martedì 15 maggio 2018

174) DYNAMO DRESDEN, PIU' UN CULTO CHE UNA SEMPLICE PASSIONE CALCISTICA.


Nacque nel 1952 nell’area della Germania Est controllata dagli organi sovietici come emanazione di una delle squadre della polizia di stato, secondo quelle che erano le gerarchie e la nomenclatura di quel governo. La sua denominazione ufficiale era Volkspolizei e quindi nel 1953 diventata poi Dynamo Dresda. I suoi colori sociali degli albori erano il bianco e celeste, che poi intorno al 1968 sarebbero diventati giallo-rossi in onore della Sassonia. Ad ogni modo, quel logo sociale non sarebbe
mai più cambiato, in quanto anche dopo la caduta del socialismo reale, quel simbolo sarebbe rimasto quasi eterno per la città ed il calcio tedesco. La Dynamo Dresda ottenne risultati ragguardevoli nell’allora campionato della Oberliga, la massima divisione della Germania Est, contendendo quasi sempre il titolo e la coppa nazionale al Carl Zeiss Jena, al Magdeburgo o al Wismut Aue, ben comportandosi spesso anche nelle competizioni europee. La Dynamo Dresda vinse del resto 8 titoli e 9 coppe nazionali, distribuiti nella maggior parte dei casi negli Anni Settanta, al tempo in cui attirò le maggiori invidie da parte della Dynamo in versione Berlinese. Non a caso i gialloneri disputarono una grande Coppa dei Campioni nella stagione del 1973/74, seppur durata nell’arco di appena due turni. Nel primo infatti eliminarono la Juventus, infliggendo ai torinesi una durissima lezione. A Dresda i bianconeri persero senza attenuanti per 2-0, ma soffrirono tantissimo anche in casa. I bianconeri arrivarono fino al 3-1, per poi subire il punto decisivo da parte di Sachse. Tuttavia, qualcosa quasi di antologico accadde al secondo turno. Il sorteggio beffardo riservò una sfida fratricida contro i cugini dell’ovest del Bayern. In Baviera la Dynamo perse 4-3. Autorete di Hansen al 13’, pareggio bavarese di Hoffmann al 17’, vantaggio dei padroni di casa con Durnberger al 23’, poi Sachse ed Hidler prima della fine del primo tempo. Il Bayern si riprende solo nel finale con Roth e Gerd Muller per una vittoria sofferta. Dopo 15 giorni si va in Germania Est. Il Bayern arriva in giornata stesso. I servizi segreti la reputano una trasferta a rischio. Hoeness fa una doppietta in appena 12’, poi Watsclish, Schade ed Hafner ribaltano il parziale. Il gol del pareggio definitivo e della qualificazione di Gerd Muller arriva soltanto al 60’. Ma la doppia sfida ha fatto già storia. In seguito un'altra gara fratricida, denominata ''La notte del Grotenburg'' si aggiungera' all'epica della societa'. Accadde in occasione della Coppa delle Coppe 1985. In quell'occasione i gialloneri furono ''vittime'' di una rimonta incredibile da parte delle Aspirine povere di Uerdingen che ribaltarono in mezzora, nella gara di ritorno un passivo totale di ben 5 reti. I problemi diplomatici tra le due Germanie erano ancora li' da sopirsi. La Dynamo annovera nomi altisonanti come Hans Jurgen Dorner, Matthias Sammer e un giovane Ulf Kirsten. La gara di andata a Dresda termina 2-0 per i gialloneri. Il ritorno dopo i primi 45 minuti rischia di tramutarsi in una debacle, con i sassoni in vantaggio per 1-3. Lo stesso commentatore Ralf Kramer aveva gia' definito chiuso l'incontro, poiche' lo 05 avrebbe dovuto segnare la bellezza di 5 reti per riprendere possesso della qualificazione. Gli stessi spettatori alla spicciolata lasciavano lo stadio rassegnati (Si morderanno le balle....)...Solo i piu' fortunati, gia' sugli scalini dello Stadio decisi per la via di casa, tornarono indietro al boato del gol del 2:3 segnato da Wolfgang Funkel su rigore. In effetti moooolti, dei tifosi presenti avevano gia' lasciato lo stadio alla fine del primo tempo.... Negli spogliatoi successe qualcosa di strano. Una di quelle stranezze di cui e' infarcita la storia del calcio. Sammer padre, al rientro in campo, lascia fuori il portiere titolare e lo sostituisce con il secondo. Jens Ramme. Forse la scelta scombussolo' gli stessi giocatori che non riuscirono a entrare in partita con la stessa verve iniziale e allorche' Wolfgang Funkel trasformo' un primo penalty, i gialloneri cominciarono a perdere la testa. Al 65'esimo, con un autorete di Minge e un gol di Schafer, gli Alka Seltzer avevano gia' ribaltato il risultato. Per le strade i tifosi che avevano abbandonato lo stadio si riversarono di nuovo verso l'impianto, in tempo per assistere al quinto gol di Klinger. Dodici minuti al termine e solo un altro gol per entrare nella leggenda. Incredibile. E il miracolo si compie. Dorner ferma col braccio un pallone e l'arbitro concede un secondo penalty che di nuovo Wolfgang Funkel trasforma per il 6-3. Ma la Dynamo ha un sussulto, come nel rantolo dellla morte. Negli ultimi minuti crea tre occasioni nitide, ma offre il fianco e gli spazi al contropiede. Ancora Schafer si invola verso Ramme e insacca per il 7-3 finale. Chi vide questa partita la giudico' la piu' grande mai giocata nella storia del calcio tedesco.  In campo Nazionale, quello del 1978 rimase un titolo Nazionale da non dimenticare per i giallorossi della Dynamo, non tanto per la vittoria finale ma per le sue inattese conseguenze. La loro supremazia era destinato improvvisamente a finire, ma sostanzialmente per volontà di un potere politico. Erich Mielke, il capo della Stasi e Presidente anche della Dynamo Berlino, aveva deciso di spostare gli equilibri di quel campionato verso la capitale. “Festeggiatelo bene questo titolo, in quanto sarà l’ultimo che vincerete” ed in effetti dalla stagione successiva quella della Dynamo Berlino avrebbero vinto il campionato per 10 anni consecutivi. Un predominio senza soste, garantito da favori arbitrali ed altro. Alcuni arbitri del campionato erano anche loro stessi agenti della Stasi. Più volte in quegli anni l’undici di Dresda provò ad inserirsi nella lotta per il campionato, ma senza troppa fortuna. Anche se in qualche modo fu ripagata da due importantissimi successi nella coppa nazionale. Quello del 1985 arrivò dopo una finale tiratissima vinta per 3-2 ai danni della Dynamo Berlino. La tifoseria della Dynamo, ad ogni modo, si riconosce tra le più compatte del calcio tedesco. Il K- Block. Fu la prima squadra con l'Hansa Rostock ad essere accorpata alla Bundesliga, nell'anno della Riunificazione, per poi registrare una rapida discesa nelle serie inferiori, ma nonostante tutto il pubblico ha sempre gremito gli spalti dello Stadion Dresden, una volta intitolato alla gloria locale Harbig. Lo stadio fu poi ribattezzato Dynamo nel 1971. In terza divisione la media-spettatori è stata sempre intorno ai 15.000, cresciuta fino ai 25.000 in Zweite Bundesliga. Superiore a ben 12 squadre su 17 del Campionato Brasiliano. Il K-Block è la curva sempre coloratissima dei padroni di casa, che stringono forti rapporti di amicizia con la Horde Zla dell’FK Sarajevo. Tifoseria spesso bistrattata, con frange spesso violente ma che in generale e' riconosciuto in tutta Europa come una delle tifoserie piu' appassionate. Sicuramente la piu' fedele di Germania. Il calore e la passione dei tifosi per la propria squadra non è mai calato, è tutt’ora intatto. Lo si può vedere dalla folta muraglia gialla e nera che affolla gli spalti del Glücksgas-Stadion ( ex Rudolf-Harbig -Stadion), lo stesso stadio dei gloriosi anni ’70 e ’80, che ha una capienza di oltre 30 mila spettatori. Lo si può vedere dall’incredibile massa di sostenitori (anche se la maggior parte è parecchio ubriaca, a tal punto da cantare a mezzo metro di distanza in faccia ai poliziotti!) che si aggirano per le vie della città, in special modo nell’area vicino alla stazione, da dove partono i collegamenti per lo stadio. Il tifo quindi è di quelli caldi, con le dovute proporzioni all’altezza di quelli dei grandi club di Bundesliga (coreografie sempre accese e variopinte, cori altisonanti e frequenti). Nel 2012  la Dinamo è stata esclusa dalla Coppa di Germania a causa di scontri con le forze di polizia a margine del match contro il Borussia Dortmund allora allenato da Jurgen Klopp. La Dinamo Dresda di ora però, rappresenta un vero e proprio modello di calcio popolare, tornato alle origini. I prezzi molto bassi, soprattutto per giovani e studenti in generale, permettono di riempire lo stadio quasi tutti i sabati. Per non parlare delle trasferte, quasi tutte raggiungono il sold out dei biglietti disponibili con largo anticipo. La società inoltre è impegnata a promuovere un’organizzazione no-profit dedita alla lotta al razzismo. La rosa è composta esclusivamente da under 30, con un’età media al di sotto dei 25 anni e moltissimi giovani provenienti dal proprio settore giovanile o da selezioni locali. La squadra vanta anche un centro sportivo polifunzionale e all’avanguardia. La condizioni finanziarie del club sono abbastanza buone, anche grazie  alle moltissime sponsorizzazioni stipulate con le più importanti società della Sassonia. Insomma, una società sana permette di far nascere e crescere una realtà sportiva altrettanto sana. Questo insegna la nuova dimensione di Dresda e della Sassonia più generale, bistrattata ingiustamente a volte come  la parte più “triste” e meno all’avanguardia della Germania. E per tornare alla Dinamo Dresda…se il processo di crescita continuerà, la vedremo ancora per poco nelle categorie inferiori tedesche. La Bundesliga, quando il momento sarà giusto, le aprirà le braccia volentieri. I maggiori antagonisti nella loro storia sono stati quelli della Dynamo Berlino, che nacquero da una loro costola nel 1954. Ma le squadre hanno poi smesso di sfidarsi dopo al caduta del Muro e la caduta in disgrazia dei berlinesi. Il predominio della Sassonia invece è conteso da sempre dalla Lokomotive Lipsia, un’altra grande del calcio della Germania Est.  La tifoseria della Dynamo Dresda è sempre stata molto legata alla squadra, garantendole sempre pieno sostegno anche quando negli anni successivi sono scesi nelle serie inferiori. Autori di coreografie strepitose e sorprendenti danno spazio a fantasia e non lesinano spese folli per sostenere con folklore la squadra. I loro maggiori avversari sono sempre stati quelli della Dynamo Berlino, nati proprio da una costola del Dresda. Attualmente in Zweite Liga, (2017/18) i suoi tifosi l’anno scorso, anno della promozione dalla serie inferiore,(Quindi serie C) in occasione di un incontro contro il Magdeburgo, che un tempo era considerato un incontro di cartello della massima divisione della DDR, hanno realizzato lo striscione più grande d’Europa. Lungo 12000mq è costato circa 20000 euro e lo hanno denominato Project x. (video a seguire)
https://video.gazzetta.it/dinamo-dresda-striscione-solo-tutto-stadio/294f4372-80ce-11e5-bb2d-6ca6879325d5

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