lunedì 7 maggio 2018

86) 2004 - L' ANSIA EMOTIVA DI SEBASTIAN DEISLER.

 19 ottobre 2004
A Torino, Stadio Delle Alpi, si affrontano Juventus e Bayern per il Gruppo C di Champion's. Una gara giocata su ritmi non esaltanti da entrambe le squadre vede prevalere i bianconeri per una rete a zero. Pavel Nedved risolve quando al termine manca un quarto d'ora. Ma l'evento ''saliente'' accadde negli spogliatoi pochi minuti prima della gara. Una crisi depressiva coglie Sebastian Deisler centrocampista nazionale della squadra di Magath che non si sente in grado di scendere in campo,
attanagliato da ansie emotive che non lo fanno mentalmente sentire sereno. E' l'inizio di una delle piu' tristi carriere del calcio tedesco. La depressione entra nel calcio ed in seguito con la morte di Enke ne spalanchera' violentemente la porta. Il medico curante di Deisler, dottor Florian Holsboer spiega che la situazione di ''Bati'' e' dovuta ad un percorso che la malattia intraprende in modo spontaneo...che questa sua reazione non e' una ricaduta, ma una reazione naturale che si verifica nei momenti di ansia e tensione. Continua Holsboer...''I depressi soffrono di un basso e triste morale. Esse si isolano, non hanno più alcun interesse a rapporti sociali. A questo si aggiunge disturbi del sonno, stati di angoscia, immotivati sensi di colpa e la sensazione di essere completamente inutili. Il malato perde ogni impulso, a sforzarsi sia fisicamente che intellettualmente. L’immenso stress e pressione, a cui è sottoposto un calciatore professionista, che si trova continuamente al centro dell’attenzione del pubblico, che deve garantire sempre le sue prestazioni, con ambizioni internazionali, potrebbe essere una spiegazione.'' Nel 2007, Sebastian Deisler terminò a soli 27 anni la sua carriera. Otto mesi dopo diede una spiegazione sui veri motivi: anche lui soffriva di depressioni. Le cause delle depressioni sono molteplici e complesse. Esse possono essere genetiche o dovute a stress cronico. Ci sono però anche motivi puramente biologici. Deisler ricondusse alla sua infinita serie di infortuni l'inizio del suo fragile stato umorale. Il dover ripartire eternamente da zero gli causo' un tracollo psichico che lo fece entrare in un tunnel depressivo senza fine. Pochi giorni dopo il suo compleanno convoca una conferenza stampa, e a sorpresa getto' la bomba: “Non ho più fiducia nel mio ginocchio, è stato un calvario… non gioco più con allegria e non posso fare le cose a metà, è una cosa che non fa bene a nessuno”. Come tanti altri prima di lui, Deisler decide di appendere prematuramente le scarpe al chiodo, probabilmente stanco delle sue ginocchia, stanco di vedere più medici e fisioterapisti che amici, stanco di vedere più cliniche e palestre che campi da gioco, stanco di non riuscire a far andare la sua vita nello stesso modo in cui riesce a mettere un pallone sul piede di un compagno da 40 metri.

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