Era il 6 giugno 1964 ed il diciannovenne Franz Anton Beckenbauer come
centrocampista, fu schierato contro il St Pauli nell'incontro che si
svolse al Millerntor per le finali di Regionalliga 1963/64. Fu la prima
partita ufficiale del futuro Kaiser con la prima squadra. Il Bayern
di allora non era la potenza economica e calcistica che sarebbe
diventata pochi anni dopo e militava in un girone della Regionalliga.
(Quell'anno i Pirati di Amburgo segnarono la bellezza di 87 reti, poche
rispetto alle 115 del Bayern che pero' era arrivato secondo anche perchè
aveva preso 61 goal nonostante la presenza di un portiere che sarebbe
diventato celebre quasi come il Kaiser, Sepp Maier). Al Millerntor si
giocava la partita di andata che per gli ansesatici fu terribile perchè
il Bayern ne fece 4, tutti nel secondo tempo, con una tripletta di Dieter
Brenninger e con il terzo goal realizzato proprio da Beckenbauer
all'84'. Beckenbauer segno' il quarto goal anche nel ritorno a Monaco
dove i bavaresi vinsero 6 a 1 con altri due goal di Brenninger. L'ala
sinistra Horst Haeks del St Pauli, che nelle 34 partite di campionato
aveva messo a segno 35 reti, realizzo' solo una rete con il Tasmania, la
squadra con cui i Sanpaolini raccolsero i soli tre punti (una vittoria e
un pareggio) di quel torneo. La curiosita' sta pero' nel fatto che, era
arrivato nel giugno del 1963 il diciassettenne attaccante Guy Kokou
Acolatse, un giocatore africano proveniente dal Togo che era "nero come
la notte", e prometteva di essere "rapido come un'antilope", queste sono
le suggestive descrizioni che all'epoca pubblicò Bild, concludendo con
un commento direi quantomeno inspiegabile: ''... ed e' anche in grado di
scrivere a macchina oltre che giocare al calcio". Forse, si può tentare
di spiegare queste note un pò impacciate, con il fatto che Acolatse fu
il primo giocatore di colore a calcare i campi di calcio tedeschi come
professionista, raccogliendo intorno a se un po' di curiosita' e
altrettanto sconcerto. Nelle partite con il Bayern, a lui e' toccato
marcare Beckenbauer, ma soprattutto fu suo il goal della bandiera che
batte' Sepp Maier nella sciagurata gara di ritorno a Monaco. Quello fu
anche il suo ultimo gol in un campionato tedesco. Nel biennio che vesti'
la maglia marrone della sqaudra piu' anticonformista del Fussball, scese
in campo per due stagioni e un totale di 44 presenze e 8 gol. A
distanza di anni una intervista di Bild ricorda come venne vissuta in
quel periodo la novita' del primo giocatore di colore che calco' un
campo tedesco da professionista. E' proprio Acolatse a parlarne:
''Arrivai in taxi nel luglio del 1963, spinto dall'allenatore del St
Pauli, Westphal che avevo avuto nella nazionale del Togo. C'erano
centinaia di persone fuori dallo stadio tanto che io pensavo che ci
fosse una partita, invece erano li' per me. Fino a quel momento nessuno
aveva mai visto una persona di colore in Germania, men che meno da
vicino e men che meno del Togo. La gente di Amburgo mi guardava quando
passavo per la strada ma non mi ha mai suscitato problemi questo stupore
che mi accompagnava, qualsiasi cosa facessi.... Capisco la sorpresa e
la curiosita' e forse il St Pauli gioco' molto anche su quello, infatti
nelle settimane seguenti la stampa si occupo' piu' ampiamente delle
nostre partite. Ricordo che i giocatori delle altre squadre anche se
piu' anziani avevano paura di me, non solo per presunte doti calcistiche
ma anche quanto a uomo nero....Io dalla
mia ogni tanto li minacciavo
di morderli o di tagliarli la testa e il bluff sortiva risultati.
Vedevo che spesso mi stavano alla larga. E io trovavo spazi piu' ampi
per creare gioco. Altri addirittura arrivarono a graffiarmi la pelle
per vedere se anche sotto ero nero...Ero un attrazione, le mie capacita'
venivano dopo, come una animale ammaestrato da un bravo domatore. Il
mio esordio con l'Altona 93 riempi' le pagine dei giornali e l'Hamburger
Abendblatt, decanto' la mia ''raffinata padronanza tecnica'' e il mio
''tocco squisito'' oltreche' un'inconsueto altruismo sotto porta. Bild
invece sottolineo' piu' volte anche in seguito che ero un tuffatore, uno
che giocava d'inganno cercando di guadagnare falli inesistenti..''Fu una
stagione molto positiva per me e per la squadra. Ricordo bene la partita
di Playoff con il Bayern e l'esordio di quel ragazzino..Lo dovetti
marcare io e mi fece il gol del 4:0. Sono orgoglioso di aver assistito
al debutto del giocatore tedesco piu' grande della storia.'' - '' Con l'arrivo
di Kruse capii che non ero nei suoi piani e dopo un'annata a mezzo
servizio il mio rapporto con il St Pauli si chiuse. Tornai ad Amburgo in
seguito. Chiusi la carriera tra Francia e Belgio. Mi occupai anche del
vivaio del St Pauli fino al 1973. Poi nel 1980 dirottai su Parigi e ora
vivo li' da anni. Quell'esperienza mi fece vivere di privilegi, quando
un operaio in Germania guadagnava 400 marchi io guadagnavo 5 volte di
piu' solo con i bonus. Ebbi un appartamento e comprai un'auto. Dapprima
una Fiat, in seguito il mio sogno una VW 1600. Quando feci la patente e
andai a ritirare il documento, l'impiegato che mi vide avvicinare allo
sportello fu preso da tale paura che arretro' fino a trovarsi con le
spalle al muro e con sguardo terrorizzato chiamo' a gran voce il suo
colega che scoppio' a ridere...Tutto fini' con un invito a cena a casa
del povero impiegato. A volte i tifosi avversari mi chiamarono scimmia e
mi gettarono le banane, oggi si fa ancora ma non e' razzismo e'
tentativo di deconcentrarti perche' ti vogliono colpire nel punto piu'
debole. Non posso dire cose cattive dei tedeschi. Assolutamente. Ho
vissuto una gran vita qui. Acolatse e' tornato ad Amburgo per il
Centenario della societa' dei Pirati nel 2010. Questa sua intervista e'
proprio per quell'occasione. Ha ritrovato il calore e lo spirito della
societa' che lo tenne a battesimo. Fu il primo nero a calcare un campo
di calcio tedesco da professionista e l'unico Africano ad assistere al
debutto di Kaiser Franz.
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