mercoledì 23 maggio 2018

236) I PERSONAGGI - SEPP HERBERGER - La palla e' rotonda.

Le voci maligne che si levarono all'indomani del trionfo di Sepp Herberger, non erano appunto piu' che delle voci, insinuazioni, maldicenze. Sufficienti pero' a macchiarla in modo indelebile, tanto nel calcio e' radicata l'abitudine a dare per scontato cio' che non puo' essere provato. Cosi', la grande vittoria della Germania Ovest ai mondiali del 1954 in Svizzera, che vide crollare sul traguardo l'Aranycsapat, la squadra d'oro, la piu' micidiale macchina da calcio di tutti i tempi, viene ancora oggi
tramandata come il successo del doping. Le prove ?. Non ci sono. All'epoca non esistevano controlli specifici ed e' pure probabile, che si facesse ricorso a specifiche sostanze chimiche, ma nessun risultato o riscontro oggettivo e' mai stato portato alle malevoli congetture che definirono il successo, figlio di un fattore esterno determinante. Un elemento e' sempre stato decisivo, poche settimane dopo la fianle di Berna, tutti i giocatori della nazionale tedesca, tranne Posipal, Liebrich e Kohlmeyer, vennero colpiti da una forma di itterizia che li prostro' nel fisico, fino ad imporre loro una sospensione della attivita' agonistica. le polemiche infuriarono, gettando un'ombra sulla conquista. Cio' che nessuno pero' ricorda e' che anche il CT, Josef Herberger, venne colpito dal morbo e dovette sottoporsi a settimane di cure speciali a Bad Mergentfeim. Se ne doveva forse concludere, come argomento' polemicamente Friedrich Becker, direttore del momento, del settimanale sportivo Kicker, che anche il commissario della nazionale fosse drogato...? Herberger una volta guarito, respinse ogni accusa ricordando quanto la sua squadra fosse stata abile a sfruttere meglio l'assurdo regolamento della manifestazione, rispetto ai Magiari. Nel girone degli ottavi, tedeschi ed ungheresi dovevano affrontare la modesta pratica della Turchia, e della Corea del sud. Il meccanismo del mondiale 1954, prevedeva pero' solo due incontri per squadra ed eventuale spareggio tra compagini a pari punti. Dunque mentre l'Ungheria, dava spettacolo seminando gol e ammirazione, Herberger giocava le sue carte in modo magistrale. Dopo aver affondato la Turchia, contro i Magiari teneva a riposo cinque titolari, tra cui i due attaccanti, Ottmar Walter e Schafer, andando incontro al massacro. Perdeva per 3-8 costringendosi a giocare una partita in piu', in realta' una nuova passeggiata con la Turchia (7-2). Ma aveva ottenuto un doppio vantaggio: ora conosceva bene gli unghersi, cui aveva celato il vero volto della propria squadra, e cinicamente aveva provveduto a a menomar l'astro Puskas, duramente picchiato dal fabbro Liebrich. Quando le due squadre arrivarono alla finale, la grande Ungheria era stremata per i tesori di energie spesi nella rissa con il forte Brasile.e dal durissimo corpo a corpo, prolungato ai supplementari col tenace Uruguay..campione uscente. La Germania dal canto suo aveva piegato la Jugoslavia con molta fortuna, ma poi si erano sbarazzati della fortissima Austria, strapazzata per 6-1, soprattutto grazie ad una impetuosa forza fisica. Gli ungheresi non avevano rivali, sul piano tecnico, ed ebbero subito modo di andare in vantaggio per 2-0. Ecco pero', che l'eccezionale tenuta atletica dei tedeschi ebbe il sopravvento e il 3-2 finale premio' una squadra, coriacea, dura, e cinica. Non sicuramente la depositaria del miglior calcio visto al mondiale, ma di sicuro la piu' efficiemnte a gestire il torneo. Sepp Herberger aveva compiuto il suo capolavoro. Era un uomo tenace, abile psicologo, che otteneva il rispetto e l'assoluta fedelta' dei suoi giocatori grazie al dialogo e all'interesse partecipe per i loro problemi fuori del campo di gioco. I tedeschi erano quasi tutti dilettanti e Herberger si premuro' affinche' tutti avessero un adeguato lavoro part time che potesse fare conciliare loro la passione per il fussball oltre che un rientro di sostentamento complementare. Questo affinche' potessero tenere la mente in campo sgombra da preoccupazioni dall'esterno. Tatticamente non adotto' rivoluzioni. Sfrutto la forza d'urto della squadra e mise a nudo le deficenze difensive del Sistema a cui l'Ungheria si affidava nel settore arretrato. Sepp Herberger, aveva un passato di una certa importanza. Nato il 28 marzo 1897 a Mannheim, aveva giocato da mezzala di buona qualita' nel Waldhof, nel VfR Mannheim e infine al Tennis Borussia Berlino, dove concluse la carriera con anche tre presenze in Nazionale condite con 2 reti. Divenne istruttore di calcio, diplomandosi come il suo contemporaneo collega e precursore in nazionale, Otto Nerz, all'Istituto Tedesco di Educazione Fisica a Berlino. Nel 1932, Fu proprio Otto Nerz che lo chiamo' a completamento dello staff dei ranghi federali della Nationalmanschaft e lo nomino' suo assistente. Quando alle olimpiadi del 1936 davanti agli occhi di Hitler, la Germania fu sconfitta dalla modesta Norvegia e Nerz dovette rassegnare le dimissioni, Herberger fu automaticamente investito dell'incarico vacante. Avrebbe tenuto l'incarico per ben 28 anni, nonostante l'esordio negativo, la sconfitta contro la Svizzera di Rappan al mondiale del 1938. Cedera' il testimone nel 1964 al suo assistente Helmut Schon. Herberger realizzo' l'impresa titanica di vincere un mondiale dopo la ricostuzione di una nazionale dalle macerie della seconda guerra mondiale e di lanciarla tra le grandi del mondo in appena 9 anni. Sapeva scegliere gli uomini e possedeva una a personalita' spiccata. A ogni novizio della nazionale proibiva alcool e tabacco, per il resto instaurava un rapporto sulla piu' totale cordilita' e familiarita'. Conquistava il loro risetto anche perche' traspariva una ben radicata conoscenza del calcio internazionale, maturata viggiando in lungo e in largo per essere costantemente aggiornato. Ugo Meisl, ceatore del wunderteam austriaco, soleva dire che solo tre persone al mondo si intendevano realmente di pallone, Lui. il tedesco Herberger e l'italiano Vittorio Pozzo. A proposito di Pozzo, Herberger spesso ne decantava le lodi e si sentiva orgoglioso di condividerne un rapporto di amicizia e di confronto tecnico paritario basato su saldi principi di rispetto e competenza. Nel 1950, Herberger aveva ricreato la squadra dal nulla , impostandola su alcuni uomini chiave, primo tra tutti il grande capitano, Fritz Walter, che accontentava, facendo giocare anche il fratello Ottmar, peraltro ottimo realizzatore. L'impetuoso Rahn, realizzatore continuo e prolifico. La difesa era improntata secondo il sistema, a tre. Con giocatori di impressionante durezza come Posipal e Liebrich. A parte un piccolo nucleo del Kaiserslautern, i giocatori provenivano da varie siocieta' ma la capacita' di amalgama di Herberger ne fece un gruppo omogeneo dalla spinta agonistica vincente. L'Ungheria era la squadra delle meraviglie. Aveva incantanto il mondo, lezionando i maestri Britannici nel loro covo, dopo averli strapazzati a Budapest. Aveva triturato gli avversari alle olimpidi di due anni prima. Lo schock di tale sconfitta ebbe cosi' tanto clamore, da tessere le risposte piu' assurde e fantasiose. Tra le altre che L'Ungheria in profonda crisi economica vendette la partita per una dotazione di trattori costruiti nella rinascente Germania Ovest o che l'arbitro avesse sabotato il paese dell'Est per motivi politici, per finire appunto, al doping. Herberger aveva vinto. Solo questo contava. Si disse che improvvisamnete la sua nazionale smise all'improvviso di vincere. E' vero. La stessa Italia reduce da un mondiale disastroso ebbe modo di vincere a Stoccarda per 2-1 in amichevole pochi mesi dopo il trionfo. Ma se stiamo a guardare quello, anche la stessa nazionale italiana campione del mondo nell'82 con Bearzot , non riusci' a qualificarsi per gli europri del 84 in Francia. Nonostante le illazioni, Herberger continuo' a tessere indomito la sua tela e presento' 4 anni dopo una nazionale basata sulla stessa ossatura, che giunse quarta, inciampando solo contro la nazionale Svedese dei professori. Lascio' la nazionale nel 1964, quando Schon comincio' a evidenziare i primi sintomi scalpitanti di impazienza e quando l'ostracismo per i giocatori impegnati all'estero stava cominciando a minare la solidita' di un nucleo da anni strutturato e ad impoverirne le fondamenta, mentre era ancora protagonista. Lui la aveva condotta per una strada verso la gloria, pilotandola attraverso 4 mondiali e dimostrando la predilezione dei tedeschi per i tornei a breve ma intensa durata. Fu sulla scia del suo insegnamento che la Germania Ovest sarebbe stata una costante protagonista di Europei e Mondiali.
Sepp Herberger, si ritirera' dal calcio nel 1964, dedicandosi a una vita da pensionato. Morira' a Weinheim-Hohensachsen il 28 aprile 1977.
Il bilancio della sua gestione come Commissario Tecnico e' tra il 1936 e il 1964 di 168 gare - 95 vinte -27- pareggi- 46 sconfitte.

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