martedì 8 maggio 2018

110) I PERSONAGGI - FRITZ WALTER - Il Valentino Mazzola di Germania.

Friedrich "Fritz" Walter (Kaiserslautern, 31 ottobre 1920 – Enkenbach-Alsenborn, 17 giugno 2002) "La città di Kaiserlautern venne fondata da Fritz Walter" scrisse una volta in un tema uno scolaro. L'affermazione era, ovviamente, azzardata, dato che la città della Renania-Palatinato risale al Medioevo, ma l'errore di quello scolaro si può ritenere comprensibile. Fritz Walter era diventato una specie di figura mitica, non solo in termini calcistici, un simbolo della rinascita e della rivendicazione
della Germania nel dopoguerra. Ambasciatore sportivo in favore della rinascita della Germania come membro della comunità mondiale, Walter era capitano della nazionale tedesca e luogotenente del leggendario allenatore Sepp Herberger, con il quale mise a punto la squadra del "Miracolo di Berna" del 1954, vincitrice della prima Coppa del Mondo tedesca. Nato all'ombra della 'Grande Guerra' a Kaiserlautern, venne battezzato con il nome di Friedrich Walter, anche se fin da piccolo tutti lo chiamarono "Fritz", un soprannome che gli portò fortuna. Figlio di un inserviente del Kaiserslautern, Walter iniziò a giocare a calcio molto presto. Fritz iniziò a calciare la palla per i vicoli della sua città ed entrò a far parte del Kaiserlautern alla tenera età di otto anni. Il club riconobbe immediatamente il raro talento di Fritz, che debuttò nella prima squadra a 17 anni. Il giocatore attirò fin da subito l'attenzione dell'allenatore della nazionale tedesca, Herberger, e vinse il primo incontro internazionale all'età di 19 anni, il 14 luglio 1940. Annunciò così, con grande impeto, il suo ingresso sulla scena internazionale, segnando un'eccezionale tripletta nella gara terminata con la Romania per 9-3. Comunque, come accadde a molti altri ottimi calciatori dell'epoca, gli inizi promettenti di Walter, sia a livello di club, sia sulla scena internazionale, vennero interrotti dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Walter fu chiamato alle armi nel 1942. Nel 1943, assieme ad altri calciatori professionisti tedeschi finiti sotto alle armi, fu trasferito nel JG 50, il cui comandante, Hermann Graf, era un appassionato di calcio ed un discreto portiere. Walter e gli altri giocatori formarono così la squadra del reparto, i Die roten Jäger (I combattenti rossi). Al termine del conflitto Fritz, si trovò incarcerato in un campo per prigionieri di guerra. Quando l'Armata rossa occupò la parte est dell'Europa, portò i prigionieri politici tedeschi nei gulag dove la speranza di vita era di circa cinque anni. Walter si salvò solamente perché una guardia disse ai russi che non era tedesco, ma austriaco. Risollevatosi dalle ceneri della guerra, Herberger si mise all'opera per costruire una nuova squadra tedesca, che venne riammessa nel contesto internazionale nel 1950. Dopo un'assenza durata sette anni, Walter riprese come capitano della nazionale il 15 aprile 1951, scontrandosi con la Svizzera a Zurigo. Quello stesso anno vinse il campionato tedesco con il Kaiserlautern, avvenimento che la squadra del Palatinato avrebbe ripetuto, con Walter come capitano, due anni dopo. La squadra venne soprannominata "Gli undici di Walter", in riconoscimento al suo miglior giocatore. In un contesto debitamente soggettivo si puo' dire che Fritz Walter rappresenta per il Kaiserslautern cio' che era Valentino Mazzola per il Grande Torino. Herberger aveva costruito una squadra formidabile attorno al capitano del Kaiserlautern, includendo quattro compagni di club, tra cui il fratello Ottmar. Walter comunque era più di un semplice capitano e giocatore-chiave, era un sostituto incontrastato del determinato Herberger, che il giocatore chiamava sempre "Capo". La scena internazionale dell'epoca era dominata dall'apparentemente invincibile squadra ungherese, arrivata ai Mondiali di Svizzera 1954 come superfavorita, dopo quattro anni di vittorie. Per i primi Mondiali in Europa del dopoguerra, una scommessa sui "magici magiari" e sul loro mitico capitano Ferenc Puskas sembrava sicura. La Germania iniziò con una vittoria sulla Turchia, ma Herberger mandò in campo uno schieramento di rincalzi per il successivo incontro del primo turno contro l'Ungheria. La squadra crollò sotto un pesante 8-3 contro Puskas & Co., scatenando una serie di dure critiche da parte di coloro che reclamavano la testa dell'allenatore. Molti sono ora propensi a credere che l'allenatore avesse delle strategie diverse, in funzione dell'andamento del torneo, che non solo giustificassero la sua scelta, ma la rendessero addirittura necessaria. La partita con la Turchia, nella gara successiva, si concluse con la vittoria per 7-2 ed ebbe come protagonista Walter, che di nuovo si mise in mostra contro la forte nazionale jugoslava, in un match vinto per 2-0. Il capitano segnò due rigori nella vittoria per 6-1 nella semifinale contro l'Austria, preparando la rivincita contro la potente nazionale ungherese nello stadio Wankdorf di Berna.In Germania è risaputo che Walter giocava meglio se le condizioni atmosferiche erano pessime, e così fu coniato il termine "tempo di Fritz Walter" per indicare le avverse condizioni atmosferiche in particolar modo la pioggia. Questo è dovuto al fatto che in tenera età contrasse la malaria e a causa di questa ragione egli non sopportava stare al sole. Quel 4 luglio a Berna, dopo una mattinata soleggiata, iniziò a piovere, creando le condizioni in cui il guerriero Fritz Walter poteva eccellere. "E' il tuo tempo, Fritz" disse Herberger al suo capitano, in viaggio verso lo stadio. A quell' affermazione il giocatore rispose tranquillo: "Non ci sono problemi, Capo". Malgrado il "tempo di Walter", l'Ungheria andò in vantaggio per 2-0, con il primo gol del "Maggiore a cavallo" Puskas,dopo soli sei minuti, e raddoppio di Zoltan Czibor due minuti dopo. La Germania, che era stata battuta così sonoramente nella prima fase, mantenne la calma e segnò una rete con Max Morlock e poi si portò sul 2-2 grazie ad un calcio d'angolo di Walter per Helmut Rahn, che realizzò. L'Ungheria aveva un maggiore possesso di palla, ma il "Miracolo" avvenne quando mancavano sei minuti alla fine della partita. Helmut Rahn, "Der Boss", mise in rete il gol che fece trionfare la Germania per 3-2 e Walter fu il primo capitano tedesco a sollevare la Coppa Jules Rimet. Fu un ribaltamento inatteso ed eccezionale, con ripercussioni ben oltre il mondo dello sport. Segnò infatti l'inizio di una nuova Germania, restituendo al Paese la fiducia in sè stesso dopo gli orrori del conflitto mondiale, aiutandolo a ritrovare una nuova identità. Walter personificò quel trionfo e l'affabile centrocampista venne ricoperto di onori. Fu il primo calciatore in assoluto a vincere la Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Federale Tedesca, il massimo onore nella scala delle onorificenze. Venne nominato capitano tedesco onorario e nel 1995 ottenne l'ambito Ordine al Merito della FIFA. Walter era dotato tecnicamente, un artista con il pallone e un gran maestro di calcio. È uno dei migliori calciatori che il mondo abbia mai visto nascere, un playmaker avido di gol, il cui talento era messo in risalto da un'incredibile rendimento e da una grande ambizione. Walter ha fatto registrare un totale di 379 presenze con il Kaiserlautern, segnando da centrocampista l'incredibile cifra di 306 gol, il migliore dei quali fu contro Wismut Aue con un colpo di tacco all'indietro, al volo, da un calcio d'angolo. ( Tipo Mancini...) Sul piano internazionale le cose non andarono in modo diverso, con 33 gol su 61 partite per la Germania Ovest. La sua carriera internazionale si interruppe all'età di 37 anni, quando subì un infortunio nella semifinale della Coppa del Mondo del 1958 contro la Svezia, la squadra di casa. Walter fu sempre una figura amata dai tedeschi, soprattutto grazie alla sua modestia ed al suo realismo. Fu inoltre estremamente leale con il club della sua città natale e non si fece mai tentare da offerte fuorvianti quali quelle del Nancy francese o del gigante spagnolo Atletico Madrid. Rimase nel Palatinato, vestendo la divisa del Kaiserlautern dal 1928 al 1959. Fritz Walter è uno dei quattro capitani onorari della nazionale di calcio tedesca. Gli altri tre sono Uwe Seeler, Franz Beckenbauer e Lothar Matthäus. Lo stadio dove gioca le partite in casa il Kaiserslautern è intitolato a Fritz Walter. Nel novembre 2003, per celebrare il cinquantesimo anniversario della UEFA, la federazione tedesca lo votò miglior giocatore degli ultimi cinquant'anni (dal 1954 al 2003), "forzando" la verità storica del calcio tedesco, in quanto non vi è classifica del genere che non veda ai primi due posti Franz Beckenbauer e Gerd Müller. Si volle, però, fare un omaggio a un grande calciatore tedesco, per di più grande, ma avendo come "habitat" una squadra relativamente mediocre. In tal senso bisogna anche aggiungere che taluni osservatori, non solo sportivi, hanno visto in questo atto una sorta di segnale, da parte del calcio tedesco, con cui chiudere la decennale polemica sulla vittoria mondiale del 1954, da sempre e da tutti vista con sospetto, perché in odore di doping. Doping avvalorato, ma mai provato, dalla prematura scomparsa di alcuni giocatori tedeschi che disputarono quella finale. Fritz Walter, morì il 17 giugno 2002 nella sua casa di Alsenborn (sud-ovest della Germania) all'età di 81 anni. Era il suo sogno vedere la Coppa del Mondo 2006 nella "sua" città Kaiserslautern, ma non poté a causa della sua morte. Nel quarto anniversario della sua morte, il 17 giugno 2006, gli Stati Uniti giocarono con l'Italia a Kaiserslautern e fu osservato un minuto di silenzio in sua memoria.

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