più caldo del solito, avendo già segnato 6 gol scarica un destro terra-aria, in corsa a pelo d’erba e palla in buca d’angolo alla destra di un Reina vanamente proteso in tuffo: 1-1. Gara da rifare (48 ore dopo); il Bayern stravince il replay (4-0) ed una squadra tedesca e' campione d’Europa per la prima volta nella storia. Hans Georg militò solo nel Bayern Monaco dal 1966 al 1981 diventando insieme a Franz Beckenbauer, Gerd Müller, Sepp Maier e Paul Breitner uno dei giocatori cardine della squadra bavarese che tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni ottanta seppe vincere sei Bundesliga, tre Coppe di Germania, tre Coppe dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Coppa Intercontinentale. Nel ’77, il Bayern attraversa una fase calante che non scoraggia Katsche, oramai colonna portante del club da oltre un decennio; molto di più farà l’infortunio al tendine d’Achille patito nel 1979, che ne determinera' la fine della carriera con due anni d’anticipo: 2 sole presenze ad agosto, prima del ritiro (dopo un periodo di inattività di oltre un anno) nel 1981 avvenuto a 33 anni, con discrezione, senza clamori, come tutta la sua vita. La sua carriera parallela in Nationalmannschaft lo vide protagonista dei titoli piu' importanti per il suo paese. Alzera' la coppa del Mondo nel cortile di casa nel 1974 dopo che due anni prima aveva fatto rodaggio con quella d'Europa a Bruxelles. Soliti compagni di sbronze, solita masnada di predatori da saccheggio, gli stessi che vestivano la sua maglia rossa durante l'anno e che sbancheranno tutti i casino' internazionali per gli anni a seguire....Tutto per quel gol....Nessuno sa in che termini si parlerebbe del Bayern oggi, senza quell'illuminato slancio, senza quella decisione azzardata di  giocarsi gli ultimi spiccioli sulla ruota della fortuna...Eppure nessuno ha mai pensato cosa ha causato al calcio. Un lampo improvviso che ha cambiato il futuro. Dopo il ritiro, come tutti coloro che sanno che hanno dato il massimo e hanno riscosso il giusto compenso, in gloria, stima e fama, si accontenta di vivere in modo anonimo, in serenita', sfogliando gli album del passato con compiaciuta espressione sorniona. Il ''Katsche...'' 
Rilevera' la cartoleria della zia e per 28 anni fino al 2008, sara' il fidato confidente di clienti che con lui parleranno di calcio, chiederanno consigli su come curare contusioni, ma anche si bulleranno, solo, di essere clienti di colui che ha tirato il freno a mano, e ha fatto testa coda in un calcio che avrebbe preso chissa' che strada, chissa' che palcoscenici. Continuera' a fornire cancelleria e materiale per ufficio al Bayern, su richiesta della societa', gestendo il business da casa, perche' il Bayern non trascura gli amici e nessuno puo' essere dimenticato per i servigi che la hanno resa grande. Partecipera' nelle vesti di allenatore di una squadra di ragazzini in una soap di una TV bavarese, ma ha dichiarato che ora vuole godersi la pensione accanto alla moglie, viaggiando, vedendo il mondo. Perche' Katsche il suo posto tra gli Dei se lo guadagno' a Bruxelles una sera di 42 anni fa. Chissa', davvero, chi staremmo osannando se questo omino qua non avesse perso la tramontana e fosse stato nei suoi alloggi quella benedetta sera...


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