dell'agonista, gli fanno scegliere il pallone. Poca roba comunque al tirare delle somme. Cresciuto nell'SSV Marienheide, passato al Bayer Leverkusen dovette accontentarsi di club minori. VFR Wipperfurth dal 1958 al 1962 e VFL Osnabruck dal 1962 al 1964. Un buon corridore, un atleta completo con grandi qualita' di fondo, ma un po' sommario nel controllo di palla e nei fondamentali in generale...."Ero piu' veloce della palla a volte..." ammette...Un idea fissa pero' sin dalla giovane eta', quella di insegnare calcio. Nel 1958 si iscrisse in contemporanea con Hennes Weisweiler a un corso per allenatori. Nel 1964 decide di lasciare il calcio giocato. Si dedica esclusivamente agli studi tecnico tattici ed ottiene il diploma all'universita' dello sport. Per qualche anno si divide tra l'esperienza come istruttore dei giovani del Wippenfurth e il lavoro nell'ambito della federcalcio come aiutante di Helmuth Schon (anche ai mondiali del 66) e tecnico delle rappresentative giovanili. Il 13 marzo 1970, il Bayern Monaco lo chiama per sostituire lo jugoslavo Branco Zebec in panchina. Un compito da far tremare i polsi, ma che Udo trasforma nel propellente per approdare al successo.. Grande conoscitore delle nuove leve del calcio tedesco, Lattek si ritrova nel pieno di una generazione di fenomeni e dimostra le qualita' per farle sprigionare con tutto il loro potenziale. Lancia con coraggio come titolari, due giovanissimi esordienti...tali Paul Breitner e Uli Hoeness, e avvia un'intelligente dialogo con campioni gia' affermati, Kaiser Franz in testa, riuscendo a costruire una poderosa corazzata. Non e' un sergente di ferro, ma un fine psicologo e proprio l'arte della diplomazia gli consente di fare andare d'accordo tanti galli del pollaio biancorosso. Beckenbauer diventa suo consigliere principe, nel cuore della squadra che conquista tre titoli nazionali consecutivi, avviando la leggenda del grande Bayern, con la conquista della Coppa dei Campioni del 1974. La finale e' all'insegna del brivido. Schwarzembeck, trasformato da Lattek da oscuro gregario a colonna della difesa, conquista il pari a un minuto dalla fine dei supplementari e i tedeschi surclassano poi per 4-0, l'Atletico Madrid nella ripetizione della gara, due giorni dopo. Sono gli anni in cui i big del club bavarese innervano la Nazionale vincente, di Schon, campione d'Europa e del Mondo. Nel dicembre del 1974, pero' una crisi di stanchezza della squadra bavarese, appanna l'immagine del tecnico che viene silurato. Il suo successore Dettmar Cramer, conquistera' altre due Coppe dei Campioni consecutive. Lattek passa al Borussia Moenchengladbach, dove conquista due campionati nazionali consecutivi, nel 1977 accoppiando al campionato la supercoppa tedesca e mancando la seconda Coppa dei Campioni personale nella finale di Roma contro il Liverpool. Nel 1978 sfiora il terzo titolo consecutivo, perduto per differenza reti a favore del Colonia....Nel 1979 porta il Borussia alla conquista della coppa Uefa nella doppia finale contro la Stella Rossa di Belgrado... con il piccolo danese Allan Simonsen sugli scudi. Dopo due stagioni al Borussia Dortmund, la tragica morte del figlio Dirk, lo induce a lasciare la Germania. Lo ingaggia il Barcellona, tra le polemiche scatenate dal vecchio Helenio Herrera, indignato per la mancata conferma dopo la conquista della Coppa del Re, accorso al capezzale per la seconda volta consecutiva nel finale di stagione. Lattek conduce la Liga in testa per gran parte della stagione ma cede nel finale. La vittoria in Coppa delle Coppe contro lo standard Liegi di Goethals gli salva la stagione. E' il primo allenatore a fregiarsi di tutte tre le principali coppe europee con tre squadre differenti. Il Barca decide di assecondarne le ambizioni e ingaggia un giovane Diego Maradona. L'epatite virale, rende a mezzo servizio l'impiego del " pibe de oro" che per sei mesi non sara' disponibile per i progetti tecnici di Udo. Lattek ne paga il conto il 3 marzo 1983, sostituito in panca dall'ex campione del mondo Cesar Menotti. A curare la delusione pensano i dirigenti del Bayern che lo stimolano al primo dei suoi grandi ritorni. Alle prese con una nuova generazione, quella del Breitnigge, Lattek ritrova lo stimolo e l'antico smalto per costruire un nuovo Super Bayern che che conquista due coppe di Germania e altri tre titoli nazionali consecutivi. Peccato che il momento di appoggiare la ciliegina sulla torta e' rovinato dalla sconfitta contro il Porto nella finale di Coppa Campioni del 1987. La delusione lo porta ad abbandonare la panchina. Dice basta alla gestione da bordo campo. Decide di accasarsi a Colonia. Ma nelle vesti di direttore sportivo, resiste solo pochi mesi. Nel febbraio 1988, stanco di non poter piu' assaporare i sapori forti del campo in prima pesona, se ne va, imputando alla carenza di tempo dedicato alla famiglia la sua rinuncia. Ha 53 anni, ha vinto tutto il possibile e anche qualcosa di piu'. La BIld lo ingaggia come giornalista e lui non riesce a stare lontano dai guai. Va a trovare il vecchio allievo Maradona e confeziona una clamorosa intervista contro Ottavio Bianchi, tecnico del Napoli che fa il giro del mondo e costa poi allo stesso Lattek una raffica di velenosi insulti dal giocatore argentino..La nostalgia lo consuma dentro e quando si profilano imprevisti problemi economici, decide per un nuovo grande ritorno. E' il 1990, Lattek riprende il posto di direttore sportivo del Colonia. Alleva l'astro nascente Cristoph Daum ( vedi resoconto..gia' pubblicato)prima di entrare di nuovo in una seconda crisi che sfocera' in depressione. Daum viene sospettato dal presidente Artzinger-Bolten di aver agevolato il passaggio di trottolino amoroso Hassler, alla Juventus. Viene licenziato e Lattek viene accusato dei scarsi risultati della squadra nonostante la faraonica campagna di mercato. Come nuovo allenatore Lattek sceglie il responsabile delle giovanili Erich Rutenmoller, che tuttavia dopo poche settimane della nuova stagione, viene subissato di critiche, che lo stesso Lattek sembra appoggiare. Rutemoller se ne va. Lattek deve tornare di nuovo sul ponte di comando. Questa volta lo schock e' clamoroso. Alla settima di campionato il Colonia ospita il Bayern. Dopo 1532 giorni torna a sedersi in panchina. Ne esce stravolto. Il risicato 1-1 che sa tanto di appuntamento mancato con un atteso rilancio, le contestazioni del pubblico contrario all'allontanamento di Rutermoller, lo fanno subito desistere dal continuare nell'esperienza. " Questo non e' piu' il mio mondo"...spieghera' desolato agli impazienti cronisti..
"Non sono piu' in grado di fare soffrire i giocatori.." "...se un allenatore arriva a questo allora e' finita...il fuoco che una volta mi divorava dentro, ora e' solo una fiammella"... Lattek torna dietro le quinte, ma medita un nuovo, grande ritorno. In estate accetta le offerte dello Schalke 04 come allenatore a tempo pieno, ma con una clausola legata ai risultati. In pratica non percepisce stipendio. Solo i premi partita legati ai risultati e eventuale qualificazione UEFA o vittoria in DFB Pokal, quantificati approssimativamente in 250.000 euri attuali. Ma il 17 gennaio viene sostituito da Schulte e decide di ritirarsi. Ma il vecchio pirata ha ancora un colpo in canna. Nell'aprile del 2000 non resta insensibile di fronte al grido di dolore del Borussia Dortmund, che si aggrappa a lui per non cadere nel baratro della Zweite. Con coraggio si ributta nuovamente nella mischia e in un mese raddrizza la situazione, guadagnandosi la stima, la riconoscenza e l'ammirazione di tutto l'ambiente. E' il canto del cigno di un grande vecchio, chiamato all'inizio del 2001 ad una battaglia ancora piu' impegantiva. Sara' sottoposto ad un intervento per rimuovere un tumore al cervello. Seppur benigno, lascera' tracce conseguenti. Gli ultimi anni della sua vita saranno trascorsi in una casa di riposo di Colonia. Continui problemi con l'alcolismo.. "ogni allenatore che si rispetti ama la birra"....Dopo due precedenti infarti, nel 2012 Udo e' vittima di un ictus, le conseguenze lo porteranno ad essere vittima del Morbo di Parkinson e di evidente demenza. Morira' il primo febbraio del 2015. Alla notizia della morte..Franz Beckenbauer twittera' queste parole..."Una triste notizia..Udo Lattek e' morto. Riposa in pace amico mio."

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